Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi di Giugno 2009
Stella danzante ha indicato alcuni programmi per lavorare sulle immagini, io ho subito "esplorato": peccato siano in inglese, così non ci capisco un granchè.
Comunque ho provato ad aggeggiare, ho pasticciato parecchio, alla fine ...pubblico il mio primo capolavoro (questione di punti di vista):
sono partita da una foto del gatto Beto...chissà se sarebbe contento nel vedersi così trasformato!
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TOURISM for SENIORS
Terminati i corsi, all'Università dell'Età libera si è aperta la stagione (cioè la fine primavera) delle visite guidate e delle escursioni, organizzate dal Comune per noi “studenti senior”. Quest'anno mi ero iscritta per tempo a diverse iniziative, poi il periodo per me non è stato dei migliori, con i problemi della mia mamma, comunque ho cercato di rinunciare il meno possibile, anche perchè qualche ora in una situazione diversa e gradevole sapevo che mi avrebbe fatto riprendere fiato.
E con la mia piccola macchina fotografica mi sono data da fare...naturalmente non dentro ai musei dove era PROIBITISSIMO usarla!
Ecco una carrellata di immagini (anche con l'aiuto dei siti web), legate a cose e a luoghi degni di essere ammirati:
Ritratto di Costanza Bonarelli (la foto è dal sito della mostra),
nella mostra
I MARMI VIVI, Bernini e la nascita del ritratto barocco.
Ma se era proibito fotografare all'interno dei musei, non stava scritto da nessuna parte che fosse proibito fotografare opere poste nel cortile di palazzo Pitti, ecco quindi
Anubi , di Novello Finotti
che come il suo antenato dell'antico Egitto sorvegliava l'ingresso alla mostra
MEMORIE DELL'ANTICO NELL'ARTE DEL '900.
Questa esposizione mi ha incuriosito molto: presentava opere di artisti del 900, anche molto noti (Carrà, Picasso, Dalì, De Chirico, Sironi, Guttuso ecc.), in parallelo ad opere dell'antichità alle quali i moderni si sarebbero ispirati in modi personali. E non era sempre facile per un “profano” rintracciare queste ispirazioni, per fortuna c'era una brava guida a spiegarci...
Sapevate che nel giardino di Boboli ci sono...giardini segreti? Sì, ci sono zone chiuse, protette da cortine di alberi, erano luoghi privati e riservati per l'intimità dei nobili del passato...
...ma una bella visita guidata è concessa a qualche gruppo di eletti,
che possono incontrare anche un piccolo e fugace inquilino del parco...
Uscendo dalla città, una bella passeggiata lungo il
fiume Arno, dalle parti del Girone:
Qualche ora passata al mulino dell'Ellera
e in escursione sul fiume con i barchetti dei renaioli:
Sempre più lontano: a Livorno. Di questa città, visto che al museo di Fattori naturalmente non si facevano foto, vi lascio un'immagine inconsueta durante la navigazione lungo i canali: stiamo uscendo dal canale sotterraneo verso il quartiere Venezia, nel quale abitarono i Veneziani chiamati dal granduca per insegnare ai Livornesi l'arte del costruire le imbarcazioni.
Infine, questa foto ritrae un gruppetto di noi SENIORS durante una sosta (necessaria, vista l'età media del gruppo!) in uno dei nostri TOURS.
Il riposo del turista.
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ONCE WE WERE TEACHERS...
Caso 1
Ho incontrato L. alla serata in pizzeria, fra colleghi ed ex-colleghi.
L. ha passato il suo primo anno da pensionata. Le ho chiesto: “Come hai passato questo anno senza scuola? Cosa hai fatto?”
“Niente!”
“Come, niente?!”
“Proprio NIENTE, mi sono solo riposata. Le faccende di casa, due settimane a Vienna con mio marito, qualche partita a carte con delle amiche...e basta!”
Caso 2
E. era andata in pensione due anni fa, come me. Abita vicina alla scuola, ma da allora nessuno l'ha più vista. Alle “serate” non è più venuta. Di sfuggita, un mattino presto, qualcuno l'ha notata in bicicletta dalle parti del supermercato, nemmeno un saluto. Io l'avevo incontrata per strada pochi mesi dopo il pensionamento, avevamo parlato un po', era contenta, si sentiva come “liberata” dopo tanti anni di lavoro e di impegno.
Caso 3
M. è andata in pensione da qualche anno e...sta nella scuola più di prima: ha incarichi di responsabilità in associazioni, si occupa di aggiornamento dei colleghi, organizza convegni...
Mi sembra molto soddisfatta...ha trovato anche il tempo di aprire un blog! (ti sei riconosciuta?)
Caso 4
Anche G. è andata in pensione da qualche anno. Prima, oltre al lavoro in classe, si occupava anche lei di sperimentazioni, di aggiornamenti, aveva fatto cose egregie.
“Vado in pensione per fare solo la nonna!” Aveva detto. Aveva lasciato ogni altro impegno di tipo scolastico e organizzativo e per un pezzo non l'avevo più vista. Ho chiesto di lei a chi la conosce meglio.
“E' caduta in depressione” Fare solo la nonna non le basta. Da poco è tornata a frequentare le nostre riunioni formative, fa un po' di consulenza per i più giovani (come faccio io), qualche volta torna a fare l'aggiornatrice. Ma non mi sembra più come prima, mi sembra più triste, ingrigita...
Caso 5
Non è ancora in pensione S. ma ci andrà obbligatoriamente tra pochissimo per sopraggiunti limiti di età...che mai si potrebbero immaginare, viste le sue energie, il suo vulcanico attivismo, le proposte innovative di lavoro che attua in classe. Era desolata di dover lasciare tutto questo...
Parlavamo insieme, le ho raccontato del mio corso di francese, del senso e dell'importanza che ha per me. Le sono brillati gli occhi: “ Ecco cosa posso fare in pensione! Proporrò alla mia scuola un corso di teatro dopo le ore di lezione: mi è sempre piaciuto moltissimo e sai quanto si divertiranno i ragazzi!”
E la pensione stava assumendo un altro significato...di libertà.
Caso 6...7...8...
Da qualche parte ci sto anch'io, ma di me ne parlo fin troppo, qui.
(dedico questo post, con tanto affetto , ad una amica che mi legge in incognito e che tra pochi giorni concluderà la sua lunga e onorata carriera di insegnante...)
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...QUALCOSA SI SCIOGLIE...?
Oggi Martino, con mamma e papà, è partito per il mare e ritornerà domenica: la sua prima volta!
Ieri sono passata a salutarlo, era il momento della pappa e dell'uso dei due denti già spuntati e mi ha spiegato, a modo suo, quanto quell'attività fosse di suo gradimento: alla fine ero ben bene impiastricciata pure io.
Poi abbiamo giocato un po' insieme per lasciare libera la mamma ad avvantaggiarsi nei preparativi, si sa che un viaggetto con bambini piccoli è come un trasloco...
Tornata a casa, raccontavo queste imprese a mio marito che, come al solito, si era ben guardato dall'accompagnarmi...tanto deve sempre studiare!
Alla fine mi ha detto:
“Ti ricordi quando avevamo i figli piccoli e non c'era mai un momento per noi?”
(Eccome! Ricerche di rare baby sitter, per scarsità finanziarie, nonni a stento disponibili per diverse ragioni...
Finchè non hanno cominciato ad andare in colonia era così...)
“ Pensavo...potremmo chiedere se vogliono lasciarlo a noi qualche giorno per andare da qualche parte da soli, a riposarsi un po'...che dici?”
Dico...dico...in teoria ne sarei felice, ma...
innanzitutto va...gestito il problema allattamento al seno, dove io ...ehm...non sono in grado...
allora,non sarebbe meglio cominciare con qualche ora? Già faccio fatica a tenerlo in braccio 10 minuti!
E, confesso, sono sempre un po' diffidente davanti a questi improvvisi slanci di generosità di mio marito, che si offre...si offre, poi, guarda un po', spesso gli capitano impegni imprevisti o malanni improvvisi che mi lasciano...a dovermela cavare quasi da sola! Vedremo di fare patti molto chiari...
Però, in fondo, l'offerta mi ha sorpreso e commosso: è la prima volta che sento dal nonno una PARTECIPAZIONE così!
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CAMBIO DI STAGIONE
Come una brava donna di casa (bugia, bugia...)
è ora di fare il cambio di stagione
di sistemare gli armadi
e di mettere abiti estivi anche al blog.
Quindi...gelato misto per tutti
e uno sfondo delicato alla vaniglia!
BUONA ESTATE A CHI PASSA DI QUA !!!
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SOLSTIZIO D' ESTATE
Mucha A., Summer
Oggi non è il massimo: sole, nuvole, vento...
Un'estate beffarda.
Però, oggi ho sentito frinire la prima cicala.
L'heure bleue del tramonto arriverà molto tardi,
stasera avrei voglia di uscire a cercare le lucciole.
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La morte non è niente,
io sono solo andato nella stanza accanto.
Io sono io . Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Datemi il nome che mi avete sempre dato.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate un tono diverso.
Non abbiate un’aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva
ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa
come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi,senza alcuna ombra
di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non si è spezzato.
Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perché sono fuori dalla
vostra vista?
Io non sono lontano,
sono solo dall’altro lato del cammino.
Charles Peguy
Ringrazio l'amica che mi ha "regalato" questa poesia,
la "passo" particolarmente a chi ora la può sentire sua,
la dedico a chi amiamo e ci sta aspettando nella stanza accanto
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COME STO
E' passato poco più di un mese...
“Come va? Come stai?” Mi chiedono conoscenti e persone che incontro.
In una frazione di secondo devo decidere: per chi non sa, è sufficiente un “Non c'è male, grazie”, non mi sento di raccontare, spiegare...basta così, si passa ad altro.
Ma per chi sa...quanta voglia avrei di parlare, di ricordare, di far rivivere in qualche modo chi non c'è più!
Per certi versi la distanza spaziale aiuta: la mamma abitava distante da me già da molti anni, le mie giornate e le mie attività erano lontane dalla sua presenza fisica, la mia vita quotidiana era impostata senza di lei, ora le mie giornate qui a Firenze continuano come prima...però mi sorprendo a dire a me stessa: “Questa gliela racconto alla prossima telefonata” se accade qualcosa di curioso e il credere che lei lo conosca già, accanto a me in una forma misteriosa, a stento mi allontana una tristezza improvvisa.
Negli ultimi mesi a volte mi aveva chiesto di cercarle nei mercatini della biancheria come piaceva a lei, che poi le portavo quando andavo a trovarla: non voleva dare questo compito a mia cognata che è molto impegnata con la famiglia e il lavoro. L'ultima “ordinazione” era stata per camicie da notte con le maniche lunghe, di cotone leggerissimo e senza colletto, quelle che usavano anni fa, che ora si trovano solo, e raramente, sui banchi dell'usato. Ebbene, un giorno mi venne improvvisamente l'ispirazione di passare dal mercato di quartiere e...proprio quel giorno c'erano camicie come voleva lei! Gliele avevo comperate e portate appena in tempo per il suo ultimo ricovero all'ospedale...DOPO, riordinando le sue cose, ho scoperto che non ha fatto nemmeno in tempo a usarle tutte...
Ora, quando torno al mercato, non riesco a fare a meno di pensarci e mi viene quel dolore improvviso, dentro, che non so come far uscire prima che mi faccia stare troppo male.
La lontananza di tanti anni mi rendo conto che mi ha tolto quella quotidianità che ora alimenterebbe di più i miei ricordi e mi illudo che forse mi darebbe più sollievo. Quando mio fratello e mia cognata mi raccontano: “Sai, faceva questo, diceva quest'altro...”, ascolto avidamente, quasi contenta, come a voler incamerare qualcosa di più, dei tasselli che mancano alla completezza del ricordo...ma provo una punta di gelosia, perchè loro l'hanno avuta vicino tutti i giorni, anche con le sue manie e i suoi problemi, ora gli è rimasto qualcosa che a me manca .
In questo periodo spesso sono stata a Ferrara, a sistemare le sue cose, a suddividerle. Ogni oggetto è un pensiero, un ricordo: sto ritrovando tracce un po' dimenticate della mia infanzia e della mia giovinezza, in cui lei aveva un ruolo così importante, anche se in quei momenti era poco riconosciuto e spesso contestato.
Svuoto, sposto, apro, scarto, incarto, senza fretta, e intanto ritornano immagini, episodi, suoni, parole di lei e di tanti altri, molti dei quali ora li avrà senz'altro ritrovati...Guardo e riordino lentamente tante fotografie di famiglia che non vedevo da anni: quanta storia e quante storie, quanti ricordi che si risvegliano...e uno tira l'altro...
Mi piace stare a fare tutto questo da sola in quella casa silenziosa, così mi sembra di recuperare quello che in altri momenti di tristezza credo di avere perduto, sento la mia mamma ancora accanto a me, come quando mi regalava qualcosa di suo, o mi raccontava di anni e di parenti lontani...
...la rivedo, la immagino, posso anche dirle qualcosa...perchè...
...LEI E' SOLO NELLA STANZA ACCANTO.
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STAR BENE INSIEME
Vi piace questo LOGO? A me pare carino. Come potete leggere è del
LABORATORIO PERMANENTE PER LA PACE
un'istituzione del nostro quartiere, gestita da una cooperativa, che si occupa di offrire consulenza ed organizzare attività sia nella scuola che nell'extrascuola, su tematiche riguardanti l'intercultura, le relazioni, lo stare bene insieme con gli altri.
Da diversi anni mettono in cantiere tante proposte e offerte, da diversi anni li conosco, anche perchè una delle persone più attive è mamma di una mia ex-scolara, in varie occasioni ho richiesto la loro collaborazione e ho dato anche qualche contributo. Ogni fine anno scolastico organizzano una giornata di studio conclusiva per focalizzare le tematiche più affrontate e per mettere in comune alcune "buone pratiche" che sono state realizzate nei mesi precedenti. Infatti oggi:
Giornata di studio
"Star bene insieme a scuola"
promozione delle abilità per la vita, l'intercultura, la cura delle relazioni
organizzata dal gruppo docenti/educatori "scuola-territorio" del Q5
Le tematiche su cui si focalizzavano quest'anno, attraverso gruppi di lavoro nei mesi scorsi, erano:
1) Cooperative learning
2) Apprendere con tutti i sensi: alla ricerca di una didattica motivante
3) Concentrarsi e rilassarsi: riflettere insieme sui tempi dell'apprendimento
Interessanti, mi pare. Soprattutto importanti temi di riflessione per ottenere risultati positivi nell'insegnamento.
Nel terzo tema hanno trovato uno spazio al mio corso di francese extracurriculare, quindi svolto in situazioni "estreme" sotto certi aspetti, mi hanno chiesto di preparare un intervento per raccontare...
...come si possa far imparare qualcosa anche dopo essere stati a scuola per otto ore,
come ho organizzato il lavoro e l'ho scandito nel tempo orario,
la successione dei momenti più intensi e più rilassanti.
Nei giorni scorsi ci ho lavorato ed oggi ho partecipato alla giornata, mettendo in comune la mia attività, ascoltando progetti di altri ugualmente stimolanti, incontrando persone che non vedevo da tempo e conoscendo qualcuno di nuovo,
in un'atmosfera molto serena che comprendeva anche la pausa caffè e un semplice pranzo in piedi, momenti conviviali che permettono di tessere relazioni sociali ugualmente utili e interessanti.
E' stato bello ascoltare e vedere quante persone ci tengono al benessere e al successo dei nostri ragazzi non solo nell'apprendimento, ma nello stare insieme nel rispetto degli altri e nella disponibilità a collaborare.
Altrochè 5 in condotta, bocciatura a causa di una materia, paura di rallentare il programma!
Qui siamo su un altro pianeta!
Purtroppo come ombre minacciose anche questo ci sovrastava, unito alle forti incertezze che ci sono sul futuro della scuola italiana, dove pare che altri valori ben differenti verranno presi in considezione e le scarse risorse finanziarie pubbliche temiamo verranno del tutto allontanate da iniziative simili a queste.
Anche oggi è stato detto che in un momento di emergenza come questo è importante pubblicizzare, far sapere e conoscere, coinvolgere sempre più il territorio, dalle famiglie a tutti gli enti e l'associazionisno possibile, per dare visibilità e rilanciare le idee forti che sostengono il nostro lavoro.
Per continuare a resistere e ad esistere...
foto presa dal sito del Laboratorio
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UN CAPOLINEA
Durante quest'anno scolastico qualche volta avevo rimesso piede nella mia ex-classe, prima dell'orario delle lezioni di francese: per gli auguri di rito pre-festività, per qualche avviso a chi frequentava il corso di francese.
La quinta! Un inizio di grossi cambiamenti psicofisici, per loro: tutti allungati, alcuni allungatissimi, le bambine già con le mossette e gli sbuffi dell'adolescenza incombente.
Ma di più qualcosa è cambiato nei modi di fare: chi ha frequentato il corso di francese ha mantenuto con me la bella confidenza che c'è sempre stata, ma gli altri...non mi saltavano più al collo, come l'anno precedente, qualcuno sembrava quasi intimidito nel parlarmi, un imbarazzo dell'età unito alla rarefazione dei nostri incontri, forse anche ad una certa rigidità imposta alla vita scolastica da chi mi aveva sostituito. Però gli occhi...oh, i loro occhi hanno sempre brillato quando ci siamo incontrati, dentro o fuori scuola e ultimamente quelli a cui chi ho detto che sarei venuta a salutarli alla festa dell'ultimo giorno di scuola si sono illuminati di un sorriso contento. Questo mi basta: so che l'affetto è ancora reciproco.
E così ieri pomeriggio sono andata alla festa della scuola, la merenda-cena organizzata dai genitori di tutte le classi. Proprio per questo ero stata invitata anche da altre classi, quelle da cui provengono i bambini del corso di francese e sono dovuta passare un po' da tutti...
ma la maggior parte del tempo è stato per la 5 A.
Ieri era tutto organizzato bene: per i bambini c'erano diversi punti di animazione: giocoleria, burattini, aquiloni, cosicchè correvano da un'attività all'altra arrivando ogni tanto ai gazebo delle vettovaglie a rimpinzarsi, a scambiare due parole coi parenti e ...con me.
Io mi sono sentita ancora tra loro, bambini e famiglie: ho raccolto, come prima, pettegolezzi e confidenze, ho ammirato nuovi fratellini, ho gustato le specialità culinarie interculturali preparate dai genitori...
Mi sembrava di non averli mai lasciati e credo che in realtà sia stato così: in questi due anni non c'è più stata la mia presenza fisica quotidiana, ma col cuore...sono sempre stata con loro, questa classe così problematica, ma con alunni così simpatici che nonostante tutti i miei problemi di salute mi avevano fatto resistere con loro per i primi tre anni.
I colleghi sono stati cordiali: ormai non dovevano più temere che gli "destabilizzassi" la classe: ho scoperto che questo lo avevano detto anche ai genitori, ma non mi fa più nessun effetto...
Ricordavo ogni alunno parlando con genitori e nonni, con tanta tenerezza, soprattutto quando erano piccoli, nei loro primi giorni di scuola.
Provavo , nella festa, lo stesso angolo di malinconia, nostalgia, sospensione di ogni altro ultimo giorno di tutte le quinte che ho avuto: è come essere arrivati al capolinea di un lungo viaggio in autobus o in treno, scenderemo tutti, chi andrà di qua, chi andrà di là, ognuno porterà un suo bagaglio di ricordi, qualche volta, forse, ci incontreremo di nuovo e saremo felici di rivederci...
Così mi sono accorta che sono rimasta tra di loro fino all'ultimo, erano le otto meno un quarto ed ero ancora là...sono scappata all'autobus dopo gli ultimi saluti...
Credo che questa sarà la mia ultima vera festa di un ultimo giorno di scuola...
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VIAREGGIO, ARRIVOOOOO !!!
Qualche tempo fa l'incontro casuale con una collega che aveva lavorato con me, anni fa, al CIDI, quando avevamo organizzato un corso di aggiornamento sull'educazione artistica nella scuola dell'obbligo. Poi ci eravamo riviste in qualche altra occasione, ci scambiavamo gli auguri nelle feste di rito...nulla di più.
Una volta ci eravamo incontrate a Viareggio, in una delle mie spedizioni giornaliere, lei disse che in giugno e settembre passava sempre là qualche settimana. Poi, in un incontro successivo, mi aveva proposto:
"Quando vieni a passare un giorno al mare, se ci sono anch'io, ti ospito al mio ombrellone!"
Così oggi mi sono fatta ...ospitare, ho passato una tranquilla giornata in spiaggia, senza sole eccessivamente caldo, peccato solo il mare troppo agitato per fare il bagno.
E ho conosciuto meglio questa "antica collega", che si è rivelata una piacevole compagnia...diventerà una nuova amica! E "scapperemo" ancora a Viareggio insieme qualche altra volta in corriera, dal mattino alla sera...tanto è in pensione anche lei!
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L'ORA DELLA VERITA'
Stamattina, finalmente, siamo andati a consegnare la dichiarazione dei redditi (vedi post 392).
Giorno giusto, luogo ed orario esatti.
MA
il documento recuperato dalla banca all'ultimo tuffo non era stato correttamente inserito con tutti gli altri, si era "sperduto" tra gli appunti universitari di mio marito.
L'impiegata ha detto che si poteva rimediare portandolo oggi nel pomeriggio per concludere il tutto. Stavolta il marito è andato da solo.
SONO QUI IN TREPIDA ATTESA DELLA PAROLA FINE (per quest'anno)
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SALVE A TUTTI !!!
Il mio dentino è ancora talmente piccolo che quasi non si vede...
...però si sente, dicono quelli che mi mettono un dito in bocca!
Per oggi accontentatevi di un mio CIAO-CIAO !
Un saluto anche dal mio micione Beto, che è meno educato di me e vi mostra la lingua.
MARTINO
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In tempo perfetto sulla tabella di marcia del pediatra, cioè appena compiuto il sesto mese, ieri è arrivata anche ai nonni la notizia:
a Martino è spuntato il primo dente!!!
E senza problemi particolari, oltre a quelli di routine...
Ultimamente ci siamo visti poco, sia io che loro (cioè Martino e mamma) abbiamo avuto parecchio da fare...ma ora un incontro si impone al più presto per ammirare la novità!
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NELLA STORIA
Casualmente questa mattina, ancora mezza addormentata, prendendo dall'armadio una maglietta da mettere oggi, mi è capitata in mano una T-shirt blu, con la scritta BAYEUX-NORMANDIE.
Curiosa coincidenza! Oggi, nel 1944, ci fu lo sbarco in Normandia, oggi vari capi di stato sono là, per le solite celebrazioni annuali, oggi sul giornale ho letto che si stanno raccogliendo sempre più in fretta ancora nuove testimonianze di chi c'era in quei giorni...sempre più in fretta, perchè ormai questo gruppo di testimoni si assottiglia ogni anno di più.
Venni a conoscenza di questo episodio fondamentale per la guerra e per la storia molto presto, leggendo i servizi illustrati su EPOCA, che comprava il mio papà, dicendomi che era importante che io leggessi e sapessi. Non ho visto "SALVATE IL SOLDATO RYAN", il mio film su questo argomento è stato "IL GIORNO PIU' LUNGO", che vidi ancora ragazzina, dopo non ho sentito il bisogno di vedere altro.
Poi, nel 1997, in estate andai in Normandia a visitare le spiagge e i paesi dello sbarco: quante tracce ci sono ancora! Musei, cimiteri, lapidi, ricostruzioni, anche i carri armati abbandonati nei campi e nei giardini, conservati a futura memoria là dove probabilmente si fermarono sparando il loro ultimo colpo. Mi veniva come un brivido di sgomento se pensavo alle migliaia di giovani morti laggiù per la follia della guerra...lo stesso brivido che ho provato nelle pianure della Marna, o sull'altopiano di Asiago...
Ho fatto il bagno ad Arromanches, vicino ai resti del ponte costruito rapidissimamente durante lo sbarco.
Arromanches, spiaggia dello sbarco
Mesi prima ero stata a Dieppe, dove mi avevano raccontato che precedentemente allo sbarco del 6 giugno c'era stato un primo tentativo proprio a Dieppe, che è il punto più vicino alle coste inglesi. Ma la spiaggia di Dieppe è sovrastata da enormi falesie, da cui i Tedeschi con facilità annientarono quasi completamente i Canadesi che sbarcavano, pochissimi si salvarono aiutati dagli abitanti di Dieppe: una strage inutile e che nessuno ricorda, tutti conoscono le spiagge più a Ovest, dove lo sbarco fu più fortunato. Sulla spiaggia di Dieppe c'è una piccola lapide a ricordo.
Spiaggia e falesia di Dieppe
Tra quei luoghi storici c'è, più appartato, il ricordo di un'altra guerra più lontana nel tempo, che è un tesoro spettacolare: a Bayeux si trova la tapisserie de Bayeux, l'arazzo lungo 70 metri che racconta attraverso un ricamo fantastico , come se fosse un giornalino a fumetti, l'impresa di Guglielmo il conquistatore che sbarcò in Inghilterra, una storia che comincia nel 1064...Sapevo che era bello, ma non avrei mai immaginato quanto: rimasi a bocca aperta quando lo vidi, merito anche dell'ambientazione suggestiva e della ricostruzione storica nel percorso preparato nel museo.
ambientazione della tapisserie
particolare della tapisserie
Guerre lontane, guerre più vicine a noi...anche questo fa parte del fascino della verde Normandia...una regione da visitare.
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...
"Ha viaggiato molto, vero?"
"Moltissimo. Ho visto laghi, oceani e meraviglie. Ho visto anche il suo futuro, caro signore."
"E come sarà il mio futuro?"
"A essere sinceri di suoi futuri ne ho visti parecchi."
"Stavano tutti insieme, da buoni fratelli?"
"No, uno qua, uno là. Sa com'è il tempo, pieno di biforcazioni, di canali paralleli, di sogni."
...
"Potrebbe darmi qualche indicazione per raggiungere il futuro migliore? Sono così confuso, così disarmato."
"Non posso, la legge non lo permette. Però le dò un piccolo consiglio" e a questo punto sputa un pezzetto di carta. Sopra c'è disegnata a matita una freccia. "La segua fino in fondo" mi dice.
"Ma dove devo puntarla?"
"Questo lo può sapere solo lei, signore"
da Marco Lodoli, "I professori e altri professori", pag 122
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E' finito il mese di maggio.
Qui a Firenze, per tutto questo mese resta aperto IL GIARDINO DELL'IRIS, dove dicono che vi siano moltissime varietà di questa pianta, tutte in piena fioritura.
Dicono...perchè io, in tanti anni che abito qui, non sono ancora riuscita a vedere questa meraviglia!
Anche quest'anno...il mese è passato...ed io devo rimandare all'anno prossimo!
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TRA MOGLIE E MARITO
NON METTERE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Quentin Metsys
Se c'è una cosa in cui io e mio marito siamo profondamente diversi è la gestione degli appuntamenti e dei preparativi ad essi correlati:
io ho sempre paura di arrivare in ritardo, quindi cerco di organizzarmi in modo da arrivare in anticipo,
lui è l'uomo della ricerca del necessario all'ultimo minuto, dell'arrivo trafelato all'ultimo secondo, magari un po' dopo visto che qui a Firenze, per sua fortuna, gli appuntamenti hanno sempre un margine di ritardo molto tollerabile.
Una volta all'anno questa nostra diversità nel rapporto di coppia rischia di FARE CORTO CIRCUITO: è al momento della DICHIARAZIONE DEI REDDITI!!!
Dove le scadenze sono inderogabili (a scanso di multe) e la documentazione da presentare è indispensabile.
Nei primi anni di matrimonio facevamo tutto da soli: l'inesperienza di entrambi ci portava a ricerche frenetiche di ricevute e a rompicapi fino all'ultimo giorno consentito per la spedizione del malloppo, poi ci fu il periodo in cui io mi stufai di questo cardiopalma annuale e cominciai a fare le mie rimostranze su questo modo di ridursi all'ultimo momento, finchè, visto che non ottenevo nulla, arrivai al DIVORZIO FISCALE:
cercai il CAF del mio sindacato e per diversi anni "godetti" della sua assistenza premurosa tanto che ci pensavano loro pure a ricordarmi con anticipo le scadenze e a propormi date per l'appuntamento. Ah! Fare la dichiarazione dei redditi sembrava quasi piacevole, anche se dovevo pagare qualcosina al CAF così gentile!
Naturalmente mio marito si risentì molto per questa mia decisione, ma io tenni duro.
Poi, lui trovò la strada di presentare la dichiarazione attraverso il suo datore di lavoro, che, anch'esso premuroso attraverso il personale apposito, si incaricava di ricordargli le scadenze e fissare l'appuntamento per la consegna. Allora mi propose di usufruire anch'io di questa possibilità: avremmo potuto fare tutto insieme, di nuovo.
Così negli ultimi nostri anni lavorativi tutto avveniva attraverso il datore di lavoro del marito, anche se talvolta avevamo fatto le ore piccole per la compilazione e la sistemazione del tutto prima della consegna, ma...
...ora, in pensione, la musica cambia di nuovo!
L'anno scorso mi occupai io di fissare l'appuntamento al CAF dei pensionati, per i documenti li avevamo raccolti in uno schedario, insomma non c'è stato male.
Quest'anno, visto che i maggiori impegni nelle giornate ce li ha lui e che io ho avuto, negli ultimi periodi, ben altri problemi, avrebbe dovuto LUI fissare l'appuntamento al CAF. Nonostante tanti miei solleciti si è deciso poche settimane fa, naturalmente non c'era posto da nessuna parte e ha trovato posto alla fine solo per stamattina, 1 giugno, in un CAF abbastanza fuori mano. Ma, fino a quattro giorni fa, non aveva ancora stampato da internet i moduli, nè controllato se la documentazione era in ordine.
Allora c'è stato un momento di ...burrasca familiare, dove io ho cominciato a...incalzarlo, nei rari momenti in cui sono stata a casa, e lui...si sentiva infastidito dal mio continuo ricordargli!
Dato che poi devo scrivere tutto io, perchè lui ha problemi alle mani e non riesce a scrivere a lungo, sabato gli ho detto: "Vediamo di organizzarci bene, perchè io domani pomeriggio voglio andare a Terra Futura, quindi domattina vorrei cominciare a scrivere."
"Non ti preoccupare, c'è tutto pronto!"
Invece io mi preoccupavo, e non avevo torto perchè il tutto pronto era solo...mancante di tutti i conteggi, che lui faceva man mano che scrivevo, cosicchè, naturalmente, abbiamo dovuto finire ieri sera dopo cena, visto che mentre io ero a Terra Futura si è ben guardato dall'avvantaggiarsi un po'. Poi, non si trova un'attestazione della banca arrivata nel mese del soggiorno in camper (non c'è da stupirsi, visto il caos di quel periodo), per cui stamattina presto è dovuto andare in banca.
Io mi ero riproposta di portare tutta la pazienza di questo mondo, sperando quest'altr'anno di poter riprendere in mano la situazione e di non arrivare così agli sgoccioli, tanto stamattina tutto si sarebbe finalmente concluso!
Prima di uscire di casa, mio marito telefona a quel CAF, perchè non si ricordava esattamente dove fosse e...SORPRESA! Cascano dalle nuvole, controllano, gli dicono che l'appuntamento nostro non è per stamattina, ma è per il 10 GIUGNO!!!
Non ho parole! Non mi sforzo nemmeno di chiedermi il perchè, o dove sia sorto l'equivoco, spero solo che il 10 giugno sia la volta buona!
Mettiamola così: in fondo, in tanti anni è la prima volta che prepariamo la dichiarazione dei redditi con ben dieci giorni di anticipo!!!
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Inviato da: atapo
il 26/07/2024 alle 23:10
Inviato da: la.cozza
il 10/07/2024 alle 09:57
Inviato da: atapo
il 23/03/2024 alle 19:21
Inviato da: lalistadeidesideri79
il 15/03/2024 alle 11:02
Inviato da: atapo
il 21/01/2024 alle 23:41