ricomincioda7

AMBIZIONI LETTERARIE


SCRIVERE MOLTO e LEGGERE POCO
 Io scrivo. Il solo fatto che esista questo blog, da molti anni e con alterne fortune, mostra che mi piace scrivere. Chi mi conosce da tempo sa che ho “seminato” poesie, racconti, un libretto per bambini, un romanzo(?) autobiografico autopubblicato. Mi diverte mandare queste mie cose a concorsi, talvolta vinco premi o menzioni d’onore. Ho cominciato così pian piano a interessarmi del mondo dell’editoria: avevo sogni all’inizio, un editore si sarebbe accorto delle mie fatiche, mi avrebbe pubblicato qualcosa? Avrei avuto successo? Avrei guadagnato dalle vendite? Il libro per bambini “Neretta” in effetti è stato pubblicato da un piccolo editore che mi è parso abbastanza serio, per lo meno non mi ha chiesto soldi. In queste mie ricerche ho scoperto il mondo dell’editoria a pagamento, sotto varie forme e con vari “trucchi”; ho scoperto che per vendere e farsi pubblicità bisognerebbe conoscere gente, riuscire a organizzare presentazioni qua e là… insomma, i miei sogni si sono ridimensionati, anzi, direi che mi sono proprio svegliata. E’ un mondaccio, i grandi editori vanno sul sicuro, pubblicano chi solo dal nome garantisce popolarità e guadagni perché è già conosciuto anche non come scrittore, ma magari come sportivo o come cuoco. Tra i piccoli editori scovare quelli seri è una fortuna e la diffusione dei loro titoli è limitata. Ma c'è un altro problema enorme attualmente: gli scrittori sono più dei lettori! In Italia i lettori sono pochi, mentre pare che in tanti abbiano voglia e velleità di fare gli scrittori. Si pubblica e autopubblica un numero spropositato di libri, della maggior parte verranno distribuite e vendute solo poche copie, c’è un’inflazione di volumi che per la maggior parte resteranno intonsi. Anche testi bellissimi, autori esordienti molto bravi, meglio di grossi nomi, molto difficilmente nella marea di titoli verranno presi in considerazione e potranno emergere. Ho letto a volte, nei gruppi facebook di lettori appassionati, dei commenti molto positivi su sconosciuti che quasi di sicuro rimarranno tali. In più, bisogna avere una fortuna enorme, incontrare e saper cogliere l’occasione giusta. Adesso se continuo a scrivere non mi illudo più, lo faccio perché mi piace, amo le parole quando diventano storie, sono contenta se riesco a vendere qualche copia dei miei libri attraverso il passaparola o incontri e conversazioni casuali. Se ai concorsi ottengo piccoli riconoscimenti ne gioisco, la mia soddisfazione più grande è quando a questi concorsi ci è concesso di leggere una parte, o tutto, delle nostre opere presentate. Così le storie, in versi o in prosa, riescono a passare ad altri, per qualche minuto fanno sorridere, pensare e sognare… Il Nobel per la letteratura non lo vincerò di certo.