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FINE e INIZIO

Post n°1857 pubblicato il 31 Dicembre 2022 da atapo
 

  IN ANTICIPO



 

Ecco arrivata un’altra fine d’anno, con gli inevitabili pensieri su ciò che è passato, che corrono per la testa di più quando non si hanno molte altre cose da fare.

Come è stato quest’anno?

Così così? Mediocre?

Si dice “quando c’è la salute c’è tutto”, nel 2022 nemmeno la salute c’è stata, il covid ha colpito e mi ha indebolito parecchio.

Sono andata a ripercorrerli, qui sopra, i dodici mesi: ho ritrovato cose carine, ma anche tanta fatica; la fine del mio gruppo teatrale mi ha destabilizzato, ho un bel da rispondere, a chi mi chiede “ora che farai”, che sto in attesa fiduciosa di come si evolverà nel nuovo gruppo, che avrò più tempo per me e per altri miei interessi ecc ecc.

Anche lo scrivere qui è rallentato, non sono riuscita a continuare la rubrica mensile “dove vorrei tornare”, a volte vorrei scrivere, ma non riesco a cominciare. Lo stesso mi accade per i racconti, le poesie, il nuovo libro del quale, tempo fa, avevo iniziato a preparare la traccia (e dire che è un argomento molto d’attualità, altri ne arriveranno a scrivere prima di me)

In realtà sono stanca, molto stanca, non ritrovo entusiasmo per fare anche ciò che potrei o vorrei, mi sembra che i giorni passino arrancando da una mattina all’altra, dispersi tra le incombenze della quotidianità.

Anche il marito è stanco, i suoi problemi fisici si fanno sentire, è spesso esasperato, passa ore e ore sul divano a guardare telefilm o a leggere sul cellulare, ora poi che ha fatto l’abbonamento on line a un quotidiano…

Non ci sono più proposte di nessun genere: passeggiate, musei, ristoranti…

Non incontriamo nessuno, se non i nipoti quando facciamo i baby sitter.

Se gli chiedo io, spesso non risponde nemmeno.

Di solito andavamo a teatro l’ultimo dell’anno: stavolta c’era uno spettacolo sul romanzo “Le ragazze di San Frediano”, due repliche, ieri sera e stasera. Ha voluto andarci ieri sera, così si spendeva meno, pagare più del doppio per una fetta di panettone e un bicchiere di spumante mediocre non ne valeva la pena. Lo spettacolo è stato divertente, almeno quello...

Gli avevo proposto: - Il 31 potremmo andare a mangiare la pizza, poi al cinema.-

Oppure, se volevamo uno sballo, il ristorante-agriturismo Casamatta proponeva, a un prezzo ragionevole, una cena abbastanza normale (ormai il cenone è superiore alle nostre capacità digestive) e dopo avremmo potuto dormire lì, tra i boschi. Un’esperienza che era stata in programma qualche mese fa, ma poi saltò per un’urgenza medica del cuoco.

Nessuna risposta e ora siamo qui a casa, io al computer, lui alla tele, dice che non ha ancora deciso se stare su fino a mezzanotte o andare a dormire prima.

Come è stato Natale in anticipo, così è stato in anticipo il Capodanno, visto che qualcosa di carino l’abbiamo fatto ieri sera.

Vorrei che il 2023 fosse migliore. Lo si spera sempre, sono poco originale. L’oroscopo dice che i transiti astrali per me saranno positivi, c’è di mezzo Giove che arriva, Saturno non è più in aspetto difficile… crediamoci, ma senz’altro ci dovrò mettere impegno e volontà personali, come al solito, e ora sento che scarseggiano.

Non è un bel momento a livello generale e questo non aiuta l’ottimismo; ripeto “basta che ci sia la salute”, penso davvero che questo possa aiutare ad affrontare tutto il resto.

C’è una cosa che provo dentro di me in questo periodo: vorrei riuscire a lasciare, a mettere ordine, a seguire l’essenziale senza disperdermi, senza sentirmi così spesso inadeguata e in affanno…

E’ un’idea ancora un po’ confusa, non saprei neppure dettagliarla meglio, forse è uno dei soliti buoni propositi?

Insomma, passerà la mezzanotte come tutte le altre, solo coi petardi che esplodono tra le vie del quartiere, ci sono molti abitanti cinesi e non badano al risparmio tra botti e luci.

Poi sarà il nuovo giorno, il nuovo anno e… sì, speriamo ancora nel meglio...

BUON ANNO !

 

 
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TRADIZIONI DI FAMIGLIA

Post n°1856 pubblicato il 26 Dicembre 2022 da atapo
 

NATALE IN ANTICIPO

 


 

Per far combinare gli impegni di tutti e i turni di affidamento di Riccardo (quest'anno il giorno di Natale lo passa con la mamma) l'incontro natalizio di famiglia, quello che da anni è chiamato "i Bimbi Natale", è stato per il pranzo del 24, trattato come se fosse il vero giorno di Natale, con tutti i suoi rituali.

La suddivisione delle portate ha visto mio marito proporsi per fare l'anatra laccata alla pechinese (che ha cucinato solo un'altra volta, molti anni fa), con tutti i carismi della ricetta autentica, così nei giorni precedenti abbiamo fatto una puntata ad uno dei negozi cinesi più forniti della zona, dove ha trovato ciò che gli serviva: salse, spezie varie, crepes speciali di riso in una confezione sufficiente per un reggimento (era l'unica!). Gli acquisti non sono stati facili, a causa delle scritte incomprensibili non sempre con traduzioni adeguate in inglese, così ha dovuto chiedere più di un consiglio ai commessi cinesi del negozio.

- Speriamo che si siano capiti bene! - pensavo io.

Non sarebbe prudente fare un piatto nuovo (o quasi) in un pranzo con ospiti, ma mio marito ha una grande fiducia nelle sue capacità. In effetti l'anatra è venuta bene, forse leggermente troppo cotta e abbrustolita, le salse erano mangiabili, ma quelle crepes di riso! Carta, semplicemente carta scricchiolante!

Pare che non abbia ricordato bene le istruzioni del commesso, forse andavano bagnate prima di cuocerle... Comunque erano immangiabili, ne abbiamo riportate a casa una quantità sufficiente a fare molti altri tentativi... ma solo tra noi due, finchè non troviamo il modo giusto!

Io, per prudenza, avevo preparato anche un tegame di costolette in salsa all'arancia, quindi c'era abbondanza. Insieme ai tortellini tradizionali, comprati in negozio, e tutto è stato apprezzato.

La novità di ora è che la nuova compagna di mio figlio da circa un mese è venuta a convivere con lui e sembrano felici. Riccardo va d'accordo con lei, pare abbia accettato con tranquillità la situazione. Lei ha portato in eredità le sue due gatte, che in questa occasione erano molto frastornate da tutto quell'affollamento, si sono fatte vedere a stento.

Abbiamo guardato foto di viaggi, poi i bambini a giocare, noi grandi a parlare soprattutto di questi figli che crescono così velocemente e si affrontano problemi nuovi. Riccardo è in seconda media, comincia a porsi la scelta delle superiori: lui ama la natura e gli animali, pare abbia detto ultimamente che farà la scuola d'Agraria, ma per i professori è molto bravo e creativo anche nelle materie artistiche, in generale però lo studio non gli piace tanto. Martino al primo anno di geometra avrà in pagella una sola insufficienza, che non è riuscito a rimediare per tempo; ieri l'altro ha stupito tutti interessandosi all'Art Nouveau che vedeva nelle foto di Barcellona e dicendo che la storia dell'arte gli piace, perchè si vede come cambia la storia degli uomini. E' la prima volta che fa apprezzamenti su qualcosa di culturale!

Anche il rito dei regali è stato quello tradizionale: pacchetti posti sotto l'albero e distribuiti con grande confusione, poi altri sarebbero stati trovati il mattino di Natale nelle rispettive case.

E finalmente, dopo gli anni del Covid, abbiamo potuto riprendere anche un altro rito: la foto di tutti i nipoti insieme per illustrare il calendario del 2023, che io gli preparerò nei prossimi giorni.

Nei anni scorsi avevo fatto lo stesso i calendari, ma dovevo montare a collage qualche foto che loro mi avevano mandato nei mesi precedenti, soprattutto durante le vacanze estive.

Ora sono più grandi, stanno abbastanza fermi, non ho dovuto scattare molte foto per averne almeno una degna di essere scelta! Quando erano più piccoli era una fatica improba trovarli tutti senza smorfie o sufficientemente fermi!

Stamattina le ho scaricate, sono andata a riguardare quelle degli anni precedenti, fino alla prima volta in cui mi venne quest'idea, quando Diletta non aveva ancora due anni e Cesare non era nato: una bella carrellata di crescita e cambiamenti! Mi commuoveva guardarli un anno dopo l'altro, so che loro li conservano tutti questi calendari, ma l'emozione del tempo che passa, e troppo veloce, credo che la provi così forte solo la nonna...

Per me Natale è stato alla vigilia, col nostro incontro di famiglia.

Dopo la messa di mezzanotte, la parte religiosa, per me la festa era completata, ieri l'ho sentito come un giorno normale e oggi... come un giorno in più, a finire gli ultimi avanzi e ad aspettare di riprendere la solita vita. Mi sono dedicata a riordini casalinghi, Firenze in questi giorni è una bolgia di turisti.

 
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PREMIO

Post n°1855 pubblicato il 22 Dicembre 2022 da atapo
 
Tag: cronaca

SODDISFAZIONE

 

"De quoi écrire?" (Di cosa scrivere?), di Hermann Fenner-Behmer

 

Finalmente ci sono riuscita, mi sono classificata quinta in un concorso di racconti e ho potuto partecipare alla premiazione, non c’erano impedimenti o impegni teatrali stavolta!

E il tutto si è svolto in un paese confinante con Firenze, a Sesto Fiorentino, non c’è stato bisogno di un lungo viaggio.

- Finalmente un posto vicino! - è stato il commento di mio marito che mi ha accompagnato.

Era organizzato dall’Avis locale, insieme all’associazione Fratres, era un concorso a “parole imposte”: quattro parole che ricordavano la donazione del sangue e dovevano comparire nella storia, ma il tema era completamente libero. Una sfida simpatica.

Così sabato scorso ci siamo ritrovati in una biblioteca pubblica situata in una bella villa sulle colline, dieci erano i premiati, stavolta con somme di denaro, discrete per i primi tre, giusto un piccolo riconoscimento per gli altri, ma vuoi mettere la soddisfazione!

Ancora più bello, per me, il fatto che fosse prevista la lettura di una prima parte di ogni racconto, fatta dagli autori stessi. In questo c’è sempre un rischio: chi scrive bene non è detto che sia altrettanto bravo nella lettura, però è carino conoscere in questo modo ciò che hanno scritto gli altri, anche se viene letto così così.

Io mi diverto in queste occasioni a fare sfoggio delle mie capacità teatrali e di lettura e così ho avuto poi elogi in più, anzi mi è stato chiesto di leggere anche il lavoro di un autore che non era presente. Confesso che mi sono inorgoglita un po’…

Nella breve biografia che avevamo mandato, e che è stata letta, avevo scritto dei miei interessi teatrali, così mi hanno detto: -Eh, si sente! Complimenti!-

Bene, stavolta ce l’ho fatta! Continuo a mandare racconti e poesie in giro per l’Italia, non mi arrendo...

Ma ormai in questi giorni fervono soprattutto i preparativi natalizi.

 
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GIUNGLA

Post n°1854 pubblicato il 16 Dicembre 2022 da atapo
 

IL GIARDINO BRUTTO

 


 

Dalla porta finestra guardo la pioggia che cade nel mio giardino.

-Voglio una casa col giardino!- diceva mio marito in quei mesi della ricerca di una casa nuova. Anche a me faceva gola, però mi sarei accontentata pure di una terrazza, magari grande, giusto uno spazio per mettere fuori il naso e sistemarci qualche pianta.

Abbiamo avuto il giardino, 200 metri quadrati, uno spazio dignitoso; chi volesse saperne di più, qui dal 2015 ne ho parlato diverse volte: le sorprese, le soddisfazioni, i tentativi non sempre riusciti di sfumare al verde quel pollice che ho sempre avuto nero.

Però il giardino principalmente doveva essere campo d’azione di mio marito, anche perché lui ha maggiori forze fisiche di me. Sembrava non vedesse l’ora di dedicarsi a questi lavori manuali nella natura, che non faceva da quando abitavamo a Bologna e lui gestiva con cura qualche vaso di fiori, soprattutto geranei, sulla nostra piccola terrazza.

Ma un terrazzino è cosa ben diversa da un terreno di 200 metri quadrati, così la sua buona volontà è andata via via calando. Invece è aumentata considerevolmente la sua pigrizia, mia suocera mi aveva svelato che era così anche da piccolo e, aggiungo io, invecchiando non si migliora…

Ci sono stati aiuto e consigli del mio amico giardiniere, ma mio marito li ha ben poco seguiti. Sostiene che le piante vanno annaffiate poco, altrimenti affogano, che l’erba non va tagliata troppo bassa, così mantiene il fresco e l’umido nel terreno.

Ma le piante sono esseri viventi, fanno un po’ come gli pare, invece LUI vorrebbe avere tutto sotto controllo, ma senza doversi impegnare… insomma, a lavorare nel giardino ci va quando gli torna comodo, quando ne ha voglia, quando non ha impegni parrocchiali, quando non sopporta più le mie sollecitazioni e i miei brontolamenti.

-Fa troppo caldo, fa troppo freddo, il terreno è troppo bagnato… - ogni scusa è buona. Ma ci sarebbero periodi giusti per potare i cespugli, l’erba andrebbe tagliata regolarmente altrimenti soffoca le piantine officinali, bisognerebbe controllare il meteo e approfittare delle sequenze di giornate di bel tempo. Niente di tutto questo e il giardino sta diventando un caos. Addirittura quando a fine estate dovevano venire in visita i nipoti, gli feci notare che non avrebbero potuto giocare nel prato e nemmeno andare sulle altalene (che amano molto) perché l’erba era troppo alta. Lui che ha fatto? Appena prima che arrivassero ha tagliato l’erba… ma solo attorno e sotto le altalene!

Potrei mettermi io a fare tutto, ma di proposito non voglio. Se lo facessi, dopo sì che non alzerebbe nemmeno un dito, come è già successo per altre incombenze casalinghe. Allora aspetto che la situazione esploda e lui si muova.

Ogni tanto dalla disperazione taglio un po’ i cespugli, sistemo qualche vaso, ma per il resto lascio stare…

...e lascio che, come in questo periodo, il giardino diventi una giungla: l’erba è altissima, addirittura supera i vasi con le piante grasse che sono quasi sepolte, i cespugli di nandine e corbezzoli dilagano, tranne i primi due che LUI potò un pomeriggio e poi basta, l’oleandro è enorme, la piccola vite striscia a terra perché sono caduti i paletti di sostegno.

Da settimane avrebbe dovuto montare la serra e mettere al riparo i vasi: si è deciso negli ultimissimi giorni, ora che il tempo è peggiorato, è tutto un acquitrino, è freddo, LUI si mette a lavorare nel pomeriggio e alle cinque fa buio. Infatti si è già preso un bel raffreddore.

Mi mette tristezza, mi fa anche rabbia, adesso, guardare la “giungla”: il mio giardino è proprio brutto.

 

 

 
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COMPLEANNI

Post n°1853 pubblicato il 08 Dicembre 2022 da atapo
 

SEI e QUATTORDICI


 

Come avevo anticipato nell'ultimo scritto, l'inizio di dicembre porta due compleanni, del nipote più piccolo e del più grande. Nella loro famiglia non sono soliti fare grandi feste con obbligo di partecipazione per i nonni, ma non ci dispiace sfuggire la confusione dei compleanni tra bambini. Ci mandano una foto o un video del soffio sulle candeline a colazione, tra i fratelli e i genitori, poi durante la giornata facciamo una videochiamata per gli auguri. Alla prima occasione di visita da loro, di solito il pomeriggio in cui li ritiriamo da scuola e facciamo i babysitter, gli portiamo il regalo.

Quest'anno li ho sentiti un po' "importanti" questi due compleanni.

Il primo dicembre Cesare ha compiuto sei anni. Il cucciolo di casa è arrivato all'età della scuola, penso che ormai in famiglia non abbiamo più bebè, ho po' di dispiacere per il tempo che inevitabilmente corre.

E' un bimbo allegro e arguto, osserva e si interessa a tutto, spesso fa considerazioni buffe, mi chiama "nonnina", ascolta ancora incantato quando gli leggo le fiabe, ma segue suo fratello Damiano nella passione per le astronavi e i robot mostruosi. Ha sei anni, ma non va a scuola: i genitori hanno deciso che fa "l'anno del re" nella scuola steineriana, inizierà la prima l'anno prossimo. E' una possibilità che viene dal mondo anglosassone, fattibile perchè frequenta una scuola parentale, è in pratica un anno ulteriore di scuola materna, più libera e senza proposte di letto-scrittura, in attesa che ci sia una maturazione più adeguata e solida. In effetti Cesare, nato il primo dicembre, ha un carattere ancora insicuro, poco propositivo e gregario (a rimorchio dei fratelli), spesso si sente incapace di fare da solo: ora comincia a superare tutto questo, se fosse andato in prima sarebbe stato frustrante e difficoltoso. Non ha ancora nessun interesse per lettura e scrittura, nemmeno il suo nome scrive completo, invece ama i numeri e la logica, per esempio ha quasi imparato a leggere l'orologio con le lancette. Gli ho regalato una specie di calendario perpetuo: un tabellone di legno in cui, con pezzi magnetici e frecce scorrevoli, può sistemare i giorni, i mesi, lo stato metereologico, le caratteristiche delle stagioni. C'è anche un orologio finto in cui può divertirsi a girare le lancette seguendo quello vero sulla parete. Si farà aiutare da qualche fratello dove ancora non riesce a leggere, magari tra un po' di tempo riconoscerà qualche parola dei giorni e dei mesi.

Martino, nato il 4 dicembre, all'età di Cesare era molto diverso, più sicuro di sè, andò a scuola regolarmente e non ebbe problemi, cioè si notò subito che l'unico problema era l'estrema vivacità, ma quella non gli è mai passata.

Ora ha compiuto quattordici anni, è in prima superiore, è entrato nell'adolescenza. Ormai gioca raramente coi fratelli minori, anche se è sempre molto responsabile nei loro confronti, li controlla e li aiuta. Il suo papà dice: - L'abbiamo perso.- perchè sta fuori spesso con gli amici, esce poco coi genitori e i fratelli. Le scuole medie fatte in epoca Covid sono state un disastro, sia per il comportamento che per l'impegno, si salvava alla fine, agli estremi, avrebbe un'intelligenza brillante e pronta, ma si impegna poco. Ora ha scelto l'istituto per geometri, pare che l'inizio sia tranquillo, i primi voti discreti, note ancora non ne ha portate, anche se a sua madre sembra che studi davvero poco... Speriamo che funzioni!

Come vorrei che capisse l'importanza dello studio, che fosse più riflessivo, si sapesse gestire meglio il tempo, ma c'è poco da fare, l'adolescenza è questa, lo scontrarsi con la realtà e cominciare a prendere le misure della vita. Gli ho regalato un libro per ragazzi appena uscito, dove vengono spiegati i primi dodici articoli della Costituzione anche attraverso storie di ragazzi, alcune di fantasia, altre tratte da vicende realmente accadute. Martino ha commentato : - La stiamo studiando proprio adesso.-

Chissà se il libro è capitato al momento giusto.

Io e il nonno gli abbiamo ricordato che a quattordici anni si comincia ad avere qualche responsabilità nella vita sociale, è il primo scalino per essere adulti...

Ringrazia per il libro, dice che lo sa di questo passaggio. Poi corre nella sua stanza, al piano di sopra: studierà? Starà al cellulare? Non scende a vedere i cartoni animati, ma quando prendiamo dal congelatore le vaschette di gelato per fare merenda ecco che si precipita e discute con i fratelli che non gli portino via tutta la cioccolata...

La nonna rivede nel cuore le fotografie di quando aveva un anno, rideva sempre e girava per la casa con la scatola del panettone in testa come cappello... di nuovo nostalgia del tempo che scappa!

 

 
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