Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher

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Fatto!!!

Post n°16 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da atapo
 

"Le infermità riscontrate costituiscono impedimento permanente alla prestazione lavorativa in modo relativo (riferimento al profilo personale di insegnante); può eseguire mansioni di tipo amministrativo".


Questo è stato il giudizio della commissione medica.

E allora...

"Si chiede pertanto di comunicare la Vostra scelta tra le seguenti possibilità:

essere utilizzata in mansioni di tipo amministrativo,
presentare domanda di quiescenza anticipata."

Ecco, ho comunicato, ho scelto, ho firmato:

LA SECONDA

me ne andrò del tutto.

La preside mi aveva ritelefonato, mi aveva chiesto ancora di restare, viste le competenze ecc. ecc., che ci saremmo accordate per l'orario ecc. ecc., che quando non mi sentivo bene avrei presentato tutti i certificati medici che volevo ecc. ecc., che andandomene ora avrei perso qualcosa anche finanziarmente sulla pensione ecc. ecc...

e come sempre quando qualcuno mi chiede qualche favore mi sentivo rimescolare dentro e mi veniva di accettare le sue proposte, allora ho cercato di pensare anche a certi momenti brutti che ho passato in questi ultimi anni, a certe persone con cui mi sono scontrata e che avrei dovuto ritrovare, mi sono convinta e ho resistito!

Da oggi sono davvero Once I was a teacher.

Come mi sento? A un capolinea. Come se fossi scesa da un autobus che mi ha portato in un posto nuovo, che non conosco ma che dovrò abitare e ora mi sto guardando intorno.

Emotivamente sono abbastanza tranquilla (credo),
ormai tutto quello che si poteva pensare, valutare, rimpiangere è stato pensato, valutato e rimpianto.

Se passo con l'autobus davanti alla mia scuola e li vedo in cortile, come oggi, mi sento un nodo alla gola, se non li vedo alzo gli occhi alla finestra della mia aula con un filo di speranza che qualcuno, proprio in quel momento, sia al vetro e guardi fuori. Poi mi dico che ormai sono grandi, sono in quarta, staranno lavorando sodo, mica come quando erano più piccini e qualsiasi cosa fuori dalla finestra li attirava...

Ero molto più angosciata in giugno, quando presi questa decisione e cominciai la strada della raccolta dei documenti, degli incontri al sindacato, dei pareri chiesti a poche colleghe fidate, dei pensamenti e ripensamenti, quando mi veniva da piangere se rivedevo le faccette dei miei 19 bambolotti a cui ho voluto immensamente bene per tre anni, che mi hanno dato tanto in simpatia e allegria e che lavoravano con tanto impegno e tanta gioia.
Sono stati loro che mi hanno fatto resistere in questi ultimi faticosi tre anni, l'unico aspetto positivo e che mi dava soddisfazione in quel caos di colleghi schizzati, burocrazie farraginose e ritardi cronici che rendono il lavoro peggio di un'arrampicata sugli specchi, con una sensazione di emergenza continua.

Via, è ora di guardare in un'altra direzione!

 
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