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LA MIA FRANCIA 7

Post n°1352 pubblicato il 11 Luglio 2016 da atapo
 

LA ROCHELLE

 


 

Già da diverse estati passavamo le vacanze in Francia: avevamo costeggiato il Mediterraneo (la Grande Bleue), assaggiato il Mare del Nord... ora mancava l'oceano!

Così un anno, decidendo all'ultimo momento come in molti dei nostri viaggi, attraversammo col camper quasi di corsa le grandi pianure del centro della Francia e senza una meta predefinita arrivammo all'oceano, fermandoci a La Rochelle.

La scelta era forse influenzata da ricordi di antiche letture che avevano affascinato me e mio marito per lungo tempo: la saga di Angelica, di Anne Serge Golon. L'eroina nel corso delle sue innumerevoli imprese passa in questa città  e da qui partirà ad un certo punto per sfuggire le mire del re di Francia e farsi una vita completamente nuova, ma sempre piena di imprevisti e avventure nelle terre appena scoperte dell'America del Nord.

Ecco perché ci attirava questa città: per noi era un percorso letterario prima di tutto.

Trovammo posto col camper in un'area tranquilla poco fuori dal centro storico che potevamo raggiungere comodamente in bicicletta o in autobus. Quasi sempre in autobus, andò a finire, perché anche se era di luglio beccammo una settimana di maltempo terribile. Piogge quotidiane e se non pioveva c'era vento freddo e piuttosto violento.

Però apprezzai lo stesso questa città marinara dalla storia turbolenta come l'eroina dei romanzi: dalla navigazione e dal commercio trasse nei secoli la sua ricchezza, dal suo essere roccaforte dei protestanti francesi venne la sua rovina, perché fu completamente distrutta dal cardinale Richelieu nel perseguire la riunificazione politica della Francia verso il potere assoluto. Ci mise poco però a risollevarsi e a tornare florida grazie ai commerci col nuovo mondo: dal suo porto partivano navi dirette alle Antille e al Canada, i possedimenti coloniali francesi, ed era un via vai di merci e di avventure.

I coloni si imbarcavano per le terre selvagge del Canada e si parla anche di ragazze intrepide della Rochelle che attraversavano l'oceano per raggiungerli laggiù e sposarli. C'è una canzone popolare che ricorda questi viaggi di donne che solcavano i mari:

“Le belles filles de La Rochelle ont armé un batiment

pour aller faire les courses dedans les mers du levant...”

La canzone prosegue con varie strofe inneggianti alle loro doti... anche con qualche doppio senso... Ce n'è più di una versione, più o meno... spinte, come capita spesso nel canti popolari...Trovai laggiù una bella cartolina col testo completo, solo diversi anni dopo quando ci fu Youtube riuscii a scoprirne anche la musica.



La maggior parte del centro storico ha edifici dal 1600 in poi, in pietra chiara, molto eleganti e, oh gioia, con moltissimi portici! Quasi come la mia Bologna! Senza questi girellare col maltempo sarebbe stato impossibile! Ma spossati dalla pioggia fu l'unica città in cui visitammo diversi musei: di solito la prima volta in una città sconosciuta preferiamo vedere “gli esterni”, ma lì era l'unico modo per passare le ore all'asciutto. L'offerta era varia e allettante: cito il museo delle belle arti, il museo degli automi, ma quello che mi affascinò di più fu il museo del nuovo mondo, documenti, oggetti, immagini che tracciano una storia accurata dei rapporti tra la Francia e le Americhe nei secoli delle conquiste coloniali e delle emigrazioni. E per me, appassionata delle popolazioni Pellerossa e della loro storia, fu una visita indimenticabile!

 


 

Ora La Rochelle è un importantissimo porto turistico sull'Atlantico, l'entrata ai bacini più antichi è protetta da due possenti torri storiche che sono il simbolo della città: la torre della Catena e la torre di San Nicola. Il porto è naturalmente una zona vivacissima e soprattutto d'estate è una festa dietro l'altra, noi capitammo durante le Francofolies, ogni sera un concerto di cantanti famosi, che noi, se non pioveva e se non eravamo troppo stanchi, ascoltavamo dall'esterno...




Al mercato scoprii e assaggiai per la prima volta le ostriche: enormi, provenienti dall'Atlantico...

E l'oceano? Quello che desideravo tanto conoscere riuscii a godermelo ben poco col maltempo: un pomeriggio quasi di sole facemmo un giro in bici lungo la pista che costeggiava l'oceano verso le spiagge inutilizzabili per il vento, percepii una vastità e imponenza... ma avrei dovuto aspettare ancora qualche anno per fare amicizia...

Di fronte alla città ci sono alcune isole importanti: ile de Ré, ile d'Oleron, ile d'Aix, avrei voluto visitarle, ma a quell'epoca mio marito aveva l'angoscia di soffrire il mal di mare e rifiutava categoricamente di metter piede su un'imbarcazione. Inutile chiedere e discutere...

Invece il maltempo ci spinse a conoscere “a fondo” gli enormi centri commerciali attorno alla città... sono importanti e istruttivi anche quelli...

Rientrando in Italia dicevamo che La Rochelle ci era piaciuta moltissimo, che avremmo dovuto tornarci con la stagione migliore... non ci siamo più tornati.

Per me questa città è rimasta come qualcosa di incompiuto… come un amore a cui ho detto “Aspettami”, ma che finora non ho potuto ritrovare...

 

 

 

 
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