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DOVE ANDRO' (FORSE)

Post n°1770 pubblicato il 30 Luglio 2021 da atapo
 
Tag: viaggi

NORVEGIA


 

 

Manca un giorno alla fine di luglio, in un giorno non si va in Norvegia, di questi tempi poi... Neppure questo viaggio farò. Non si va nemmeno sulla montagna pistoiese, figuriamoci...

Io non ho mai amato viaggiare in luoghi freddi, cerco con tutte le mie forze di sfuggire al freddo e ai disagi che comporta, credo sia il "lascito" degli anni d'infanzia in una casa umida e spesso gelida per la stufa che non "tirava" bene e che ricordo come un incubo.

Certo il caldo di questi anni mi sta facendo rivedere le mie convinzioni: forse l'estate, ma solo l'estate, in Norvegia potrei anche accettarla.

C'è un altro motivo che ultimamente mi mette curiosità e simpatia per questa terra (infatti perchè proprio Norvegia, se la questione è solo di trovare un po' di fresco? I paesi nordici sono più di uno...)

Un caro amico, mio coetaneo, ha la figlia che dopo un Erasmus in Norvegia è rimasta lassù, perchè ha incontrato l'amore e ora hanno messo insieme pure una bambina, una bellissima e biondissima piccola vichinga.

E io che soffro perchè figli e nipoti sono a circa 30 chilometri da casa mia, soltanto!

Amico, figlia e nipotina naturalmente si incontrano in video, su whatsupp e tutto il resto, forse più spesso di quanto ci incontriamo noi coi nostri figli; due o tre volte all'anno questo signore prende l'aereo e va qualche settimana lassù, in una cittadina sul mare nel sud della Norvegia. Si è ben organizzato: prima affittava un appartamentino, ora la figlia ha comperato una casa in cui c'è una camera con bagno in più, proprio per ospitarlo. Sta anche tentando di studiare il norvegese, ma è faticoso, tanto con l'inglese se la cava benissimo.

Così mi racconta di questa terra, in cui dice di trovarsi proprio bene, vissuta da turista o poco più, naturalmente. Tanti spazi, tanto verde, paesaggi riposanti, natura intatta e manda foto a conferma di tutto questo, in cui, comunque, anche in piena estate lo si vede con maglie a maniche lunghe e piumino annodato in vita durante le passeggiate. Gli indigeni stanno anche a maniche corte, ma loro sono abituati. Lui ci torna volentieri, però non è mai andato in inverno!

Ecco, tutto questo mi ha messo curiosità: immagino un viaggio col camper, tranquillo, verso il grande Nord piano piano così da abituarmi a poco a poco... arrivare magari fino a Capo Nord, che per molti camperisti è una meta importante, vedere l'aurora boreale, partire in giugno e tornare per settembre...

Se ne riparlerà l'anno prossimo.

 
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UNESCO

Post n°1769 pubblicato il 28 Luglio 2021 da atapo
 
Tag: cronaca

GEMELLAGGIO

La notizia data oggi al Telegiornale mi ha riempito di gioia, anche per la curiosa coincidenza.


L’Unesco ha inserito nel patrimonio dell'umanità I PORTICI DI BOLOGNA e io non posso che gioirne: 42 chilometri di portici, di tanti tipi, di tanti periodi storici, sono la caratteristica della mia città natale, un aspetto bello da vedere e di immensa utilità, le intemperie a Bologna fanno meno paura, c’è sempre un portico sotto cui ripararsi, che ti permette di continuare il cammino! Anche in estate, in questi mesi torridi (Bologna ha un clima quasi continentale, si raggiungono caldo e afa notevoli) i portici permettono di ripararsi dal sole e di sopravvivere girando per la città. Se non ci fossero stati i portici forse il 22 giugno non mi sarei azzardata ad andare a Bologna dalla mia amica…

Penso a quel lontanissimo 1981, alla quinta classe in cui insegnavo allora: partecipammo a un concorso indetto dal Comune e dalla Fiera di Bologna per una ricerca sulla città, scegliemmo di studiare i portici, la genesi, la storia, curiosità, aneddoti, quelli antichi, quelli moderni, perché anche nei nuovi quartieri di periferia quasi sempre nei grandi condomini (in cui abitavano i miei alunni) ci sono portici. Girammo per la città a scattare foto, poi testi, disegni, ne uscì un bell’album che vinse il premio al concorso, un orgoglio e una soddisfazione per i ragazzini e per la maestra! Conservo con affetto quell’album, la statuetta in bronzo del Nettuno, che fu uno dei premi, e la foto in cui, insieme al bambino delegato dai compagni perché il più “leader” della classe, io ricevo il premio e le strette di mano. Oggi quell’episodio per me raddoppia il suo valore nel ricordo…

Ma non è tutto… e qui viene il GEMELLAGGIO: contemporaneamente l’Unesco ha inserito anche qualcosa di Firenze: è una zona famosissima, dove tutti i turisti desiderano andare ed è nel cuore di tutti i Fiorentini, ma forse non tutti la conoscono completamente. Si tratta della collina a sud dell’Arno su cui si trova il Piazzale Michelangelo, dal quale si vedono tutta la città e la collina dove sorge Fiesole, un panorama indimenticabile. Dietro al piazzale, più in alto c’è la basilica romanica di San Miniato, un vero gioiello di architettura e di decorazioni, appena sotto al piazzale ci sono due meravigliosi giardini poco conosciuti, quindi poco affollati, cosa strana per Firenze turistica: il Giardino delle Rose e il Giardino dell’Iris, quest’ultimo aperto solo in aprile-maggio, nel periodo delle fioriture. E tutto il versante che scende dal Piazzale verso Firenze, con scalinate, fontane, zone alberate, chiamato Le Rampe e restaurato da poco, anche questo ora fa parte del patrimonio Unesco. Che dire… una intera collina!

Ne sono felice, mi fa sorridere questa coincidenza che rende onore insieme alle due città della mia vita, un pensiero positivo in questo periodo così faticoso...

tramonto romantico a Piazzale Michelangelo

basilica di San Miniato

Giardino delle Rose

Giardino dell'Iris

Le Rampe

 
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PRENOTAZIONI

Post n°1768 pubblicato il 24 Luglio 2021 da atapo
 

FUORI TEMPO MASSIMO

 

Picasso, Parade

Questa epoca Covid, nel tentativo di farci vivere ora il più normalmente possibile, ha portato un cambiamento nella vita sociale: le PRENOTAZIONI.

Sono tornati gli spettacoli, gli eventi, le sagre, le proiezioni di films, la maggior parte all’aperto in queste sere estive in cui uscendo ci si può riavere dopo giornate bollenti; non si dovrebbero creare assembramenti, le partecipazioni di pubblico quindi sono numericamente ridotte, allora quasi dappertutto sono diventate necessarie le prenotazioni, via mail, telefono, wathsapp.

Giusto, nulla da obiettare… ma questo sta creando un po’ di difficoltà in famiglia.

Noi, io e il marito, non siamo abituati a prenotare… perché quasi sempre decidiamo all’ultimo momento, cioè è soprattutto nelle abitudini di LUI, se viene a sapere di qualche evento interessante, lo stare a pensarci sopra, decidere con mooolta calma, andare (o prenotare se necessario) all’ultimo tuffo.

Ora non si può. Cioè, si può… ma non si trova più posto.

Ci è già capitato in più occasioni.

E dato che la nostra vita mondana non è mai stata molto vivace e piena di serate goderecce, ora è abbastanza deprimente, quelle rare volte, sperare in una piacevole serata e vedersela negare da un “mi dispiace, i posti sono esauriti”. Solo una volta siamo riusciti ad andare ad un concerto di canti popolari.

Appena si viene a sapere di qualcosa di interessante, bisogna fiondarsi a prenotare e non è detto che sia sufficiente, perché se la notizia è in giro da qualche giorno senz’altro molti sono più aggiornati e rapidi di noi.

Insomma, dobbiamo darci una mossa, ma le abitudini sono dure a morire. Così le sere estive passano al computer o a guardare la televisione (io poco, preferisco leggere), in ogni caso a ribollire dal caldo perché andare in giardino significa farsi divorare dalle zanzare.

Aggiungiamo anche questo al fatto che non si va più nemmeno in montagna, perché l’impianto di irrigazione che sta facendo è più complicato del previsto e ha bisogno di cose qui in città… lassù questa estate lasceremo i lamponi agli uccellini!

Ma c’erano stati mesi di inverno e di lockdown… possibile che non gli fosse venuto in mente prima questo maledetto impianto da sistemare???!!!

 

 
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RICORDO

Post n°1767 pubblicato il 19 Luglio 2021 da atapo
 

 

DUE COMPLEANNI

 

E.Vigée-Lebrun, Autoritratto con la figlia

La mia mamma non sapeva esattamente la sua data di nascita, a causa di documenti poco chiari, delle difficoltà di registrazione nei paesi di montagna in quegli anni di primo novecento.

Tutta la storia l'avevo già raccontata QUI.

17 o 19 luglio? 1919 o 1920? Lei aveva scelto il 17 luglio 1920 e questa data diventò quella ufficiale, però scherzando si poteva dire che il suo compleanno sarebbe durato tre giorni, se avesse voluto festeggiarlo.

Ormai lei non è più qui con noi da dodici anni, ma ogni luglio, il 17, penso a lei e a questa sua strana storia. Di solito la penso serenamente, ho un rapporto con la morte abbastanza tranquillo, forse freddo: mi mancano le persone, ma esse ci sono in modo differente, la vita va avanti, mi hanno accompagnato per un pezzo di strada poi proseguo da sola, restano nei loro insegnamenti, nei ricordi, negli affetti che ci siamo scambiati e che non si perdono, così sento ancora la loro presenza. Ritrovo la mia mamma in certi oggetti che ho conservato, nelle foto, in frasi e modi di dire che erano suoi... mi fanno compagnia e me la mantengono vicina. Magari mi farebbe piacere sognarla, qualche volta, ma è accaduto assai raramente e pure i sogni erano tranquilli, non angoscianti.

Però quest'anno è stato diverso.

In questi tre giorni, dal 17 al 19, mi sono sentita triste come non mai, avrei voluto averla vicino fisicamente, essere ancora bambina per potermi rifugiare nelle sue sicurezze e nella sua forza che ha sempre avuto per affrontare le difficoltà. La rivedevo nel ricordo quando era ancora bella, alta, giovane, quando mi ascoltava mentre le raccontavo di tutto, poi diceva la sua idea... Non andavamo sempre d'accordo, però era la mamma, ci riflettevo sopra...

Ora capisco a fondo come doveva sentirsi sola quando passavo tanto tempo senza telefonarle, poi alla fine chiamava lei, per accertarsi che tutto andasse bene: erano gli anni in cui lei era rimasta a Bologna e noi a Firenze eravamo soli con i figli piccoli, anni faticosissimi e senza tregua; adesso che anch'io ho i figli che non si fanno sentire spesso, li immagino con le stesse giornate convulse e faticose (soprattutto mia figlia) come quelle mie lontane e mi trattengo dal chiamarli per non disturbarli troppo nè fargli perdere tempo prezioso. Per fortuna oggi ci sono i messaggi e un filo si riesce a tenere, ma a volte è poco...

Probabilmente in questi tre giorni ho incanalato nel pensare e nel soffrire la sua mancanza tutto lo stress e la depressione che mi accompagnano ormai dai molti mesi di Covid, tra chiusure, annullamenti, distanze, solitudine, timori.

Forse, passata la ricorrenza, un po' si attenuerà tutto questo, o forse incapperò in altre "ricorrenze" che scaveranno dentro di me e mi daranno motivi di sofferenze più acute... sarà ancora difficile passare le giornate e andare oltre.

 
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PRESENTAZIONE

Post n°1766 pubblicato il 16 Luglio 2021 da atapo
 
Tag: memoria

BOLOGNA 1943-1945

L’amore per la mia città natale mi ha fatto iscrivere ad alcuni gruppi di facebook che parlano di essa, mettono foto, raccontano aneddoti e fatti storici, presentano monumenti e curiosità. In uno di questi, alcuni anni fa una signora faceva conoscere un libro di cui era l’autrice, dove aveva raccontato, un po’ romanzando, la storia della sua nonna che abitava in una via del centro di Bologna dagli inizi del 900. Incuriosita avevo comperato e letto il libro e mi era piaciuto molto: ritrovavo ambienti, atmosfere, abitudini simili a ciò che mi raccontava la mia mamma, di quando era bambina, poi ragazza.



Così quando l’autrice annunciò che stava scrivendo il seguito, cioè la vita della nonna e della famiglia negli anni della seconda guerra mondiale, la seguii con più attenzione, con l’intenzione di acquistarlo appena fosse uscito.

Un giorno l’autrice nel gruppo chiese alcune delucidazioni sulla vita a Bologna durante l’occupazione tedesca, come altri anch’io le risposi, spiegandole ciò che sapevo e raccontando un fatto accaduto alla mia famiglia. Lei mi ringraziò, dicendo che le sarebbe stato utile per l’esattezza del suo racconto.

Dopo qualche tempo mi scrisse privatamente: aveva pensato di mettere nel suo libro un’appendice in cui riportare gli interventi di chi l’aveva aiutata, mi chiedeva il permesso di inserire anche il mio scritto. Senz’altro, le risposi, e ci scambiammo l’amicizia su facebook.

Circa un mese fa finalmente avvertì che il libro stava per uscire, aveva aspettato di poter fare le presentazioni in presenza. Contemporaneamente mi invitò ad una presentazione in anteprima, dove aveva piacere di incontrare gli amici e conoscere personalmente gli autori che aveva inserito in appendice. Sarebbe stata una serata in un locale di Casalecchio di Reno, con la cena seguita dalla presentazione.

Diceva anche che voleva proiettare foto della vita in città a quel tempo, se per caso ne avevo e gliele potevo inviare, così le ho spedito foto del matrimonio dei miei genitori, di quando passeggiavano per via Ugo Bassi e altre, tutte con le date scritte sopra a inchiostro dal mio papà, molto pignolo: anni 1941- 1942-1945.

Venendo da Firenze, Casalecchio è l’uscita autostradale prima di Bologna, in un’ora ci si arriva… Così abbiamo deciso, io e il marito, di partecipare, entro mezzanotte saremmo stati di ritorno. Era l’occasione per uscire un po’ dal trantran quotidiano.

Ecco l’impegno che avevamo martedì scorso.

E’ stata proprio una bella serata. La cena (c’erano due menù tra cui scegliere) non era un granchè, non si trattava di un ristorante stellato, ma una pizzeria alla buona.

L’atmosfera però era simpatica, a cominciare dall’autrice, insegnante nelle scuole superiori, abbastanza giovane.

Lei e l’editore hanno parlato del libro, altri suoi conoscenti hanno raccontato fatti dell’epoca, venivano proiettate le foto che aveva raccolto (anche le mie), ogni tanto si intervallava con suo figlio che suonava canzoni di allora (“Ma l’amore no”, “Amapola”…). La serata è diventata commemorativa di quei tempi difficilissimi, tutti eravamo commossi… Ognuno ritrovava la storia e le storie di famiglia, che non dovrebbero essere dimenticate.

Io, in più, ho ritrovato l'atmosfera e il calore della mia città natale, che ho lasciato da tanti anni.

Naturalmente ho comperato questo secondo libro, arricchito dall’autografo con dedica. Ufficialmente non è ancora uscito, si aspetta settembre, però in prevendita si può acquistare già presso la casa editrice.

Come previsto, la serata è finita poco dopo le 23.

E qui è venuto il bello, per modo di dire. Perchè l’autostrada aveva chiuso per lavori degli ingressi e ci siamo ritrovati in una bolgia di autotreni prima in una direzione sbagliata, verso Milano, poi sulla strada statale fino a Sasso Marconi, dove abbiamo potuto rientrare in autostrada: di notte non è molto piacevole!

Ma tanto a casa, dove siamo arrivati all’una, non ci aspettava nessuno sveglio e preoccupato.


 

 
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ANDATA e RITORNO 1

Post n°1765 pubblicato il 11 Luglio 2021 da atapo
 
Tag: cronaca

 

MONTAGNA 2021 – prima puntata

 


 

Sono stata anch’io qualche giorno nella casa in montagna. Le temperature roventi di Firenze andavano sfuggite per la sopravvivenza, così sono salita per quasi tutta la settimana: lassù è un altro vivere, di sera se si esce serve il golfino, di giorno al massimo siamo arrivati a 26 gradi.

E’ andata come prevedevo, come avevo detto nel post precedente, stavolta mi sono dedicata a finire la pulizia interna di certi mobili e di una cassapanca, così finalmente dalla volta prossima posso portare su e sistemare un po’ di lenzuoli e coperte. Poi ho iniziato ad “attaccare” le scale interne, che hanno ancora evidenti tracce del lavoro dei muratori e dell’imbiancatura, sarà un lavoraccio da smaltire a piccole dosi, fermandomi quando lo esigerà la mia schiena. Ma questo sarà per le prossime volte.

LUI si era preso su tutto il materiale di elettronica che gli serve per automatizzare l’impianto di irrigazione e si è dato da fare in quello, senza finire, naturalmente, ma finché non arriverà a concluderlo niente viaggi lunghi!

Non c’è stato impegno a cucinare, perché la pizzeria e la rosticceria del supermercato ci hanno servito in modo ottimo e abbondante, almeno quello è stato un riposo!

L’uomo che lavora nel nostro orto si è dato da fare e stanno crescendo un sacco di piante e di verdure, ma tutto è ancora molto indietro. Che strano clima c’è stato questa primavera! I fiori di lillà appena nati sono stati tutti bruciati dalle gelate tardive, le ciliegie non sono maturate, di mele non se ne vedono crescere sui rami. I lamponi nel bosco sono ancora tutti verdi: l’anno scorso di questi tempi ne raccolsi così tanti che poi ne feci la marmellata, sui vasetti ho controllato la data, la finii di preparare il 20 luglio. E’ una situazione preoccupante, penso a chi campa di agricoltura…

Questi giorni lassù stavolta sono stati dominati … dagli animali!

Innanzitutto la gattina dell’ortolano, Cloe, è passata a salutare e a prendersi carezze, a lei siamo abituati.

Nel torrente che passa sotto casa, in basso, per la prima volta ho visto un airone grigio: non pensavo che venisse a sostare così in piena “città”, anche se tra l’acqua e le case c’è una cortina di alberi, poi le terrazze a orti e giardini. Ho già fatto il pensiero, nel nostro terreno a terrazze che scende al torrente, di aprire un cancello nella recinzione, così in estate potremo accedere ai larghi sassi sulla riva e … rinfrescarci in acqua. Ma chissà quando...

Di sera, al buio, la meraviglia delle lucciole! Da molti anni non ne vedevo così tante, direi dall’infanzia! Ma noi siamo in una strada laterale, tra l’orto e il bosco, è una zona buia e solitaria, uscivo e venivo completamente avvolta da questi lumini volanti che pareva venissero ad esplorarmi, davano l’impressione di piccoli esseri alieni, o magici…

L’esperienza più strana è stata… un attacco di rondini! Incredibile! C’è una zona sulla strada statale dove in alti edifici ora abbandonati le rondini hanno riempito di nidi sotto i tetti sporgenti. In questo periodo i rondinini cominciano a uscire, svolazzano da una sporgenza a una tettoia, i loro genitori li assistono e li incoraggiano. Ma quando, per andare in pizzeria, siamo passati in quel tratto di strada diverse rondini adulte scendevano in picchiata stridendo fino a pochi centimetri dalle nostre teste, risalivano e ripartivano ad un nuovo attacco: decisamente volevano allontanarci dal loro territorio e dai loro piccoli. All’inizio pensavamo ad una casualità, poi ci siamo resi conto che il tutto era intenzionale e… abbiamo affrettato il passo, per non trovarci una rondine in un occhio!

Nel ritorno (la strada era obbligata), cercavamo di andare veloci e di non guardare nemmeno in alto, sperando capissero che non avevamo brutte intenzioni verso di loro: macché. l’attacco è ricominciato e una grossa rondine, sfiorandomi i capelli, invece del solito grido, stavolta ha soffiato, sì, proprio come un gatto quando è arrabbiato! Ho avuto un po’ di paura… mi venivano in mente storie di attacchi di uccelli, i gabbiani hanno questa cattiva fama, o il film di Hitchcock…

Ora siamo tornati a Firenze: martedì sera abbiamo un impegno, molto carino, spero sarà una serata piacevole, degna poi di essere raccontata qui.

Quando tornerò ad una seconda puntata in montagna? Mah! Dipenderà da quanto caldo farà a Firenze…

Però devo ammettere che ora mi sento un po' meglio, dopo qualche giorno più "fresco".

 
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CHE ESTATE SARA'

Post n°1764 pubblicato il 04 Luglio 2021 da atapo
 
Tag: viaggi

 

SI CAMBIA !

 


All'incirca avevamo stabilito come passare l'estate:

giugno: lavori alla casa in montagna, io salivo più o meno a seconda degli impegni miei e delle necessità lassù:

luglio fino al 23 (il 24 mio marito ha la seconda dose del vaccino): MARE, MARE finalmente, dopo due anni!!! Già decisa anche la zona, in camper.

Fine luglio, agosto, forse un po' di settembre: montagna, al fresco e Riccardo sarebbe stato con noi una settimana all'inizio d'agosto.

NO! Si rivoluziona tutto!

Perchè l'impianto automatico d'irrigazione del giardino non funziona bene (non ha mai fatto il suo dovere!): o non si avvia all'orario impostato, o va quando gli pare, o non si ferma più e allaga tutto. Il marito ha deciso che non ci può fidare a partire per molti giorni, che i figli ora abitano lontano entrambi e non si possono obbligare a venire ad annaffiare il nostro giardino, quindi deve assolutamente riparare l'impanto prima di allontanarci, ma ci ha pensato ora, gli ci vorrà almeno una settimana e si "intacca" così il periodo dedicato al mare (e ti pareva...).

Non basta: mio figlio ogni tanto sale in montagna a dare una mano, ma anche a controllare lo stato delle sistemazioni. Pochi giorni fa ci ha detto che lassù c'è ancora troppo caos, troppi attrezzi in giro, polvere da lavori ecc, quindi Riccardo non ce lo darà, non lo reputa un ambiente adatto a un bambino.

Io ci sono rimasta malissimo, ci ho sofferto tanto, è già il terzo anno di questa situazione, diamo pure la colpa ai divieti di spostamenti del covid, ma mio marito secondo me potrebbe darsi un po' più da fare, e più spesso se, come al solito, vuole fare tutto lui, non sono più da considerare i lavori lassù come un hobby da fare quando non c'è altro e da prolungare all'infinito... e se penso che ultimamente è stato sempre disponibile quando la famiglia perfetta gli ha richiesto giornate per sistemare tettoie e impianti elettrici nelle case dei LORO figli... Abbiamo litigato per questo, lui è così sollecito per gli altri... ma io a un certo punto ne ho abbastanza!

Che anche questa estate ci "salti" Riccardo mi fa un dispiacere immenso (oltre al fatto che mio figlio si deve ingegnare in estate per organizzarsi i periodi di affidamento a lui), le rare volte che ci siamo visti ultimamente avevo fatto progetti col nipotino, dovevamo esplorare, disegnare insieme...

Allora ho fatto un tentativo di rimediare alla situazione e ho proposto: NIENTE MARE ora, ma intensificare i lavori in montagna, stare lassù anche diversi giorni di seguito e ci devo andare anch'io, perchè mio marito, se sta là da solo, preferisce scendere ogni sera ed è tutto tempo buttato via. Sì, ci vado volentieri per il fresco, ma là ho ben poco da fare, nei lavori di ora posso aiutarlo pochissimo; posso leggere, passeggiare un po' a piedi da sola finchè non mi stanco, non c'è il computer quindi non scrivo e tengo i contatti vari solo col cellulare su cui non mi trovo a mio agio, non ci sono cinema nè manifestazioni, ma tanto non ci si andrebbe perchè lui la sera è stanco.

Mi auguro così che la casa diventi vivibile per Riccardo a inizio agosto; noi resteremo poi in montagna fin dopo il 15, tanto in giro c'è affollamento dappertutto.

Ma dopo, fine agosto-inizio settembre... MARE! Col camper, naturalmente, e speriamo che sia bel tempo, già le giornate accorciate mi tolgono quelle ore di sole e di spiaggia che mi avrebbero fatto tanto bene. Sarà l'ultima speranza, se non ci saranno brutte sorprese.

Tutto questo scompiglio però mi ha stressata molto; mio marito dice che non reggo gli imprevisti e i cambiamenti: sì, è vero, NON LI SOPPORTO PIU' !

Tanto sono io che devo organizzare i bagagli, lo svuotamento del frigorifero, il fare o non fare la spesa, le lavatrici e la sistemazione delle cose domestiche, quello che si deve spostare, quello che si deve riordinare, quello che manca e quello che si rimanda...

A lui basta che chieda: -C'è questo? E' pronto quest'altro? Ma dove hai messo... Ma perchè hai comprato... -

UFFA!

 
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