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Messaggi di Febbraio 2022

DOVE VORREI TORNARE

Post n°1809 pubblicato il 27 Febbraio 2022 da atapo
 
Tag: viaggi

VENEZIA

 


 

Da un po’ di tempo mi è venuta voglia di andare a Venezia, perché non ricordo nulla di questa città.

Probabilmente ci sono stata una volta da piccola, con papà: c’erano associazioni che organizzavano gite in treno o in pullman, a lui piacevano e ci andavamo insieme, soprattutto negli anni in cui mio fratello era molto piccolo, quindi la mamma restava a casa con lui e noi due eravamo contenti di passare qualche domenica a conoscere nuovi luoghi.

Venezia si raggiunge facilmente da Bologna, è una città così affascinante, vuoi che non ci siamo stati? Però non ricordo assolutamente.

Senz’altro ci sono stata col fidanzato, pochi mesi prima del matrimonio. Lui doveva fare dei documenti nei paesi del Veneto dove era nato e aveva abitato da piccolo, quindi un fine settimana facemmo una gita, quasi un pellegrinaggio tra i ricordi d’infanzia per lui, in diversi luoghi della regione.

Che passammo da Venezia è sicuro, perché andammo a Murano dove, affascinati dagli oggettini di vetro, ci venne l’idea di comperare degli animaletti che sarebbero state le bomboniere per le nozze. Tra questi, conservo ancora il topolino, che avevamo tenuto per noi, ma non ho alcun ricordo di quella visita.

Immagini di Venezia si trovano in giro molto facilmente, a volte non si sa se, chiudendo gli occhi, nella mente se ne vedono riferite a ricordi personali o a qualcosa visto in giro. Così è successo che l’anno scorso, quando ho letto il romanzo “La cosa buffa” di Giuseppe Berto, ho immaginato benissimo i luoghi della storia, mi sono resa conto dei miei non-ricordi e ho pensato che era ora di tornarci.

Qualche settimana fa ho fatto una visita virtuale, attraverso un gruppo di Facebook che organizza questi giri in luoghi del mondo, ed è stata davvero bella perché hanno mostrato, spiegato e raccontato di luoghi anche al di fuori dei più famosi percorsi turistici. Così, quando ci andrò, alla guida classica cartacea aggiungerò i miei appunti e sarà ancora più interessante.

Ma… quando ci andrò?

Per ora purtroppo non c’è in programma nessun viaggio… continuo a fare la “badante” e a fare iniezioni al marito...

 

 
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GUERRA

Post n°1808 pubblicato il 24 Febbraio 2022 da atapo
 
Tag: cronaca

GUERRA

 


Ero contenta perché sapevo che oggi avrei avuto finalmente tempo per scrivere, e avevo in mente alcuni argomenti tra cui scegliere, che poi ciò che non sarebbe stato scelto l’avrei tenuto in caldo per le prossime volte…

poi si è bloccato tutto.

Le notizie dell’attacco della Russia all’Ucraina mi hanno sconvolto, tutto il resto mi pare inutile e insignificante. Non riesco neppure a scriverne, però credo sia importante lasciare almeno un piccolo segno di ciò che è iniziato, così terribile. Mi pare che la pazzia abbia dato l’ultima spallata a tutta la montagna di negatività politica, intellettuale e umana, che accumula rivendicazioni, esibizioni di forza e disprezzo per la vita.

Continuiamo a vedere immagini disastrose, nuovo capitolo, ma sempre uguale, dopo l’Afganistan, l’Iraq, l’ex-Iugoslavia e potremmo tornare ancora più indietro o cambiare territori: anche solo a fermarci al secolo breve, il XX, di guerre non ne sono mancate in giro per il mondo. E aggiungiamoci anche il nuovo modo di fare una guerra: il terrorismo, forse ancora più vigliacco della guerra aperta.

Ci hanno lasciato rovine, sofferenze e date sporche di sangue. Forse il 24 febbraio 2022 diventerà una di quelle?

 

 
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GIORNI PESANTI

Post n°1807 pubblicato il 20 Febbraio 2022 da atapo
 

BRUTTO SAN VALENTINO

 

panorama verso Firenze, da Casamatta

E' un periodo difficile, ormai da quindici giorni, anche riuscendo a sfuggire il Covid ci sono altri malanni ad assalirci.

Io sono preda di forti nevralgie, causate dall'artrosi a entrambe le articolazioni mandibolari, basta che ci sia il vento o l'umidità del clima piovoso e soffro di dolori alle orecchie, a una o a tutte e due, e in certi giorni quasi non riuscivo ad aprire la bocca nemmeno per mangiare. Ora sto un po' meglio, ma tremo al pensiero che il tempo peggiori, perchè peggioro anch'io, a stento le medicine fanno effetto.

E mio marito è sotto un forte attacco di sciatica, iniziato, guarda caso, dopo che per alcuni giorni aveva lavorato in giardino a potare le siepi. Io ho una mia teoria: quando uno sta sempre fermo al computer o alla televisione, non fa passeggiate, meno che mai ginnastica o piscina o cose del genere... appena si muove... il fisico risponde... male.

Ma guai a dirglielo!

Così soffre molto, passa dal letto al divano e in nessuna posizione trova sollievo, quando si è deciso a consultare il medico gli sono state prescritte bustine di antiinfiammatorio, ma senza risultati così ora siamo passati alle iniezioni potenti. Dico "siamo" perchè le iniezioni gliele devo fare io.

Ho girato un sacco di volte: prendi le ricette, passa in farmacia, ripassa perchè delle medicine mancano, torna per le altre ricette, ritorna in farmacia... Nè l'ambulatorio nè la farmacia sono vicine a casa, devo andarci in autobus, di questi ora gli orari sono inaffidabili perchè mancano molti autisti ammalati. L'unico aspetto quasi piacevole è che durante le lunghe attese alle fermate riesco a leggere varie pagine del "libro da borsa" e non penso ad altro.

Però che tristezza! Niente piscina perchè mi aumenta la nevralgia, in casa a sentire lui che si lamenta e diventa sempre più nervoso, se esco è tutto un chiedere quando torno. Non si fa nient'altro. Cioè, io devo fare un sacco di cose, in casa ora lui non muove un dito, mi sento molto colf, non ho quasi più tempo per ciò che piace a me, anche se mi affanno a tenere tutto sotto controllo.

San Valentino è passato invano. Lui ci tiene molto a questa festa, più di me, è una delle poche occasioni in cui è tassativo andare fuori a mangiare, a pranzo o a cena, e magari metterci anche una piccola gita o un cinema. Invece stavolta è stato uno dei Valentini più brutti della nostra storia, se non il peggiore.

Quest'anno dovevamo tornare al ristorante Casamatta, sui monti dietro Firenze, dove andammo due anni fa: hanno allestito nei loro terreni un nuovo "percorso dell'amore" dopo quello di due anni fa, con poesie incise sui cartelli e anche stavolta c'era una mia poesia. Il 14 febbraio era l'inaugurazione e noi "poeti" eravamo invitati: io ci tenevo tanto, si mangia benissimo, i gestori sono molto simpatici, sarebbe stata finalmente una serata di quelle che rallegrano e alleggeriscono lo spirito. E invece abbiamo dovuto annullare tutto, ho spignattato io a preparare la crostata con la ricotta all'alchermes, che è venuta buona, ma non è la stessa cosa che essere al ristorante servita e riverita e chiamata "poetessa" per di più.

I malanni fisici mi intristiscono, queste ultime settimane appesantiscono il periodo troppo lungo di chiusure per evitare rischi Covid, tutto l'insieme mi sta togliendo forze, entusiasmi e voglia di progettare, mi sento avvilita e sempre più priva di forze e di volontà.

 
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SABATO POMERIGGIO

Post n°1806 pubblicato il 13 Febbraio 2022 da atapo
 
Tag: cronaca

LIBERA USCITA

 

 

Rodolfo Siviero e la sua casa-museo a Firenze


Ieri pomeriggio sono andata a una visita turistica organizzata dal Touring Club alla casa di Rodolfo Siviero, qui a Firenze.

Chi è costui? Molti chiederanno.

Se dico “007 dell’arte” è più chiaro? Forse non ancora.

Se dico “monument men”? Chissà quanti ci capiscono qualcosa…

Insomma, è un personaggio fiorentino, nato nel 1911 e morto nel 1983, che ha speso gran parte della sua vita al recupero di opere d’arte trafugate durante la guerra oppure rubate, è merito suo se così tante sono ritornate in Italia. Ma ciò che affascina è la sua vita avventurosa e ancora piena di misteri e punti interrogativi, che offrirà molte ghiotte occasioni agli studiosi che vorranno conoscerlo e capirlo a fondo. Da tanto mi incuriosiva, finalmente non mi sono lasciata sfuggire l’occasione e ne sono stata ampiamente soddisfatta.

Non dico altro su di lui, se digitate il suo nome su Google e dedicate un po’ di tempo alla lettura dei risultati ne scoprirete delle belle…

Il motivo per cui ne parlo qui è un altro. Io e il marito ci eravamo iscritti insieme alla visita, poi a lui è venuto un forte attacco di sciatica che gli impedisce di muoversi, così sono andata da sola, coi mezzi pubblici, non in auto.

E mi sono resa conto che…

Innanzitutto è stato complicato capire il percorso e i cambi di autobus per arrivare. Ora che a Firenze c’è un nuovo gestore del trasporto pubblico, il suo sito su internet è tutto diverso da prima e secondo me più caotico: non ci sono più le mappe con i percorsi degli autobus, gli orari non sono dettagliati, ma vengono indicati solo i passaggi alle principali fermate. Molti autisti in questo periodo sono ammalati, quindi spesso le corse saltano, senza preavvisi. Già che al sabato le corse erano diradate ancora prima del Covid…

Arrivare in tempo è un’incognita: io sono arrivata all’ultimo minuto, nonostante fossi partita molto in anticipo, ma dovevo combinare insieme due bus e una tramvia!

C’era il sole, ma un vento freddo e sgarbato. Io per strada mi sentivo a disagio e un po’ disorientata: ho scoperto di non ricordare più i percorsi di certi bus, di aver perso la familiarità con le strade di certe zone. Abituata a girare a piedi per la città nei miei antichi pomeriggi di “libera uscita”, ormai da due anni invece questi sono spariti, se vado fuori è solo per commissioni ben specifiche e con ritorni rapidi a casa, senza vagabondaggi, per ridurre i rischi e per non sforare troppo gli orari nel caso saltassero i bus. E confesso anche di stancarmi molto più rapidamente, forse la perdita dell’abitudine, forse due anni di vita (e di vecchiaia) in più si fanno sentire.

Però all’uscita dalla interessantissima visita (circa un’ora e mezza di spiegazioni coinvolgenti, passata in un lampo) ho voluto lo stesso utilizzare le forze che mi restavano per una passeggiata… vecchio tipo, quasi senza meta, ma verso pasticcerie in cui sapevo di trovare ottime frittelle di riso da portare a casa.

Dove, manco a dirlo, sono arrivata distrutta, e per fortuna che l’ultimo autobus da prendere non mi ha fatto aspettare troppo.

 
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IL RITORNO

Post n°1805 pubblicato il 06 Febbraio 2022 da atapo
 

NERONE




Sono state settimane in cui il giardino era visitato soltanto da uccelli di varie razze e dimensioni, alla ricerca delle briciole scrollate dalla tovaglia, delle palline di semi nelle retine che appendo ai rami spogli degli alberi, dei lombrichi che fanno capolino dal terreno bagnato per finire in fretta nel becco dei merli e forse anche delle gazze. Mi mancava la presenza silenziosa di Leo, il gattone della cui triste storia ho raccontato qui, prima di Natale.

Poi, furtivamente, è ricomparso Nerone, il gatto con la coda rotta, piegata ad angolo, che frequentava il giardino prima di essere spodestato da Leo, in una notte di combattimento.

Forse l’odore di Leo non si sente più, adesso. Non era molto socievole Nerone, scappava a razzo se un umano usciva in giardino, del resto è nato selvatico, da piccolo veniva a giocare nel mio giardino con la sua mamma, aveva già la coda rotta e per questo si riconosce, crescendo non ha certo avuto occasioni di interagire con gli umani!

E’ sempre talmente seminascosto tra le piante o in fuga rapidissima, che non sono mai riuscita a vedere se ha la famosa punta di un orecchio tagliata, sarebbe il segno che appartiene a qualche colonia felina dei dintorni. Ma, sinceramente, ho forti dubbi anche su questa minima e opportunistica forma di addomesticamento.

Però dalla sua ricomparsa una volta si è soffermato vicino alla casa mentre noi eravamo dietro al vetro della porta finestra a guardare i passeri che si erano precipitati a mangiare le briciole di pane. E Nerone stava lì e ci fissava: credo fosse combattuto tra la paura di noi così vicini e la voglia di lanciarsi sui passeri a fare una strage.

Poi qualche giorno fa, mentre stendevo il bucato sotto il portico, lui è arrivato, con l’intenzione di percorrerlo, il portico, ma c’ero io! Mi aspettavo la solita fuga precipitosa, invece stavolta si è fermato ad osservarmi, meditava cosa fare? O era curioso? Dopo pochi minuti, in cui gli ho detto qualche parola, ha fatto dietro front e con calma dignitosa è tornato da dove era venuto. Ho pensato che c’è stato un minimo di contatto, finalmente!

E’ molto diverso da Leo: quello era sottile, slanciato, un vero leopardo, Nerone è nerissimo, basso, cicciotto, con le zampotte corte e un gran testone tondo. Chissà se è maschio o femmina, non saprei dirlo, dal testone sarei per il maschio, ma non ho avuto mai l’onore di vedergli il di dietro... Ho detto a mio marito che quando va in fondo al giardino, in un angolo dove tiene ammucchiati vari attrezzi, sacchi di terra, vasi inutilizzati, deve controllare lì in mezzo: se fosse una femmina, sarebbe un posto adatto per partorire, mi ricordo cosa accadeva quando ero piccola in un luogo simile nel mio giardino.

Ora abbiamo potato abbondantemente tutte le siepi e quando arriva si nota più facilmente. A meno che la mancanza di ripari vegetali non lo faccia smettere di gradire l’ambiente, ma questo mi dispiacerebbe molto: ricordo che in zona c’è anche il rischio topolini e lui (o lei) ci fa proprio comodo. Per ora, anche se non lo vediamo spesso, continuiamo a trovare i segni della sua presenza: purtroppo ha una brutta abitudine, fa la cacca nell’erba alta e non la ricopre. Questo manda in bestia mio marito, io gli dico: -Vedi, dovresti tagliarla più spesso!-

Nessun altro gatto che ha frequentato il giardino faceva così: credo che la mamma di Nerone sia morta troppo presto, prima di avergli insegnato tutte le regole di buona educazione felina, almeno così ho letto a proposito degli apprendimenti dei micini. Povero Nerone!

Vedremo come proseguirà la storia.

 

 
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