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RICORDO

Post n°1138 pubblicato il 02 Agosto 2014 da atapo
 
Tag: memoria

 

DI SABATO MATTINA

 


 

Anche quell'anno era sabato.

Per noi era un anno un po' così, di transizione (forse come ora...): mio marito lavorava a Firenze da alcuni mesi, aveva iniziato a cercare casa là per trasferirci tutti, una scelta importante e difficile. Eravamo appena tornati da tre settimane di vacanza in campeggio ad Ostuni.

Avremmo dovuto riposarci in quella vacanza, riannodare le fila di coppia e di famiglia dopo mesi duri... invece la vacanza era stata pesantissima: a mio figlio (4 anni) era venuta la pertosse e a mia figlia (1 anno), forse per il cambiamento d'aria o forse a causa del suo amore per la sabbia mangiata a palettate, era venuta una diarrea che non riuscivamo a debellare, anzi avevamo già in corso delle analisi nel laboratorio all'ospedale.

Insomma, giorni che solo con le energie dei 30 anni si superano e mi domando ancora come facessi...

Ecco, in quella mattina di sabato d'agosto ero uscita con i bimbi in passeggiata e ci eravamo fermati appena dentro un giardino pubblico, sotto un enorme albero che faceva ombra e fresco, dove c'era un muretto di pietra. Il grande faceva correre le macchinine sul muretto e sul prato, la piccola nel passeggino lo guardava, io... sonnecchiavo e mi riposavo un poco.

Sulla strada a un tratto passò mio marito in bicicletta.

Uno scampanellio, io dico:-Bimbi, c'è papà, lo salutiamo!- Le manine che si agitano, lui ci sorride e risponde con un'altra scampanellata, lo vedo allontanarsi. Sta andando in centro per alcune commissioni, i suoi soliti passaggi in vari negozi di elettronica e di bricolage.

Poco dopo noi, con calma, prima che il sole bruci troppo, rientriamo in casa ed io comincio a preparare la pappa per la piccola. Mio marito tornerà per le tredici, come d'accordo.

Invece...

Sento aprire la porta, è lui in anticipo, ha un viso strano, sconvolto...

-Presto, apri la televisione, mi grida, la stazione di Bologna è crollata!-

E subito la TV ci manda le terribili immagini che tutti poi hanno visto, che non scorderemo mai più.

E lui, concitato, mi racconta.

Di solito quando va da quelle parti in centro passa per la stazione a comperare il giornale, quella mattina invece, non sa perché, è come se la bici andasse per conto suo e lui si trova a passare da una strada parallela a quella della stazione: quando se ne rende conto dice fra sé: “Guarda, ho cambiato strada, pazienza, il giornale lo comprerò da un'altra parte”. Ma subito vede correre sotto i portici, provenienti dalla stazione, alcune persone che gli paiono disperate, c'è chi ha l'abito stracciato e sporco di sangue... Allora col cuore in gola si dirige verso la stazione e appena vede da lontano lo scempio e la strage di volata ritorna a casa, per rassicurarmi nel caso io stessi ascoltando la radio o guardando la TV...

Non aveva sentito alcun rumore dell' esplosione perché, scoprimmo poi, il vento aveva portato ogni suono dalla parte esattamente opposta a dove era lui e i palazzi alti avevano fatto barriera. Così l'immagine improvvisa e inaspettata della stazione sventrata gli fu ancora più raccapricciante.

Era il 2 agosto 1980, avrebbe potuto cambiarci la vita.

Abbiamo ripensato spesso a quell'errore di percorso in bicicletta che probabilmente lo ha salvato...

Avevo rischiato di restare vedova con due bambini piccoli, oppure lui e noi avremmo scontato le conseguenze di terribili ferite... avrei avuto una vita completamente diversa, forse non mi sarei certo più allontanata da Bologna.

Un attimo e il destino ti indirizza su una strada o su un'altra, che tu lo voglia o no.

Ecco perché ogni anno il 2 agosto sento ancora i brividi, e ancora di più quando cade di sabato, come quest'anno, il sabato è spesso una mattinata pigra in cui ci si stacca dalla settimana e tranquillamente si imbastisce il relax...

E l'immagine di quel giovane uomo che passa in bicicletta e ci saluta allegro mi è rimasta impressa nel ricordo, intimamente legata ad una sensazione di destino, quasi di miracolo...



 

 
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