Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi di Agosto 2011
AL CASTELLO DI ISABELLA
Domenica 7 agosto torniamo a Valsinni (vedi post 722).Un po' per cercare una messa: perchè in queste zone hanno l'abitudine di affiggere gli orari delle messe all'interno delle chiese e di tenere poi le chiese quasi sempre chiuse? E nemmeno la consueta gentilezza indigena stavolta ci è d'aiuto, gli orari che ci dicono spesso sono imprecisi, poi si confondono tra quello invernale e quello estivo...i cattolici che vengono da fuori e che vorrebbero essere praticanti non hanno vita facile.
Ma soprattutto questo paese mi attira per la storia di una donna: Valsinni, che fino al 1873 si chiamava Favale, fu la patria di Isabella Morra, poetessa del 1500 che visse praticamente reclusa nel castello e morì a 26 anni uccisa dai fratelli, i quali sospettavano una sua relazione col feudatario di un castello vicino, come lei appassionato di letteratura e poesia. Probabilmente fu solo un'amicizia culturale e letteraria, ma causò l'assassinio di Isabella, del suo precettore che era a conoscenza di questo rapporto, infine dello stesso feudatario, da parte dei fratelli.
Di Isabella ci sono rimaste, salvate in modo fortunoso, solo tredici poesie che sono state giudicate di grande valore e originalità da Benedetto Croce, il primo a studiarle a fondo e a far conoscere questa poetessa.
E' una storia che mi impressiona...la grande solitudine di questa ragazza, quanto il genio femminile sia stato represso nel passato, quanto incolmabile possa essere il contrasto tra la sensibilità, l'amore per la cultura e la violenza cieca e prevaricatrice...
(se volete conoscere meglio tutta la storia leggete qui e qui)
Valsinni è diventato Parco Letterario: ricorda e celebra Isabella e i suoi versi, il centro storico è ben conservato: tipico borgo di case di pietra, con salite, archi, ripide scalinate, in alto si arriva al castello dalle cui finestre dicono si affacci a volte il fantasma inquieto della poetessa. Sono organizzate visite guidate e, in estate, spettacoli ed animazioni serali.
(da internet)
Pranziamo in un ristorante all'inizio del paese, i tipici ed antichi gnommareddu (più o meno il nome è così...) apprezzati anche nel solito film: spiedini di interiora di capra avvolti nella rete dell'intestino fanno la gioia di mio marito, io apprezzo di più la mousse di fichi caramellati...
Il cameriere è un ragazzo che ci illustra le bellezze della cittadina, ci offre depliants pubblicitari e ci invita, con fare misterioso e teatrale: "Venite stasera allo spettacolo...è molto bello...poi ci sarò anch'io...vi accompagnerò...non inizia ad un orario preciso, ma quando sarà abbastanza buio..."
Intrigante! Naturalmente non voglio perderlo e vi trascino anche il marito...
E' ormai notte e siamo davanti ad una specie di posto di blocco, con soldati armati in abiti cinquecenteschi: è la biglietteria, poi dobbiamo salire per il bosco nella penombra...ma niente paura! Il nostro cameriere si è trasformato ed ora munito di lancia ci guida per i sentieri illuminandoli con una torcia.
Ad un tratto, fra gli alberi, un palcoscenico, una gradinata: un piccolo teatro, con gli alberi come quinte e il cielo stellato sulle teste di pubblico e attori. Mi siedo in prima fila con l'intenzione di scattare tante foto, sperando di saper usare al meglio la mia macchinetta, in quella situazione di luce-buio così difficile.
E' un musical: "Contra fortuna" sulla vita di Isabella e i rapporti col padre lontano. Spettacolo veramente bello che ci lascia col fiato sospeso e solo verso la fine mi viene in mente che avrei potuto tentare anche qualche ripresa video...
Applauditi gli attori, scendiamo dal bosco verso il paese, che è molto suggestivo, con luci soffuse in punti strategici. I ristoranti offrono a buon prezzo piatti e menù dell'antica tradizione locale e ci fermiamo ben volentieri.
Qui, un'altra sorpresa: un gruppo di cantanti (fra cui ci sono anche alcuni attori del musical) girano fermandosi nei locali e lungo le strade, propongono canti tradizionali, canti di protesta, parlano di amori, nostalgie, terre amate, briganti, fatiche...Secoli di storia e di tradizioni che commuovono quando diventano musica e canzoni...E' una bellissima serata, ci fermiamo fino a notte fonda seguendo ed ascoltando questi menestrelli, ormai imparo i ritornelli a memoria e li canto con loro...E stavolta non mi dimentico del video, soltanto le foto non renderebbero giustizia all'atmosfera.
Compriamo il loro CD, sarà un bellissimo ricordo. Il ragazzo-cameriere-armigero-attore si avvicina a mio marito e gli sussurra qualcosa in dialetto. Mio marito del dialetto non capisce mai nulla, però intuisce che gli abbia detto all'incirca: "Vi è proprio piaciuto, avete anche comprato il CD!"
Stanchissima ridiscendo quelle ripide scalinate del paese che sembra diventato un presepio notturno: devo stare attenta a non scivolare e a non inciampare, devo guardare bene dove metto i piedi...così mi dimentico di dare un' ultima occhiata lassù, verso quelle finestre nere del castello...non saprò mai se quella sera il fantasma di Isabella mi stesse guardando.
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TRA I CALANCHI
Dietro alla costa ionica ci sono i calanchi. Quel territorio descritto nel romanzo "Cristo si è fermato ad Eboli" da Carlo Levi confinato nel paese di Aliano. Confesso che non ho letto il libro, ma provvederò al più presto e ciò che ho visto mi aiuterà ad immaginare e a collocare in uno spazio preciso la storia... Non passiamo nemmeno per il paese di Aliano, ce ne sono tanti di paesi da visitare, la scelta è difficile...
Scopriamo il mondo dei calanchi, inaspettatamente, quando saliamo sulla ripida collina dove si trova il santuario romanico di Santa Maria d'Anglona (tutto affrescato nell'interno):
Da lassù guardiamo il panorama sotto un sole cocente: è uno spartiacque, a sinistra la vallata del fiume Sinni, che abbiamo percorso quando siamo scesi dal Pollino al mare, a destra la vallata del fiume Agri che scorre lontano, in basso, dopo dirupi e pinnacoli, dove il verde è sovrastato dal grigio dei calanchi e i piccoli campi ed oliveti sembrano in bilico su costoni che paiono franare da un momento all'altro. Le strade che percorriamo ci passano in mezzo, salgono, scendono, sembra di viaggiare sulla Luna...un paesaggio che ci accompagna a lungo, con forme sempre diverse, sempre più strane, a volte minacciose, che spesso rivediamo dall'alto quando visitiamo le cittadine che si trovano tutte aggrappate sulle cime...tutte piene di strade terribilmente in salita...in giornate terribilmente calde.
Pisticci forse è la città più conosciuta della zona, il numero di turisti che passeggia per le strade è lievemente superiore, finora ne avevamo visti pochissimi, a volte siamo stati unici, qui addirittura l'ufficio del turismo è aperto con un'impiegata gentile in servizio: il primo da quando siamo in Basilicata, finora i pochi visti erano sprangati, le mappe dei paesi le abbiamo trovate, raramente, nei ristoranti o negli agriturismi...Pisticci è circondata dai calanchi, lungo uno dei precipizi sorge il quartiere Dirupo, le cui foto compaiono spesso a pubblicizzare la regione, basse casette bianche costruite sul versante dove una gigantesca frana nel 1688 trascinò a valle il quartiere precedente. Direi una preparazione spirituale ai Sassi di Matera...
il quartiere Dirupo
Bernalda, che proprio ieri 27 agosto è finita sui giornali per aver ospitato il matrimonio della figlia di Francis Ford Coppola, mi piace molto, il centro storico (che non è nemmeno troppo in salita) ha palazzi del 700 ben conservati, all'estremità del paese c'è un bel castello affacciato su una piazza belvedere da cui si domina il paesaggio di colline, campi, calanchi, fino al mare Ionio. E su quella piazza c'è qualcosa che non finirà mai sulle guide turistiche, ma che colpisce il mio cuore romantico: il piano d'appoggio del muro che impedisce di sfracellarsi di sotto è ricoperto di scritte...
Viva questo, abbasso quello, ma soprattuto frasi d'amore, tutto il campionario che si può immaginare, appassionate, crudeli, amore felice, amore distrutto, amore...anche in francese...Immagino le serate in cui i ragazzi si radunano in quest'angolo del paese un po' in disparte lontano dal controllo degli adulti, le loro storie, i loro sguardi, i loro sentimenti in gioco che diventano parole sul muretto, sognando amori eterni come l'inchiostro indelebile ... Mi ricorda un luogo di Parigi...di cui prima o poi parlerò...
Tursi è un po' più nell'interno, qui ci fermiamo nel quartiere più tipico, la Rabatana, abbarbicato proprio sul cocuzzolo. Trovo scritto nella guida: "Rabatana, nome dall'arabo, perchè nel Medioevo era abitato da Arabi, verso l'800 d.C." e sono incuriosita. Sembra davvero di essere in oriente, stradine strettissime, scale, balconcini, archi...molte case sono abbandonate e semidistrutte, una mescolanza unica di antico e di moderno, di vitalità e di disfacimento. In questo strano posto conosciamo due persone: un poeta e un artigiano.
Il poeta è giovane, si chiama Paolo Popia, insieme al suo babbo gestisce un ristorante tipico dove si organizzano anche eventi letterari: "Il palazzo dei poeti". Nella carta del menù intervalla l'elenco dei piatti con alcune sue poesie e il libro che le raccoglie si può comperare su internet. Quando, chiacchierando, scopre che veniamo da Firenze, dice contento che a Firenze lui ha passato dei bei giorni, ha anche dedicato una poesia alla nostra città:
"Aria"
Proiettate in una dimensione sconosciuta,
le ombre che separano la luce dal buio.
I chiaroscuri di due corpi che sfiorandosi
si scoprono, si sorprendono, si annusano,
avvolti dal mistero, illuminati dal desiderio,
si allontanano e poi si ricercano.
Onde di un mare nero sulle pareti di questa stanza,
unica immagine a svelare la sostanza.
Magnetiche emozioni,
accendono improvvise e mordevoli passioni,
affascinanti turbamenti,
complici… gli sguardi che rivelano sentimenti.
Bagliori nella notte, scintille di un fuoco scoppiettante,
meteore che ardono dentro, recluse dalla razionalità,
rimbalzano sulle pareti del corpo, vogliono libertà.
Abbattere ogni barriera, fino a respirare…Aria.
(Firenze,21/22 Marzo 2001)
E' lui che ci indirizza al negozio dell'artigiano, per acquistare qualche cartolina (in questi paesini non abbiamo quasi mai trovato cartoline). Negozio è una parola grossa per indicare ciò che troviamo a fatica: sembra la porta di un appartamento, dentro, semiscavate nella roccia, ci sono alcune stanze un po' museo della civiltà contadina locale, un po' laboratorio di ceramica, un po' negozio: in vendita fasci di origano ed erbe odorose, opere dell'artista: formelle di ceramica a bassorilievi, sculture su strane pietre tondeggianti, qualche cartolina di stile...molto antico. All'esterno il sole abbaglia, quando entriamo all'inizio pare buio, ma appena ci abituiamo siamo attratti da tutte quelle stranezze...Intanto l'artigiano continua il suo lavoro con la creta, ci lancia sguardi di traverso, pare sia scocciato di averci lì. Io mi avvicino a lui e timidamente gli domando qualcosa su ciò che sta facendo...ecco che pian piano si scioglie, si trasforma, ci spiega un sacco di cose con la passione di chi ama la sua terra...Dice che sui calanchi si trovano facilmente le conchiglie fossili che vediamo sui suoi tavoli, che lì il sottosuolo è strapieno di reperti dell'epoca greca e romana, sono così tanti che ormai non li cercano nemmeno più, ne hanno già riempiti musei...e da un cassetto estrae un pezzetto di ceramica inconfondibilmente nero..."Vedete questo? L'ho trovato qualche giorno fa, mentre passeggiavo a cercare le pietre arrotondate per le sculture: basta guardare in terra e si trova qualcosa..."
Allora mi azzardo a fargli una domanda che da un po' mi frulla in testa: "Ma questi Arabi, come sono finiti quassù? Non mi ricordo che queste terre siano state conquistate da loro."
"Infatti non furono conquistate, qui arrivavano gli Arabi a commerciare. Dal mar Ionio risalivano il fiume Sinni che era navigabile, ora non più dopo che a monte hanno cominciato a fare sbarramenti, poi dighe, per trattenere l'acqua. Dall'interno arrivavano mercanti locali e qui era un centro di scambi. Gli Arabi stavano qui come in albergo, in attesa di fare affari, in attesa di ripartire."
Una versione diversa dai libri in cui ho continuato a vedere scritto "Rabatana, insediamento che passò sotto i Saraceni "...
Nella chiesa della Rabatana ci sono tesori che si possono solo vedere, ma non fotografare: un trittico del XIV secolo, una cripta completamente affrescata e molto ben conservata, in cui si trova un grande presepio tutto di pietra, ambientato nella Tursi del 1500, col castello di cui ora restano solo rovine. La piccola suora che ci guida fra questi capolavori dice che sono venuti fin dalla Russia ad ammirarli.
Bellezze nascoste e un po' misteriose di un paesino semiabbandonato, escursioni con la fantasia in un passato probabilmente più glorioso del presente...
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SAPORE DI MARE
subito dietro la spiaggia
La costa ionica della Basilicata è una lunga striscia sabbiosa alle cui spalle si trova, per tutta la sua lunghezza, una folta e imponente boscaglia di pini ed eucalipti interrotta ogni tanto dai Lidi. Questi possono essere o mini cittadine per le vacanze, "figliate " dai paesi più vicini nell'entroterra (Policoro Lido, Metaponto Lido) e in questo caso hanno strade, negozietti, attrezzature turistiche (anche troppo). Oppure ci sono lidi che consistono in stradine sommariamente asfaltate che si inoltrano prima tra i campi poi in quello splendido bosco per finire tra le dune della spiaggia, con piccoli spiazzi per il parcheggio, bagni pubblici, qualche bancarella, uno o due piccoli ristoranti che fanno anche noleggio di ombrelloni e attrezzature e, oltre questo...tutto libero...chilometri e chilometri di niente sabbioso tra le onde e gli alberi!
Al di là degli alberi inizia la campagna, che risale dolcemente verso le prime ondulature che presto diventano colline scoscese, su cui stanno piccoli paesi. Per secoli la pianura è stata paludosa e occupata da estesi latifondi semiabbandonati: c'erano i castelli dei baroni con attorno le povere casette dei braccianti, gli uni e le altre riconoscibili ancora adesso nei paesi.
Scanzano, il palazzo del barone e le casette dei braccianti
Con la riforma agraria dagli anni '50 i terreni incolti sono stati suddivisi ed affidati ai contadini in piccoli appezzamenti ed oggi la pianura del Metapontino è diventata un'area di grande produzione agricola. Dovreste vedere che meraviglia di campi, di grandi orti e di frutteti si attraversano, che abbondanza di frutta e verdura si trova in quella zona a prezzi irrisori!
mi fa pensare al campo del Grande Cocomero di Charlie Brown
Molti poderi hanno ancora le casette, tutte uguali, costruite con la riforma, altre si sono trasformate in graziosi villini; in molti poderi ci sono pollai e allevamenti di mucche e cavalli.
fattoria tipica della bonifica
Cominciano a diffondersi anche gli agriturismi...a trovarli! Perchè le indicazioni non sono sempre chiarissime, e non solo in questo settore...
Attorno ai castelli dei baroni e alle casette dei braccianti si sono sviluppate delle piccole città (es. Policoro, Scanzano) bianche e tranquille, che mi piacciono molto, anche per il fatto di essere abbastanza pianeggianti, da non dovermi costringere, per girare in città, ad ardue salite, ripide discese e scale...tante scale...come nei paesi in altura.
Noi, pianificando al meglio la nostra strategia di sopravvivenza (relativa agli scarichi e al rifornimento d'acqua) dopo le recenti esperienze, rimaniamo sulla costa ionica una decina di giorni, perchè troviamo due "isole di salvezza". La prima è ai bagni pubblici di Scanzano Lido, vicini ad un ottimo (ed economico) ristorante di pesce e al parcheggio in un bosco di eucalipti affollatissimo di giorno, ma deserto di notte, dove dormiamo cullati dai canti di misteriosi uccelli notturni.
La seconda isola è a Metaponto Lido: un campeggio offre i servizi necessari al camper, non ci possiamo fermare a dormire perchè è al completo, ma forse è meglio così perchè troviamo poco distante dal paese uno spiazzo fra i campi, vicino ad uno strano edificio che sembra un centro sportivo o stadio abbandonato, di sera si trasforma in una discoteca per fortuna non troppo chiassosa, di giorno scopriamo che ospita asinelli, galline, serpenti e cavalli, questi ultimi al mattino vengono lasciati liberi per il pascolo e così...facciamo amicizia.
Allora penserete che ci riposiamo a fare la vita di spiaggia...
Nemmeno per sogno! A me piacerebbe anche, ma si sta avvicinando il ferragosto, tutti i lidi (e ne abbiamo esplorati...) sono affollatissimi, un asciugamano accanto all'altro...e la temperatura sta salendo, salendo...in spiaggia e non solo fa un caldo insopportabile per gran parte della giornata. Ci provo, ma dopo due ore ne ho abbastanza!
Il tour operator (sempre io, naturalmente) suggerisce di partire al mattino dalla nostra base per visitare ciò che di interessante c'è nelle vicinanze, restando magari a dormire in giro (agriturismi, con cene favolose ed economiche, li abbiamo finalmente trovati) se non ci sono problemi di acqua, per tornare vicino alla spiaggia nel tardo pomeriggio, quando gli altri se ne stanno andando...
A mio marito l'acqua non piace, lui resta in camper a studiare, ma io appena tornati corro in spiaggia portandomi solo l'asciugamano e mi tuffo immediatamente nel mare, restandoci a lungo, a rinfrescarmi, finchè il sole non sta per tramontare dietro le dune.
Che meraviglia! A volte sono sola, tutti se ne sono già andati. Una sera mi fanno compagnia un centinaio di gabbiani che volteggiano sopra di me e il tramonto sfuma in rosa il bianco delle loro penne...purtroppo non ho la macchina fotografica, oltre l'asciugamano non prendo nulla per fare questi bagni, nemmeno l'orologio, è il sole a dirmi quando devo rientrare...
Il tratto di spiaggia più bello e selvaggio è senz'altro all'interno della riserva del WWF Bosco Pantano di Policoro, fra macchie, foreste, stagni...e non dico altro!
La visitiamo, una studiosa ci spiega le loro attività: è anche un centro di cura e recupero per le tartarughe marine, socializziamo con questa piccola molto curiosa, che è in convalescenza, in attesa di tornare nel mare.
Purtroppo attorno restano le tracce di un furioso incendio che in luglio ha devastato pesantemente la vegetazione ed anche le strutture dell'oasi, miracolosamente senza danni alle persone e ai cavalli che nell'oasi servono ai corsi di equitazione e alle passeggiate: ci raccontano di come andò, dell'impotenza dei pompieri perchè non ci sono sentieri per entrare nella zona che era in fiamme, dell'intervento dei Canadair durati per quattro ore. Tutto doloso, naturalmente, la salvaguardia dell'ambiente e questo turismo rispettoso a qualcuno non piace... Stringe il cuore passare nei tratti bruciati, dove però già l'erba nuova sta nascendo...
Prossimamente racconterò delle nostre escursioni mare-colline, fra spazi e tempi diversi...
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RITORNO AL FUTURO
Sono a casa, sono di nuovo a Firenze.
Davanti al mio fidato computerino, da non dover suddividere col marito e i suoi esercizi di geometria, con internet tornato amico che non funziona più a singhiozzo, vicino alle valigie e altro, molto altro, da sistemare...
Nel cuore immagini, incontri, pensieri, riflessioni...un mese e una terra quasi a ritroso nel tempo, un'esperienza che non dimenticherò tanto facilmente!
Pian piano riprenderò i contatti con tutti gli amici, leggerò con curiosità e interesse delle loro estati...l'estate è spesso un periodo importante...
Ma continuerò a raccontare delle mie avventure lucane, con quel presente storico che ho deciso di mantenere perchè sarebbe stato bello raccontarle lì per lì, quando ancora non si immaginava come sarebbe andata a finire...
Basilicata, il trionfo del peperoncino...
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DISCESA...
Il mattino dopo veniamo svegliati da un rumore a cui noi cittadini non siamo abituati, ma inconfondibile...
Il camper si trova ai bordi di una pista (più che strada...) su cui a quanto pare passano le mucche per andare al pascolo...siamo circondati da una mandria in movimento! Superata la sorpresa, il tempo di prendere la macchina fotografica...ed ecco immortalata la retroguardia...
Dopo un'oretta di pace, una nuova mandria in avvicinamento: stavolta però sono una quarantina di boy scouts, coi loro capibranco. Non sono di passaggio, ma ahimè cominciano ad installarsi nel prato di fronte a noi, vicino alla zona picnic: scaricano da un camion al loro seguito un mucchio di attrezzature, montano le tende e ciò che serve per la sopravvivenza, presumo di alcuni giorni, docce comprese. Il tutto tra un allegro vociare...
Noi prendiamo la via dei boschi, a piedi, per una lunga passeggiata, ma le loro grida ci accompagnano dappertutto: così non c'è affatto il rischio di perdersi...
Penso che la mia volpe se ne guarderà bene dal farsi rivedere, anzi, sarà scappata molto lontana da lì.
E' ciò che facciamo anche noi, dopo il pranzo al rifugio. Cominciamo la discesa, lentamente, altri chilometri di stradine dissestate fra boschi imponenti che a tratti si aprono in piccole zone coltivate vicino a minuscoli paesi...Poi il paesaggio diventa più aperto, fra macchie, campi e boschi di eucalipti.
Ci vogliamo fermare una notte per visitare poi il paese di Senise, che si mostra subito accogliente con un bel piazzale-parcheggio comodo appena sotto il centro storico. C'è una chiesa francescana, esteriormente semplicissima, a casetta, ma dentro ha un tesoro: uno stupendo polittico del 1500, di Simone da Firenze. Mentre lo stiamo ammirando, ci si avvicina un sacerdote, che ci racconta notizie sulla chiesa, ci fa notare resti di antichi affreschi, un coro di legno con intarsi e figure lavorate molto finemente, un crocifisso di legno del 1300, alla fine ci regala un libro sulla chiesa e sul paese, con bellissime foto a colori. Ancora una volta, la gentilezza di qualcuno del posto ci aiuta a capire, a sapere, ci mette a nostro agio: un'accoglienza verso lo straniero dal sapore antico...
Un 'altra caratteristica ha Senise: è la patria dei peperoni, quelli rossi, di forma allungata. Prodotto tipico locale, li vendono dappertutto in Basilicata. Se ne vedono appesi su molti balconi, a seccare, poi verranno polverizzati e imbustati, dolci o piccanti, per i condimenti. Oppure, una volta secchi, li friggono: in questo caso si chiamano "cruschi", diventano croccanti e qui li sgranocchiano come le patatine fritte. E' inutile dire che anche noi ci siamo adeguati alle usanze, e con soddisfazione. Questi peperoni...insomma, come per i peperoncini calabresi...si dice che abbiano certe caratteristiche...tipo elisir dell'eterna giovinezza...Beh, qui in Basilicata se ne fa uso in abbondanza!
Tornando al percorso, ormai abbiamo di nuovo la necessità di trovare un'area attrezzata per lo scarico delle acque sudicie: la guida ne indica una a Valsinni e ci andiamo speranzosi: macchè, non si trova! L'ufficio informazioni è chiuso (guarda un po'), è aperta solo la sede della CGIL: chiediamo lì e ci viene detto con molto rammarico che l'area di sosta esisteva, ma ora è chiusa in attesa del nuovo appalto...poi naturalmente ci intratteniamo mezz'ora in conversazione sulle magagne del sud d'Italia, della Basilicata in particolare.
A questo punto pensiamo che forse sulla costa avremo maggiore fortuna, sono zone di turismo balneare, quindi ci "tuffiamo" decisamente verso la costiera ionica. Atterriamo (o ammariamo? o approdiamo?) proprio a Scanzano, là dove terminò il viaggio degli eroi del film ispiratore.
Scanzano, la piazzetta della scena finale del film
Nelle mie guide ho un discreto elenco di agriturismi con punto sosta per camper, qui sulla costa sarebbe carino fermarci in un agriturismo in campagna, tanto per cominciare...
Credete sia facile? L'agriturismo indicato non si trova, giriamo per stradine poderali a vuoto, poi cominciamo a chiedere informazioni nelle cascine che incontriamo: nessuno lo conosce, però, sempre gentilissimi, ci indicano sommari percorsi per altri agriturismi, compreso uno chiamato "Padre Pio". Peccato che non ci siano cartelli ad aiutarci, nemmeno Padre Pio stavolta fa il miracolo...invece mio marito perde la pazienza e dichiara: "Basta con queste cose strane! Si va nel campeggio!"
Purtroppo l'unico campeggio di Scanzano Lido non ha gli scarichi per i camper...e noi ne abbiamo assoluto bisogno! Oramai mio marito batte la testa sul volante dalla disperazione...quando vediamo, quasi sulla spiaggia, un altro camper che pare installato stabilmente. Andiamo a chiedere e...ci svelano un segreto: nei bagni pubblici della spiaggia, alla sera, quando tutti se ne sono andati, si riesce a scaricare e a fare rifornimento d'acqua: loro vengono lì tutte le estati con questo sistema. Salvezza! E così può cominciare la parte marittima del nostro viaggio...
primo sguardo al mar Ionio
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DA UN FALCO AD UNA VOLPE
PASSANDO PER UN MATRIMONIO
Il mattino dopo, come promesso, il gestore del campeggio ci predispone l'attrezzatura per scaricare le acque nere e grigie del camper, cioè ci toglie le assi di legno che ricoprono un buco nel terreno vicino ad una fontana, da cui prenderemo l'acqua. Più rustico di così...
Siamo i soli clienti in questo luogo nascosto tra i monti e ci godiamo il prato pieno di fiori di montagna e frequentato da un numero incredibile di farfalle, di tante razze diverse, alcune non le ho mai viste. Vorrei fotografarne, ma è impossibile, mi volano intorno rapidissime e si fermano su ogni fiore solo per pochi secondi, pare mi vogliano prendere in giro...io piccola fotografa dilettante...
Invece...sento stridere nel cielo: ecco due falchi (o forse sparvieri...) roteare sopra di me: tento la sorte...che stavolta mi è favorevole...guardate...
Ormai nel nostro girovagare ci siamo allontanati dall'itinerario che avevamo previsto, abbiamo rifornimento d'acqua per i prossimi tre giorni e possiamo stare ancora un po' ad esplorare questo massiccio del Pollino. Così riprendiamo le stradine dissestate godendo dei bei paesaggi. Mio marito è più tranquillo, ora scherza sulle notre avventure in queste realtà così differenti da quelle a cui siamo abituati. O forse si è rassegnato ad una organizzazione...più disorganizzata del previsto...
Ad un tratto arriviamo in alto, ad un incrocio da cui si vede intorno un panorama grandioso, valli e monti da ogni parte, dove ci si sente piccoli piccoli e sembra che il vento voglia farti volare sopra tutta quella bellezza.
Proprio lì è stato messo questo cartello stradale che ci lascia perplessi: centro storico? Ancora una stranezza lucana?
Passiamo per la cittadina di Rotonda. Lì si produce un tipo di fagiolo molto tenero ed una melanzana rossa che sembra un peperone, dice la mia guida. Leggo anche che c'è un museo paleontologico, con resti di mastodonti ritrovati in zona, ma è tutto chiuso...ormai non ci meravigliamo più...
In una piazza vediamo ciò che resta del matrimonio degli alberi.E' una cerimonia che si svolge in primavera in molti paesi della Basilicata: uomini e buoi trasportano dai boschi al paese un altissimo tronco, per esempio di faggio, che viene innalzato sulla piazza e rappresenta lo sposo ("a pitu"). In cima viene legato un piccolo abete, che rappresenta la sposa (" a rocca") e la struttura resta lì sulla piazza fino alla cerimonia dell'anno successivo. Naturalmente è festa grande, con dolci, musica ecc... Sono riti di origine antichissima, propiziatori e simbolici, tra il sacro e il profano,che si mantengono ancora in questa regione.E mi fa ridere leggere in una macelleria questo cartello: "Noleggio buoi per cerimonie religiose".
Vicino a Rotonda ci sono alcuni paesi con gli abitanti di origine albanese: ma arrivarono molti secoli fa, sfuggendo alle invasioni dei Turchi. Sembra comunqu che abbiano mantenuto molte loro tradizioni antiche, insieme alla lingua. Sarei andata volentieri in quei paesi, ma non l'abbiamo fatto, però a Rotonda compro una collana in filigrana d'argento, da un giovane artigiano orafo locale. Lui mi spiega che aveva riprodotto nella lavorazione motivi tipici degli Albanesi, poi mentre mi fa una piccola modifica che gli avevo chiesto continua la conversazione.Tutti lì sono molto affabili, amano chiacchierare ed aiutarti se hanno l'impressione che tu abbia un minimo di difficoltà...così si sopperisce agli Uffici del Turismo che...o non ci sono o sono chiusi...
Insomma, ci suggesce di salire col camper ancora più in alto, dove avremmo trovato alcuni rifugi e spiazzi per passare la notte in tutta tranquillità. Dopo aver chiesto rassicurazioni che la strada fosse ben segnalata, abbastanza larga, ecc...partiamo.
Saliti senza difficoltà al rifugio Fasanelli, c'é uno spiazzo adeguato...e poco più in là, nell'area picnic ormai vuota visto che é l'imbrunire, una magnifica volpe si aggira tranquilla a rovistare fra i tavoli. Siamo sottovento, quindi scendiamo con le macchine fotografiche a scattare diverse volte prima che, voltandosi, si accorga di noi e si allontani trotterellando. Purtroppo non c'è più luce sufficiente per la mia macchina e la volpe è poco più di un'ombra scura con il muso e la punta della coda bianchi. Questo incontro mi mette allegria: la volpe la considero un po' il mio animale-totem e incontrarne una così...senz'altro mi porterà fortuna!
Ceniamo splendidamente al rifugio, dove, per la prima volta da quando siamo in Basilicata, accettano le carte di credito. E ci addormentiamo lassù, a 1350 metri...
Ah, naturalmente ci possiamo scordare di telefonare, non c'è campo, e internet funziona al rallentatore, quando ne ha voglia, in queste lande solitarie...
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LOST
Il film che avevamo visto per "prepararci spiritualmente" al viaggio ci ha ispirato a percorrere, tanto per cominciare, più o meno lo stesso percorso dei protagonisti, il cost to coast: dal Tirreno andremo sul mar Ionio.
Così partiamo da Maratea e dopo pochi chilometri e qualche tornante del mare non c'è più traccia, siamo già in mezzo alle montagne. La prima tappa è a Rivello (perchè ci offre un parcheggio comodo per trascorrere la notte): visitiamo il primo di tanti paesini abbarbicati sui monti, tutto un saliscendi e tante, tante scale che il giorno dopo ci fanno dolere i polpacci. Ma poi ci abitueremo e "reggeremo" sempre meglio.C'è una bella chiesa nella parte bassa del paese, con il convento, dedicati a Sant'Antonio. Sul davanti la chiesa ha un portico che sotto è affrescato: scopriamo che anche il chiostro è tutto affrescato, vi sono scene dai Vangeli mescolate a strane decorazioni di personaggi popolari e animali mitici.Sono opere del XVII secolo, alcune purtroppo molto rovinate, peccato perchè certe rappresentazioni sono proprio originali.
Un'altra sorpresa ci attende: al piano superiore c'è un museo archeologico che presenta in particolare i rapporti tra i Greci e i Lucani in quel territorio. Sono ricerche e ritrovamenti molto recenti. E' allestito molto bene, con spiegazioni chiare,vetrine e materiali esposti ben illuminati, di rado ne ho visti così...l'ingresso è gratuito e quando ci complimentiamo con i custodi loro ci regalano...il libro catalogo della mostra! Più unico che raro! Ho l'idea però che di visitatori non ce ne siamo molti...
Ripartiamo verso est, vorremmo fermarci a Lagonegro, ma non troviamo un "buco" per parcheggiare il camper, quindi proseguiamo. La strada si fa più stretta, più tortuosa, incrociamo pochissimi altre auto che, guarda guarda, sono tutte piuttosto piccole di cilindrata. Incontriamo anche, in mezzo alla strada, un rapace che cammina con un'ala rotta. Freniamo in tempo e gli permettiamo di affrettarsi verso il ciglio della strada e di tuffarsi fra i cespugli.
Il giorno dopo ci viene l'idea di andare a cercare, attorno a Latronico, delle grotte segnalate sulla guida e qui...comincia l'avventura. Le grotte non si trovano, ci impelaghiamo in strade sempre peggiori, quando il navigatore suggerisce "a 400 metri svoltare a destra su sentiero", pensiamo che sia il caso di rivedere il percorso...
Finiamo in un paese non segnato sulle nostre carte, per fortuna ha una piccola trattoria e possiamo pranzare. Il cameriere è un ragazzo dall'aspetto piratesco, con gli orecchini, molto gentile (come tutti comunque, sempre disposti a dare indicazioni e a fare due chiacchiere), si siede con noi e parliamo delle bellezze e dei problemi di questa regione...Anche alcuni anziani che sostano sotto gli alberi della trattoria partecipano alla conversazione...un piccolo mondo familiare...Esce dalla trattoria una vecchia tutta curva che cammina a fatica, si avvicina al nostro tavolo, ci squadra ben bene e dice: "Voi non siete di qui, siete forestieri!" La scena e la battuta sono uguali nella storia del mio teatro di maggio, mi aspetto che, come sulla scena, la vecchia voglia leggerci la mano...invece se ne va zoppicando...un déjà vu incredibile...
Dopo pranzo rinunciamo alle grotte e impostiamo il navigatore con l'indirizzo dell'area sosta camper più vicina: ma credo che il navigatore si sia offeso perchè ci conduce in mezzo ai boschi, non capiamo bene dove...finalmente vediamo il cartello dell'area nell'agriturismo, ma scopriamo che...è stato tutto smantellato! Ci dirigiamo alla ricerca di un'altra, a San Severino: anche qualche cartello stradale la indica, ma per noi è introvabile. Ci dirigiamo verso una terza area segnalata, però la situazione precipita: vaghiamo per i monti attorno, tornanti, stradine quasi impraticabili, indicazioni mancanti, ci rendiamo conto di ripassare da luoghi già percorsi senza venirne a capo, non ci capiamo nulla nè con la mappa cartacea nè col navigatore: pare che stiamo percorrendo una strada...inesistente! Ci affidiamo anche ad orientarci col sole, sappiamo che dobbiamo andare verso sud...ma senza troppi risultati.
Se all'inizio eravamo anche contenti di queste...digressioni fra boschi e montagne, man mano sale un po'di panico e non riusciamo più a godere dei panorami imponenti...se non avessimo trovato quel campeggio prima di buio, non è certo uno scherzo guidare di notte per quelle strade!
E' appena sparito il sole dietro al monte più alto quando nella penombra finalmente vediamo l'insegna e l'entrata del sospirato campeggio...Ormai bacio il terreno all'ingresso e abbraccio il gestore! Il quale però precisa subito: "Qui ancora non siamo molto attrezzati: la luce non c'è, dei servizi igienici ne funziona la metà, per prendere l'acqua domattina devo venire io a sistemare..."
Non ci importa nulla di tutto questo! Siamo arrivati, ci basta!
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STELLA CADENTE
Notte di luna piena tra questi monti del sud.
Cora esce sul prato davanti a casa, il grande cane dagli occhi buoni guardiano della fattoria le si avvicina con l'andatura silenziosa eredità dei suoi antenati lupi.
La luna alta attenua il buio e crea una notte di ombre, ombre che generano altre ombre mosse dal vento caldo.
In questa notte strana il vento si insinua nelle pieghe dei calanchi e ne fa uscire fantasmi di tempi lontani: carovane di mercanti orientali si avviano sui crinali, baroni e principi cavalcano e inseguono i falchi, briganti corrono lungo i pendìì intonando le loro canzoni di rivolta, una giovane poetessa triste canta il suo tempo e il suo amore tragicamente perduti...
In questa notte di luna piena d' agosto non sarà facile vedere le stelle cadenti, è troppo luminosa, ma vale sempre la pena tentare, come sempre, nella vita. Cora si sdraia sull'erba, il cane le si accuccia accanto, lei lo accarezza lentamente sulla testa.
Comincia a guardare il cielo, la luna è quasi ad ovest, si è abbassata. Bisogna cercare ad est, lasciarsi la luna alle spalle. Ecco le costellazioni giuste: Cassiopea sembra che danzi a braccia alzate, sotto di lei si allunga Perseo: la coppia delle notti stellate. Perseidi si chiamano anche le stelle cadenti di agosto...
Man mano che passano i minuti Cora distingue sempre più stelle in quella fetta di cielo...
...ecco, all'improvviso, la scia luminosa compare, passa, scompare...Quell'attimo che fa sempre sussultare e per un momento toglie il fiato...ma bisogna essere veloci ed esprimere il desiderio...
Quale desiderio? Non si raccontano i desideri delle stelle cadenti, altrimenti non si avverano.
Cora sorride, si rialza lentamente, rientra in casa. Il cane resta accucciato nel prato, al suo lavoro di guardiano.
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L' INIZIO
Eccomi finalmente! Avevo una gran voglia di raccontare, di raccontarvi...
Ma le cose spesso non procedono come si pensava, quindi ho dovuto aspettare...aspettare...
Un viaggio come questo, non si può riassumere solo alla fine, va descritto man mano e allora proverò a farlo lo stesso, anche se un po' in differita come tempi, sperando di ruscire a trasmettere emozioni e forse anche un desiderio di conoscere questi luoghi che meriterebbero molto di più.
Come Colombo prima di affrontare l'ignoto si fermò a La Gomera, ultimo avamposto conosciuto prima dell'Oceano, anche noi abbiamo deciso che la prima sosta in Basilicata sarebbe stata a Maratea, zona già visitata insieme ai figli molti anni fa. Lì vicino è in vacanza una nostra amica e passiamo a salutarla, fermandoci un giorno in spiaggia in sua compagnia.
costa presso Maratea
Il fascino disordinato del sud d'Italia ci sta già avvolgendo, soprattutto se ci viene in mente l'efficienza e la organizzazione che abbiamo vissuto negli ultimi anni durante i nostri lunghi viaggi in Francia. L'attuale ...disorganizzazione e i disguidi fanno brontolare mio marito più del solito, lui sempre così preciso e pignolo. Spero che si calmi...intanto per sentirlo il meno possibile mi concentro sull'organizzazione delle prossime tappe, consultando guide e cartine...e scopro che in Basilicata le aree di sosta per i camper sono molto poche: noi ogni tre giorni al massimo dobbiamo trovarne una per scaricare il sudicio e fare rifornimento di acqua. Ecco un punto fermo: queste aree saranno mete irrinunciabili, da cui si dovrà partire per organizzare percorsi ed esplorazioni. Comincia a venirmi l'idea che potrebbe essere un'avventura più di quanto immaginato...
E sulle guide leggo di briganti, di antiche conquiste, di Greci arrivati fin qui in tempi omerici sospinti dai venti...ancora la Grecia a dominare su questa estate 2011! ELLAS AKOMA!
Le prime notti lucane in campagna aiutano a fantasticare: sono le prime di tante notti sotto cieli stellati, tra rari richiami di grilli e di uccelli...dove anche il lieve ticchettio sui tasti del cellulare, per mandare un messaggio di buona notte, pare che risuoni alto in quella silenziosissima oscurità.
primo tramonto in Basilicata
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Inviato da: atapo
il 26/07/2024 alle 23:10
Inviato da: la.cozza
il 10/07/2024 alle 09:57
Inviato da: atapo
il 23/03/2024 alle 19:21
Inviato da: lalistadeidesideri79
il 15/03/2024 alle 11:02
Inviato da: atapo
il 21/01/2024 alle 23:41