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ECCO LA STORIA

Post n°1730 pubblicato il 19 Gennaio 2021 da atapo
 

 

METAROMANZO

 


 

Reduce dalla lettura con entusiasmo della saga di Monsieur Malaussène, non aspettai molto dopo l'uscita del nuovo libro di Daniel Pennac: "Ecco la storia", era il 2003, lo comperai con forti aspettative. Avevo letto qualche intervista all'autore, una l'avevo conservata e messa, ripiegata, nel risvolto della copertina.

Sapevo che era molto diverso dalle storie precedenti, che era un po' particolare, ma pensavo che mi sarebbe piaciuto ugualmente. Avevo anche incontrato Monsieur Pennac ad un dibattito a Bologna, alla Fiera del Libro per Ragazzi, avevo parlato con lui qualche minuto, ne conservavo l'autografo... era diventato un mio idolo.

Invece la lettura non procedeva. Mi pareva confuso, non vedevo il filo nè l'organizzazione della trama... una delusione. Io sono testarda e mi ostinavo a continuare, forse si sarebbe chiarito più avanti e avrei capito meglio e apprezzato: non è da me lasciare a mezzo un libro, mi faccio un punto d'onore di arrivare in fondo anche solo per poter dire con convinzione: -E' proprio brutto!-

Ma dev'essere accaduto qualcosa che non ricordo in quel periodo, forse fui troppo presa dal lavoro e abbandonai quella lettura, il tempo passò, lessi altro, la mia vita ebbe grossi cambiamenti, quel libro pian piano restò sempre più nascosto nella mia biblioteca.

Col trasloco e i riordini successivi mi tornò tra le mani e ricordai: che fare ora? Eliminarlo in qualche modo? Ma no, poverino... E tornò su uno scaffale, in attesa di una decisione definitiva.

La pandemia che lascia più tempo per leggere mi ha messo la curiosità di riprenderlo in mano: c'era ancora il segnalibro, circa a metà. Ricordavo un po' la trama, ricominciamo, mi sono detta e via!

Stupore! Man mano che andavo avanti mi prendeva sempre di più: la storia quasi inverosimile è come un contenitore da cui saltano fuori digressioni, rimandi, ricordi dell'autore (ma saranno veri o quanto romanzati pure loro?), ciò che pare lineare poi viene smontato, riagganciato ad altro, chi pare esistito davvero nella vita dell'autore palesemente si presta a diventare personaggio, per complicare o svelare le carte della storia. Una specie di gioco di specchi, oppure uno spettacolo di fuochi artificiali, in cui da uno iniziale poi ne escono tanti e compaiono all'improvviso dove non te lo aspetti e resti a bocca aperta.

Un METAROMANZO è stato definito questo libro e condivido: invece di un trattato scientifico e noioso qui Pennac è riuscito a costruire una storia che fa intravedere le "regole", cioè gli stimoli fantastici per costruire un romanzo.

Così mi è piaciuto molto, è proprio vero che ogni libro va letto al momento giusto per poterlo apprezzare!

Mi sono chiesta il perchè di questo totale cambio di giudizio rispetto al primo tentativo di lettura: credo sia per il fatto che adesso anch'io scrivo, bene o male, e quel mondo di suggestioni, passaggi, ricerca di tracce e di fili da seguire e intrecciare ora mi appartiene.

Però riconosco che non sia una lettura facile, nè per tutti; infatti non è uno dei libri più ricordati e famosi di Pennac.

 

 
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