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CON LORO

Post n°1244 pubblicato il 27 Luglio 2015 da atapo
 

PATRIARCALE


Monet, Pomeriggio d'estate in giardino

 

Da più di due settimane mio figlio e sua moglie abitano con noi, in attesa che i lavori alla loro nuova casa la rendano abitabile. Dire ABITANO è forse un po' eccessivo, vista la loro presenza limitata: escono prima delle otto per andare al lavoro, al pomeriggio prima di rientrare hanno sempre qualcosa da fare: ricerche e acquisti per la casa (come succedeva a noi...), oppure un salto a Montelupo per controllare come procedono i lavori. Ci si rivede quasi all'ora di cena e dopo cena non facciamo le ore piccole, perchè siamo tutti molto stanchi. Per loro abbiamo accatastato ancora di più gli scatoloni in una stanza e liberato il divano letto, di spazio ne hanno pochino, in compenso il bagno piccolo (e già completato) è tutto a loro disposizione. Non devono pensare a lavare perchè metto in lavatrice i loro panni coi nostri, per la cena a volte mi danno una mano, anche se preferisco che si riposino, mio figlio con la sua forza giovanile  è stato di valido aiuto al padre per montare finalmente la ingombrante e pesante libreria che occupa tutta una parete nello studio ed ora mi sposta man mano opportunamente gli scatoloni più pesanti, pieni di tutti quei libri che in questi giorni è compito mio risistemare nella suddetta libreria, cercando, se possibile, di trovare delle disposizioni più ordinate e razionali di quanto fossero prima.
La presenza della coppia non è certo ingombrante, sono entrambi riservati, mia nuora soprattutto è molto timida.
Nel frattempo Riccardo, il loro bimbo, sta a Pistoia dagli altri nonni: là c'è spazio, giardino e orto, gli altri cuginetti presenti... quasi una villeggiatura. Da noi la casa non è ancora adatta a lui, con tutti gli scatoloni, i materiali e gli attrezzi in giro e i muratori che ogni tanto passano le giornate qui a lavorare.
I genitori nei fine settimana vanno a Pistoia, ma è tutto sempre di corsa. Così, nonostante le lunghe telefonate serali, Riccardo ha cominciato a lamentarsi, dicendo anche che era da tanto che non stava con gli altri nonni (noi)...
Allora venerdì scorso ci siamo ristretti ancora di più ed è arrivato anche Riccardo, fino a ieri sera.
E' un bambino delizioso, allegro, ma non agitato: sono riuscita, nella casa ancora non attrezzata per bambini, a trovare qualche giocattolo, qualche libro adatto a lui, colori e fogli per disegnare, un pacchetto di figurine per giocare insieme, anche uno zainetto e un cappellino rosso. Lui ha apprezzato tutto, a cominciare dal piccolo bagno con le mattonelle decorate in azzurro che ha subito definito "il MIO bagno", fino al "pesce finto" di tonno e patate che ho preparato in una cena e che avrebbe mangiato tutto lui, sgranando gli occhioni azzurri e dicendo "mmmm, buonissimo!" In giardino mi portava le mollette per stendere, esplorava se c'erano i gattini o se il vento aveva fatto cadere qualche prugna matura, poi giocava con le macchinine sul muretto che abbiamo fatto costruire apposta per questi giochi, oltre che per sedersi. Siamo andati con la palla nel parco pubblico vicino, da dove si vedono gli aerei in atterraggio ancora più bassi che da casa nostra, quasi da brivido e non solo per un bimbo di cinque anni...
Sono stati anche da soli, sono usciti insieme loro tre, figlio e genitori, ne avevano bisogno.
Il risveglio ogni mattina era la sua vocina dal piano di sotto... che stamattina mi è mancata!
Siamo stati bene, anche se siamo stati stretti, lo spazio di casa è ancora così poco vivibile...
E mi veniva da pensare alle famiglie di una volta, quando più generazioni vivevano insieme. Non per rimpiangerle, però ne ho riscoperto la bella possibilità di sentirsi vicini, quasi di più "famiglia": in fondo ora le nostre serate di due vecchietti a volte sono molto solitarie... Magari lo si pagava con una mancanza di privacy a cui ora siamo troppo abituati, ma in questa situazione, e in queste settimane, vi rinuncio volentieri e mi godo questo inaspettato ritorno di "figliolanza e nipotanza".

 
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