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IL COMPITO

Post n°1130 pubblicato il 13 Luglio 2014 da atapo
 

 

SCRITTURA CREATIVA

 

Il vecchio e il mare

 

Ieri sono stata a Bologna, o meglio in una cittadina vicino a Bologna in cui sono arrivata con una combinata sequenza di treno e autobus. Mi ero iscritta ad una giornata di studio proposta da un'associazione, conosciuta attraverso facebook, che organizza corsi di scrittura creativa on line e dal vivo in varie città d'Italia.

Mi sta tornando l'interesse per la letteratura e le storie, mio primo amore da quando ho imparato a leggere, poi più o meno trascurato a fasi alterne nei vari periodi della mia vita. Ora anche il teatro fa parte di questo amore e se non devo leggere e studiare testi teatrali leggo storie, racconti, romanzi... e vorrei leggerne sempre di più, ho da smaltire montagne di libri che occupano i mobili di casa mia, comperati in seguito ai miei colpi di fulmine letterari... bisognerà che mi dia da fare!

Poi mi piace scrivere: talvolta ho deliziato anche i miei lettori di qui con storie e storielle inventate da me e altre mi frullano per la mente, ho appunti e trame sparsi qua e là che attendono di evolversi in qualcosa di più dignitoso e chissà se mai ci riusciranno...

Insomma, ieri in quel laboratorio si parlava di “Scrivere un racconto-livello base” e ho pensato che facesse proprio al caso mio. Così sono andata. L'avevo proposto anche ad un'amica che ha le mie stesse passioni, ma ieri aveva già un impegno, le è molto dispiaciuto e stamattina mi ha subito telefonato per farsi raccontare.

Sono stata soddisfatta, il professore ha preso in esame alcuni racconti di Calvino, Hemingway, Cechov, Marquez, Salinger per scoprirne le caratteristiche e i modi diversi di raccontare. Qualcuno lo conoscevo, altri no, saranno nuove indicazioni di prossime letture, come se non ne avessi già abbastanza in lista d'attesa...

Ma poi, concludeva il prof, anche dopo aver letto tanto ognuno deve trovare la SUA strada e non accontentarsi, deve ripensare, rivedere, aggiustare, anche rifare tutto da capo. Pare che Hemingway completò quello che è considerato il suo racconto più bello, “Il vecchio e il mare”, ben sedici anni dopo che fu ispirato dalle esperienze di alcuni pescatori e gli venne l'idea!

Alla fine abbiamo avuto un'ora di tempo in cui tentare di produrre qualcosa dalle suggestioni di una parola “la mira”,dalla quale il professore era partito per tutto il lavoro della giornata: le direzioni potevano essere tante. Per concludere qualcuno di noi ha letto il suo scritto e l'insegnante ha dato suggerimenti su come poterlo migliorare ancora, comunque ci ha gratificati dicendo che non si aspettava che lavorassimo così bene.

Per soddisfare la curiosità di qualche lettore che è arrivato fin qui vi regalo il mio piccolo tentativo di scrittura nel laboratorio di ieri...

 

IL COMPITO

Tutto era cominciato quando andò al funerale di uno zio: i parenti venuti da altre città le erano sembrati così diversi, invecchiati ed era logico: anni che non si vedevano! Lei era sulla mezza età, il vederli le ricordava che il tempo era inesorabile. Ebbe improvvisa la sensazione che si stesse perdendo qualcosa, ognuno dei presenti, morto compreso, aveva una storia da raccontare, ma che si stava allontanando. Cosa ne avrebbero saputo i più giovani, i suoi figli, la nipotina già presente seppure nascosta nella pancia della mamma?

Questi pensieri le occuparono la mente durante tutta la cerimonia, i saluti, i sospiri e i commiati. Poi la vita riprese il suo corso, fino ad altri addii più dolorosi e alla necessità di svuotare la casa di famiglia.

Lei si sedeva in mezzo a stanze sempre più vuote di oggetti, ma che si riempivano di ricordi, di immagini e di parole.

Accarezzava una vecchia valigia di cartone di cui sapeva la lunga storia iniziata durante la guerra, apriva gli sportelli della credenza che odoravano ancora (o almeno così le pareva) delle lasagne preparate nelle grandi teglie per i Natali trascorsi con chi ormai non c'era più, ma di cui risentiva ora voci e risate. E le foto...

Quante foto! Pacchi che lei smazzava come carte da gioco, album rigonfi di pose, di sorrisi, di volti in cui ritrovava somiglianze dimenticate.

Pian piano nella mente ricomponeva la vecchia casa, il ciliegio nel grande giardino e risentiva racconti di vita, di guerra e di pace, che da tanto non ricordava.

Presto, presto, prima che ritornino nel buio, macinati forse definitivamente dai mille impegni della vita presente... occorre fare qualcosa!

Dicono che lei sia brava a scrivere...

Proverà a raccontare, a fissare per sempre su pagine scritte ciò che è stato, per lasciare questa eredità di famiglia ai suoi figli e ai suoi nipoti, perché sappiano da dove vengono.

Vuole prendersi questo compito, come farà non lo sa ancora. Comincerà raccontando storie di persone e di cose, da unire insieme o da lasciare libere.

Basta rileggere una vecchia lettera o guardare una foto in bianco e nero per cominciare...


 

 

 

 
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Rispondi al commento:
atapo
atapo il 14/07/14 alle 22:09 via WEB
Allora posso dire che fai parte dell'ispirazione che mi ha fatto scrivere questo raccontino... :)))
 
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