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25 APRILE


Z.A.P.Zona  Altamente  PartigianaSotto questo titolo si è svolto oggi un incontro, aperto a tutti, di musica e parole, al centro sociale vicino casa mia, per ricordare-festeggiare il 25 aprile.Godendo della bellissima giornata di primavera ci siamo ritrovati in molti, l'appuntamento mensile col mercatino del recupero stavolta si è arricchito per questa occasione di ricordo e riflessione.Soprattutto i più anziani, tra i presenti, hanno accompagnato in coro quei canti che negli ultimi anni si sono sentiti sempre più di rado...BELLA CIAO, innanzitutto, poi tanti altri, a cominciare da quello che a me piace tanto, forse perchè mi fa immaginare il momento gioioso di quando, finalmente, tutto l'orrore della guerra finì:"Scendiamo giù dai monti a colpi di fucile. Evviva i partigiani! E' festa d'aprile!..."Una volta li insegnavo ai miei scolari, questi canti. A dire il vero ero già insegnante quando ho approfondito lo studio di quel periodo. La mia famiglia non ha avuto eroi, durante la guerra solo ansie, tragedie e un mistero: un cugino del mio babbo, di cui io porto il nome,  "intrallazzava" in mille faccende, un personaggio un po' misterioso...e un brutto giorno sparì, non si seppe nemmeno da che parte stava...o cosa tentava di fare...Brutta storia, di cui in casa si parlava poco.
Per il trentennale del 1945 a Bologna si fecero grandi iniziative, anche nelle scuole, a cui donarono materiali informativi: io lavorai parecchio con la mia classe ed uno dei cartelloni che facemmo riguardava il lavoro e il contributo delle donne durante la guerra e la Resistenza, fu esposto per molto tempo al Museo della Resistenza, che nacque in quell'occasione.Negli anni successivi, a Bologna e a Firenze, quando avevo le classi dei più grandi, ho sempre organizzato qualcosa, insieme a colleghi sensibili a questo tema,spesso, per presentare ad altri, genitori o altre classi, il nostro lavoro di ricerca, abbiamo organizzato spettacoli, con canzoni, letture, drammatizzazioni di brani o di fatti ricostruiti attraverso le testimonianze di familiari ed ex-partigiani che venivano nelle scuole. I canti avevano sempre un impatto di emozione forte sul pubblico, ma anche su di noi...Ricordo in particolare un anno, con una quinta: eravamo andati a fare una settimana verde in montagna, e preparavamo quei canti la sera, seduti in cerchio sotto le stelle col maestro che suonava la chitarra: c'era un'atmosfera particolare, di paura, di nostalgia, di unione tra noi, come a rivivere un poco le sensazioni di chi , da una montagna simile, tanti anni prima aveva scritto quelle canzoni...Oggi, i più giovani seguivano il ritmo con le mani e con i piedi, ma pochi cantavano...E' un male? E' un bene? Il mondo va avanti, ognuno ha le sue idee su cosa e come conservare del passato e della memoria...Probabilmente è già stato abbastanza importante che oggi ce ne fossero molti, di giovani, allo Z.A.P.