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Messaggi del 21/11/2008

Post N° 294

Post n°294 pubblicato il 21 Novembre 2008 da atapo
 

Scuola al passato remoto (16)

continua dal post 283

L'avventura "Operazione Campo Solare" cominciò il primo agosto di mattina presto, davanti alla stazione di Bologna,
dove incontrai la collega nominata per la scuola materna ed entrambe salimmo sul pulmino del Comune, che ci avrebbe risparmiato il tragitto in autobus e a piedi, perchè la scuola era davvero sperduta in mezzo alla campagna.
Infatti il pulmino faceva un lungo giro per tutte le cascine a raccogliere la maggior parte dei bambini, che abitavano  parecchio distanti. Il giro contrario lo faceva alla sera e al termine depositava di nuovo noi maestre (esauste!) davanti alla stazione prima di tornare al deposito.

Il pulmino diventò già dal primo giorno il luogo della programmazione: anche l'autista, una persona meravigliosa, ne fu coinvolto e fu subito d'aiuto, visto che faceva quel servizio per tutto l'anno quindi conosceva meglio di noi i...personaggi.
I quali ...sì, erano parecchio...disinvolti, soprattutto quelli più grandi già di scuola media, che nella situazione estiva così a briglia sciolta, senza minacce di voti e sospensioni, di fronte a maestrine alle prime armi, erano diventati i BOSS della situazione e tiranneggiavano tutti.

Bisognava difendersi.
Ma la miglior difesa è l'attacco
e ancora meglio è unire le forze.

Così nella  prima corsa mattutina in pulmino proposi alla collega di fare gruppo unico, grandi e piccoli, per lei era una novità, che accettò .
(qualche giorno dopo ebbe un momento di "crisi" e minacciò di chiudersi in una stanza con i suoi piccolini, ma poi ...resistette!)

Era arrivato il momento di far fruttare le belle esperienze fatte nelle colonie.

Due cose mi erano MOLTO chiare:


primo, più i ragazzi sono impegnati a fare qualcosa che gli piace, meno hanno il tempo di organizzare guai,


secondo, per capire cosa gli piace fare, bisogna farli parlare, ascoltarli, discutere e valorizzare le loro proposte.
(vedi i cerchi serali)


Lì non era possibile fare il cerchio serale, allora impostai il cerchio mattutino:

appena arrivati col pulmino (e al cancello ci aspettavano quelli che abitavano più vicini) ci sedevamo tutti su una scalinata della scuola,
ci si dava il buongiorno,
si faceva una cantatina poi partiva la conversazione:
 raccontavano qualcosa di loro stessi (e gli altri pian piano imparavano ad ascoltare),
 c'erano lamentele da fare per qualcosa che non aveva funzionato e che si sarebbe potuto migliorare,
venivano fuori proposte su come passare le ore che ci attendevano o su attività più complesse...

Detto così, sembra facile.

In realtà i primi giorni furono davvero pesanti
(vedi più sopra la reazione della collega),
io dovevo avere una faccia di bronzo e un piglio militaresco per non essere sopraffatta dalle provocazioni e dovevo avere pronte una quantità incredibile di proposte o alternative accattivanti per "affascinare" anche i più indomabili,
i quali, se volevano avere i ruoli di primi attori a cui aspiravano, non dovevano far altro che...meritarseli!

Pian piano, anche con difficoltà e ricadute, tutti ci provarono gusto a passare le giornate in quella piccola società di bambini che si veniva formando,
dove ci si conosceva sempre meglio,
dove si decideva insieme cosa fare giorno dopo giorno,
dove i più grandi imparavano a collaborare con i più piccoli,
dove nel corso di quel mese di agosto vivemmo tutti insieme un'esperienza molto arricchente.
Una piccola scuola di campagna,
una trentina di bambini dai tre ai tredici anni,
due maestre e la collaborazione di un autista dal cuore grande:

questi i personaggi della storia.

E i fatti? Cosa facevamo in quelle calde giornate sperduti nella campagna?

Si saprà nella prossima puntata...  

 
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