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NUOVI ABITANTI

Post n°1543 pubblicato il 02 Luglio 2018 da atapo
 
Tag: cronaca

LE  STAGIONI  DELLA  MONTAGNA

 


 

Ormai da più di sette mesi io e il marito giriamo per i monti di Toscana ed Emilia alla ricerca di questa fantomatica casa-perfetta per le nostre prossime estati al fresco (aggiornamento per chi mi segue: nessun risultato ancora!).
Ripassiamo periodicamente per le stesse strade e le stesse vallate, inseguendo via via le nuove offerte che che incontriamo, stiamo vivendo le quattro stagioni di queste montagne.
Cominciammo, ricordate, in un tardo autunno che aveva già sopportato una nevicata distruttrice di molti alberi, viaggiavamo per paesaggi spettrali spesso immersi nella nebbia, a volte c'era la neve, ma soprattutto un freddo terribile, certi boschi di faggi o castagni avevano alberi centenari contorti e rugosi che così senza foglie assumevano aspetti spettrali e fisionomie di personaggi strani, pareva di essere nel mondo di Harry Potter.
E' arrivata la primavera e tutto è cambiato: il verde nascente ha addolcito tutto, i fiori spontanei e multicolori di montagna hanno riempito i prati, poi le robinie si sono imbiancate di grappoli, anche i castagni hanno fatto lunghi mazzetti di fiorellini bianchi, c'è stato il periodo delle roselline selvatiche, dei rovi e biancospini, tantissime farfalle incontriamo ogni volta.
Ora verso l'estate i boschi sono splendidi, ombrosi e freschi, tanto che nelle ultime "esplorazioni" dopo aver visitato le case non ci siamo più affrettati a scendere a Firenze, ma ci è piaciuto attardarci  ad "esplorare" anche i dintorni con qualche passeggiata. Con un po' di rammarico: se avessimo già trovato e comprato la casa ci rifugeremmo già lassù, perchè qui a Firenze il caldo sta diventando pesante.

Durante questi nostri viaggi sto vedendo anche qualcosa che non mi aspettavo: in inverno molte case lungo le strade e nei paesini erano ben chiuse. Potevano essere disabitate, spesso hanno il cartello "IN VENDITA" e questo spopolamento mi metteva tanta tristezza, oppure gli abitanti in quelle ore potevano essere al lavoro nei paesi vicini e lasciare tutto chiuso manteneva il calore all'interno.
Ora nella buona stagione invece le case aperte sono molte di più, coi fiori alle finestre, col bucato steso fuori, qualche anziano seduto sulla porta...
E mi avevano colpito, stesi sulle reti o sui fili da stendere,  qua e là degli strani tappeti dai disegni orientali di stili per nulla tipici di queste zone.
Poi ho visto in alcuni paesi qualche donna velata coi suoi bambini dai capelli neri ricci e dai vivacissimi occhi scuri...
Poi ho incontrato gruppetti di giovani Africani che sfaccendavano nei giardini di alcune case o si affacciavano alle finestre, altri che uscivano di casa e aspettavano la corriera alle fermate...
Allora ho capito che sta succedendo: questa nuova popolazione sta evitando lo spopolamento delle montagne... e di case vuote ce ne sono tante!

E di boschi da tenere in ordine ce ne sono tanti! E di spazio per loro ce n'è ancora tanto... su quei monti da cui molti Italiani si sono allontanati.

Per questi immigrati non sarà facile ambientarsi in quei luoghi, in quel clima, ma credo si impegneranno a sfruttare queste opportunità che saranno sempre migliori delle guerre e della fame da cui sono fuggiti. E allora che siano i benvenuti, nuovi abitanti della montagna.

 
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