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DENTRO E FUORI IL TEMPO

Post n°548 pubblicato il 04 Luglio 2010 da atapo
 

APPUNTAMENTO

CON

RENOIR


Erano le ore più calde di un pomeriggio di fine giugno, dalla periferia di Cagnes-sur-mer la stretta strada saliva verso les Collettes, per fortuna gli alberi dentro i giardini che la costeggiavano facevano ombra. Tranquillità, quasi silenzio, solo il frinire ostinato delle cicale provenzali, i cinguettii degli uccelli nascosti, le strida dei gabbiani che volteggiavano lontani sul mare azzurro intenso che si vedeva sempre di più oltre il verde, man mano che si saliva.

Ho un appuntamento, il cancello è aperto, un'ultima scalinata...

Non c'erano le file di turisti giapponesi, i grassi Tedeschi ustionati dal sole mediterraneo, le Americane con abiti di colori improponibili, le chiassose famiglie italiane.

Il maestro mi aspettava: la sua casa provenzale, esposta al sole di mezza collina, ha i muri spessi e dentro c'è fresco: ogni stanza è ben arredata, testimonia una vita semplice, serena, dalle finestre si arriva a vedere il paese in fondo, il mare laggiù e il verde, tanti verdi, delle numerose piante che riempiono il giardino, l'orto, l'uliveto...

Prima di entrare, sotto al grande tiglio ho incontrato Aline, la signora Renoir: ha già una certa età, il calore estivo la affatica un poco, si riposa sotto l'albero e ripensa alla sua giovinezza, quando affascinò il maestro, a tutti gli anni d'amore passati insieme...e a tutti quelli che vorrebbe ci fossero ancora nel futuro...

Madame Aline (1910)

Aline giovane è a sinistra, col cappello dai fiori rossi

Voci...voci...c'era confusione al pranzo dei canottieri, tanti anni prima...

ora le voci che Aline sente sono quelle dei due figli più grandi, Pierre e Jean, dovrebbero studiare, ma si sa come sono i ragazzi: dalle finestre aperte delle loro stanze arrivano le loro voci allegre e le risate, Aline dovrà alzarsi per dire loro qualcosa...se ci mandasse qualcun altro, per esempio Gabrielle la governante, forse non la ascolterebbero...e poi Jean, così interessato a quella diavoleria moderna, cinema la chiamano, chissà che fine farà!

Gabrielle

Coco, il figlio più piccolo, arriva di corsa, scatenato: inventa sempre nuovi giochi , è il cucciolo di casa, il maestro non si stanca mai di ritrarlo...Fra poco anche lui inizierà ad andare a scuola, finirà il suo tempo spensierato, pensa Aline, forse è il momento di tagliargli quei bellissimi capelli biondi, qualcuno lo prende per una bambina, ma non è il solo maschietto così, è una moda comune...

Coco jouant

 

 

 

Coco corre sotto gli ulivi a cercare qualcuno con cui giocare: senz'altro troverà un amico del babbo, forse Richard Guino, o Albert André, o forse quel giovane giapponese, con quegli occhi allungati e quel nome strano: Umehara! Ci sono sempre giovani pittori ospiti a casa Renoir, la villa è grande, le stanze sono a disposizione, governanti e domestici fanno il loro lavoro.

Questi artisti giovani imparano dal maestro, ma non solo: lui è ormai anziano, però ha la capacità di essere per loro un buon amico, è piacevole passare le giornate insieme, a discutere di colori e di prospettiva, a dipingere, a progettare nuove opere, a provare insieme anche il modellaggio: le mani ormai deformate dall'artrite di Pierre Auguste trovano chi le aiuta a reggere la creta...

 

 

 

 

 

 

Lo studio ha un'ampia vetrata che fa entrare tanta luce: il maestro è lì, oggi non è uscito a dipingere en plein air lungo i viali del bellissimo giardino, è troppo caldo: le sue mani anchilosate si muovono lente, il pennello è tenuto in un modo strano...pare impossibile che i tratti sulla tela siano così precisi...resto col fiato sospeso e commossa nel vedere l'enorme fatica che gli costa creare i suoi capolavori a dispetto della malattia...

 

 

 

Così ho conosciuto meglio in quell' afoso pomeriggio un pittore che già apprezzavo, ora mi è diventato quasi familiare...

Qualche giorno dopo, al mercato dell'usato di Cannes ho trovato un libro:

“Pierre-Auguste Renoir, mon père”

di Jean Renoir:

coincidenze?

 

una riproduzione del quadro di Renoir è esposta nel luogo preciso in cui fu dipinto


 

 

 
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