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Post n°1705 pubblicato il 19 Settembre 2020 da atapo
 

 

A SCUOLA

 


 

Devo confessarlo: mi sono commossa, più di una volta. Nei giorni in cui si riaprivano le scuole, vedendo i servizi alla televisione, tutti quei bambini e ragazzi con la mascherina, ma contenti, con l’emozione di tutti i primi giorni di scuola, ma quest’anno ancora di più… l’attenzione alle distanze, ma gli occhi che brillavano di gioia nel ritrovare insegnanti e compagni lontani da molti mesi…Sarà una sfida, non sarà facile, ma i bambini la affronteranno con impegno. E io sentivo un nodo in gola e mi commuovevo. E leggevo sul giornale gli articoli relativi, lo snocciolare delle cronache e delle difficoltà: manca questo, manca quello…

Ma tutti gli anni è la stessa storia, mancano sempre gli spazi, gli insegnanti, gli aiuti per chi ha più difficoltà, la scuola parte sempre zoppicando; che si voleva pretendere, che proprio quest’anno tutto sarebbe stato perfetto? Nemmeno un miracolo! Però fa comodo a qualcuno metterlo ancora di più in evidenza… A tutto questo si sommano ora i rischi per la salute, l’avvio diventa ancora più arduo e i timori più pressanti.

Anche i nipotini sono tornati a scuola. Orari ridotti e salti mortali dei genitori per starci dentro. Ricerca affannosa e incastri orari con le baby sitter per evitare il più possibile lunghe permanenze con noi nonni, categoria a rischio.

Diletta va in prima: che tristezza un inizio così… Lei era emozionata il primo giorno, si vedeva nella foto scattata dalla mamma prima di uscire di casa: grembiule blu corto (fra due mesi non le andrà più bene, ma da Emmaus ne abbiamo trovati una scorta), zaino rigorosamente rosa e occhioni sbarrati. L’altra foto che mi è arrivata è all’accoglienza nel giardino fuori dalla scuola, i bimbi ben distanziati e il maestro (un omone grande e grosso, ben quotato tra i genitori) che chiama dal foglio-elenco. Niente palloncini, decorazioni, distintivi che rallegrino un inizio così importante: paura di contagi!!!

Per la bimba è così e basta, non conosce altro, per la mamma e soprattutto la nonna, che da antica maestra ricorda tanti inizi festosi e fantasiosi, è una tristezza.

L’emozione e la gioia di Diletta erano evidenti quando, dopo tre giorni di scuola, sono passati da casa mia e ha voluto portare il quaderno per far vedere ai nonni cosa aveva fatto in quelle prime lezioni.

Pare che, dato che le aule sono piccole, a rotazione ogni giorno un gruppetto di bambini uscirà e farà attività complementari con i “fuorusciti” delle altre prime e con gli insegnanti dati in aggiunta, ma non è ben chiaro cosa e come… Formare classi meno numerose invece? Impossibile? Mah!

Ancora di più ci ha rattristato l’inizio per Damiano, che ancora deve usare le stampelle ed è limitato nel movimento. Mia figlia ha faticato parecchio prima del rientro per contattare le maestre a cui era doveroso spiegare la situazione: erano in riunione, non c’erano, nessuna risposta alla mail in cui chiedeva un colloquio… Mia figlia era in ansia. Finalmente le hanno fissato un appuntamento e, sentito cosa era successo, assicuravano che non ci sarebbero stati problemi perché, anche se l’aula era al piano superiore, Damiano sarebbe stato accompagnato in ascensore. Il primo giorno però a scendere in giardino per la ricreazione gli hanno fatto fare le scale, con fatica sua e a rischio caduta. La maestra non gli ha chiesto niente della sua esperienza ospedaliera, così difficile per un bambino di nove anni, né all’uscita ha detto nulla con la mamma; mia figlia c’è rimasta male, si aspettava almeno un accenno, un saluto che le facesse sentire un po’ più di accoglienza e di comprensione. Per fortuna i compagni erano curiosi, gli chiedevano… e Damiano ha bisogno di trovare attenzione e le parole per esternare ciò che ha vissuto; mentre gli altri fratelli scorrazzano lui si rifugia nella lettura, da me ha trovato pronto un nuovo pacchetto di libri adatti a lui e ha scelto subito da quale cominciare.

Martino si avvia ai dodici anni ed è ancora più agitato del solito, anche insofferente verso gli altri fratelli, geloso dei riguardi dovuti a Damiano, una sfida continua in casa, pomeriggi fuori con gli amici: ora abitano in una cittadina piccola, rischi ce ne dovrebbero essere meno, ma non si sa mai… i genitori sono sempre all’erta.

Già, mia figlia è stanchissima: anche lei è tornata al lavoro all’asilo nido, fatica parecchio a tenere insieme tutta la baracca, cerca di coinvolgere noi nonni il solito giorno settimanale, non di più… e siamo solo all’inizio… e le incognite sono tante…

Ed entro in ansia anch’io.

 
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artemisia_gent
artemisia_gent il 21/09/20 alle 22:22 via WEB
Per noi ancora niente scuola, forse giovedì... per ora ancora on line...
 
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