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DA UNA CASA ALL'ALTRA 2

Post n°1194 pubblicato il 21 Gennaio 2015 da atapo
 

 

NUOVI PADRONI

 

E. Hopper

Da ieri viviamo in una casa che non è più nostra.

Davanti agli occhi vigili del notaio, dopo la lettura di pagine su pagine di bla bla descrittivi nei minimi dettagli..., dopo un'infinità di firme, dopo il passaggio degli ultimi assegni...

...la casa in cui abbiamo abitato dal 1981 ha nuovi proprietari!

Noi siamo autorizzati a restarvi fino al 31 marzo.

Che dire? I problemi finanziari sono risolti, ma il cuore è lo stesso pesante...

Mentre il notaio leggeva ripercorrevo nella mente tutti gli anni trascorsi qui a Firenze, tutti i passaggi da quando mi pareva di abitare in un rudere medievale ed era affascinante solo per i nostri figli bambini e i loro amici che venivano a giocare da noi, alle prime migliorie costate svariati milioni, enormi disagi e per me mesi di allergia alla polvere. Tutti gli spostamenti da un piano all'altro che mi facevano andare fuori di testa e che inghiottivano nel dimenticatoio un numero mai quantificato di oggetti i quali, se andava bene, ricomparivano dopo mesi o anni, spesso ormai inservibili o sostituiti... Ora però era diventata proprio bella, tanto è vero che i nuovi proprietari cambieranno pochissimo...

Che malinconia lasciarla!

Dopo questo atto definitivo, a pranzo, io e mio marito eravamo molto silenziosi. Lui ha detto: “Avremmo dovuto venderla diversi anni fa.”

Perchè?” gli ho chiesto, ma avevo intuito che non si trattava di motivi finanziari, degli anni in cui avremmo potuto guadagnarci di più...

Perchè non ci saremmo ancora affezionati così tanto.”

Aveva ragione. Non ho infierito ricordandogli che in fondo è stato lui ad intestardirsi e ritenere la cosa indispensabile... forse l'ostacolo dei tre piani, volendo, si poteva rimediare in altro modo. Ho pensato che ecco, anche stavolta era riuscito a trovare la strada più complicata, per rendere a sé e agli altri la vita faticosa... E' il suo stile: “ufficio complicazioni affari semplici”, dice sua figlia.

Ormai non si torna più indietro.” Ho chiuso il discorso con questa ovvietà, per non dire altro... ora si deve guardare solo avanti.

La settimana scorsa per un intero pomeriggio la coppia dei nuovi padroni sono venuti in casa col seguito di chi gli sistemerà le stanze: architetto, idraulico, elettricista... Hanno controllato, misurato, picchiettato dappertutto, ci sono attacchi da spostare... giravano e frugavano qua e là, per fortuna in previsione avevo fatto un riordino come quando venivano le visite dell'agenzia! Io e mio marito eravamo completamente esclusi, tranne che per mostragli gli interruttori e rispondere ai loro quesiti tecnici: mi sono sentita proprio estranea in casa mia, ho avuto la prima sgradevole sensazione del dover abbandonare, anzi, dell'aver già abbandonato in sostanza... Non sapevo nemmeno se seguirli nei loro spostamenti (non volevo sembrare curiosa) o restare in una stanza come se niente fosse...

Quando se ne sono andati, ho scoperto che in cucina, dove avevano discusso a lungo la disposizione dei loro mobili ed elettrodomestici, per prendere le misure hanno fatto sulle mattonelle e sul muro degli evidenti segni a matita! Avrebbero potuto anche chiederlo, avvisarmi, non mi è sembrato carino. E ci sono rimasta proprio male.

 
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