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IN TRASFERTA

Post n°646 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da atapo
 

 

FRANCESE IN MAREMMA

Metti una ridente cittadina maremmana, raggiungibile da Firenze con più di due ore di treno, sulle prime alture da cui si gode una vista stupenda sul mare e le isole toscane...

Metti una piccola scuola con insegnanti giovani ed entusiaste ed una dirigente che le ha “convertite” all'importanza del plurilinguismo...

Metti quindi che in quelle classi di scuola primaria si sia deciso di progettare attività che facciano conoscere ai bambini anche un po' di FRANCESE, oltre all'inglese d'obbligo…

Metti che tra queste attività sia fondamentale il teatro e a due classi venga voglia di allestire un piccolo spettacolo...

Metti una mia amica, vulcanica più di me, che insegna francese in una scuola superiore, lavora all'università, ama e crede nel teatro: trova anche il tempo di occuparsi di questa piccola scuola e di tutti i suoi componenti e li segue in questa impresa ...

Unisci tutto questo e aggiungi la mia presenza, compagnia, aiuto, consulenza ecc...

Ecco perchè OGGI ho passato laggiù con lei una splendida, soleggiata, faticosa e movimentata giornata.


 

Immaginate quaranta bambini di sette-otto anni tutti insieme impegnati con le loro maestre, mattina e pomeriggio, a definire le linee base di questo spettacolo. Innanzitutto...un caos! Mica stanno lì a lungo buoni e tranquilli ad ascoltare...Dopo la prima sorpresa e curiosità iniziale per noi due insegnanti venute da lontano che parlavamo con loro in questa lingua della quale conoscono poche parole, ne avrebbero avuto anche abbastanza...

Le maestre avevano già fatto dei lavori preparatori nei giorni passati, avevano formato dei gruppi per ognuno dei quali c'erano da definire i movimenti e da ascoltare le piccole frasi che stanno imparando per aiutarli nella pronuncia. La mia presenza è stata utile, ho seguito dei gruppi anch'io, ho dato consigli alle colleghe giovani e...disperate.

Ma che fatica! Non ci sono più abituata ad una baraonda simile così a lungo, gli anni poi si fanno sentire.

Però...che divertimento! Mi è piaciuto moltissimo stare con loro, aiutarli a muoversi e a tirar fuori quelle vocine che sul palcoscenico dovranno diventare vocione, incitarli, applaudirli quando facevano una piccola conquista, anche solo riuscire a stare zitti e fermi un minuto in più finchè l'ultimo del gruppetto non avesse detto le sue paroline.

Avranno un bel da lavorare le loro maestre, ma se ci credono i risultati, non solo linguistici, ma soprattutto di comportamento e di crescita, saranno importanti!

Io e la mia amica abbiamo anche trovato il tempo di una passeggiata per le strade di questa bella cittadina, ammirando scorci e panorami già fioriti di mandorli e di mimose che arrivavano fino al mare, tutto lucido di colori sotto un sole primaverile.

Prima di riprendere il treno...qualche bambino che chiede: “Quando torni?” mi fa sentire contenta, si è creato un piccolo legame, una piccola amicizia. Forse torneremo laggiù, se avranno bisogno di aiuto, forse no, non ha importanza, è stata una bellissima giornata...e non mi sento nemmeno troppo affaticata!

 
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