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PASSAGGIO

Post n°1725 pubblicato il 01 Gennaio 2021 da atapo
 

 

TRA FIRENZE E BOLOGNA

 


 

Non c’è stata quest’anno la ricerca e l’indecisione del “cosa faremo nell’ultima notte dell’anno, quale spettacolo in quale teatro cittadino sceglieremo per l’annuale rito di passaggio", come accadeva negli anni passati: ora è vietato uscire! Tutti in casa… e in casa siamo stati.

Non è che negli ultimi giorni, anche se arancioni, le uscite siano state tante: una pioggia implacabile, a tratti torrenziale, ha impedito qualsiasi evasione, a stento sono riuscita a fare una escursione al supermercato per gli acquisti alimentari e una passeggiata a respirare nelle zone verdi vicino casa mia appena ho visto, ieri mattina, un sole pallido che si affacciava indeciso: mi ha accompagnato nel mio giro per fortuna, ma quando stavo rientrando già da nord arrivavano nuvoloni scuri.

Insomma, fino all’ultimo il 2020 è stato perfido: quel TWENTY TWENTY che il primo gennaio scorso mi faceva ridere poi ha rivelato il suo volto terribile che ha sconvolto il mondo intero e, forse, lascerà conseguenze molto pesanti su tutta l’umanità.

Come sempre, ripenso a come è stato il 2020 per me. Mi ha tolto molto, per quanto riguarda le mie organizzazioni di vita: la piscina, le gite, gli incontri con i nipoti e gli amici e, soprattutto, il teatro. Mio marito, che è da sempre un po’ orso, dice che in fondo lui non sente molta differenza tra la sua vita di ora e quella di prima, tanto non usciva quasi mai, non incontrava quasi mai nessuno, non sentiva l’esigenza di fare quattro chiacchiere con qualcuno… e continua così senza problemi. Io invece ci soffro, mi dico: “per lo meno abbiamo mantenuto la salute”, ma non è una grande consolazione.

Un quarto d’ora passato al telefono con qualcuno a parlare del più e del meno già mi fa stare meglio, mi dà la carica per qualche giorno.

Come suggeriscono certuni, mi applico a superare ogni giorno, momento per momento, a fare bene anche le minime cose, un passetto dopo l’altro, a scoprire un minimo che mi dia soddisfazione: per esempio le mie imprese culinarie, ora che c’è più tempo, con qualche sperimentazione…

Però devo essere sincera, il 2020 mi ha portato anche qualcosa di buono: ho pubblicato il mio primo libro, “L’aria buona del giardino”!

Il maggior tempo casalingo mi ha permesso di completarlo e metterlo in stampa.

La distribuzione non è facile, le persone a cui volevo donarlo non sempre si raggiungono facilmente, non ci sono occasioni per parlarne e cercare di allargare il numero dei lettori, però funziona il passaparola, c’è chi dopo averlo letto ne ha presa qualche altra copia per farne regali di Natale. E i commenti che ho ricevuto sono stati positivi, mi hanno dato soddisfazione.

Poi c’è un’altra bella notizia di ambito letterario nella fine 2020, ma è così bella che meriterà un post tutto suo…

Torniamo a questo passaggio di anno: ieri ho detto a mio marito: - Andiamo a Bologna stasera?-

- Ma sei pazza? - ha commentato lui.

Ci siamo andati… virtualmente.

Avevo saputo di spettacoli sui canali youtube per celebrare il nuovo anno, sia del Comune di Firenze sia del Comune di Bologna. Allora stanotte, sul divano, davanti a due calici, una bottiglia di prosecco, una ciotola di biscotti fatti da me, abbiamo sintonizzato il televisore di ultima generazione, quello che fa di tutto, anche cose che decide per conto suo, ma è perché mio marito legge le istruzioni solo “dopo” aver sperimentato e smanettato secondo le sue competenze e le sue idee.

Stavolta l’apparecchio si è comportato bene, così abbiamo seguito le danze e le musiche a Palazzo Vecchio di Firenze, poi il “vecchione” virtuale e il concerto nel teatro Comunale di Bologna.

E mentre guardavo tutto questo, dentro mi commuovevo: ecco insieme le città della mia vita!

In ognuna ricordi belli e ricordi brutti, persone che ho amato e persone che amo ancora, tante immagini e tanti pensieri si affollavano in me, era la mia vita intera a riempirmi il cuore, un’emozione forte così non l’ho mai provata, una sintesi densa, degna di un capodanno tanto fuori dall’ordinario.

Continuavano, come stava succedendo da ore, ad arrivarmi sul cellulare messaggi e immagini di auguri, io rispondevo… tutte quelle persone care che nel 2021 vorrei incontrare di nuovo, finalmente, e liberi da questo incubo!

Tanta salute,

è l’augurio che mi sento di fare per il 2021!

 

 
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