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Messaggi del 10/10/2020

ARRIVEDERCI MONTAGNA

Post n°1709 pubblicato il 10 Ottobre 2020 da atapo
 
Tag: viaggi

 

L'ULTIMA VOLTA

 


 

Sono tornata alla casa in montagna con mio marito, per qualche giorno. Un po' di malavoglia stavolta: il tempo così peggiorato, il mal di schiena da umidità che si fa sentire, lassù il riscaldamento solo con stufette elettriche nelle stanze in cui si sta (da non accendere però tutte insieme, altrimenti la corrente salta)... tutto ciò non mi allettava proprio.

Però mio marito commentava, forse intenzionalmente: - Ora devo montare i mobili della camerina da bambini, ma da solo ci metterò un sacco di tempo...-

Sono i mobili arrivati da una nostra nipote che ora è cresciuta e ha rinnovato la sua stanza.

Naturalmente mi ero intenerita (o forse spaventata dal dilungarsi dei lavori) e gli ho chiesto: -Se vengo anch'io riesco a darti una mano, o è un lavoro troppo pesante per me?-

- Senz'altro se ci sei anche tu facciamo prima.-

Così ho sacrificato una lezione di piscina, appena ripresa, e via, alla spedizione in montagna.

Confesso che appena entrata nella casa non ho sentito come le altre volte la piccola soddisfazione per quegli ambienti nostri (pur se ancora a soqquadro) in quel luogo così tranquillo in mezzo al verde, ma il morale mi è sceso a minimi storici: FREDDO! E UMIDO!

Sfido, erano vari giorni che non andava nessuno! La tentazione di richiudere tutto e scappare era forte.

Il primo giorno ho avuto tanto freddo, non mi bastava indossare a strati le maglie che mi ero portata per precauzione, poi forse mi sono un po' abituata, probabilmente il tempo tornato bello ha aiutato, anche se oltre i 14 gradi fuori e i 18 scarsi all'interno (ma solo nelle stanze in cui si accendeva la stufetta) non si arrivava. Col riabituarmi ho rifatto pace con la casa, i suoi mobili da pulire, quelli da montare, gli attrezzi da lavoro del marito sparsi dappertutto.

Nell'orto ci sono ancora fagiolini bianchi, un mare di prezzemolo profumatissimo, le mele ahimè sono cadute nei giorni di maltempo, ma la maggior parte a terra sono già cibo per gli animaletti, avremmo dovuto essere lì e raccogliere appena cadute; però ci sono le zucche! Ne abbiamo presa una grossa, per noi due e mia figlia sarà più che sufficiente. Stanno crescendo i cavoli neri, ma ci vorrà ancora tempo.

Mi dispiace che sia così freddo, sarebbe bello stare là per qualche festa delle castagne nei dintorni, nelle prossime settimane: quest'anno troppo presto ha rotto la stagione, se penso all'anno scorso, che in ottobre andavo ancora con le camicie indiane e non portavo le calze!

Tra quarantena e maltempo, tutto ci mette ostacoli alla sistemazione della casa!

Anche mio marito ha ceduto: ha detto che fa troppo freddo per lavorare, si ferma tutto e si riaprirà il "cantiere" in primavera, così abbiamo riportato a Firenze tutto ciò che non era il caso che rimanesse lassù per i mesi invernali... e i cavoli neri non li assaggeremo!

Io però ho suggerito di andare a farci un salto, circa una volta al mese, ma solo come gita di un giorno, giusto per controllare che tutto sia a posto. In realtà, alla casa sono affezionata, mi fa piacere tornarci.

Molto è stato lasciato a mezzo: la camerina da bambini è lì ancora a pezzi, era più complicata del previsto, inoltre prima di "affrontarla" lui avrebbe voluto sistemare del tutto la seconda camera matrimoniale, ma si è arenato quando ha scoperto che ha sbagliato ad acquistare la rete a doghe, che è troppo grande e andrà su un altro letto. Così dovrà comprarne una giusta. Abbiamo solo potuto pulire e sistemare lo scheletro del letto, il comò (con la sua pesantissima lastra di marmo) e un piccolo armadio: a me piacciono molto, dovrebbero essere di inizio novecento, ce li hanno lasciati i proprietari precedenti, per me un importante valore aggiunto alla casa.

Si riprenderà in primavera, il più presto possibile, speriamo in una stagione calda e senza guai.

 
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