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Post n°902 pubblicato il 25 Novembre 2012 da atapo
 

 

GOULASH UNGHERESE

 


 

E' una bella donna alta, con un fisico statuario e un'espressione dolce e decisa al tempo stesso. Di quelle che per strada fanno voltare gli uomini e suscitano invidia nelle donne. Non è giovanissima, ma dimostra meno dell'età reale, che puoi immaginare solo se la guardi da vicino e vedi sul viso qualche inizio di ragnatela di rughe attorno agli occhi. Si chiama N., qualche anno fa è venuta dall'Ungheria a Firenze, città non plus ultra per l'arte, con tante speranze e in tasca una laurea in archeologia, riposta presto nel cassetto per accontentarsi di lavoretti poco definitivi che le permettano di sopravvivere, il massimo dei quali è fare la commessa in un negozio di antiquario. Ha imparato l'italiano a un discreto livello e quattro anni fa, non so per quali strade, forse il passaparola tra amici degli amici, si è presentata al corso di teatro in francese per imparare anche questa lingua.

In quel primo anno preparavamo Rhinocéros di Ionesco, lei era timidissima, io la ricordo sempre seduta in ultima fila a guardare le nostre performances, tra i giochi scenici e le prove, non volle nessuna parte in cui si dovesse parlare e partecipò allo spettacolo solo per la sfilata del finale, mimetizzata in mezzo a tutti noi altri. Dall'anno successivo si inserì pian piano e partecipò con sempre maggior sicurezza: aiutata anche dal suo aspetto fisico e da una gestualità interessante è riuscita a proporre personaggi incisivi e a mostrarsi sempre più a suo agio. Contemporaneamente entrava in confidenza con i componenti del gruppo, soprattutto altre “ragazze” single come lei o con chi abita in centro a Firenze (come lei) e ha tempi liberi per partecipare a manifestazioni culturali. Io non ero certo fra questi, la mia vita è molto diversa, quindi i nostri rapporti non si erano approfonditi in questi anni oltre a pochi scambi di opinioni e commenti nelle ore del corso. Lei riservata, io timida con chi conosco poco... però il suo sguardo sorridente mi ispirava simpatia.

Nel giugno scorso alla festicciola dopo l'ultimo spettacolo notai a un tratto che parlava fitto fitto con mio marito. Non ero certo gelosa, al ritorno a casa lui, dopo i soliti apprezzamenti per l'aspetto esteriore di N. , mi disse che lei gli aveva raccontato della sua enorme timidezza iniziale e di come fosse riuscita a superarla pian piano... col mio aiuto. Io non capivo, non ricordavo di aver fatto nulla in questo senso: lei aveva detto a mio marito che mi apprezzava molto e che aveva preso parecchie volte esempio da me, dal mio modo di fare e di pormi sulla scena. Ecco, io rimasi meravigliata e, lo confesso, anche un po' orgogliosa di questo complimento inaspettato...

Il caso volle che poco tempo dopo io e lei ci ritrovassimo, insieme ad altri, alla festa del 14 luglio e lì parlammo a lungo anche della sua vita personale, di un suo innamorato che lei voleva lasciare, ma non sapeva come fare per non ferirlo, delle sue precedenti esperienze affettive, non positive, del suo soffrire per il difetto di affezionarsi troppo alle persone che le rende difficile il trattarle male e il distaccarsene. Qualcosa di simile a come sono anch'io... Poi nuove occasioni di incontri estivi, a casa di qualcuno e in una serata di letture sceniche a cui ero riuscita a trascinare mio marito... insomma, siamo entrate più in confidenza.

Pareva che dovesse lasciare il gruppo e tornare in Ungheria, la vita qui in Italia non è facile ora. Invece ha ricominciato il teatro con noi anche quest'anno, ma la settimana scorsa ci ha mandato una mail dicendo che fra poco tornerà in Ungheria per due mesi e che prima di partire voleva fare una festicciola con tutti noi, a casa sua, quella casa che deve lasciare e non sa ancora dove abiterà quando tornerà a Firenze.

Così ieri sera ci siamo ritrovati in tanti, perchè il suo carattere gentile ha fatto sì che le siamo tutti affezionati, nel suo mini appartamento e in 26 metri quadrati eravamo in una dozzina del gruppo, più i coniugi/compagni di alcuni di noi, che ormai fanno parte stabile delle rimpatriate extra corso. Anche mio marito è venuto volentieri, si sente abbastanza a suo agio tra questi nuovi amici ed io ne sono contenta perchè così è un po' meno orso, poi il fascino ungherese di N non lascia scampo...

Eravamo italiani provenienti da varie regioni, Francesi e Canadesi, l'italiano e il francese si mescolavano allegramente nelle conversazioni: un bel miscuglio!

Anche sulla tavola: i vini portati da noi ospiti erano italiani e francesi, così come i formaggi, l'insalata mista e le tartine sono universali, nei desserts il castagnaccio stava accanto alla tarte poires-chocolat e a una specie di Sacher... Un'amica che è stata nelle settimane scorse a Grenoble a un convegno su scuola e teatro (avrei dovuto andare con lei, ma eravamo in piena emergenza-suocera) aveva portato le papillottes, una specie di Bacio con annesso fogliettino con indovinelli e freddure, è un dolcetto natalizio francese.

Ma il piatto forte è stato il saporitissimo goulasch, di autentica ricetta ungherese, che N. aveva preparato per farci gustare il piatto tipico del suo paese! Mmmmh! Una meraviglia! Mangiare il goulasch è stato l'unico momento di (relativo) silenzio in questa serata simpatica e allegra, che ha provocato anche qualche colpo sul muro da parte dei vicini di casa... N. alzava le spalle: tanto, fra pochi giorni se ne va!

Ma tutti noi ci contiamo che tornerà...

 

 

 
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