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Al mercato


Il martedì, nella Grande Città Turistica in cui vivo, c'è un bellissimo mercato lungo un viale alberato che ha da una parte il fiume e dall'altra un magnifico parco pubblico. Così andare al mercato diventa anche una salutare passeggiata che ossigena i polmoni.Questa è la validisssssima motivazione che ricordo a mio marito quando sbuffa e dice:
"Vai al mercato a fare le spendaccionerie"(lessico familiare dal significato inequivocabile!)Ora che non lavoro e che...una passeggiata al giorno mi fa bene, unito al fatto che oggi c'è un bellissimo sole e la meteo ha detto che da domani comincerà il vero autunno con freddo e pioggia ...insomma, stamattina era obbligatorio andare al mercato!Non c'era troppa ressa: soprattutto mancava quasi completamente la generazione 3-18 anni, quella in età scolare per intenderci , e i pochi esemplari presenti odoravano di "forca"(di già, dopo una settimana?!).Come sempre fra venditori e clienti, residenti e turisti, erano rappresentate tutte le etnie del mondo e questa è la cosa in cui mi piace tanto "immergermi": una forma di uguaglianza tra gli esseri umani (soprattutto di sesso femminile) è senz'altro il farfouiller su una bancarella al mercato. Credo non ci sia bisogno di tradurre questo verbo francese, che ha un suono così simpatico...Al mercato si può incontrare qualche conoscente:
oggi ho incontrato una collega in pensione da quest'anno (regolarmente, però, lei ha già l'età), quindi c'è stata la sosta con chiacchierata. E ci siamo permesse di sparlare e malignare un po'...indovinate di chi e di cosa...Insomma, un giro al mercato mette allegria.Qualcuno curioso chiederà: "Acquisti, nulla?"Mi sono contenuta: insalatina e pomodori, il casatiello al banco napoletano, una borsa di pelle decorata africana, che sognavo da tanto (di solito costano parecchio, ma quella ha la tintura un po' sciupata in un punto e l'ho presa per 3 euro), un portafoglio nuovo per mio marito col disegnino del suo amato Snoopy.
Non mi sembra di aver spendaccionato troppo...