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Messaggi del 11/05/2012

LA CREDENZA

Post n°837 pubblicato il 11 Maggio 2012 da atapo
 

 

ULTIMO ATTO

Fra pochi giorni fanno due anni dalla morte della mia mamma. Mio fratello, proprietario dell'appartamento in cui lei abitava, ha tentato di conservarlo affittandolo a studenti, ma nel primo anno ciò non ha molto funzionato quindi l'ha messo in vendita. Anche qui sul blog avevo scritto la notizia, nel caso in cui...Dopo vari mesi in cui la casa è rimasta disabitata, tanto che anche mia figlia con marito e bimbi ci hanno passato una settimana di vacanza l'estate scorsa, finalmente, nonostante i tempi poco felici, è stato trovato un compratore.

Nel settembre 2009 avevo già portato a Firenze in casa mia diversi mobili ed oggetti, gli amici di antica data forse ricorderanno, ormai lassù era rimasto poco di ricordo familiare, ora però bisognava sgomberare tutto, definitivamente. Io, mio fratello e sua moglie ci siamo scambiati molte telefonate per decidere cosa buttare e cosa tenere, ma...dove sistemare? Soprattutto alcuni mobili: un armadio ben tenuto, un tavolo e una credenza di inizio novecento. Per i primi due hanno trovato posto da mio fratello, restava la credenza, che a me fra l'altro piace molto. A questo punto ho dovuto far entrare in causa mio marito e gli ho proposto di prenderla noi, mettendola nella stanza dove già c'erano gli altri mobili presi due anni fa. Avremmo dovuto smontare due ante di un armadio componibile molto spartano “reduce” dal tempo in cui ci stava mio figlio, per mettere la credenza al loro posto. E questo lavoro l'avrebbe dovuto fare mio marito, anche perchè in quegli armadi, pur semivuoti, c'era soprattutto roba sua ed era meglio che la sistemasse lui. Sapevo i rischi che correvo: i suoi tempi lunghissimi, la sua pignoleria, il suo essere “ufficio complicazioni affari semplici”, come dice mia figlia, per questo la volta precedente per il trasloco-mobili avevo fatto da sola, contattato la ditta, preso accordi, controllato il lavoro ecc... Ma stavolta non era possibile, anzi, pure gli accordi doveva prenderli lui, per trovare il giorno buono tra i suoi numerosi impegni.

E il tempo passava e lui non si decideva, non si ricordava nemmeno più dove aveva messo le misure della credenza, finchè la settimana scorsa un SMS di mia cognata chiedeva a che punto eravamo perchè loro stavano per firmare la vendita. Così ha deciso di telefonare alla ditta di due anni fa che però per alcuni giorni l'ha lasciato in sospeso: dicevano che forse un giro così da una città all'altra non lo facevano più...Lui non ha più sollecitato e sono passati altri giorni, finchè sabato scorso da Ferrara è arrivata la notizia che il mobile doveva “partire” da là entro il 12, perchè sarebbe subentrato il nuovo proprietario. Lunedì 7 io ero fuori città tutto il giorno, lui ha chiamato la ditta ma ancora non gli hanno chiarito niente, allora martedì, giorno del mio compleanno, ho deciso che non ci saremmo staccati dal telefono finchè non avessimo risolto la faccenda. Lui ha tentato di dire che doveva uscire (per comprarmi la torta), ma io mi ero proprio arrabbiata: gli ho aperto l'elenco telefonico alle ditte per traslochi e gli sono stata alle costole durante le varie telefonate...Alla fine ce l'abbiamo fatta: un'altra ditta sarebbe venuta giovedì, cioè ieri.

Tutto sistemato? Quasi. Perchè ora restavano solo da svuotare e smontare le due ante dell'armadio componibile...Quindi mercoledì e giovedì mattina io e lui abbiamo fatto tutto questo, insieme alle grandi pulizie e al rimontaggio di una parte dell'armadio in un'altra stanza.

Io ero nervosa, lo ammetto, ma lui era intrattabile: dover fare lavori velocemente entro un tempo stabilito (da altri) gli facevano vedere nero dappertutto: le misure non gli tornavano ... forse non ce l'avrebbero fatta a passare i pianerottoli stretti, che si dovevano svuotare... bisognava togliere le piante dalle scale... era meglio approfittare della situazione per vedere se si poteva buttare qualcosa che non serviva più... io lascio sempre un grande disordine e compro sempre un sacco di cose per cui i mobili son sempre pieni...

Quando è così è inutile chiedergli di aiutarlo perchè le cose le fa bene solo lui, io non sono precisa...Lascio immaginare il “clima”, la mia voglia di scappare...invece era bene che continuassi a stargli alle costole ed anche che prendessi qualche iniziativa autonoma per sveltire i lavori, nonostante tutto. Contavamo sul traffico in autostrada per avere a disposizione un'ora in più!

Diciamo che quando hanno suonato i facchini con la credenza almeno lo spazio per appoggiarla era stato liberato.

Per il resto è tutto a soqquadro e si rischia che ci resti per molto. Io ieri sera ero distrutta, psicologicamente e fisicamente, perchè questi lavori di manovalanza pesante non dovrei assolutamente farli. Guardando la credenza, pensavo che con questo ultimo atto è definitivamente “sparito” tutto il nucleo che materialmente aveva composto la mia famiglia d'origine: gli oggetti sono stati suddivisi, restano come ricordo, ma vanno a far parte di altre famiglie...da me sono tutti in una stanza, ne parlerò un'altra volta.

E' il tempo che passa, è la storia che va avanti...solo la memoria dei giorni passati non va suddivisa, ma possiamo moltiplicarla passandola ad altri, cercando che resti il più possibile intatta...

Anche questo fa parte della malinconia dei giorni scorsi. Non è stato un gran compleanno, ma lo ricorderò...

Ecco la credenza, quando era ancora a Ferrara.

Che dite, ne valeva la pena?

 
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