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MAI FINITA

Post n°1804 pubblicato il 30 Gennaio 2022 da atapo
 

MALINCONIA

 


La scuola sta andando in tilt. Le norme farraginose riguardanti il covid, i positivi, la quarantena, i tamponi e i certificati, tutto questo ambaradan sta facendo saltare tutto, in primis i nervi a insegnanti e genitori. NIENTE È PIÙ PROGRAMMABILE, nella didattica per gli insegnanti, nella gestione familiare per i genitori.

Da mia figlia la ripresa scolastica in presenza non è durata molto: pian piano tutti e quattro i figli sono rimasti a casa in didattica a distanza, visti i positivi nelle loro classi. E non tutti insieme, si badi bene, ma prima uno, poi l'altro, uno torna, l'altro resta a casa e così di seguito. E, come ciliegina sulla torta, mia figlia si è ritrovata contagiata di nuovo: prima era Delta, ora sarà Omicron.

Tamponi a pioggia, irraggiungibili, in lista per le farmacie, certificati a iosa da richiedere poi aspettare, quando e SE arriveranno, in quest'ultimo caso di ritardo via alle relefonate di informazioni e sollecito. Insomma, un delirio. Forse ce la faranno a uscirne per la fine della settimana prossima, salvo imprevisti e incidenti di percorso. Ma sarebbe meglio che semplificassero anche le regole per la scuola...

Naturalmente in questo periodo noi nonni non abbiamo più contatti di persona, solo whatsapp permette di aggiornarci e di godere di qualche video quando i bambini organizzano attività "artistiche", chiusi in casa: pitture, bricolage, piccoli spettacoli. Per fortuna in quattro si fanno compagnia.

Sono già due anni che abbiamo dovuto interrompere i rapporti frequenti con loro, quando ci penso continuo a provare tanta tristezza: ho in casa mia i fogli, gli album da colorare e i colori che usavano quando venivano da noi qualche ora, ho dei libri che avevo comperato poco prima che si bloccasse tutto, li mettevo nella libreria per loro ed erano sorprese che scoprivano durante le visite, li leggevamo insieme poi se volevano li portavano a casa. Ora sono cresciuti, in due anni i bambini cambiano tanto, alcuni libri ormai sono adatti soltanto a Cesare e se continua così nemmeno a lui interesseranno più. Ma da noi i nipoti non vengono a passare i pomeriggi, non vanno più alla libreria a scoprire le novità e a scegliere per le loro letture... e chissà quando potranno riprendere quelle abitudini... e se le riprenderanno...

L'altro giorno mio marito ha riordinato il contenuto di uno scatolone ancora chiuso dal trasloco: sei anni fa, cose che capitano, ma tanto sapevamo che non conteneva niente di essenziale. C'erano oggetti e soprammobili che finiranno anche in montagna; abbiamo scoperto anche alcune borse di plastica piene di giocattoli: un treno di legno, personaggi e animali, suddivisi secondo categorie: buffi, marini, peluche, mostruosi...

Ci siamo ricordati che nella casa vecchia piacevano tanto a Martino e Damiano, affascinati soprattutto da un grande drago a tre teste. Poi il trasloco, poi da gestire e svuotare anche gli scatoloni con l'eredità dei miei suoceri, quei giocattoli sono rimasti chiusi e inutilizzati fino ad ora. Non è che gliene manchino a casa nostra, abbiamo un grande contenitore pieno, però mi dispiace che quelli da tanto non siano usati: Diletta e Cesare poi non li conoscono neppure, lei era troppo piccola e lui neanche nato sei anni fa! Neppure ora se li potranno godere, chissà per quanto, forse mai, saranno troppo cresciuti, se questa pandemia non finisce.

Anche stavolta, davanti a quei giocattoli, mi sono così intristita, per quel senso di vita perduta, di mancanza del godere a fondo degli affetti: quando e cosa e come riusciremo a recuperare?

 

 
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CE L'ABBIAMO FATTA

Post n°1803 pubblicato il 22 Gennaio 2022 da atapo
 

IN CLASSE CON NERETTA

 


 

Non pensavo che sarei stata così emozionata mentre la bidella mi accompagnava lungo i corridoi di quella scuola primaria a me sconosciuta: aule chiuse, aule aperte, qualche classe di turno-covid per la ricreazione a giocare in corridoio, i giubbottini sugli attaccapanni, disegni e festoni attaccati alle pareti. Da quanti anni non entravo in una scuola! Esattamente sette, da quando nacque la mia nipotina Diletta e io decisi che, poiché il numero dei nipoti diventava impegnativo, era tempo di lasciare anche i corsi di teatro in francese che tenevo ai bimbi della scuola in cui, prima, avevo insegnato per venticinque anni.

Quella mattina ero attesa proprio dalla classe di Diletta. L’anno scorso avevo donato al suo maestro una copia del mio libro Neretta: mia figlia me ne aveva parlato come un insegnante molto attivo, aperto, moderno, speravo potesse interessargli la storia ed eventualmente suggerirgli qualche spunto per attività didattiche.

Di più! Se ne è letteralmente innamorato, mi ha contattato a settembre per dirmi che nell’estate aveva programmato, partendo dal personaggio della matita Neretta, addirittura un percorso tra varie materie, da occupare tutto l’anno scolastico! Naturalmente mi invitava a un incontro per conoscere gli alunni, poi, se ne avevo piacere, anche ad altri lungo lo sviluppo del progetto. Che bello! Mi ero subito entusiasmata e incuriosita: cosa avrebbe inventato? Mi sentivo tornata nel ruolo di “collega”, lasciato tanti anni fa. E ogni bambino avrebbe acquistato una copia del libro, io potevo averlo per loro con un forte sconto.

Appena arrivati i libri sarei andata nella loro classe, a consegnarli personalmente e a fare una prima conoscenza.

Ma il Covid ha messo i bastoni tra le ruote: la stampa è andata a rilento, ci sono problemi nelle aziende, scarseggiano certe materie prime, in questo caso la carta, per cui i libri erano in forte ritardo; una volta stampati ecco che Diletta (con i familiari) ha preso il Covid, eravamo d’accordo col maestro che l’incontro si sarebbe fatto appena lei fosse tornata a scuola, ma è rimasta assente quasi un mese, fino alle vacanze di Natale.

Così sono arrivati gennaio e il rientro, era il momento giusto, il prima possibile, per scongiurare altri imprevisti, abbiamo fissato rapidamente il giorno ed eccomi, alle 11 di un mercoledì, entrare in quell’aula dove mi aspettavano con emozione pari alla mia, a sentirmi di nuovo “maestra”, anche se per quei bambini ero “la scrittrice” e per una di loro ero prima di tutto “la nonna”. Mia figlia mi aveva detto che Diletta era emozionatissima per questo suo privilegio: la nonna a scuola con lei! E chiedeva perché non restavo con loro tutto il giorno.

Tutti erano seduti nei banchi monoposto su diverse file, tutti mascherati, col quaderno aperto su cui avevano scritto le domande da pormi. Dopo il saluto, la mia prima mossa è stata di fare un giro tra i banchi, lodando i quaderni, tutti così ordinati. Non avevo pensato prima a questo modo di sciogliere il ghiaccio, mi è venuto spontaneo lì per lì, anche per alleggerire una certa commozione improvvisa, quasi mi salivano le lacrime agli occhi, guardando tutti questi bimbetti sconosciuti che mi fissavano con curiosità, emozionati quanto me. Quella passeggiatina tra loro mi ha fatto bene, mi ha rinfrancato, poi il maestro mi ha fatto accomodare in cattedra ed eccomi… tornata maestra! Per un attimo si sono affacciati alla mente ricordi lontanissimi, quando con un certe mie classi ospitammo diverse volte lo scrittore Albino Bernardini, con cui avemmo corrispondenza per anni… Adesso ero io la scrittrice: Albino è già morto, chissà se mi osservava ridacchiando mentre ero nel suo ruolo?

Però avevo da prima preparato una sorpresa: dalla mia borsa ho tirato fuori… proprio Neretta, una bella matita nera che ho fatto agire come fosse un burattino, in dialogo con me, col maestro, con loro, fino a farle decidere che… sarebbe rimasta sempre lì con loro, perché aveva trovato un posto gradevole nel barattolo portamatite sulla cattedra. I burattini entusiasmano sempre, sono una carta vincente coi piccoli!

Mi hanno posto le domande preparate, così ho avuto modo di parlare di me, del lavoro di scrittura, dei tempi in cui le cose erano diverse da ora e di tanto altro. Loro mi hanno suonato con le percussioni e cantato una canzone su Neretta, composta dal maestro, ho ammirato diversi cartelloni che avevano colorato, con immagini del libro e qualche frase… così ora hanno grandi aspettative di leggere tutta la storia intera!

Infine è venuto il momento di consegnare i libri: a uno a uno venivano alla cattedra, mentre prendevano la copia io chiedevo il nome e scambiavo qualche parola, a tutti brillavano gli occhi, contenti di avere finalmente in mano quelle pagine che subito, tornati al loro posto, sfogliavano con curiosità e commenti.

Ci siamo lasciati col proposito di rivederci, Covid permettendo: ora partiranno i laboratori, il primo sarà la creazione di segnalibri, alla fine dell’anno il maestro vorrebbe arrivare a preparare uno spettacolo…

Sarò felicissima di seguire il loro lavoro, anche a distanza: è proprio quello che mi auguravo, altre classi a prendere spunto dalla storia e a organizzare tante belle attività!

Mi piacerebbe che fossero tante le classi a diventare amiche di Neretta...

 
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RIPRESA

Post n°1802 pubblicato il 15 Gennaio 2022 da atapo
 
Tag: teatro

RITORNANO!

 


 

Faticosamente riprendono le mie attività teatrali, in saloni enormi difficilmente riscaldabili, aprendo spesso le finestre, tutti supermascherati con supermascherine. Ma la voglia è grande, soprattutto il piacere di ritrovarsi tra persone amiche che condividono la stessa passione.

Il gruppo Ragazzi over 65” aveva difficoltà a ricostruirsi: più di un anno e mezzo senza sede, chiusa per covid dal quartiere, alcuni di noi si erano demoralizzati, forse preda di quella tristezza e depressione che ha colpito più o meno tutti e può diventare difficile da combattere, soprattutto per noi anziani.

Così quando il quartiere ci ha riaperto lo spazio qualcuno ha detto che non sarebbe più venuto:

Non ho memoria… non me la sento più… ho una grande stanchezza” , queste le motivazioni portate.

Ma così si correva il rischio di essere troppo pochi, la giovane regista aveva chiesto almeno una decina di persone per ripartire, il numero minimo per lavorare bene. Allora qualche volonteroso del quartiere ha preparato e diffuso volantini per arruolare nuovi attori, non importa che fossero “over 65”…

Qualcuno è arrivato, fino alla decina e il corso ha avuto inizio. L’unica differenza è che anziché il lunedì, come gli anni passati, ora ci incontriamo il venerdì dalle 15 alle 16,30: essendo partiti così tardi la regista aveva già impegnati tutti gli altri pomeriggi.

Naturalmente con diversi “pivelli” nelle prime lezioni abbiamo fatto esclusivamente giochi teatrali di avviamento, molto semplici, più che altro per divertirci, in modo da affascinare e non demoralizzare i nuovi, alcuni un po’ titubanti, che avevano detto: -Io provo, poi vedremo...- si dovevano sedurre per non farli scappare via.

Confesso che un po’ mi sono annoiata, dopo 15 anni che recito, compresa una scuola triennale impegnativa, però in fondo valeva la pena di passare un’ora e mezza con altre persone, in un certo senso tornare bambina e lasciarmi andare a… giocare e a fare finta, così dopo ogni lezione ero soddisfatta lo stesso.

Nell’incontro prima di Natale, a sorpresa, alcuni di quelli che non avevano voluto riprendere sono venuti a salutarci. La regista li ha invitati a restare in compagnia con noi per tutto il tempo, così il gruppo si era ricostituito, e i nuovi in aggiunta.

Nella prima lezione di gennaio ognuno di noi "vecchi" aveva una piccola speranza, ma non osavamo dircela…

La speranza si è avverata: siamo stati tutti felicissimi quando chi era passato a salutarci prima di Natale si è ripresentato, e stavolta ha detto che avrebbe continuato: avevano ritrovato l’entusiasmo e la voglia di stare insieme! E la decina di iscritti è ampiamente superata!

Forse per questo la lezione è stata particolarmente bella e allegra, circolava un’energia forte tra di noi, le scenette nei giochi di improvvisazione sono state particolarmente frizzanti! L’insegnante ha detto che fra poco si partirà per progettare qualcosa di più sostanzioso… chissà se riprenderemo l’argomento che avevamo in mente prima della pandemia?

 

 
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FINALMENTE

Post n°1801 pubblicato il 11 Gennaio 2022 da atapo
 

LIBERI TUTTI !

 

scuola steineriana

Giusto al termine delle vacanze natalizie tutta la famiglia di mia figlia si è liberata dal covid, finalmente! Del resto, farne uscire sei persone non è da poco. Ben più di un mese è durata la storia e nell'ultimo periodo c'è stata la caccia ai luoghi e ai tempi per fare i tamponi di controllo, poi le attese per ricevere i certificati vari: l'ultimo green pass, quello della Diletta che ha continuato a lungo ad essere "debolmente positiva", è arrivato appena in tempo per consentirle di rientrare a scuola oggi, insieme agli altri fratelli.

Ci siamo lasciati alle spalle anche questo incubo, ora almeno per sei mesi hanno i documenti in regola. Poi... è un'incognita, come tutta la pandemia del resto.

Per festeggiare le guarigioni, e ciò che non si era potuto festeggiare insieme prima, venerdì sera ci siamo ritrovati tutti a cena da loro. C'erano anche mio figlio e Riccardo. Sembrava la sera di Natale, perchè erano ancora in vista albero, presepio e decorazioni e la tavola era apparecchiata per le feste grandi, tovaglia scintillante e stoviglie buone ereditate dai miei suoceri. E tutti i regali di Babbo Natale e Befana ancora in giro, da mostrare ai nonni. Che importa se dal calendario era tutto passato, noi dovevamo recuperare i tempi, la gioia, gli affetti.

E' stata naturalmente una bellissima serata. I bambini ci hanno raccontato esperienze delle loro scuole, ci hanno mostrato orgogliosi i quaderni, Martino ironizzava sulla sua terza media, come è normale tra gli adolescenti. Hanno voglia di farci sapere, di parlare, sono passati due anni e loro sono tutti così cambiati, a volte un po' estranei, c'è stato uno strappo che ogni tanto si fa sentire, non mi è sempre facile essere sulla loro lunghezza d'onda.

Con mia figlia, mentre i bambini giocavano e noi finivamo di cucinare, ho parlato soprattutto di come Damiano sia rifiorito da quando va alla scuola steineriana, si è più aperto, rinvigorito, è più entusiasta di partecipare alle esperienze: ora si tratta di iscriverlo alla scuola media, continuerà lì quasi di sicuro.

Cesare, che frequenta la materna alla steineriana, dovrebbe essere iscritto in prima, ma dove? Passare alla scuola pubblica? E' nato in dicembre, non è particolarmente maturo, alla steineriana potrebbe fare l'anno del re e cominciare la primaria l'anno successivo. Certo è una spesa molto alta, tenerne due lì, però è veramente un'istituzione scolastica che fa "vivere" le esperienze educative, non ha voti, ma progetti coinvolgenti: anche a me piace tanto, è come avevo cercato di lavorare io nella scuola pubblica, finchè mi è stato concesso. Se fossi un po' più giovane e in forze vorrei entrare anch'io a fare qualcosa, anche solo a dare una mano per i laboratori. Vedremo come decideranno per queste iscrizioni, entro la fine di gennaio.

Insomma, quella serata ha riscattato tutti i dispiaceri dell'essere stati lontani per così tanto tempo, se ci ripenso la sento come una "cena natalizia" e che importa se gennaio era già iniziato da sette giorni!

 
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DOVE VORREI TORNARE

Post n°1800 pubblicato il 06 Gennaio 2022 da atapo
 
Tag: viaggi

DJERBA

 

 

Negli ultimi giorni del 2021, quando ero di umore un po’ tetro, mi chiedevo se e come avrei continuato anche nell’anno nuovo il calendario mensile nel box qui a fianco: ero decisamente a corto di idee, dopo tanti anni e tanti argomenti!

C’era anche la buffa coincidenza scoperta fin dall’inizio: l’argomento che sceglievo faceva una piccola magia e nell’anno in questione propiziava qualcosa di positivo che aveva a che fare con esso. Casualità? Coincidenza? Tutto può essere, l’importante è crederci…

Così all’inizio del 2021 avevo scelto i VIAGGI, in luoghi nuovi, di cui a lungo ho sognato, dove probabilmente non andrò mai. E vista la pandemia galoppante era quasi una sfida! Invece… anche stavolta la piccola magia si è realizzata e il viaggio c’è stato: non molto lontano, ma in un territorio in Italia a me sconosciuto, proprio uno di quelli che avevo messo nei box, il Cilento.

Viaggio totalmente inaspettato, giunto a sorpresa anche in seguito all’estate tanto rivoluzionata nei suoi progetti.

Ma la pandemia continua, gli esiti sono incerti… i viaggi ancora di più. Così ero un po’ avvilita, passavo in rassegna argomenti nuovi senza convincermi, anzi pensavo di smettere proprio con questa storia del calendario.

Poi Facebook mi ha proposto un ricordo lontano, un Capodanno e inizio di gennaio passato sull’isola di Djerba, in Tunisia: l’ultima volta che sono stata laggiù.

Ho rivisto nel ricordo la sua bellezza, le spiagge bianche, i palmeti con le coltivazioni di ortaggi all’ombra delle palme, il laboratorio del vasaio, le piccole città bianche e azzurre, i suk con i mercanti, le passeggiate nella boscaglia quasi deserto, il tiro con l’arco all’hotel, il mercato con gli animali vivi e le donne berbere con cui mi intendevo a gesti, l’aria tiepida di notte… Infine le grandi feste allo scoccare della mezzanotte, le musiche e le danze arabe…

Che nostalgia, come ero stata bene laggiù! Come mi piacerebbe tornarci!

E allora, all’improvviso, ho deciso: continuerò coi viaggi, ma la prospettiva sarà diversa. Non ho certo girato il mondo, ma sono sicurissima che troverò dodici luoghi in cui sono già stata, dove vorrei tanto tornare, ripenserò ai loro ricordi belli e ve li presenterò.

Vedremo cosa accadrà!

 
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2022

Post n°1799 pubblicato il 01 Gennaio 2022 da atapo
 

INIZIO

 


 

Negli ultimi giorni ero inquieta: mi frullavano in mente, come in tutti i fine d’anno, i fatti passati nei dodici mesi, lo spontaneo tentativo di giudicarli per fare il solito consuntivo… poi una parte di me ne fuggiva, scacciava il pensiero, voleva evitare questo genere di riflessioni. Così non ne venivo a capo, finché non ho visualizzato un’immagine mentale. Mi capita a volte nelle situazioni ingarbugliate, di cominciare a venirne a capo attraverso un’immagine che le rappresenti, e su questa riesco a capirmi meglio.

Stavolta ho visto l’anno in scadenza come una strada in salita, tra i monti, che ho percorso: a passi lenti e circospetti, perché la strada era sassosa, con quei sassetti piccoli, appuntiti e spesso malfermi, che slittano, stancano il piede, rischiano di far prendere una storta alla caviglia (come mi succede facilmente!), la fatica di percorrerla impedisce di godere del panorama bello che sta intorno. Il 2021 è stato così, ho avuto momenti positivi, certo, ma è restata più evidente nella memoria la difficoltà di continuare la salita, pardon, il percorso della vita trascorsa tra gli alti e bassi, le incertezze, le inquietudini.

Chissà se con il nuovo anno si comincerà a tirare il fiato, ad andare dolcemente in discesa, mi concludevo a pensare, ma mi dava fastidio soffermarmi su quest’ultima idea, perché la fatica e l'incertezza della situazione che si trascina da tanto tempo vincevano su tutto.

Così avrei voluto considerare quegli ultimi giorni come giorni normali, di un mese qualsiasi “centrale”, un marzo, o un agosto, senza il carico mentale della fine d’anno; oppure avrei voluto andare a dormire e svegliarmi magicamente tra una decina di giorni, per non coinvolgermi nel rito tutto convenzionale del passaggio dell’anno. O, meglio ancora, svegliarmi miracolosamente a pandemia finita, in una riconquistata libertà.

Poi sono cominciati ad arrivare gli auguri, durante il 31, e pian piano qualcosa si è sciolto: tutti con speranza, incitamenti a resistere, dopo le enunciazioni di difficoltà e malinconie tanto simili a ciò che stavo provando io, così mi sono sentita avvolta dall’affetto e dalla forza che anche altri stavano cercando. Infine due lettere di amici, una più bella dell’altra, sono state come un ultimo abbraccio, nell’augurio di riuscire a rivederci presto, cosa non scontata di questi tempi.

Così mi sono sentita più leggera, pronta ad affrontare il passaggio dell’anno: ce la faremo, ce la farò, ci sarà a un certo punto qualcosa di positivo da vivere, poi da ricordare, è normale lo scoraggiamento, ma ci si può risollevare, anche in maniera ora imprevedibile e impensata.

E dunque anche in questo momento storico così difficile, ambiguo, che rimanga l’impegno insieme alla speranza e ancora una volta

BUON ANNO!

 

 
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