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ULISSE

Post n°704 pubblicato il 02 Luglio 2011 da atapo
 

 

A ITACA

Mi sento come Ulisse quando tornò nella sua Itaca, dopo il suo lungo viaggio...

Perchè il mio viaggio di ritorno è stato lungo:

25 chilometri in auto da Fanari a Komotini,

280 chilometri in pullman da Komotini a Salonicco,

un'ora di attraversamento in bus di tutta Salonicco (così simile a Nizza, Genova, quelle città di porti in cui s'incontra tutto il mondo del mar Mediterraneo), fino all'aereoporto,

due ore di volo Salonicco-Bergamo,

due ore e mezzo di auto da Bergamo a Ferrara.

Poi mi sono fermata ancora un giorno e una notte a Ferrara prima di scendere a Firenze, per fare un controllo delle foto...

Ricordate che eravamo andati in Grecia per lavoro: mia cognata, mia nipote ed io ci siamo ben integrate l'una con l'altra nell'attività fotografica e non solo nel giorno del matrimonio, quindi abbiamo già dato una prima occhiata ai risultati per scambiarci le immagini e completare i nostri dossiers...e siamo state contente dei risultati ottenuti!

Ora sono finalmente giunta a Firenze, ho aperto le valigie e ho fatto la prima lavatrice.

E ho già una nostalgia nel cuore dei luoghi visti, delle esperienze passate, delle belle persone conosciute...

...una settimana indimenticabile anche questa seconda volta in Grecia. Con la segreta speranza di non dover aspettare ancora altrettanti anni per ritornare da quelle parti!

Nei prossimi giorni sistemerò le mie immagini, poi vi racconterò...

 
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Rispondi al commento:
stradanelbosco
stradanelbosco il 03/07/11 alle 02:23 via WEB
Che bello! Penso conoscerai una delle poesie più famose al mondo, dedicate a quest’isola. E’ di Kostis Kavafis, un grandissimo poeta greco del secolo scorso.Te la trascrivo, per comodità tua, così non devi andarla a cercare e anche per riportarti il commento.Spero non ti dispiaccia!!_______
ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Costantino Kavafis_____________________
Na volta su sta poesia bellissima ricavai un commento. Era di questo tenore.
"Itaca è la patria adorata per la quale Ulisse si struggeva di nostalgia. Itaca è il simbolo della meta desiderata e mai raggiunta e dell'ideale che sempre più si allontana. Itaca è la dolce illusione che fa agire, che incita ad affrontare con pazienza con piacere tyante difficoltà, tanti disagi,tante pene, nelle quali è la gioia della vita, solo a patto che l'uomo sappia superarle sprezzando ogni pericolo.
Prima di giungere a Itaca è bene viaggiare a lungo, acquistando esperienza e mercanzie, e soprattutto essenze aromatiche, le svariate ed inebrianti essenze del piacere, perchè, una volta giunti a Itaca, tutto è finito. Itaca non è ricca e non può dare altro se non l'occasione di fare un bel viaggio, un lungo viaggio, e di acquistare la saggezza della vita. Il viaggio è più bello dell'approdo.
Il sabato è più bello della domenica. E' più bellosognare che realizzare i propri sogni.
Il concetto profondo ( sebbene in altro stato d'animo) sembra riecheggiare il senso amaro del pessimismo contenuto nella chiusa dell'idillio <<Il sabato del villaggio>>, dove il nostro Leopardi, che tanto confidò nei sogni della sua prima giovinezza e provò poi nella realtà tutta la vanità e l'amarezza della vita, rivolge un saggio consiglio al giovinetto inesperto che aspetta con impazienza l'alba della domenica.
Il poeta sa, infatti, per sua dura esperienza che , sorgendo la domenica, s'abbrevia il tempo della festa; e sa ancora che dietro questa gioia, che dura così poco, si leva la spettrale immagine della vecchiaia e della morte.
------- " Garzoncello scherzoso,
codesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti nonvò; mala tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave."
-------
Ma il singhiozzo contenuto di questi ultimi versi si distilla in lacrime nell'ultimo canto, nella elegia suprema della giovinezza:
" Ma la vita mortal, poi che la bella
giovinezza sparì, non si colora
d'altra luce giammai, nè d'altra aurora". ---------
Questo ebbi a fare tantissimi anni fa, quando mi capitò d’incontrare Kavafis e Dionisios Solomos.
__________Grazie d’avermi dato l’opportunità di parlare del grande Kavafis. tt
 
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