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Messaggi di Luglio 2012

HANNO DETTO, HANNO SCRITTO

Post n°865 pubblicato il 30 Luglio 2012 da atapo
 

GUARDANDO  INDIETRO



 

 

"Ma ciò che volevamo nè lui, nè alcun altro, nè il toccar legno o la lastra di marmo del tavolino, avrebbero mai potuto portarcelo.

Ma quella sera noi non lo sapevamo ed eravamo molto felici."

(Ernest Hemingway, Festa Mobile, pag 206)


 

Hemingway con la moglie Adley, ai tempi di Parigi

 
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TENTAZIONE

Post n°864 pubblicato il 28 Luglio 2012 da atapo
 

 

LA PETITE ROBE FLEURIE

 


 

Devo andare in centro. Dovrei solo passare a prendere i biglietti del treno per Montelupo (c'è da fare la baby sitter laggiù prossimamente), ma come al solito ne approfitto per un giretto quasi senza meta, nonostante il caldo, almeno ho l'impressione di sfruttare meglio la mezz'ora di autobus che occorre per l'andata e altrettanta per il ritorno...ed è un misero tentativo di sfuggire ad altri pensieri...

E' periodo di saldi, lo so, ma non mi attira nulla in questo momento, se guardo le vetrine è solo per un motivo “estetico”, bello questo, bello quello e finisce così.

M fermo davanti ad un grande negozio di abbigliamento: ci sono esposti vestiti da donna molto carini, ricordo che l'estate scorsa ne comperai uno, che fu molto apprezzato...

L'ingresso è libero, io non ho fretta, entro e giro tra i carrelli porta-abiti senza idee precise, mi incuriosisce guardare le fantasie dei colori, le linee di moda quest'estate. Su un carrello fitto di grucce con abiti da signora, molti di un tipo, molti di un altro, ogni modello in diverse sfumature di colore, all'improvviso l'occhio mi cade su una manica (solo quella si vede, tanto sono fitti) di colori completamente diversi dagli altri. E' la curiosità che mi spinge ad allargare un po' e a tirare un po' fuori tutto ciò che è attaccato a quella manica...e resto a bocca aperta: un abitino molto grazioso, su fondo nero ci sono mazzetti di fiori dai colori vivaci, rossi, gialli, bianchi, ha le spalle scoperte con due bretelle di media larghezza, una piccola balza sul davanti, la linea è abbastanza aderente...Mi viene in mente che molti anni (e molti chili) fa ne avevo uno che gli assomigliava: lo portavo d'estate soprattutto al mare quando uscivamo la sera anche solo per un gelato con i figli... decisamente non un abito da educanda, allora ero giovane e nonostante i due figli piccoli al seguito ogni tanto avevo voglia di sentirmi un po'...sexi, faceva parte del relax delle vacanze.

Sul carrello ne è rimasto solo uno di questo tipo...che effetto mi farebbe indossarne ora uno così? Lo sguardo mi cade sul cartellino: prezzo molto ragionevole, taglia...la mia! Penso che poi spesso le taglie non mi tornano, magari dentro ci starei strizzata come una mortadella...però...negli ultimi tempi disperati ho perso alcuni chili, unico aspetto positivo...

Ma in che occasioni lo indosserei? Nessuna prospettiva estiva vacanziera in vista, quasi nulle le uscite serali e la maggior parte in scooter assolutamente proibitivo per un abito corto e aderente, se usciamo e portiamo con noi anche la suocera, con un abito simile io dovrei sostenere i suoi sguardi di riprovazione e mio marito i suoi commenti “Ma lasci andare in giro tua moglie vestita così?” (già accaduto)

Forse a settembre se ci ritroveremo con gli amici del teatro, con loro mi sento a mio agio anche se mi vesto un po' strano...

Mentre la mia testa medita su tutto questo, la mia mano ha già tolto il vestito dal carrello, i miei occhi hanno già fatto un cenno d'intesa alla commessa che controlla e consiglia, le mie gambe...mi hanno già portato nel camerino-prova.

Oh, lo so cosa rischio! Provarsi un abito è già cedere alla tentazione per una buona metà, anche se una parte di me ancora cerca di convincermi: “E' solo per vedere l'effetto!”

In questi camerini non ci sono specchi, bisogna uscire e guardarsi nei molti specchi sparsi per il negozio, uno è proprio di fronte al mio camerino...

Così, appena apro la tenda e mi vedo, non credo ai miei occhi: sono io, ma sono anche un'altra persona...mi vedo come tanti anni fa, mi sta a pennello, un effetto strano, ma...molto positivo!

Sento dietro di me la voce allegra della commessa: “Signora, le sta veramente benissimo, è proprio fatto per lei!” Sfido, lo dice per vendere meglio, è il suo mestiere, penso, ma per un attimo il mio sguardo incrocia quello di un signore che probabilmente aspetta la moglie che sta in un altro camerino e...beh, il suo sguardo esprime all'incirca lo stesso concetto ...e lui non deve vendere proprio nulla!

Come va a finire? Lo compro, naturalmente!

Anche se so benissimo che corro il rischio di lasciarlo nell'armadio per questa estate.

Ma voglio essere ottimista, stavolta.

 
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CUCINA DI MARE

Post n°863 pubblicato il 25 Luglio 2012 da atapo
 

 

FIRENZE CHE NON TI ASPETTI

 

 

Renoir, Déjeuner des canotiers


Un viaggio ai tempi di community e di blog ha una possibilità in più: l'incontro con qualcuno che si è conosciuto soprattutto come “amico di tastiera” ...la promessa di rivedersi ancora, in una città o in un'altra, il mondo diventa più piccolo, le amicizie diventano più numerose e più varie...

In questi giorni è turista a Firenze un amico di blog (con signora), quindi tre “donzelle” fiorentine, che forse, pur abitando nemmeno troppo distanti l'una dall'altra, senza internet mai si sarebbero incontrate nella realtà avendo vite e destini completamente diversi, hanno pensato ad una cena tutti insieme, con l'aggiunta dei rispettivi coniugi, tanto per arricchire ancora di più il gruppo.

Ma dopo una giornata di immersione totale nell'arte e nella città storica abbiamo proposto ai nostri ospiti un'esperienza diversa: lontani dalla frenetica e rumorosa movida serale del centro di una Firenze estiva dove è un'impresa parcheggiare!

Allora ieri sera... via al tramonto verso la periferia, l'estrema periferia: l'auto ha attraversato il più moderno ponte sull'Arno mentre il sole che si abbassava cominciava a tingere l'acqua di rosato, verso luoghi dove le strade diventano argini di canali e confini di orti e campi, dove le case non formano più quartieri, ma borghi di origini antiche che avrebbero anch'essi storie da raccontare tra qualche porta incorniciata di pietra e qualche madonnina di terracotta sui muri agli incroci per proteggere da superstizioni lontane nel tempo. Pare di essere in un altro mondo e invece siamo a pochi chilometri dal centro. E lì siamo arrivati ad una pizzeria-trattoria, talmente modesta che non ha neppure un nome, è collegata ad un circolo e la si conosce tramite il passa-parola di chi l'ha scoperta e vi ha mangiato bene. Io c'ero stata diverse volte con i colleghi di scuola e le classi per le cene di fine quinta.

Il vento forte, ma rinfrescante, di tutta la giornata stava calando e abbiamo cenato all'aperto, la tavolata aveva come sipario una fila di oleandri fioriti, gli avventori erano pochi, la nostra serata è stata perfetta.

Si mangia davvero bene, il pesce è la loro specialità, gustando la pizza ai frutti di mare, le linguine all'astice e altri primi “marinari” potevamo credere che dietro quegli oleandri ci fosse davvero il mare...anche perchè i nostri discorsi hanno avuto tra gli argomenti le vacanze...passate, future prossime e remote. Ma si è parlato di tutto: ci sono esperienze che quando scriviamo e ci leggiamo nei blog suscitano curiosità e domande che è bello esternare finalmente guardandoci in faccia, poi la conversazione si allarga, prende strade nuove a raccontarci la vita che non finisce tutta nei nostri post, ci si conosce meglio, magari si fanno progetti insieme...

Senza mai guardare l'orologio siamo stati gli ultimi a uscire dal locale, quando il cameriere cercava di farci capire che...insomma...avrebbe anche chiuso ...

Peccato! Saremmo rimasti volentieri ancora insieme!

Ci siamo avviati alle auto tra le casette silenziose e la strada deserta, il vento era completamente caduto e la notte era tiepida, annuncio della prossima giornata afosa...

Poi i saluti... e il ritorno alla vita normale, fine della ricreazione.

Credo proprio che questa serata sarà uno dei ricordi più positivi di questa mia estate difficile...

Stamattina di nuovo caldo torrido, scopro che è San Giacomo, penso a Giacomo Leopardi, ne ho parlato da poco, il nostro amico di blog ne è appassionato, mi viene in mente anche un altro Giacomo, di cui amo le canzoni, che ha cantato il suo “plat pays”, un po' simile a questa Firenze insolita che ci ha ospitati ieri sera...



 

 
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SCENE DI ORDINARIA FAMIGLIA

Post n°862 pubblicato il 22 Luglio 2012 da atapo
 

 

FARANDOLA



 

Mia figlia aveva scoperto un nuovo negozio equo-solidale, naturalista, biologico ecc ecc: sono la sua passione e voleva andare ad esplorarlo. Ma da sola con i due bebé al seguito sarebbe stata un'impresa impossibile, quindi mi aveva chiesto se ero interessata (!!!) ad accompagnarla. Da brava nonna ho acconsentito, ci siamo accordate, ho pensato: “Speriamo stiano tranquilli...”

Venerdì mattina poco prima delle nove la telefonata: “Puoi venire, stiamo GIA' facendo colazione.” Quel GIA' mi sembra un buon segno e vado a prendere il bus, dopo una ventina di minuti apro la porta a casa loro. Mi vengono incontro nell'ordine: Martino che salta felice in canottiera senza mutande, il gatto Beto che mi si avvinghia subito attorno alle gambe a chiedere carezze, Damiano che gattona nudo col pannolino. E io che credevo fossero ormai pronti! Mia figlia sta tentando di lavarsi...Convinco Martino a vestirsi, anzi lo aiuto, mentre lei veste l'altro e gli cambia il pannolino che è...ben farcito. Ora dovrebbe prepararsi lei, mentre io li intrattengo...E' il gatto ad avere l'idea di uscire nel loro piccolo giardino e i bimbi lo seguono. “Lascia che vadano” grida dal bagno mia figlia, io seguo il terzetto per controllare: il giardino è ormai quasi tutto al sole, Damiano aveva avuto un colpo di calore...Beto è il più furbo perchè si rifugia subito all'ombra folta dei cespugli di alloro, lui ha spazio sufficiente disteso lì sotto, anche se è grande e grosso quasi quanto Damiano. Invece i due “umani” prima fanno vari equilibrismi sulle poltroncine del giardino, poi Damiano rincorre una palla nell'erba colpendola con la paletta, Martino fa i travasi con la sabbia che ha portato dal mare, dalla carriola a vari altri mezzi di trasporto formato mini. “Lascia che facciano” dice mia figlia. Quando lei è pronta però i due sarebbero da passare sotto la doccia, abiti compresi. Facciamo finta di non vedere, una lavata veloce alle mani (almeno quelle...) e si parte, ognuno nel suo seggiolino, tranne il gatto Beto che resta in casa solo, dopo che ha fortemente protestato miagolando quando lo abbiamo stanato dal fresco sotto l'alloro. Naturalmente non sappiamo esattamente la strada, bisogna guardare la mappa, i sensi unici, le deviazioni per i lavori stradali, rispondere a Martino che chiede ogni due minuti: “Dove andiamo? Quando arriviamo? Là c'è da mangiare?”. Finalmente ecco il negozio, col parcheggio sotto i pini, per cui appena sceso Martino vuole cercare i pinoli e portarsi a casa anche un po' di “erba secca” (tranquilli, sono gli aghi dei pini...). Prima di entrare li facciamo bere entrambi, sperando siano idratati per un po'.

Naturalmente un negozio così...naturale ha uno spazio attrezzato per i bambini: tavolino, seggioline, fogli e colori, la lavagna verticale con i gessi. Mi sembra ottimo, ma scopriamo subito che è impossibile lasciarli e guardare tutte e due gli scaffali lontani dal loro raggio di azione...

Allora facciamo a turno: quando tocca a me stare nella mini seggiolina devo convincere Martino che i tappi dei pennarelli non servono per allungarsi le dita, poi devo disegnargli una balena che lui “immerge” nel mare colorando blu il resto del foglio, le mani, la maglietta... prima aveva già usato i gessetti sulla lavagna impolverandosi da capo a piedi. Suo fratello è ancora attirato dai gessetti, per fortuna non li mangia, apprezza il fatto che se li tira lontano...si moltiplicano, ma l'effetto su mani e vestiti è uguale per entrambi: polvere su polvere! Poi fa una passeggiata un po' a gattoni un po' tenendomi per un dito, fino ad un anziano signore che beve il caffè (biologico) a cui rivolge splendidi sorrisi. Ora Martino correndo e ballando intrattiene la commessa, che gli dice indicandomi: “Sei con la zia...” O non ci vede bene o debbo prenderlo come un complimento...

Abbiamo comprato diverse cose interessanti, arriva il momento di pagare, finalmente. L'anziano signore va alla cassa (è tutta una cosa familiare) e ci congeda dicendo: “Come sono stati bravi questi bambini!” Non oso pensare a bambini NON-bravi...

Risaliamo in macchina e li imprigioniamo nei seggiolini. Ora sono stanchi e il ritorno è un continuo “Ho sete! Ho finito il tarallino, me ne dai un altro? Mi è caduto il tarallino! Si sono sparpagliate le figurine!” Chi assilla con le parole, chi si fa intendere frignando e strillando, entrambi si rovesciano l'acqua addosso... Davanti la madre guida, la nonna è imprigionata dalla cintura di sicurezza, è una contorsione continua...fino a casa mia, perchè vogliono passare a salutare il nonno e la bisnonna.

Mia figlia si butta esausta sul divano, accanto a mia suocera, i due si buttano sullo scatolone giocattoli-pronto-intervento e velocissimi li tirano fuori...cercando quelli che sono sul fondo e litigandosi lo stesso oggetto finchè non riesco a dirottare Damiano sui peluches che a lui piacciono più che al fratello: vorrebbe giocarci con la bisnonna. Martino deve fare l'immancabile passeggiata ai piani superiori: è da poco che ha avuto il permesso di salire con noi le nostre ripide scale e va molto fiero di questo riconoscimento dell'essere già grande! Naturalmente spesso ridiscende con qualche “tesoro”: stavolta, visto il livello di sporcizia raggiunto nella mattinata, gli regalo una piccola saponetta di quelle degli alberghi, così a casa si laverà più volentieri. Mia figlia si rialza sospirando dal divano...riordiniamo i giocattoli (più o meno, si apprezza l'intenzione...), un figlio in braccio e l'altro per mano si avvia all'auto e ad affrontare il resto del giorno.

Mia suocera si abbandona sul divano e si assopisce, mio marito si dichiara stanchissimo pure lui, a me sembra...di avere appena terminato di ballare una farandola, lunga tutta la mattinata! Però, come quando ballavo da giovane, sento di essermi proprio divertita...

 
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VITA QUOTIDIANA

Post n°861 pubblicato il 19 Luglio 2012 da atapo
 

 

EMOZIONI ESTIVE

Poco prima di partire per l'Umbria mio marito ricevette una gentile comunicazione: lo informavano che nel calcolo della sua buonuscita (è il pensione dal gennaio 2008!!!) erano stati fatti degli errori, quindi avrebbe dovuto restituire un malloppo di euri considerevole, diciamo cifra a tre zeri...e con cortese sollecitudine, per non incorrere bla...bla...tasse, sovrattasse, multa ecc...

Lui che di solito si riduce a fare i pagamenti l'ultimo giorno prima della multa (e a volte anche dopo), visto che stavamo per partire, per non correre il rischio di dimenticarsene stavolta ha pagato IMMEDIATAMENTE.

Appena tornati un suo amico ed ex-collega gli ha telefonato: anche lui aveva ricevuto lo stesso INVITO, ma prima di pagare si era informato, aveva riguardato, rifatto i conti con la segretaria amministrativa...e aveva scoperto che...doveva sì restituire qualcosa, ma MOLTO meno di quanto richiesto! Anche mio marito allora ha ripreso in mano tutta la sua documentazione, è andato dalla segretaria...sorpresa! Nemmeno da lui i conti erano giusti, avrebbe dovuto pagare MOLTO MENO!

Però aveva già pagato!!! Naturalmente ha fatto il ricorso e tutto quello che si poteva fare, sperando di riavere indietro i soldi in più (non pochi)...Che dite? Con quello che si sente in giro e i tempi biblici delle restituzioni dello stato italiano...cosa ci dobbiamo aspettare? Temo un “peggio per te” e basta...

Ma le emozioni del dopo Umbria non finiscono qui.

Nei primi giorni o funzionava internet o funzionava il telefono, dovevamo scegliere. E poiché quasi sempre sceglievamo internet, figli e parenti che trovavano il telefono muto si erano preoccupati e si erano buttati sui cellulari che noi spesso teniamo spenti o lontani da noi ...Abbiamo dovuto chiamare il tecnico (più vero tecnico di mio marito), per fortuna gratis perchè era compreso nel contratto.

Si è rotto l'aspirapolvere.

In cucina si è rotto il tubo dell'acqua sotto il lavello: inondazione nel mobiletto dei raccoglitori per la differenziata, che galleggiavano...

Si è rotto lo scarico del lavandino in bagno: qui ad essere inondata è stata la biancheria sporca, abbiamo pregato che non si rompesse proprio ora definitivamente anche la lavatrice, che da mesi sbuffa, cigola e borbotta in modo sempre più minaccioso e non riusciamo a capirne la ragione...

Dissi già che durante la nostra assenza i muratori che lavorano nell'appartamento attiguo al nostro ci avevano sfondato il muro: dietro nostro cortese sollecito un pomeriggio della settimana scorsa sono venuti a chiudere il buco, hanno riempito di polvere e poltiglie varie mezzo corridoio, hanno detto che sarebbero tornati a dare il bianco...non si sono più fatti vedere. Stamani avevano detto che sarebbero venuti nel pomeriggio, ma li ho già sentiti che se ne andavano, diamine, sono già le 18!

Gli stessi muratori stanno ristrutturando quell'appartamento dall'inizio di giugno: il padrone di casa, un simpatico ragazzo, ci aveva avvertito, scusandosi: “Dovranno trapanare e martellare per alcuni giorni, abbiate pazienza...”

Gli “alcuni” giorni non sono ancora finiti e pare che i muratori si mettano d'impegno a fare il massimo del concerto per trapano e martello dalle 13 alle 18 di tutti i pomeriggi...io ormai sono a pezzi, mi sembra di stare seduta sulla poltrona del dentista tutte quelle ore, per di più con questo caldo...

Dulcis in fundo, mia suocera naturalmente è sempre qui da noi...ma su questo stavolta non voglio infierire...

Che estate emozionante, vero?

Via, consoliamoci con qualche rosa dall'Umbria...


 

 
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UN TEMPO LONTANO

Post n°860 pubblicato il 16 Luglio 2012 da atapo
 

 

PICCOLA GRANDE MARSIGLIESE

 

Come promesso, ecco la storia di quel lontano ricordo...

Erano i primi giorni di maggio 1998 (quanto tempo fa ormai!), io mi trovavo a Dunkerque, nell'estremo nord della Francia (infatti quella regione si chiama proprio Nord). Come ho fatto per sei volte durante la mia carriera di insegnante di francese, accompagnavo una classe di quinta elementare impegnata in uno scambio culturale con coetanei francesi. La regione così diversa dalla nostra Toscana era molto interessante, la città affascinava i bambini col suo eroe, il corsaro Jean Bart, di cui era stata donata ad ognuno (insegnanti compresi) una intrigante biografia a fumetti...

Quella volta lo scambio aveva una marcia in più, infatti eravamo inseriti nelle manifestazioni per la Festa dell'Europa, il 9 maggio. Insieme a noi erano state invitate altre classi provenienti dai paesi della Comunità Europea, ognuna gemellata con una classe di Dunkerque che faceva gli onori di casa, quindi la città in quei giorni era tutta un pullulare di bambini e di lingue diverse...Davvero molto bello, anche perchè si sa che i bambini fanno subito amicizia, tutto era di buon auspicio per i piccoli Europei che sarebbero cresciuti con queste esperienze.

Noi eravamo alloggiati in un ostello molto spartano, ma in riva al mare, con vedute impagabili delle maree e dei tramonti nordici primaverili lunghissimi e coabitavano con noi i bambini e gli insegnanti croati, motivo di interminabili partite di calcio Italia-Croazia nei momenti serali...Mamma mia, i ricordi mi si affollano, devo cercare di non perdere il filo...e di non annoiarvi...

Il 9 maggio tutti avremmo partecipato ad una sfilata per il centro città, i bambini avrebbero portato le bandiere dei loro stati, si sarebbe esibita la corale delle scuole cittadine, infine sulla piazza, accanto alla statua di Jean Bart, sarebbero state scoperte delle sculture di gesso fatte dagli alunni delle scuole locali, rappresentanti qualcosa di caratteristico di ogni stato. Per l'Italia saltò fuori dall'impacchettatura...la torre di Pisa! Pare sia il monumento più conosciuto all'estero.

Molte iniziative erano state organizzate nei giorni precedenti, spesso eravamo accompagnati da anziani Italiani emigrati lassù, membri dell'associazione Italia a Dunkerque, mi chiesero anche se avessi avuto piacere di andare ad insegnare lì da loro, l'associazione mi avrebbe aiutato e richiesto al Ministero italiano...Che tentazione...ma ecco che divago un'altra volta....

In uno di quei giorni andammo in visita in una scuola che aveva svolto ricerche sull'Italia, per ammirare i risultati del loro lavoro: cartelloni, disegni, brevi poesie e canzoncine in nostro onore.

I miei scolari erano contenti ed ammirati e mi proposero: “Gli cantiamo anche noi una canzone in francese?”

Certo, quale volete cantare?”

La Marsigliese!”

Io alle quinte insegnavo sempre la Marsigliese, ma cercai di dissuaderli, dicendo che era molto impegnativa, che i Francesi sono molto fieri del loro inno e che se non l'avessero cantato bene avremmo fatto una figuraccia, quasi un affronto...Nulla da fare, insistevano...Mi rassegnai, feci ancora raccomandazioni, dissi al pubblico che anche i piccoli Italiani avevano una sorpresa...ecc... salimmo sul palco e cominciai a dirigere il coretto, come quando eravamo nella nostra aula...

Devo dire che la cantarono splendidamente e si meritarono gli applausi.

Durante il canto vedevo con la coda dell'occhio un anziano signore che si era alzato in piedi, stava ritto appoggiato al bastone e teneva la mano sul cuore, alla fine era visibilmente commosso. Anche i miei piccoli cantori se ne erano accorti, si avvicinarono a me chiedendo sottovoce: “Chi è quello?” mentre si avvicinava pure lui e mi diceva che era un vecchio maquis (partigiano), che per lui quell'inno significava tanto nella sua vita e averlo sentito cantare quel giorno con tanta passione da un gruppo di giovani per lo più di un'altra terra gli aveva trasmesso un'emozione molto forte...e ci ringraziava tanto...

Dovetti tradurre tutto ai bambini e alle due colleghe italiane, mentre anch'io mi stavo commuovendo...

la piazza di Dunkerque dove terminò la sfilata,

la statua del corsaro Jean Bart

 
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W LA FRANCE !

Post n°859 pubblicato il 14 Luglio 2012 da atapo
 

 

ALLONS ENFANTS...


Il 14 luglio nacquero Klimt e Modigliani. Nacque anche, diciassette anni fa, mia nipote figlia di mio fratello, artista pure lei, a cui auguro una brillante carriera...

Giorno importante...ed è anche la festa nazionale in Francia, questa terra a cui sono così legata...

In Francia i festeggiamenti cominciano la sera prima, quando si aprono i balli popolari nelle caserme dei pompieri, oggi c'è la grande sfilata a Parigi e stasera ci saranno i fuochi artificiali un po' dappertutto.

I Francesi fiorentini e toscani, insieme ai loro amici, hanno festeggiato ieri in serata, non all'Istituto Francese in centro città ma in un altro piccolo territorio francese in terra toscana: una bellissima villa sulle colline fiorentine, sede distaccata della Sorbonne, sul cui cancello sventola la bandiera bianca rossa e blu.

Gli invitati a questa festa sono scelti, devono passare un doppio controllo agli ingressi...insomma, una cosa abbastanza esclusiva!

Quest'anno siamo stati invitati anche noi del gruppo teatrale, per la prima volta: che onore! Forse stiamo acquistando una certa importanza fra le attività dell'istituto! Naturalmente sono stata ben contenta di aderire e ho chiesto informazioni alla mia amica insegnante che coordina il gruppo e che mi avrebbe dato il passaggio in auto.

Lei mi ha detto che era un party e che tutti erano eleganti, così sono entrata un po' in crisi per il look, dato che le mie occasioni mondane sono nulle e mi veniva in mente solo la fatidica frase femminile “Non ho niente da mettermi”, non perchè abbia gli armadi vuoti, anzi, ma perchè non sapevo immaginare qualcosa di adeguato, non troppo...ma nemmeno troppo... Insomma, io di solito vesto molto semplicemente...

Alla fine ho deciso per una blusa leggera senza maniche bianca tipo raso, una gonna di voile un po' scampanata a fiori bianchi su fondo blu, un leggerissimo golfino blu a maniche corte (sapevo che sulle colline dopo il tramonto avrebbe fatto fresco). Poi una lunga collana di piccole perle a molti giri, tipo anni '20, di color rosa quasi fuxia (ricordo di Tenerife), infine mi sono lanciata nelle scarpe aperte in punta, traforate, color crema molto chiaro come la borsetta e..udite udite! col tacco molto più alto di quello che porto di solito (ma non sono arrivata ad altezze vertiginose!). Sì, mi sentivo elegante!

Lassù ci siamo ritrovati in quasi una decina del gruppo del teatro, molti sono già partiti per le vacanze, e ci siamo intrattenuti con molto piacere a raccontarci un po' di tutto sulle nostre ultime vicende personali e a rievocare i nostri “trionfi”, facendo così pubblicità al gruppo con altri conoscenti che lassù ognuno di noi incontrava. E anch'io, che credevo di essere un po'...isolata, ho ritrovato a sorpresa alcuni insegnanti che avevo conosciuto negli anni passati...

 


 

Ci sono stati i discorsi ufficiali da parte dell'ambasciatore di Francia e del consigliere della Provincia, poi hanno suonato i due inni nazionali tra il silenzio commosso di tutti, infine si è aperto il buffet. E poiché le amicizie si rinsaldano a tavola, anche quelle fra i popoli, il buffet era splendidamente franco-toscano: dalle quiches di verdure alle schiacciate farcite, dalle insalate di pasta al cous cous freddo, dai salumi nostrani ad una distesa profumatissima di formaggi d'oltr'alpe, dalle crostate ai biscotti della Bretagna...

 


 

Lo champagne si affiancava ai vini italiani di un'enoteca nota a livello nazionale...E questo aveva ingelosito mio marito che avrebbe fatto carte false per poter essere presente e...degustare i prodotti di questa enoteca per lui irraggiungibile a causa dei prezzi... Ma nulla da fare: l'invito era “strettamente personale” , gli ho detto che se l'anno prossimo si deciderà ad entrare nel gruppo di teatro avrà qualche speranza...

Insomma, è stata una serata piacevole in un ambiente molto bello, una nuova occasione di incontro tra amici...

Anche le mie scarpe, quasi mai indossate e col tacco così alto, non mi hanno fatto soffrire...

E mentre ascoltavo l'inno nazionale francese mi è tornato alla mente un ricordo lontano: lo stesso inno, cantato a..., la commozione uguale, o forse maggiore.

Ma questa è un'altra storia, che prometto di raccontarvi la prossima volta.

 

un delizioso e patriottico "toutou"

 

 
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UN GIOIELLO NASCOSTO

Post n°858 pubblicato il 12 Luglio 2012 da atapo
 

 

VISSO

 

Nel nostro girovagare per le strade del Parco dei monti Sibillini, sconfinando per qualche chilometro dall'Umbria nelle Marche, sempre alla ricerca delle aree di sosta con rifornimento d'acqua ( sono le necessità della vita in camper a dirigerci), siamo arrivati ad un paese di cui ignoravamo l'esistenza, con questo strano nome: VISSO.

E' stata una bella sorpresa: innanzitutto l'area di sosta è appena dietro le ultime case, lungo una strada incassata in una gola e accanto ad una parete scoscesa piena di alberi: tenendo conto del giro del sole riuscivamo ad essere all'ombra per tutto il giorno e a goderci del venticello e del fresco della vegetazione.

Il paese è molto grazioso: tranne piccole zone moderne di periferia, per la maggior parte ha ancora strade, case e palazzi del medioevo e del rinascimento, ma tutto è perfettamente conservato, non vi sono tracce di abbandono e disfacimento come in tanti altri paesi antichi che mi è capitato di visitare. Vi sono i negozi e i servizi della vita di oggi, ma inseriti con molto garbo in questa architettura del passato e il tutto non dà fastidio, ma sembra molto naturale che debba essere così.


 

Si esce da questo centro storico attraverso diverse porte “d'epoca”, vi sono anche piccoli parchi e zone verdi deliziose, una è alla confluenza dei due fiumi, Nera e Ussita, quasi nel centro del paese. Andate a vederlo, merita davvero! Per noi è stato, per alcuni giorni, la base dove tornare a dormire dopo le esplorazioni giornaliere Ci sono vari ristoranti, quasi sulla piazza centrale c'è una semplicissima pizzeria-trattoria, Wanted si chiama, dove abbiamo pranzato e cenato con molta soddisfazione e poca spesa...


 

Ma questo paese, già così bello di suo, possiede un vero tesoro nascosto: nella chiesa sconsacrata di Sant'Agostino (la casetta nella foto) c'è un museo pinacoteca, con quadri di scuola marchigiana, umbra e laziale (anche un Orazio Gentileschi), con statue lignee di Madonne con Bambino, una più bella dell'altra e...udite udite! ...un discreto numero di manoscritti di Giacomo Leopardi, lettere, idilli, sonetti, esposti e spiegati con tutto l'onore che meritano! Come sono finiti qui, in questo luogo semisconosciuto? Fu un sindaco poco dopo l'unità d'Italia ad acquistarli da un tale Prospero Viani, che li aveva conservati con cura da quando Leopardi li aveva portati in tipografia per stamparli...Una storia curiosa ben raccontata nei pannelli esplicativi.

Quando nella guida lessi di questo museo, dissi subito a mio marito che volevo visitarlo: a lui non interessano i “reperti” della vita degli artisti e mi ha accompagnato solo per cortesia, magari per vedere i quadri. Io davanti a quei foglietti ingialliti, a quella calligrafia minuta, a quelle correzioni, ho ripensato a tutto ciò che sapevo di Leopardi, a quegli angoli di Recanati diventati eterni attraverso le sue parole, a tutti i sentimenti e le angosce che ha saputo esprimere in modo così universale...e mi sentivo come un brivido di emozione, di fronte a qualcosa di un valore immenso...

Mio marito guardava e taceva, non faceva lo spiritoso, come fa troppe volte...

Mi pareva che fossimo come in un tempo sospeso che comprendeva molti altri tempi e altri luoghi e altre sensazioni...

Poi siamo usciti ed è stato il ritorno alla realtà e al sole abbagliante della tarda mattinata.

Poco dopo mio marito mi ha confessato: “Sai, ho provato una strana cosa dentro di me mentre leggevo quei manoscritti, soprattutto l'Infinito...non credevo di emozionarmi tanto...”


(ho fotografato la cartolina comprata come ricordo,

naturalmente fotografare l'originale era PROIBITISSIMO !)

 
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IN UMBRIA

Post n°857 pubblicato il 08 Luglio 2012 da atapo
 

 

CONTRASTI

Nel corso degli anni, tutte le volte in cui volevamo fare un viaggetto abbastanza breve ed io chiedevo a mio marito: “Dove vuoi andare?”, la sua risposta era sempre identica: “In Umbria.”

Forse per quell'aria e quella fama di misticismo consona alle sue segrete (mica tanto) aspirazioni, forse, più prosaicamente, perchè in Umbria il mare non c'è ed io non avrei potuto (mia aspirazione per nulla segreta) trascinarlo davanti alle onde o addirittura, somma tragedia per lui, farlo salire su un' imbarcazione...

A volte mi ero ribellata, a volte in Umbria c'eravamo andati, anche due anni fa alla conclusione del primo atto della “Storia con la suocera”.

Stavolta io non avevo voglia di programmare proprio nulla, né forza di insistere, per cui alla sua decisione IN UMBRIA!...bene, che Umbria sia! Magari in qualche angolo che ancora non avevamo esplorato.

Ma stavolta si dovevano fare i conti anche con questo caldo infernale...

Nei primi giorni abbiamo visitato alcune cittadine, graziosissime, suggestive e...medievali come sanno esserlo le città dell'Umbria: Orvieto, Todi, Montefalco, Norcia e altre meno famose.



 

Tutte però con strade in salita, con termometri che segnavano 36° e raramente accarezzati da brezzoline collinari: era caldo anche il vento! Io giravo instupidita dalla calura, cercando di apprezzare quelle strade, quegli edifici di pietra, quegli scorci di paesaggi romantici, ma con una fatica immensa, avevo poca voglia anche di fotografare...e mi sentivo molto nervosa, altrochè rilassarmi! Le aree di sosta per camper erano tutte desolati piazzali al sole e i pochi metri quadrati dentro al camper erano sempre bollenti nonostante il sistema di ventilazione, tutto mi diventava insopportabile, anche lo stare 24 ore su 24 così a stretto contatto col coniuge: si creavano correnti elettriche esplosive e non in senso romantico e passionale.

Lui uno scopo ce l'aveva: fare rifornimento di vini locali, visto che la nostra cantina è sguarnita e la Sicilia è sfumata. Così c'erano anche le peregrinazioni, per me noiose, tra i produttori e le fattorie di quelle zone, molto quotate... Nemmeno i ristoranti mi davano soddisfazione, nonostante avessero tutti l'aria condizionata e ottimi menù: guardavo quelle liste di prelibatezze fra cui in altri momenti avrei avuto difficoltà a scegliere...e ce l'avevo anche stavolta, perchè non mi andava proprio nulla!

Quando finalmente ha riempito con bottiglie di vino tutto lo spazio disponibile nel camper...abbiamo deciso di puntare direttamente verso l'alto, scappando nel parco nazionale dei Monti Sibillini. Qui il caldo è diventato più sopportabile e le cose sono andate meglio.

Siamo stati innanzitutto al Piano Grande di Castelluccio. E' un enorme altipiano sui 1200 metri a prati e coltivazioni, molto famoso perchè proprio in questa stagione si riempie di fioriture selvatiche spettacolari e attira molti visitatori. Devo dire che lo spettacolo è all'altezza della sua fama, sembra di essere dentro i quadri degli impressionisti e la vastità degli spazi invita a fermarsi, ad ammirare, a lasciare che i pensieri escano dalla mente e rotolino lentamente fra tutte quelle sfumature, per poi ritornare addolciti. Lì mi è tornata voglia di scattare foto, per averne ricordo, per farlo vedere ad altri...



 

Siamo rimasti, e ci stavamo proprio bene, tra i monti ed i boschi del Parco fino al giorno del ritorno, cercando di essere più sereni possibile, anche se il cellulare ci informava ...che la suocera stava bene ma faceva un po' di capricci... che Damiano aveva la febbre a 40° pare per un colpo di calore...che i muratori che stanno lavorando nell'appartamento contiguo al nostro hanno dato una martellata di troppo e hanno sfondato anche il nostro muro...

Tra i boschi, le gole, i fiumi di un ambiente suggestivo abbiamo apprezzato diversi angoli di questo parco che ha fama di antiche leggende di Sibille, maghi e stregonerie, magari una prossima volta approfondirò... è un ambiente a me adeguato, visto che mi viene detto che sono un po' strega...



 

Assomiglia per certi versi ad alcune zone della Basilicata, soprattutto quando anche qui il navigatore ci ha condotto per strade da Far West fino ad un pianoro in alto, dove si vedevano da ogni lato ondulazioni di boschi e di colline.



 

Io guardavo il panorama ed è stato il vento che è arrivato all'improvviso a portarmi la sua carezza con la stessa identica sensazione...dell'estate scorsa, quando ero più felice, ricordavo e mi sono sentita in cuore tanta malinconia...

In quel momento mio marito mi ha chiamato: era qualche metro dietro di me, stava fotografando un po' di tutto e sapevo perchè mi chiamava: voleva scattarmi una foto mentre mi voltavo, così, al volo, come fa a volte.

Allora nel girarmi ho cercato di sorridere... ma è venuta un'espressione strana, con i capelli lunghi che il vento mi stava sollevando... un'aria un po' misteriosa...

Mio marito dice che è una bellissima foto.

 
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