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CHE FERRAGOSTO ?

Post n°1699 pubblicato il 14 Agosto 2020 da atapo
 

 

ATTESA, FORSE


le more del gelso bianco

 

Sono sempre qui. Di rado avevo lasciato passare tanti giorni senza scrivere, non mi sono nemmeno accorta di quanto sia trascorso dall’ultimo mio passaggio. Ma tanto non c’è molto da raccontare, direi quasi nulla.

Ora è la vigilia di Ferragosto, altri anni mi preparavo al giorno di “clausura” perché mio marito odia l’intrupparsi tra i vacanzieri di un giorno o poco più, nemmeno facevamo una gita per un gelato sui monti attorno a Firenze, restavamo a soffocare nel caldo delle stanze di città, spesso il ferragosto mi metteva di malumore…

Anche quest’anno non è che il mio stato d’animo sia molto migliore; lassù in montagna è sempre solo lavoro, ultimamente ci sono andata molto spesso, almeno per sfuggire alle temperature infernali di Firenze. Però là ho lavorato troppo, vorrei dare un contributo per sistemare qualche stanza, almeno in ciò che posso fare, cioè le pulizie, ma ore e ore a sfregare su piastrelle dei bagni e pannelli degli armadi sono state eccessive e ultimamente sto avendo mal di schiena, male alle braccia e ai piedi, tanto che nemmeno alla notte riuscivo a trovare posizioni per dormire, dopo un po’ mi svegliavo per dolori da qualche parte: non me lo posso permettere, non voglio correre rischi per la protesi o per l’altra anca, dopo tutte le sofferenze che mi costò il rimetterla a posto.

In qualche giorno il lavoro era stato meno pesante, si era trattato di sistemare negli spazi degli armadi di cucina le stoviglie “salvate” dall’eredità dei miei suoceri. Molte cose avevo imposto io di non buttarle, erano troppo belle, mio marito e cognati sarebbero stati più drastici, così ho notato che nella casa in montagna ora abbiamo piatti, bicchieri e ciotoline più lussuosi di quelli che abbiamo a Firenze, diversi pezzi sono Richard-Ginori vintage. Bene, sarà un’occasione per usarli in tavola tutti i giorni, almeno d’estate!

Tra un lavoro faticoso e l’altro faccio un’incursione nell’orto: il nostro terreno che era incolto e pieno di erbacce lo abbiamo affidato gratuitamente a uno dei vicini, che ci aveva chiesto di farci l’orto per hobby, poi di ciò che nasceva potevamo approfittare anche noi. In questi giorni c’è una abbondante produzione di insalata e di fagioli e quando salgo ne faccio provvista: l’insalata solo quella che usiamo subito, dei fagioli ne ho congelati una parte per l’inverno. Se tutto va bene arriveranno anche zucchine e fagiolini, i pomodori invece non riescono a maturare, si ammalano quasi tutti. C’è poi nell’orto un melo selvatico da cui ho iniziato a raccogliere delle meline verdi brutte da vedere, tutte picchiettate, ma da mangiare hanno un gusto leggermente aspro e molto fresco. E prima, sempre nell’orto, un gelso aveva dato moltissime more bianche, di cui mio marito è goloso. Insomma, l’orto rende…

Ma l’orto non basta per farmi riposare, è faticoso anche restare chinati a raccogliere la verdura, così ieri mattina ho alzato bandiera bianca, non ce la facevo quasi ad alzarmi dal letto per i dolori dappertutto, mi sono ripresa solo ieri sera.

Oggi lassù con mio marito c’è uno dei suoi fratelli, dovrebbero montare i mobili della stanzina piccola, cioè letto a una piazza e armadio che appartenevano alla figlia di questo cognato, ormai cresciuta. Non serve a nulla averli montati, il nipotino che doveva venire da noi ora è al mare col suo papà, ma almeno uno spazio è sistemato e, se tutto va bene, appena dopo tocca alla sistemazione di un letto matrimoniale coi suoi armadi annessi, quelli piccoli di inizio ‘900, che appartenevano ai miei suoceri e di cui io mi ero innamorata. Ma ciò vuol dire che si riattacca con le pulizie dei vecchi e polverosi armadi, prima di utilizzarli...

Mio marito afferma che a quel punto potremmo anche stare là a dormire, senza dover rientrare a Firenze ogni sera, quasi una parvenza di vacanza! Se da un lato riconosco che sarebbe positivo, dall’altro mi spaventa l’idea di stare lassù più o meno accampati, non ci sono spazi pronti per sistemare un po’ di abiti e biancheria, non avrei il computer e sarebbe un vero isolamento. Sarebbe solo lavoro e scomodità e io in questo momento sono già molto stanca. Non mi sono mai piaciute le vacanze scomode, gli accampamenti arrangiati per necessità… che sono ben diversi dalle vacanze avventurose! Soprattutto ora che avrei solo voglia di relax.

Non so che dire: come ogni giorno, resto in attesa che lui torni stasera, racconti ciò che è riuscito a fare… ma “del doman non c’è certezza”.

 

 
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atapo
atapo il 14/08/20 alle 21:56 via WEB
Per "farlo capire" si arriva quasi sempre ai ferri corti e alla voce grossa. C'è una mentalità di sempre e quasi solo il DOVERE... Grazie, buon ferragosto anche a te!
 
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