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PROVENZA

Post n°913 pubblicato il 27 Dicembre 2012 da atapo
 

 

LES SANTONS

 


 

Nel dicembre del 1996 non era un buon periodo per me, un po' come adesso. Allora si trattava, fra l'altro, di miei problemi di salute: un intervento chirurgico due mesi prima, improvviso e improrogabile. Mi ero ristabilita fisicamente, ma psicologicamente no, ero entrata in un club del quale non si vorrebbe far parte e che fa vedere la vita e il resto in modo diverso da prima...

In queste situazioni un viaggio è quello che ci vuole per mettere come un muro tra il prima e il dopo, poi ricominciare. Avevo chiesto a mio marito di tornare in Francia. Da alcuni anni ci andavamo d'estate, mai d'inverno. Per convincerlo gli avevo ricordato che in Provenza c'è la tradizione natalizia dei santons (le figurine di grandi presepi, tipo quelli napoletani), di cui avevamo sentito parlare in estate, chissà che belle manifestazioni, esposizioni ecc...e per lui così amante delle cose religiose...e per lui che amava fotografare...

 


 

L'idea lo attirava, così per telefono fissammo ad Avignone un hotel nelle catene economiche dove andavamo d'estate e partimmo in auto (ancora non avevamo il camper) la mattina del 26 dicembre. Un bellissimo sole ci accompagnò per tutto il viaggio di andata, non sembrava neppure dicembre, arrivammo in tempo per cenare nel centro di Avignone, molto suggestivo con le luci natalizie, dopo il passaggio all'ufficio del turismo a chiedere informazioni sui presepi e sulle manifestazioni della Provenza relative ai santons. Il mattino dopo partimmo alla volta di un piccolo paese (non ricordo il nome) in mezzo ai monti provenzali, già il paese sembrava un luogo da presepe e in più aveva esposizioni di santons in tutte le case e i luoghi pubblici, oltre ad un panorama strepitoso molto godibile con quell'aria tersa della freddissima giornata invernale. Pranzammo a Vaison La Romaine, dove ammirammo il ponte romano e le “buches de Noel” nella pasticceria che faceva anche da brasserie, poi rientrammo ad Avignone, per finire di visitare le esposizioni cittadine.

Lì, una sorpresa: conobbi il mistral, il vento di cui avevo tanto sentito parlare! E che conoscenza! Era terribile, portava via, si infilava nelle strade ululando e pareva di non avere addosso niente che potesse riparare dal freddo penetrante... Un'esperienza che non dimenticherò più! Una vera serata da brivido... Tornammo all'albergo esausti.


santon che raffigura "le coup de Mistral"

Il mattino dopo, prima di partire da Avignone, andammo nel suo più grande centro commerciale (allora qui in Italia non esistevano ancora) per acquistare qualche prodotto tipico. Il cielo aveva uno strano colore opalescente, un po' inquietante a dire il vero... Una vecchietta che spingeva il carrello accanto a noi ci disse tutta agitata: “Bisogna sbrigarsi a fare la spesa, perchè nevicherà!” Cosa vuoi che sia un po' di neve, pensavamo noi due che abbiamo passato gli inverni infantili tra le nevi del nord Italia. Così dopo le compere partimmo per Arles, dove c'è uno dei maggiori salon (esposizioni) di santons.

 


 

Arles era gelida, ventosa (per fortuna meno di Avignone), con nuvoloni cupi che si addensavano e il cielo completamente buio già nel primo pomeriggio. Cominciava a nevischiare. Noi ora avremmo voluto arrivare al mare, in Camargue, a vedere l'aspetto invernale di quei luoghi dove andavamo in vacanza d'estate, ma la nebbia che si alzò ci fece cambiare itinerario: anziché a sud, saremmo andati ad est, fino ad Aix en Provence.

E qui fu l'odissea: c'è l'autostrada, ma l'avevamo appena imboccata che si scatenò una tormenta di neve incredibile, il tergicristallo andava al massimo, ma non riusciva a ripulire il vetro, eravamo incolonnati tra auto e camion e si avanzava a passo d'uomo, tra una sosta e l'altra...Quel territorio si chiama la Crau, è una zona particolare, quasi una steppa desertica, figuratevi in quella situazione: pareva di essere in un mondo nero e misterioso di ombre grigie e turbinii bianchi di neve... Ho ancora davanti agli occhi il paesaggio cupo e pauroso che vedevo dall'auto. Non arrivammo mai a Aix, ritenemmo più prudente fermarci a metà strada nella cittadina di Salon, dove arrivammo tardissimo, stravolti dal freddo e dalla stanchezza. Salon è la patria di Nostradamus, mi pareva non proprio di buon auspicio... Invece il mattino dopo era di nuovo limpidissimo, soleggiato, tutto pieno di neve e di grossi ghiaccioli che pendevano dai tetti e abbellivano le famose fontane provenzali. Uno spettacolo incantevole, ma dopo l'esplorazione della cittadina ne avevamo abbastanza di freddo. Così decidemmo di valicare i monti costieri e arrivare a Marsiglia, dove la bufera non era arrivata e il sole era tiepido: sembrava un altro mondo! Passammo lì il pomeriggio a vedere i santons e la mattina dopo salimmo alla chiesa di Notre Dame de la Garde, da cui si domina il porto e la città. Era il tempo di ritornare a casa, ci rimase la voglia di conoscere meglio Marsiglia (non ci siamo mai più tornati da allora!) e riprendemmo l'autostrada costiera verso l'Italia: c'era ancora tanto sole e si viaggiava bene, non sembrava nemmeno che pochi Km più a nord ci fosse stata quella bufera.

Eravamo molto rilassati... Quasi al confine con l'Italia l'autoradio cominciava a captare con interruzioni i programmi italiani e i comunicati sulle strade: “Prudenza...bufera di neve... interruzioni...” ma non si capiva dove.

Lo capimmo presto, appena varcato il confine: tutta la costa ligure era investita dalla bufera che aveva colpito la Provenza interna il giorno prima...e che ci accompagnò per la seconda volta, da Ventimiglia fino a Sarzana, con la complicazione che l'autostrada ligure è stretta e a curve, non larga e rettilinea come lungo la Crau... Un viaggio d'inferno! Avevano chiuso quasi tutti gli autogrill ed io, con quel gelo, mi ritrovai ad avere un disperato bisogno di andare in bagno! Passata la Liguria tutto finito, il cielo era addirittura stellato! Perchè ormai era notte fonda...

Eravamo sopravvissuti, arrivammo a Firenze stremati...in tempo per decidere come trascorrere il capodanno, in cui avremmo brindato anche allo scampato pericolo!

Mi è tornato in mente questo viaggio avventuroso, forse perchè ultimamente ho letto storie ambientate a Marsiglia, forse perchè avrei davvero bisogno ora di un viaggio di rottura (e non solo io). L'avevo proposto a mio marito qualche settimana fa, ma stavolta mi ha risposto col solito brontolio...è talmente stanco anche lui che non ha avuto voglia di imbarcarsi in un viaggio così...fai da te...

 
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