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Messaggi di Novembre 2022

FINE MESE

Post n°1852 pubblicato il 30 Novembre 2022 da atapo
 

VALUTAZIONI

 


 

Oggi è l’ultimo giorno di novembre e mi viene da pensare a come è andato…

In diversi anni novembre non è affatto stato un buon mese per me: episodi tristi o negativi, il buio anticipato rattrista, il freddo e il maltempo a cui non si è ancora abituati portano malanni, gli impegni già ben definiti per questo periodo e i prossimi mesi si cominciano ad accavallare… insomma, novembre spesso non è stato un mese facile.

Stavolta invece è passato “liscio”, tranquillo. Sì, anche quest’anno è stato il mese di vari controlli di salute, ma li ho affrontati e superati senza particolari inquietudini, in fondo sto bene, mi sento meglio di altre volte, forse il merito va alla stagione che è stata calda fino a pochi giorni fa. L’impegno col teatro non è stato eccessivo: poche le prove e due spettacoli col Camerino Volante, poi fino a gennaio repliche non si faranno con la commedia a cui partecipo anch’io, gli altri lavorano su storie in vernacolo…

Chissà se e quando ci saranno ancora ruoli per me, non in vernacolo… Ma non mi interessa più di tanto, anche se un po’ mi dispiace: ho concluso che mi godrò più tempo per me, riuscirò ad andare in giro di più, mi dedicherò di più alla scrittura. Vorrei cominciare un altro libro, ho già preparato un po’ di traccia, ma ultimamente non trovavo più la concentrazione, mi restava sempre poco tempo, tra un’incombenza e l’altra, per sedermi il minimo necessario a concludere qualcosa. A fatica ho scritto due racconti che ho mandato a due concorsi.

Dopo la premiazione di luglio nel Lazio con Dacia Maraini, e l’altra a Pavia, mi è capitato in due concorsi di essermi piazzata bene, ma i giorni delle premiazioni sono stati messi quando dovevo recitare in uno spettacolo, così ho dovuto rinunciare al viaggio e al premio, perché in questi concorsi se non ci si presenta, o non si manda qualche delegato, si decade. Mio marito non accetta di girare per l’Italia al posto mio, così il mio impegno di scrittrice è andato a farsi benedire. Peccato perché almeno in uno le ditte sponsor davano ai vincitori omaggi di prodotti tipici locali…

E’ che si sa solo all’ultimo momento se si vince e le date delle premiazioni: un impegno col teatro, per serietà, non si può annullare. Invece in altri concorsi, con date “giuste”, non ho vinto nulla.

Tutto questo mi aveva un po’ demoralizzata, è la mia solita sfortuna che mi fa passare tempi “morti” e momenti in cui si accavalla di tutto e bisogna rinunciare a qualcosa a cui si tiene.

Vorrà dire che se farò meno teatro… mi auguro di vincere di più con la scrittura, anche se non è per niente facile, i concorrenti sono sempre tanti, tanti illusi come me che aspirano a un momento di gloria!

Per il resto le giornate scorrono tranquille e cerco di far tesoro di questo periodo buono, che non sempre capita nella vita.

Da domani si guarda al Natale: il mese esordisce coi compleanni di Cesare (6 anni l’1 dicembre) e di Martino (14 anni il 4), poi ci sarà la ricerca dei regali natalizi e stavolta non ho ancora idee, ci saranno le decisioni su come passare le festività, dove e con chi: vorrei incontrare figli e nipoti, ma vorrei anche muovermi un po’ da casa, fare qualche esperienza nuova, che ravvivano la vita e ringiovaniscono… sono ancora fiduciosa che qualcosa di bello si riuscirà a inventare e spero di non ritrovarmi con le ennesime delusioni e troppe giornate passate rintanata in casa.

E mi accorgo all’improvviso che la fine dell’anno è vicina, ogni anno arriva sempre più velocemente, il tempo che resta diminuisce mentre le idee e i desideri sono ancora tanti...

 
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REGISTA

Post n°1851 pubblicato il 21 Novembre 2022 da atapo

NOSTALGIA

 

Sivio Orlando in "La vita davanti a sé"

Ultimamente sono andata due volte a teatro, stavolta come spettatrice.

I due spettacoli avevano qualcosa in comune, entrambi erano tratti da romanzi contemporanei che in passato avevo letto, dunque ne conoscevo l’argomento e la storia.

Ho visto “Accabadora”, un monologo in cui l’attrice pian piano conduce gli spettatori a scoprire il crudele mestiere della donna che lei ama e chiama “zia”, che l’ha presa con sé da piccola togliendola a una famiglia povera e a una madre poco accudente; la scenografia è molto evocativa, giocando sulle luci colorate e i cambi d’abito che diventano sempre più cupi. Un lavoro notevole.

Ancora di più mi ha emozionato Silvio Orlando in “La vita davanti a sé”. Il libro l’avevo amato tantissimo e nello spettacolo ho ritrovato le identiche sensazioni della lettura, alla fine mi sono ritrovata commossa ad asciugarmi le lacrime, uguale a quando finii la lettura del romanzo. Anche questo è un monologo: l’attore interpreta tutti i personaggi, ci sono intermezzi di musica etnica, le vicende del piccolo Momo sono quanto mai attuali, tra le problematiche della diversità e dell’accoglienza, smuovono compassione e coinvolgimento, suscitano riflessioni… per chi lo vuole.

Al di là della bellezza delle due serate, mi sono sorpresa a pensare quanto sia affascinante costruire uno spettacolo teatrale da un romanzo o un racconto. L’ho fatto tante volte quando insegnavo, spesso nelle classi gli spettacoli in cui ero regista nascevano così, lavorando su un testo per decidere le parti da mettere in scena, scegliere le battute, poi organizzare la scenografia, sempre con mezzi tecnici scarsissimi. Eppure venivano rappresentazioni suggestive, era importante riuscire a trasmettere il nostro messaggio al pubblico di compagni, di familiari, di amici.

E ho provato nostalgia di quei tempi, di quei lavori, delle fatiche e delle soddisfazioni. I messaggi che si possono diffondere attraverso il teatro sono forti, spesso quando incontro qualche antico scolaro mi rievoca le parti che aveva recitato, gli aneddoti del palco e dei “fuori scena” che abbiamo vissuto insieme.

Mettermi a organizzare ora gruppi teatrali di ragazzi o bambini nelle scuole, nelle associazioni? So che ce n’è richiesta e ce ne sarebbe anche tanto bisogno, con i problemi di autocontrollo e socializzazione che hanno i giovani, ma… so che non avrei più le forze fisiche per portare avanti un impegno simile, che implica una fatica fisica non indifferente.

Strana coincidenza, in quelle ore di preparazione e attesa prima di andare in scena venerdì scorso, chiacchierando col regista, mi ha chiesto: - Perchè non scrivi testi teatrali? -

Gli ho raccontato che nello spettacolo sulle trecciaiole una scena l’avevo completamente scritta io e che quando insegnavo scrivevo molte sceneggiature, praticamente una ogni anno, più o meno ricca e impegnativa: era una delle attività che preferivo e che considero importantissima per lo sviluppo completo dei ragazzi.

Chissà se nel mio futuro ci sarà ancora qualcosa del genere… o se ci sarà soltanto nostalgia?

 
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DEBUTTO

Post n°1850 pubblicato il 13 Novembre 2022 da atapo
 
Tag: teatro

"ANTICO CAFFE' GEMMA"

 


 

Ho debuttato venerdì nella nuova compagnia teatrale "Il Camerino Volante", in cui sono confluiti gli "Spostati" dopo lo scioglimento e il "pensionamento" della regista.

Il nuovo regista (che lavorava anche negli Spostati) è un caro ragazzo cinquantenne che avrebbe molte idee e vorrebbe ampliare il repertorio attuale del Camerino, in cui finora hanno messo in scena quasi esclusivamente spettacoli in vernacolo; io, che non sono fiorentina e col vernacolo non ho nulla a che fare, non avrei nessuno spazio, rimarrei "disoccupata". Il regista stavolta ha rielaborato e arricchito una storia, "Antico Caffè Gemma" che aveva scritto e già rappresentato l'anno scorso, inserendo alcune scene e alcuni nuovi personaggi per chi è arrivato dal vecchio gruppo. In particolare io sono una donna proprio bolognese (con l'accento e i modi di intercalare), arrivo a un certo punto e provoco una specie di... unione delle donne contro i mariti pieni di difetti, avviando la commedia ad una conclusione di solidarietà fra noi donne.

Mi sono piaciuti questo ruolo e questa invenzione del regista, ciò mi ha aiutato ad inserirmi tra i colleghi di palcoscenico, quasi tutti ancora sconosciuti. E' un gruppo molto affiatato, io, timida come sempre, sto ancora spesso in silenzio, ma le ore di prove e di attese tra le entrate in scena aiutano scambi di esperienze e chiacchiere che pian piano mi fanno sentire più a mio agio.

Così sono rimasta soddisfatta di tutto il lavoro. Abbiamo debuttato nella rassegna teatrale di un circolo Arci in un paese vicino a Firenze, c'era un po' di preoccupazione perchè era arrivata notizia che la settimana prima, allo spettacolo precedente al nostro, si era presentato UN SOLO SPETTATORE!

Invece... la sala era piena: alla biglietteria la coda non finiva più e la custode a un certo punto è entrata nel camerome-spogliatoio a chiederci se potevamo darle qualche sedia perchè in sala le sedie che avevano messo non erano sufficienti!

Un bel successo e tanti applausi e finalmente in quel finale mi sono sentita davvero inserita nella nuova compagnia. Avremo una replica, in un'altra sala della città, a fine novembre.

E poi? Gli altri porteranno in giro nella provincia alcuni loro spettacoli già collaudati e questi non mi riguardano, mi riposerò un poco; da gennaio il regista vuole iniziare a buttar giù qualcosa di nuovo e allora forse ci sarà qualcosa di nuovo anche per me, almeno lo spero... ma che non sia in vernacolo!

 
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AL RITORNO

Post n°1849 pubblicato il 05 Novembre 2022 da atapo
 
Tag: viaggi

VERDE


 

E’ il colore del Friuli, che mi aveva così colpito già nei viaggi precedenti: campagna, prati, boschi… Anche stavolta l’ho ritrovato: il verde, colore riposante, è stato sfondo alle mie giornate. E dire che, in pieno autunno come siamo, c’era da aspettarsi un “foliage” più variopinto, invece la stagione calda offre ancora aspetti da fine estate. Era proprio caldo e soleggiato, da stare in maniche corte per la maggior parte della giornata, con la necessità di una giacchetta solo la mattina presto e alla sera, ma soprattutto a causa dell’umidità, più che del freddo.

E’ stato un viaggio piacevole, anche se un po’ lungo all’andata: la deviazione a Bassano per una visita al cimitero, ai miei suoceri (alla fine mio marito ha voluto passare anche da suo padre), ha comportato parecchi chilometri in più, non ce ne eravamo resi conto, in pratica abbiamo attraversato la pianura veneta per arrivare ai piedi dei monti friulani, dove abita ora mio fratello.

L’albergo a Budoia era modesto, ma pulito e tranquillo, col personale allegro e solerte, alla periferia del paese con intorno i boschi e la vista sul monte; i ristoranti dove abbiamo mangiato durante i giri di quei giorni sono stati tutti strepitosi e io mi sono presa i loro biglietti da visita, per i nostri viaggi futuri e da dare ai figli, per eventuali loro vacanze da quelle parti.

Abbiamo passato tante ore tranquille con mio fratello e sua moglie. Ora che la figlia vive da sola e il figlio frequenta l’università a Padova, per non sentirsi soli hanno preso un gattino grigio scuro, di circa tre-quattro mesi: si chiama Pinot Grigio, abbreviato in solo Pinot ed è uno spasso, con la vivacità dell’età, ma anche molto socievole e coccolone. Ora mia cognata sta aprendo un negozio-studio come fotografa, poiché ha scoperto che in quel paese questo mancava, il trasferimento da Ferrara aveva questo rischio, di perdere clienti, invece ne ha già dei nuovi e continua ad essere richiesta anche nella città precedente, per fortuna il lavoro pare abbia ingranato.

Mio cognato ci ha voluto portare in gita a Cividale, praticamente abbiamo attraversato tutta la regione, ma ne è valsa la pena perché questa cittadina è molto graziosa: ci vorrei tornare per vedere nel museo la parte longobarda, un pezzo di storia importante. Pensavo in quei giorni che il Friuli è molto vario, meriterebbe un viaggio in camper passando per tanti luoghi interessanti, dalle Alpi, alle zone carsiche, fino alle spiagge e alla laguna. Nelle mezze stagioni naturalmente, d’estate là fa un caldo afoso e d’inverno un freddo umido terribile. Finora non è nemmeno stato troppo affollato di turisti, ma ora sembra che gli Italiani riscoprano un po’ tutto e magari si riempie anche questa regione. L’impressione che mi hanno fatto la maggior parte di quei paesi (e mio fratello confermava) è stato di vuoto, di spopolamento, molti, troppi, vecchietti seduti alle osterie, pochi giovani in proporzione. In effetti c’è vita e movimento solo nei centri maggiori.

Il marito ed io abbiamo fatto anche passeggiate da soli: ad una festa delle castagne in un paese sulla montagna e lungo un percorso segnato che attraversa il bosco, qualche chilometro di aria pura.

E’ stata una fortuna che il bel tempo ci abbia accompagnato dall’inizio alla fine, così, finalmente, sono ritornata a Firenze senza nemmeno un raffreddore! Posso dire di essermi riconciliata con questa regione, se sono arrivata anche a immaginare una futura vacanza in camper da quelle parti...

 

 
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