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Post n°111 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da atapo
 

IL CAPODANNO CHE NON C'E' STATO


P. era il ragazzo più bello di tutto l'Istituto Magistrale.
In quella scuola prevalentemente femminile i maschi non erano molti, ma lui li superava tutti: biondo, occhi azzurri, sguardo dolce...somigliante a Robert Hoffman, un attore di quel tempo.
Le "primine" restavano a bocca aperta quando lo incontravano, invidiavano le fortunate grandi in classe con lui, sussurravano di lui nei corridoi. Lui sorrideva sempre, guardava molte, restava un po' misterioso: si diceva fosse un po' sciupafemmine, forse perchè qualcuna assicurava di averlo intravisto in un boschetto con una ragazza...Voci, fantasie, a scuola era correttissimo e girava sempre in coppia con un amico.

Io, primina, me ne ero innamorata pazza:
il primo grande amore della vita,
quello che se ci pensi ti toglie il fiato e ti dici dentro "farei di tutto".


E, per certi versi, lo facevo: sgomitavo per essere in prima fila dove lui passava, rispondevo alle sue occhiate e ai suoi mezzi sorrisi, mi ero fatta amica di una mia compagna di classe che lo conosceva da anni e da lei mi facevo raccontare di tutto e di più.
Finchè un giorno ormai svenni quando l'amica mi disse che P. voleva conoscermi.
Stretta di mano, scambio di convenevoli...e da quel giorno fui tra le elette che lo potevano anche salutare e scambiare qualche parola con lui!

I miei genitori erano severissimi, mi lasciavano frequentare solo i vicini di casa e tenevano la mia vita sotto stretto controllo, quasi impossibile ogni "manovra" sentimentale, quindi la faccenda stava ad un punto morto...
Ma la complicità degli amici vicini di casa mi aiutò: c'era chi organizzava feste tra adolescenti, così per conoscere gente nuova, per imbroccare un po', roba dell'età...
Dopo qualche tempo, i miei amici per aiutarmi mi proposero di invitarlo a queste feste...lui accettò!!!
Ero al settimo cielo!!! La cosa fece passi avanti...stavamo bene insieme...ma solo a quelle feste...
Cos'ero per lui? Poco mi importava, però sapevo che non aveva raccontato a nessuno, nemmeno al suo migliore amico, cosa era successo a quelle feste...allora speravo...

Finchè un giorno mi chiese se uscivo con lui un pomeriggio!


IMPOSSIBILE !


I miei non mi lasciavano uscire ancora, nemmeno per andare da amiche che abitassero lontano da me (era la scusa da trovare...)

Doveva restare un amore tra i corridoi della scuola, al massimo nella clandestinità di quelle feste a luci quasi spente.

Così dopo qualche tempo e qualche chiacchiera sentita, anch'io lo vidi arrivare a scuola tenendo sottobraccio una mia RIVALE, che aveva voluto conoscerlo e che, soprattutto, poteva uscire con chi voleva quando voleva...

DISPERAZIONE!


Continuai a sognarlo per tutto il resto dell'anno scolastico, a vederlo in ogni pagina dei libri che studiavo, a ricordare i momenti passati con lui...Per fortuna il profitto non ne risentì...

Ma il tempo guarisce, pian piano. L'estate, nuovi amici, il nuovo anno scolastico con più libertà da parte dei miei genitori, io conoscevo altre persone, avevo avuto un'altra storia, con un po' di sotterfugi per incontrarci...solite cose di adolescenti pieni di inventiva...

Nell'anno ancora successivo un giorno di dicembre vidi P. (era già all'Università) al bar che frequentavo di fronte alla scuola: non era mai venuto prima.
Era sempre bellissimo.

Si rivolse subito a me, fra tutti. Qualche convenevole di circostanza, poi disse:
"Vorrei invitarti ad una festa di Capodanno, avrei piacere di andarci con te. So che i tuoi sono severi, se vuoi vengo io a parlare con loro, così mi conoscono...."

Altrochè tre metri sopra il cielo!
A razzo nello spazio infinito!
Annullati lo spazio e il tempo...passato senza di lui!


Gli risposi che avrei parlato coi miei e gliavrei fatto sapere: non avevo telefono, sarebbe tornato al bar dopo qualche giorno.

Ma con i miei...disastro!

NON CI PENSARE NEMMENO !


Fuori di notte, lontano, sei troppo giovane! Non ci interessa nemmeno conoscerlo, chissà chi è, chissà cosa vuole da te!
NON SE NE PARLA NEMMENO!
Inventa una scusa, sii cortese, ma assolutamente NO!


Era così, a quel tempo, non c'era nulla da fare! Inutile disperarsi, piangere, promettere...

E, qualche giorno dopo, col cuore a pezzi,

inventai una delle bugie più grosse della mia vita:


dissi che i miei non volevano perchè erano preoccupati che mi affaticassi troppo a ballare, visto che per i problemi che avevo all'anca forse avrei dovuto fare un intervento chirurgico...
Cosa in parte vera, i problemi c'erano, ma non mi avevano mai impedito di ballare a tutto spiano e divertendomi moltissimo...

Aveva uno sguardo molto triste e disse solo:
" Mi dispiace. Ti faccio tanti auguri allora."

FINE DELLA NOSTRA STORIA.

E FINE DI QUESTA STORIA.


Era il Capodanno del 1968, quaranta anni fa. E il mondo stava per cambiare...


 
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