ricomincioda7

Post N° 186


Scuola al passato remoto (3)Dalla terza classe, in varie materie c'erano argomenti più "professionali" e qui la cosa si faceva per me davvero interessante.Per esempio, mi piaceva moltissimo disegnare i cartelloni didattici, che venivano elogiati dal prof, il quale poi me li ritirava, io credevo per motivi di valutazione o documentazione del lavoro.Invece...sentite questa.Il prof aveva la moglie maestra. Dopo diversi anni, andando ad un corso di aggiornamento in una scuola, trovai appesi alla parete dell'aula in cui seguivamo il corso vari miei disegni di quei cartelloni, ancora con la mia firma dietro!Hai capito i furboni! Comodo, farsi fare il materiale didattico dalle alunne migliori del marito! Roba da piantare una grana...Mi piaceva anche il tirocinio: andavamo nelle classi ad assistere alle lezioni e si cercavano volontarie per esercitarci a tenere anche noi qualche lezione.Io mi offrivo volentieri perchè ero contenta di organizzare e poi "propinare" ai bambini qualche cosa, sotto l'occhio compiaciuto della mia prof e sotto l'occhio sempre molto vigile della maestra di quella classe, la cui presenza naturalmente garantiva l'attenzione degli alunni e mi faceva credere (ahimè!) che il tenere la disciplina non fosse poi così complicato.Molto meno professionalizzante invece fu l'ins. di FILOSOFIA e pedagogia e non a caso scrivo così, per rendere l'idea della situazione. Tra i pedagogisti, arrivammo a stento all'inizio del novecento, mancava tutto ciò che ci fu nel ventesimo secolo, un buco nero quindi e così quando uscii dall'istituto ero convinta che in fondo ciò che avevo studiato di pedagogia non servisse a niente per insegnare davvero. La primavera del '68 mi spinse a partecipare ai collettivi, ad un inizio di impegno che avrebbe potuto anche diventare politico e condurmi per altre strade, ma mi portò tanti scontri con i miei genitori che temevano che "finissi male", che non studiassi, che ci fossero conseguenze di ritorsioni, bocciature ecc...Così decisi di continuare ad essere "una brava ragazza", e l'anno dopo mi proposi di pensare (quasi)solo alla maturità, per uscirne in modo onorevole.Era il 1969: io fui tra le "cavie" che affrontarono il primo esame di maturità riformato.Una materia scelta da me: italianouna scelta dalla commissione: scienze.(Dopo aver pregato tutti i santi del Paradiso che non mi appioppassero filosofia)Come andò? Non al massimo, ma BENE! Erano ancora di manica abbastanza stretta, i profs!Osservazioni scritte nel giudizio della commissione: "La candidata... bla bla...dice che vorrebbe insegnare, ma la commissione ritiene che sia adatta a studi universitari"(Grazie, Libero, stasera è andata meglio!)