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ZONA ROSSA

Post n°1717 pubblicato il 29 Novembre 2020 da atapo
 
Tag: cronaca

 

L’HO PRESA MALE

 


 

Lo stillicidio: Toscana gialla… poi arancione… poi rossa…

E stavolta l’ho presa male: il sentirmi togliere man mano le piccole possibilità di scelta e di movimento, vedere che la “schiarita” non è affatto vicina, mi fa sentire agli arresti domiciliari.

Sì, stavolta l’ho presa male. Diversamente dalla primavera non prevale in me l’impegno di seguire le direttive con la consapevolezza che così ne usciremo, né la volontà di vivere positivamente la novità dei giorni casalinghi facendo fruttare il tempo vuoto di queste giornate. No, stavolta c’è solo la rabbia, la paura e l’inquietudine.

La rabbia del dover subire gli effetti disgraziati di vacanze sconsiderate e folli movide… MA NON CERTO LE MIE! Io, anzi noi in famiglia, abbiamo rinunciato a molto fin dall’inizio e dobbiamo continuare a farlo.

La paura del sentirsi accerchiata silenziosamente: tanti ammalati abbiamo avuto in questo autunno tra parenti e conoscenti, alcuni gravi. Il quartiere accanto al mio è decimato, mi hanno consigliato di non passarci nè fare compere nei suoi negozi. Per fortuna figli e nipoti per ora sono stati risparmiati, ma hanno i loro problemi soprattutto nel gestire i bambini, tra classi in quarantena, seconda media di nuovo nella didattica a distanza, scuola materna chiusa causa le maestre ammalate. Damiano sta di nuovo male, pare proprio che sia una malattia rara autoimmune, del tipo dell’artrite reumatoide, e sarà lungo e complicato sperare di uscirne o di controllarla. Mia figlia, esausta, ha preso un periodo di permesso Covid e tutti vivono alla giornata. Noi da un pezzo non li incontriamo, abbiamo deciso di non rischiare con le loro frequentazioni scolastiche a rischio e le incognite per chi si ammala del livello di gravità a cui si può andare incontro.

Così ho un’ansia e un’inquietudine che mi accompagnano di continuo, non riesco a concentrarmi su niente se non le incombenze della quotidianità, mangiare, fare il bucato, stirare… Mi è difficile leggere e ancora di più scrivere, qualcosa dentro di me mi blocca.

Il livello alto del mio stress è indicato anche dal fatto che non ho voglia di telefonare a nessuno, per fortuna stavolta qualcuno ha telefonato a me e proprio in quelle occasioni mi sono resa conto da quanto tempo stavo isolata in silenzio, del peggiorare dei miei stati d’animo.

Per uscire adesso bisogna avere validi motivi: i miei sono fare la spesa e andare a visite mediche. La prima accade ogni tre-quattro giorni, vicino casa; due controlli medici li avevo già fissati da mesi, quegli ambulatori sono rimasti attivi e in tali occasioni sono rientrata il più tardi possibile, cercando di approfittare dell’ora d’aria.

Però la città vuota è angosciante, si gira per strade deserte e saracinesche abbassate, penso se quel certo negozio potrebbe essere aperto, avrei voglia di attivarmi per i regali di Natale, ma dove? Di facile restano solo gli acquisti on-line, ma lo sento così triste e consumistico, non mi viene voglia di nulla.

Mi pare che i numeri dei contagi e di tutto il resto siano sempre così tremendamente alti: non capisco come qualcuno stia dicendo che tra una settimana qui in Toscana si tornerà arancione e forse anche giallo. Se si daranno libertà troppo premature poi accadrà come in estate, ora che arriva dicembre con le sue festività.

Tra pochi giorni ci saranno i compleanni di due nipotini: domani preparerò le “torte magiche” di carta per gli auguri in videochiamata, come feci in aprile e maggio per gli altri. Allora mi auguravo che non dovesse più accadere, che in dicembre avremmo potuto festeggiare tutti insieme, invece… che tristezza!

 

 

 
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