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Post n°1665 pubblicato il 20 Marzo 2020 da atapo
 

OASI

 

le colline intorno a Montelupo

 

Mio figlio da più di una settimana è a casa, col telelavoro. Nella sua azienda ha un ruolo abbastanza impegnativo, nonostante il rallentamento delle attività il suo compito è importante.
Ma di fianco a casa sua alcune settimane fa accadde un disastro: un grosso veicolo abbattè un palo elettrico e furono tranciati cavi indispensabili per la connessione veloce a internet. Se in tempi normali si poteva aspettare l'intervento di ripristino con relativa pazienza, ora che deve lavorare da casa la faccenda è insostenibile: si può collegare col telefono aziendale, ma è molto aleatorio, va, non va, si blocca all'improvviso… e lui è alla ricerca continua dei luoghi più improbabili della casa in cui “prende” e si trova il cellulare su un davanzale, in cima a un mobile, e così via. Naturalmente finora non si è visto nessuno per la riparazione. Questo consumerebbe la pazienza a un santo, a ciò si aggiunge la gestione dei turni di affidamento di Riccardo, in questo momento così tormentato. Finora hanno cercato di rispettarli, una volta mio figlio ha preso ferie, però non era pensabile che continuasse così, lavorando a singhiozzo anche per questo motivo.
Allora ci aveva proposto di trasferirci, io e il marito, a casa sua, nei giorni in cui aveva Riccardo, così noi ci occupavamo del bimbo, soprattutto per la gestione dei compiti, e gli davamo una mano nelle incombenze casalinghe.
In altri tempi la cosa sarebbe stata molto bella, finalmente avremmo potuto stare con quel nipotino che vediamo molto meno degli altri, che negli ultimi mesi non abbiamo quasi mai incontrato, data la situazione delicata della separazione dei genitori. Ma ora…
Consentiti soltanto gli spostamenti indispensabili, gli anziani sono i più a rischio… Che fare?
Proviamoci, ci siamo detti. Si sale in auto davanti casa nostra, si arriva a Montelupo, se ci ferma la polizia ci giustifichiamo con “necessità di accudire il nipote”, si scende davanti alla casa di mio figlio, poi da lì non ci si muove. Questa casa si trova in collina: finisce il paese, si attraversa una strada, al di là ci sono solo due villette col giardino, in una abitano loro. Dopo, soltanto campi e un bosco. Credo che non ci siano assolutamente rischi di contagi!
Così siamo partiti. Io avevo un'ansia che mi dava mal di stomaco, dai giorni precedenti e per tutto il viaggio… Poi, arrivati indenni e senza controlli, è tutto sparito.
E per il tempo in cui siamo rimasti a Montelupo mi è sembrato di stare in un'oasi. Guardavamo solo il telegiornale all'ora di pranzo e di cena, quello nazionale e quello regionale, per restare aggiornati ed era il momento in cui venivo assalita dall'angoscia; per il resto della giornata si poteva fingere che non stesse accadendo niente, che fosse solo una bella vacanza ed era bene fare così, per mantenere un po' di serenità.
Veramente mio figlio faticava a stare tranquillo, con tutti gli intoppi che di continuo gli sorgevano sul lavoro, la speranza di un giorno in cui si è fatto vedere un tecnico è poi svanita quando non c'è stato seguito successivamente.
Ma noi col nostro nipotino siamo stati felici. Seguirlo nei compiti e nelle lezioni che ogni mattina puntualmente le maestre gli mandano attraverso le mail al papà mi ha fatto ritornare giovane, a quando ancora facevo la maestra: c'erano il sistema metrico decimale, le letture con le domande di comprensione, la grammatica, le scienze con le parti del fiore e l'impollinazione (che poi abbiamo verificato sui fiori del giardino) e, in aggiunta per decisione familiare, un allenamento al giorno di due divisioni col divisore a due cifre. Insomma, molte ore passavano così. E' stato un bene che ci fossimo noi nonni, il papà così impelagato col lavoro non l'avrebbe potuto seguire e questi non erano solo compiti, ma vere lezioni in cui è necessario essere guidati: mi chiedo quante famiglie ne siano in grado, se è la maniera giusta per farli lavorare a casa ora, so che altri si pongono il problema, in questa obbligata scuola a distanza.
I compiti erano intervallati dal tempo all'aperto: un po' di calci al pallone nel giardino, una passeggiata dentro al bosco dietro casa (nessun umano in giro, solo tracce di cinghiali e istrici), a vedere i segni di questa bellissima primavera che sembra volersi fare beffa di noi umani angosciati… insomma, ho riportato un bel colorito che pare quasi un velo di abbronzatura! E la sera dopo cena sul divano a godersi un film di “Guerre stellari”, la passione di nonno, padre e figlio. Io un po' meno, però per stavolta sono stata con loro. Vita di famiglia allargata… giorni in cui abbiamo cercato una piccola aggiunta di tranquillità per tutti.
Poi è arrivato il momento in cui Riccardo se ne è andato, è passata la mamma a prenderlo per i giorni in cui “tocca a lei”, e noi siamo tornati a Firenze, con un po' di malinconia. Nessun controllo di polizia nemmeno al ritorno, stavolta più tranquilli: il rientro al domicilio è consentito.
Ma le prossime settimane cosa succederà? Con le ultime restrizioni, dolorosamente necessarie, non credo che ci sarà per noi una scusa valida ad un'altra evasione, che mio figlio si arrangi, che prenda ferie o permessi… Addirittura potrebbero essere negati anche questi spostamenti tra papà e mamma: lo dovrà tenere un solo genitore fino al termine dell'emergenza. Non ci vorrei pensare, ma ogni tanto mi frulla in mente… Che esperienze difficili per un bambino!
Piccola nota positiva: stasera mio figlio ha telefonato che è stata finalmente riparata la connessione veloce, almeno può restare in contatto e lavorare con più tranquillità.

 
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