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I SETTEMBRINI


DA UN ANTICO GIARDINO
Fiorivano quasi all'improvviso nel mese di settembre. Da un giorno all'altro  ornavano del loro tenero color lilla i bordi delle aiuole delimitate da muretti bassi su cui sedevamo noi bambini. Erano l'annuncio dell'estate che se ne stava andando, in quel tempo lontano, in quel giardino un po' selvaggio creato dal mio nonno dove ogni stagione portava i suoi doni e le sue bellezze con regolarità anno dopo anno. L'inizio dell'autunno era annunciato dai settembrini in basso, quasi raso terra, e in alto, sotto i pergolati delle viti, dai grappoli dorati o rosso scuro dell'uva, ottima per le merende e i dessert delle famiglie imparentate che godevano di quello che in seguito, ironicamente, sarebbe stato chiamato “Il giardino dei Finti-Contini”. Fra i fiori e l'uva lo spazio era conquista delle api, delle vespe, degli altri insetti che mi impaurivano, delle farfalle...tutti a rimpinzarsi di nettari e zuccheri.Passavamo ore in quel giardino in settembre, i piccoli a giocare, le donne della famiglia a cucire, a chiacchierare, a pulire verdure per la cena, un occhio al lavoro e un occhio a noi bambini. L'ombra diventava fresca più rapidamente e allora era il momento che indossassi il golfino rosso, sempre quello, non ne ricordo altri nella mia infanzia: di lana, l'aveva fatto la mia nonna, mi piaceva moltissimo. Doveva essere miracoloso perchè sembrava che crescesse con me...dopo diversi anni passò a mio fratello...poi l'hanno indossato i miei figli...è ancora buono per Martino...resistenza delle cose di una volta!Vennero per me i tempi della scuola, che allora iniziava il primo ottobre. Il mese di settembre allora acquistò un significato più ricco, di malinconia e fervore insieme, come di chi sa che sta finendo qualcosa che non tornerà più.C'erano i compiti delle vacanze da terminare, ma lo studio in giardino non aiutava certo la concentrazione...Gli amici si radunavano da me, seduti sui muretti bassi che contornavano le aiuole era tutto uno scambiarsi racconti: oh, l'estate fa crescere tanto in poche settimane, ci si ritrova sempre diversi da come eravamo in giugno, ci sembra di avere conquistato il mondo nelle nostre avventure estive! In quei giorni prima della scuola poi ci venivano in mente un sacco di idee per godere fino all'ultimo quella libertà che se ne stava andando: un anno l'organizzazione di una pesca di beneficenza a nostro vantaggio con giocattoli e oggetti che non usavamo più, un anno la costituzione di un club esclusivo con la preparazione degli arredi per la soffitta di uno di noi che ci avrebbe ospitati nell'inverno, un anno il teatro di burattini, poi i ritrovi nel mio giardino da cui si partiva per le spedizioni nei prati e nei boschi ...Ormai ragazzi, capitava che la nostra irruenza danneggiasse nelle aiuole quei fiori e altre piante...e la colpa me la prendevo io, che avevo come amici dei “ragazzacci”.
“Ora lo senti il nonno, quando se ne accorge!”diceva la mia mamma, mentre io, prima di cena, un po' preoccupata cercavo di raddrizzare un pochino gli steli e i rami maltrattati o facevo rapidamente sparire i fiori caduti.In realtà, il nonno non l'ho mai sentito: aveva un aspetto burbero e severo sempre, ma non ricordo che mi abbia mai rimproverato per questo, forse capiva (e rimpiangeva?)...