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AMICHE

Post n°654 pubblicato il 11 Marzo 2011 da atapo
 

AL TELEFONO

Nelle scorse settimane ho ricevuto tre telefonate. Di quelle telefonate dove, quando hai scoperto chi ti ha chiamato, ti illumini di dentro e di fuori, cerchi una poltrona per metterti comoda, magari piedi in alto e sguardo al soffitto e ti predisponi a restare piacevolmente in conversazione per almeno mezz'ora...Telefonate di amiche, insomma.

Tanto più che le suddette sono mie amiche dall'infanzia, quindi non abitano nella stessa mia città e i nostri incontri “reali”, tra gli impegni e le famiglie, sono sempre difficili da organizzare. Recuperiamo e coltiviamo l'amicizia...al telefono (tariffe tutto incluso naturalmente). Stavolta non ero in piena forma, ricordate l'abbassamento di voce, ma mi sono lo stesso difesa con onore.

In due telefonate l'argomento centrale era praticamente lo stesso: anche le mie amiche con i mariti, ogni coppia in un periodo diverso, sono state alle Canarie. Una coppia ci va quasi tutti gli anni, affezionati come noi, per l'altra era la prima volta: finalmente entrambi in pensione si sono concessi questo viaggio (al quale avevo contribuito nel momento organizzativo con diversi consigli) da cui sono tornati entusiasti e pronti a ripetere l'esperienza anche nei prossimi inverni.

L'unico rimprovero che tutte e due mi hanno fatto è che, dopo tanti anni in cui ci dicevamo: “Vediamo di combinare lo stesso periodo alle Canarie” quest'anno che loro erano libere nei periodi più economici noi siamo andati durante le feste di Natale. Ma purtroppo ora in casa mia comandano i ritmi universitari decisi da mio marito, perlomeno nelle scelte da prendere in coppia.

Invece la terza amica non va alle Canarie...


Childe Hassam, Gathering flowers


Siamo praticamente cresciute insieme, abitava di fronte a casa mia e quando ci siamo sposate, a un anno di distanza, abbiamo trovato casa...una di fronte all'altra! Suo figlio maggiore ha un anno meno del mio, poi lei, dopo ben quindici anni, ha avuto inaspettatamente una bambina.

Suo marito, laureato in medicina, dopo i primi tempi di avvio carriera era diventato un ortopedico molto importante, primario di ospedale, si erano trasferiti in un quartiere prestigioso, poi anni dopo si erano costruiti una villetta. Lei aveva lavorato fino alla nascita del figlio, ma poi era molto felice di fare la casalinga, magari organizzava un po' gli appuntamenti del marito e lo seguiva spesso nei viaggi per convegni in giro per il mondo. Ci eravamo ritrovati qualche volta, insieme ai mariti e ai figli, loro ci mostravano splendide diapositive di luoghi a tutti gli angoli della Terra, ammiravo la loro casa, lussuosa e di gusto, tenuta da lei con un ordine e una meticolosità che...faceva scappare ogni minimo granello di polvere...così diversa dal mio caos quotidiano...

Una famiglia da Carosello, o da Mulino Bianco...

Ebbene, quando il figlio maggiore era già all'università (sulle orme del padre), il marito ha chiesto la separazione. Così, senza tradimenti, senza litigi, senza ...gravi ragioni: si era stancato, diceva che non si trovava più bene con lei, che le sarebbe stato sempre amico, che avrebbe provveduto lui senza problemi alla casa e ai figli, ma che non se la sentiva più di vivere insieme...

Da altri conoscenti mi era già arrivata voce di questa brutta storia, quando me lo raccontò lei stessa durante una delle nostre poco frequenti telefonate. Diceva che aveva provato di tutto per capire, per capirsi, andando anche da psicologi e centri di aiuto matrimoniali, ma non c'è più stato niente da fare. Lei ha rispolverato il suo diploma da infermiera, con cui si trova facilmente qualche lavoro...

E altri anni sono passati, si è rassegnata dopo i primi tempi che lascio immaginare quanto le siano stati pesanti...

In quest'ultima telefonata mi ha raccontato che il figlio si è sposato e andranno a vivere nella casa in cui lei abitava da bambina, la sua casa di famiglia insomma.

Mentre parlavamo di questo io rivedevo noi due piccole, con le nostre bambole, a giocare nel suo bellissimo giardino (più bello del mio, erano ricchi loro) e mi tornavano in mente le persone che abitavano da quelle parti. Allora ho chiesto notizie di questo e quest'altro e ci siamo dilungate tanto a parlare di quei tempi, di quella gente: chi ha traslocato, chi è morto e sepolto...

Era un piccolo mondo degli anni cinquanta e sessanta, di case e giardini in cui la vita si svolgeva spesso all'aperto, in cui le chiacchiere in strada arrivavano fino agli ultimi piani, in cui c'erano grandi amicizie e piccole antipatie, gli adulti erano appena usciti dalla guerra a cui ogni tanto accennavano sospirando, noi piccoli ci chiamavamo da un giardino all'altro, a fare e a disfare piani e alleanze, a passare dalla strada ai giardini finchè non veniva buio, e d'estate anche in spedizioni notturne,

mentre ogni anno seguiva l'altro e pian piano dal giocare agli indiani si passava ai primi innamoramenti, spesso di qualche forestiero, che prima di essere accettato nel gruppo doveva passare attraverso le forche caudine degli scherzi di alcuni di noi...

Altri tempi...nostalgia di una bella infanzia tutto sommato serena, che ora pare meravigliosa a ricordarla...




 
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