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QUALE INGLESE?

Post n°1639 pubblicato il 26 Ottobre 2019 da atapo
 
Tag: cronaca

FACCIAMOCI  DEL  MALE…

 


 

Non sono sparita… ma anche ora nella mia vita c'è tutto un ammucchiarsi di fatti e di impegni che fanno volare letteralmente i giorni.
Mio marito, che va in montagna tutti i giorni in cui gli è possibile, in modo da fare il massimo dei lavori finché la stagione resta decente, mi lascia sì tante ore libere, ma anche tutte le incombenze della vita quotidiana e, se ci sono giri da fare, non mi può accompagnare (sempre più mi mangio le dita per non aver mai preso la patente!). Poi non si sa mai che orari faccia e saltano i programmi come ridere.
In questi giorni c'erano le iscrizioni ai corsi dell'Università dell'Età Libera. L'anno scorso ne feci due (scrittura creativa e teatro francese), con un bel fardello di impegno, ma anche con molta soddisfazione, ora avevo pensato di non farne nessuno, a meno che non fosse uscita qualche proposta davvero affascinante, in orari compatibili con tutto il resto e in luoghi raggiungibili facilmente. Così non è stato; bene, mi sarei dedicata con più tranquillità al teatro, al completamento dell'autobiografia, magari a scrivere altri racconti, alla lettura della marea di libri che ho in casa. In fondo ce n'era abbastanza…
Ma dato che io cerco sempre di farmi del male, il quartiere che organizza corsi trimestrali di lingue è stato una tentazione, in fondo fino a dicembre per il teatro non ho nulla di nuovo da studiare.
Questo inglese che ho lasciato al momento della pensione, nel 2007, quando dovetti uscire dal corso ministeriale per insegnanti, l'unico corso della mia vita in cui avessi imparato qualcosa che poi ho mantenuto negli anni successivi… ma che ormai sbiadisce inesorabilmente…
Ho telefonato: no, le lezioni finiscono alle 21,30, dopo io dovrei tornare in autobus (rarissimo) e percorrere un viale pieno di certe “signorine”… improponibile!
Però il diavolo ci ha messo lo zampino, o forse un angelo custode, visto che, chiacchierando con i nostri amici parrocchiali della “famiglia perfetta”, ho scoperto che il marito fa questo corso di inglese, quindi potrei rientrare in macchina con lui.
Così ho ceduto e mi sono iscritta. E ho frequentato la prima (per me, per gli altri era la terza) lezione.
Sgomento!
Nei primi dieci minuti non capivo assolutamente NIENTE! Non perché avessi dimenticato le semplici parole su cui si lavorava, ma perché l'insegnante ha un orrendo accento americano, è di madrelingua americana! Io invece parlo e capisco più “british”, sono spiazzata. Pazienza, mi impegnerò, mi dicevo.
Con il proseguire della lezione e guardando le pagine e gli esercizi del libro di testo ho fatto un'altra scoperta e una triste riflessione: sono uguali a quelli dei libri che usavo nei corsi che feci precedenti, nel lontano 1996, poi nel 2006, le stesse metodologie, gli stessi argomenti, gli esercizi quasi identici. Possibile che non sia passato nulla di sistemi più moderni e invitanti per imparare l'inglese? Poesie, canzoni, testi autentici, situazioni reali e quotidiane, giochi di ruolo… NULLA!
Insomma, per ora sono un po' delusa.
Perlomeno mi servirà a “rinfrescarmi”, ma poi mi verrà una gran voglia di fare un viaggio per misurarmi sul campo! Ed economicamente questo non è proprio il momento adatto.

 
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