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LOIRA 7, placida signora


 LA LOIRA DEI GRANDI (E DEI PICCOLI) SPAZI Passano i giorni e passano i chilometri...Ormai la strada è quasi sempre pianeggiante e costeggia quasi sempre il fiume. Anzi, le strade spesso sono due, una lungo la riva destra e una lungo la sinistra, si tratta di scegliere ogni giorno, di controllare dove sono i ponti per passare dall'altra parte...Perchè ormai i ponti sono rari, la Loira ha un letto talmente largo che presumo sia complicato (e costoso) costruire ponti in grado di resistere alle piene che abbiamo visto, per fortuna solo in fotografia.
Ormai queste strade corrono su argini alti e anche questo ci dà il senso della pericolosità del fiume che più sotto scorre placido, sinuoso e luccicante al sole, tra isole di sabbia e voli di sterne e gabbiani.
strada sull'argineDalla parte opposta, sotto la protezione degli argini, il panorama è spesso ampio, fino a colline lontane, con campi, fattorie, paesi di case bianche di tufo e coi tetti neri d'ardesia, dove negli edifici più alti di ogni paese spiccano delle specie di altoparlanti: sono le sirene d'allarme in caso di straripamento del fiume...
dall'altra parte dell'argine Ma una sorpresa inaspettata ci attende ancora: il mondo trogloditico!Le colline della Touraine e dell'Anjou sono fatte di tufo, roccia chiara vulcanica che si utilizza per le costruzioni locali, e attorno a Saumur viene estratta anche un'altra pietra, più giovane del tufo e formata da sedimentazioni di conchiglie, la chiamano falun. Tutte le gallerie e le cave dismesse col passare del tempo sono state utilizzate come stalle, cantine, magazzini, laboratori, ambienti per coltivare funghi e perfino abitazioni: ci sono paesi che si estendono per la maggior parte lungo i versanti delle colline, o sotto il livello del terreno, le case spuntano dalla roccia, ben sistemate e agghindate, le persone vi abitano tranquillamente. Alcune si visitano...ricordano un po' le case che avevo visto in Tunisia, a Matmata.
 Ci sono anche ristoranti in grotta e a Doué-la-Fontaine vogliamo provare l'emozione di un menù tipico ...sottoterra: l'accoglienza dell'ambiente è un po'...umida, in compenso è molto caloroso e simpatico l'oste: è un localino tenuto da giovani, informale e caratteristico, che offre “menus Troglos”: prendere o lasciare.
Ci fidiamo e accettiamo la sfida: arrivano a volontà le fouaces, squisiti panini cotti tra la cenere nel forno a legna, che accompagnano le rillettes (specie di patè di maiale), i rillauds (bocconi morbidissimi di maiale, assomiglianti a pancetta magra), le morgettes (fagioli bianchi al pomodoro), il formaggio di capra...tutto leggerino, come vedete...
le fouaces nel fornoMa la maggior squisitezza sono le galipettes, grossi funghi farciti da un impasto con erbette, saporito, delizioso...Gustiamo e pensiamo di informarci che tipo di impasto sia, per poterlo eventualmente “riprodurre”, ma poi ci dimentichiamo di chiedere, perchè il cameriere, che è anche l'oste, ci intrattiene piacevolmente chiacchierando sulla vita nelle grotte, dice che non fa affatto freddo, c'è una temperatura costante sui 13° tutto l'anno, dunque in estate si sta freschi, in inverno si risparmia sul riscaldamento visto che all'esterno si scende facilmente sotto zero. E per l'umidità...ci si abitua, dice lui.Poi il dessert, paghiamo, usciamo soddisfatti e rimpinzati...e la salsa sconosciuta ci torna in mente che siamo già ripartiti: ormai resterà sconosciuta...Ma qualche giorno dopo, leggiamo in un altro posto informazioni culinarie della zona e scopriamo che le galipettes sono quasi sempre farcite con un ripieno a base di ...lumache (proprio escargots)!Allora...ci sono altissime probabilità che... ...e a noi le lumache fanno proprio schifo! Però quello era davvero buono... Ci illudiamo ancora oggi che quel giorno il ripieno fosse diverso... (continua...)