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Messaggi del 20/06/2009

UN MESE DOPO

Post n°402 pubblicato il 20 Giugno 2009 da atapo
 

COME STO

E' passato poco più di un mese...

“Come va? Come stai?” Mi chiedono conoscenti e persone che incontro.

In una frazione di secondo devo decidere: per chi non sa, è sufficiente un “Non c'è male, grazie”, non mi sento di raccontare, spiegare...basta così, si passa ad altro.

Ma per chi sa...quanta voglia avrei di parlare, di ricordare, di far rivivere in qualche modo chi non c'è più!

Per certi versi la distanza spaziale aiuta: la mamma abitava distante da me già da molti anni, le mie giornate e le mie attività erano lontane dalla sua presenza fisica, la mia vita quotidiana era impostata senza di lei, ora le mie giornate qui a Firenze continuano come prima...però mi sorprendo a dire a me stessa: “Questa gliela racconto alla prossima telefonata” se accade qualcosa di curioso e il credere che lei lo conosca già, accanto a me in una forma misteriosa, a stento mi allontana una tristezza improvvisa.

Negli ultimi mesi a volte mi aveva chiesto di cercarle nei mercatini della biancheria come piaceva a lei, che poi le portavo quando andavo a trovarla: non voleva dare questo compito a mia cognata che è molto impegnata con la famiglia e il lavoro. L'ultima “ordinazione” era stata per camicie da notte con le maniche lunghe, di cotone leggerissimo e senza colletto, quelle che usavano anni fa, che ora si trovano solo, e raramente, sui banchi dell'usato. Ebbene, un giorno mi venne improvvisamente l'ispirazione di passare dal mercato di quartiere e...proprio quel giorno c'erano camicie come voleva lei! Gliele avevo comperate e portate appena in tempo per il suo ultimo ricovero all'ospedale...DOPO, riordinando le sue cose, ho scoperto che non ha fatto nemmeno in tempo a usarle tutte...

Ora, quando torno al mercato, non riesco a fare a meno di pensarci e mi viene quel dolore improvviso, dentro, che non so come far uscire prima che mi faccia stare troppo male.

La lontananza di tanti anni mi rendo conto che mi ha tolto quella quotidianità che ora alimenterebbe di più i miei ricordi e mi illudo che forse mi darebbe più sollievo. Quando mio fratello e mia cognata mi raccontano: “Sai, faceva questo, diceva quest'altro...”, ascolto avidamente, quasi contenta, come a voler incamerare qualcosa di più, dei tasselli che mancano alla completezza del ricordo...ma provo una punta di gelosia,  perchè loro l'hanno avuta vicino tutti i giorni, anche con le sue manie e i suoi problemi, ora gli è rimasto qualcosa che a me manca .

 

In questo periodo spesso sono stata a Ferrara, a sistemare le sue cose, a suddividerle. Ogni oggetto è un pensiero, un ricordo: sto ritrovando tracce un po' dimenticate della mia infanzia e della mia giovinezza, in cui lei aveva un ruolo così importante, anche se in quei momenti era poco riconosciuto e spesso contestato.

 

Svuoto, sposto, apro, scarto, incarto, senza fretta, e intanto ritornano immagini, episodi, suoni, parole di lei e di tanti altri, molti dei quali ora li avrà senz'altro ritrovati...Guardo e riordino lentamente tante fotografie di famiglia che non vedevo da anni: quanta storia e quante storie, quanti ricordi che si risvegliano...e uno tira l'altro...

Mi piace stare a fare tutto questo da sola in quella casa silenziosa, così mi sembra di recuperare quello che in altri momenti di tristezza credo di avere perduto, sento la mia mamma ancora accanto a me, come quando mi regalava qualcosa di suo, o mi raccontava di anni e di parenti lontani...

 

...la rivedo, la immagino, posso anche dirle qualcosa...perchè...

...LEI E' SOLO NELLA STANZA ACCANTO.


 

 
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