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CADONO PENSIERI COME FOGLIE

Post n°1169 pubblicato il 08 Novembre 2014 da atapo
 

 

ROSSO AUTUNNO

 


 

Il mio messaggero dell'autunno è un albero che cresce di fronte alla finestra della mia camera: quando ormai sono arrivati vento e pioggia,

è sparita l'ora legale e il buio cala a sorpresa sempre troppo presto,

le maniche corte sono da impavidi anche nelle ore centrali della giornata...

ecco che rapidissimamente, quasi da un giorno all'altro, le foglie di questo albero diventano tutte rossastre e quelle che cominciano a cadere fanno un tappeto rosso sul marciapiede. Se c'è il sole non si nota molto, ma basta una giornata nuvolosa e piovosa ed ecco che quel rosso acceso "squilla" e mi dice: - E' fatta! Fine della bella stagione, d'ora in poi sarà dura!- Così mi accorgo che il calendario è quasi finito, si corre alla conclusione dell'anno.

Volano queste giornate e mi trovano sempre indaffarata, non so nemmeno io come, mi pare di non fare niente di straordinario... ed è già sera. Gli impegni del teatro non mi prendono ancora nello studio delle parti, quindi mi ritrovo a dare una mano un po' più consistente a mia figlia con i suoi tre marmocchi, ci sono gli impegni e lo star dietro alla burocrazia (ancora, non sono ancora iniziati in concreto i lavori!) per ciò che riguarda la nuova casa, ci sono da gestire e da "digerire" gli imprevisti di quella maledetta eredità, c'è la ginnastica in acqua per continuare a "stare in piedi", ci sono le incombenze della vita casalinga e familiare: spesa, pasti, riordini ecc.

Ebbene, riuscire a ritagliarmi il tempo per stare al pc a scrivere o a leggere, il tempo per la lettura di libri e giornali, il tempo per un giro a bighellonare in centro... tutto ciò mi diventa sempre più arduo, forse sono io che ho meno energie col passare degli anni, forse sono davvero molto più stanca di altri periodi, forse è che l'organizzazione delle giornate così facilmente viene buttata all'aria in questi ultimi tempi... insomma mi ritrovo stanca, insoddisfatta e vuota, mi fa fatica pure pensare a qualcosa che non sia come far quadrare il tutto delle mie giornate. Mi scopro spesso in ansia, mi viene in mente una mia collega di scuola che nel lavoro correva, così, diceva, si "avvantaggiava": ecco, ora mi sento così anch'io, ho il timore di farmi cogliere impreparata dagli imprevisti, di ritrovarmi ad accumulare incombenze che mi vengono richieste e che non ce la faccio a smaltire. E ho perso la forza di mandare un po' a quel paese tutto e tutti, anche se mi irrito facilmente e fatico a sopportare le magagne di chi mi sta vicino, forse in questo periodo troppo appiccicato e probabilmente più lamentoso del solito...

Mi diverto, mi rilasso, gioco soltanto quando sto con gli amici ai corsi di teatro e cerco ancora di più di viverli con leggerezza soprattutto perchè li sento come uniche occasioni di responsabilità meno assillanti.

L'autunno non è mai stata per me una stagione facile, io vivo meglio nella primavera, ora tendo ad incupirmi, nei pomeriggi scuri e piovosi mi rintanerei sotto le coperte a dormire o a leggere un libro, quasi a desiderare di cadere in letargo per risvegliarmi in momenti migliori. A volte mi rintano davvero nella mia stanza preferita, quella più vicina al cielo, a passare almeno una manciata di minuti di letture o di ricordi, anche solo a stirare che mi concilia la calma, sperando che ciò mi faccia riprendere fiato...

L'albero ormai tutto rosso fuori dalla mia finestra all'improvviso mi ha fatto sentire di più la stagione e la pesantezza: ho pensato in questi giorni che è l'ultimo anno che lo vedrò, l'autunno prossimo sarò nella casa nuova e vedrò gli alberi del mio giardino: il leccio è sempreverde, gli altri no e chissà attraverso quali colori passeranno, ma non credo avranno un rosso così vivo. Mi accorgo che in tanti anni non ho mai fatto caso a che razza di albero sia, così rosso, di sicuro non è un acero... mi dispiace non saperne il nome, devo ricordarmi, la prima volta che esco, di attraversare la strada e raccogliere alcune foglie per scoprirlo: chiamare per nome qualcuno o qualcosa è riconoscerne l'importanza...

 
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