ricomincioda7

Post N° 35


AL MERCATOQuesta mattina si presentava una bellissima giornata, anche se un po' fredda all'inizio e così sono andata al mercato. C'era il banchetto della donnina dei gatti, come la chiama mia figlia. E' una donna anziana, fa parte di un'associazione di volontariato che gestisce un canile-gattile per gli animali abbandonati, il banchetto serve proprio per raccogliere fondi. Ci puoi trovare di tutto, cose che la gente lascia all'associazione, dalla peggior paccottiglia ad “avanzi” firmati e ogni settimana ci sono sorprese: i prezzi vanno dall'offerta libera, al 3 pezzi 1 euro, fino a 10-15 euro i pezzi più preziosi. Quando è stagione, sul banco c'è anche una gabbia con dentro uno o più gattini trovatelli, curati, vaccinati e in cerca di padrone: quelle volte attorno c'è ressa, i micini commuovono e fanno di tutto per rendersi simpatici, molti prima di sera trovano una famiglia. Anch'io sto lì a sciogliermi, visto che il mio crudele marito non vuole gatti per casa. Stamattina fra i vari oggetti sono stata colpita da una statuetta africana, alta circa 15 cm, di legno scurissimo. Rappresentava una donna semiinginocchiata, che tiene su un ginocchio, teso in avanti, un vaso. La rigiravo tra le mani, ammirando la cura con cui erano stati scolpiti i particolari:le trecce dei capelli, fino a dei tatuaggi sul visoe mi chiedevo in quale villaggio fosse stata scolpita e da chi,se il suo autore avesse pensato al lungo viaggio e al destino della sua statuina... Un signore accanto a me ha detto. “Guarda quella statuina, sembra che parli con la signora!”Sovrappensiero ho detto: “Chissà da dove viene...”Lui: “Ma da dove vuole che venga, dall'Africa!” Non aveva intuito i miei pensieri. Allora ho continuato: “Sa il significato di questa statuetta?In certi villaggi una statua fatta così viene messa davanti alla porta della casa di una donna che ha appena partorito, per indicare a chi è di passaggio che lì c'è una donna che ha bisogno di aiuto nei primi giorni col neonato. Il vaso indica proprio la necessità di aiuto.” Questo lo so da quando ho visitato con i miei alunni il museo di Antropologia. Le persone attorno ascoltavano incuriosite. Io ero contenta di aver dato vita alla statuetta col mio racconto. Naturalmente, ora la statuetta è a casa mia.