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JEUX DE MASSACRE

Post n°1114 pubblicato il 01 Giugno 2014 da atapo
 
Tag: teatro

 

LA PRIMA SCENA D' AMORE

 


 

E' già passato, e bene, lo spettacolo in francese, venerdì sera, il 30 maggio. Qualche timore c'era stato fino all'ultimo ed anche qualche arrabbiatura del regista, perché nella compagnia ci sono alcune persone... le stesse che ci avevano messo in crisi nel precedente spettacolo di aprile, per il loro modo di fare superficiale e irresponsabile. Ma ormai conoscendole... gli altri erano sul chi va là e preparati a tutto!

Il testo scelto è stato “Jeux de massacre” di Eugène Ionesco.

Ionesco... come il primo anno del nostro gruppo, quando mettemmo in scena “Rhinocéros”.

Anche stavolta è una storia surreale: in una città scoppia una strana epidemia che fa morire le persone all'improvviso senza ragioni apparenti e in nessun modo si riesce a capire come si diffonda il contagio e come si possa curare o arginare la strage. Così tutti diffidano di tutto e di tutti, si cercano le cause, i colpevoli, vengono alla luce eroismi, pregiudizi e bassezze... come può accadere anche nella realtà quando si verificano situazioni che mettono in crisi la routine, il quieto vivere o il benessere. Ionesco ha inventato le situazioni, ma i suoi personaggi dicono parole che non suonano nuove... capita di averne già sentite di simili nella vita reale...

L'opera è composta da molte scene per rappresentare situazioni diverse di questa città e le reazioni di fronte al mistero dell'epidemia: cosa succede in piazza, per le strade, in un ospedale, all'interno delle famiglie...in ogni scena alla fine muore almeno un personaggio . Noi non le abbiamo rappresentate tutte, il regista ha scelto quelle più adatte al nostro gruppo e allo spazio in cui dovevamo rappresentarle: il teatro interno all'istituto francese, una saletta del '700 ricca di storia, ma povera di strutture sceniche. Nessun problema per questo, ormai siamo abituati a fare bene con l'essenziale, ognuno di noi si sarebbe cimentato in più di un ruolo, essendo molti i personaggi.

Il regista ha fatto anche un cambiamento sostanziale: la storia di Ionesco finisce... né bene né male, ha una conclusione aperta, forse per lasciare dei punti interrogativi alla riflessione dello spettatore. Invece il nostro regista ha scelto come finale la parte di una scena in cui una coppia parla della propria vita e del proprio amore e sulla bellezza e volontà di amarsi nonostante tutto, nonostante le differenze e le crisi personali, nonostante la durezza della vita. Ha proposto di concludere così il nostro spettacolo per lasciare il messaggio che solo l'amore ci salva, in mezzo alle tragedie e alle brutture.

A tutti è piaciuto questo punto di vista e questa decisione, alla prima lettura ci siamo subito innamorati di questa scena molto diversa dalle altre, in cui Ionesco ha messo frasi così belle e così toccanti... e chi avrebbe avuto il compito arduo di portarle sul palcoscenico e di concludere così lo spettacolo?

Quando il regista ha distribuito le parti, ho provato un tuffo al cuore sentendo il mio nome per questa scena! Il mio partner sarebbe stato un bravo collega, più anziano di me, con cui lavoro dal mio primo anno di teatro all'Università dell'età libera, di meglio non poteva capitare.

Ecco, la mia prima scena d'amore!

Ma non un amore passionale, a luci rosse, che forse mi avrebbe messo in imbarazzo... Le frasi che dovevamo dirci, lo ripeto, erano bellissime e vere, è ciò che si vorrebbe dire alla persona che si ritiene unica nella nostra vita, nonostante tutto... La difficoltà stava proprio in questo: dicendole mi emozionavo troppo, rischiavo di commuovermi da un momento all'altro e di perdere il controllo sulla voce... Anche al collega faceva un effetto simile... Insomma, trovare l'equilibrio e l'intonazione più adatta non è stato semplice.

Credo che qualcuno ci abbia un po' invidiato, perché eravamo stati scelti noi due... era una scena che sarebbe rimasta senz'altro impressa agli spettatori...

Alle prove, quando toccava a noi, gli altri erano sempre attentissimi, piaceva molto a tutti, qualcuno ci diceva che gli facevamo venire i brividi... allora capivamo di essere sulla strada giusta...

In scena è andata benissimo, credo che siamo riusciti a trasmettere proprio ciò che volevamo e lo sguardo finale del mio partner era pieno di soddisfazione, come credo anche il mio. Gli applausi calorosi lo confermavano...

Unico dispiacere: mio marito sta ancora male, la sua schiena non migliora affatto, non ha potuto assistere allo spettacolo, è la prima volta che succede. Così niente foto... chissà se qualche spettatore ne ha scattate durante questa nostra scena, ma forse no, erano tutti così attenti... in un silenzio così sospeso alle nostre parole...

durante la scena iniziale dello spettacolo


 
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