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SPIRITO DEL PASSATO

Post n°1189 pubblicato il 04 Gennaio 2015 da atapo
 
Tag: memoria

 

CAPODANNI-SHOW



 

Il capodanno tipico e tradizionale dei Bolognesi si festeggia in piazza Maggiore, talmente affollata che non si sente il freddo umido padano: tutti a guardare a mezzanotte il rogo del “vecchione”, grande pupazzo che simboleggia l'anno vecchio, eretto nei giorni precedenti al centro della piazza. E dai giorni precedenti i vecchi Bolognesi esperti lo commentano dal punto di vista estetico (“l'era méi quèl de l'an passé”=era meglio quello dell'anno scorso”) e funzionale (“me a degg ch'al brusa miga fèt acsé”=io dico che non brucia fatto così). Poi dal rogo e dai successivi fuochi artificiali si traggono gli auspici per l'anno nuovo...

Questi furono i miei primi capodanni di bambina, issata sulle spalle di papà, era un rito da non mancare, un po' impressionante per i miei pochissimi anni, però amavo quelle sensazioni forti, perché papà mi avrebbe sempre protetta. E mi piaceva tenere in mano le girandole, i bastoncini grigi che accesi sprigionavano le scintille... Poi tornavamo a casa nella notte fonda, camminando veloci sotto i portici scuri, per non perdere l'ultimo autobus. Solo un anno ci fu concesso un posto d'onore: papà aveva il laboratorio in una soffitta di un palazzo antico che si affacciava proprio sulla piazza, invitammo qualche parente, assistemmo allo spettacolo dal laboratorio, al riparo dal freddo, distribuendoci i chicchi d'uva portafortuna, costati una follia...

Il primo dell'anno in casa mia c'erano due “tradizioni” per me terribili. La prima era la scampanellata, al mattino presto, di uno zio fratello di mia mamma, che partiva da casa sua in bici chissà a che ora, penso prima dell'alba, e faceva il giro dei parenti a portare gli auguri: poiché pareva che portasse fortuna vedere per primo un uomo, lui voleva assicurare una buona dose di fortuna ai suoi parenti: senz'altro così facendo assicurava a se stesso una buona dose di ***.

Anche se non ci fosse stato lo zio, da una certa età in poi ero lo stesso costretta ad alzarmi presto: la mia nonna Margherita (di cui ho riassunto la vita qualche tempo fa) era morta proprio il 1° gennaio 1953 e il mio nonno faceva sempre dire una messa in suo suffragio ogni 1° gennaio... ma alla prima messa, quella delle 7 o 8 del mattino!!! Nonno e zii erano sempre presenti, si mettevano tutti insieme nei banchi in fondo alla chiesa ed anch'io ero obbligata a partecipare... fino alla morte del nonno: dopo nessuno osò più mantenere la tradizione...

Da adolescente ricordo una festicciola concessa con gli amici d'infanzia, due di loro abitavano all'ultimo piano di casa mia (cioè di mio nonno, che affittava alcuni appartamenti) e c'era solo da salire le scale...

Il capodanno del 1968 fu la svolta: ero arrabbiatissima perché i miei non mi avevano concesso di andare ad una festa, invitata da un ragazzo a cui tenevo tanto, che però loro non conoscevano, la storia che è finita anche nel mio monologo... Mi concedevano solo di andare in parrocchia, alla cena e caccia al tesoro per adolescenti. E lì a tavola si sedette di fronte a me un ragazzo magro, nuovo del gruppo, appena arrivato a Bologna... Era abbastanza simpatico, finì nella mia squadra per la caccia al tesoro e da quel giorno nelle iniziative della parrocchia ce lo trovavo quasi sempre. Io avevo anche altri interessi, fu un mio breve momento di impegno politico, e fino ad ottobre lui rimase solo uno fra i tanti amici. Lui dice che invece da quel capodanno lo avevo già colpito, ma ci vollero dieci mesi perché io me ne accorgessi... Insomma, da quel capodanno i successivi li abbiamo sempre passati insieme, fino ad ora!

Ci sposammo dopo cinque anni e dal nostro appartamentino di periferia, al quinto piano, si vedevano i tetti di Bologna, così i fuochi d'artificio di piazza Maggiore ce li potevamo godere comodamente dalla terrazza, magari insieme ad un gruppo di amici, finché non arrivarono i figli...

Fra questi amici c'era quasi sempre la coppia con cui siamo andati alle Canarie. Trasferiti a Firenze, loro sono venuti da noi con i loro figli, in alcuni capodanni: un po' affollati in casa nostra, ma stavamo bene, grandi e piccoli. Un anno invece lo passammo tutti nella loro casa in Romagna, una bella trasferta al mare d'inverno!

Oppure andavamo a Pordenone (congelamento assicurato) dai parenti di mio marito, quando ancora c'era un buon accordo tra fratelli e pareva che le famiglie potessero restare “normali”.

Un anno festeggiammo con le famiglie della classe in cui insegnavo, erano famiglie eccezionali...

Poi, dal 2000, ci sono stati i capodanni al caldo: potevamo sfuggire al gelo solo durante le vacanze natalizie perchè io ancora insegnavo e non potevo prendere ferie in altri periodi. Eravamo costretti a pagare profumatamente il cenone e spesso il successivo spettacolo... Non sempre gli hotel organizzavano bene, spesso se la cavavano aprendo la sala da ballo verso mezzanotte... Però alle Canarie ci sono i sacchi con cotillons e regalini a sorpresa, c'è il rito del mascherarsi e dei 12 chicchi d'uva da mangiare ai 12 rintocchi per accaparrarsi la SUERTE...

 


Più belli gli spettacoli in Tunisia, con fantasisti, danza del ventre, mangiatori di fuoco, prestigiatori, suonatori di strumenti e musiche tradizionali... un mondo orientale ricreato per l'occasione!

Negli ultimi anni abbiamo sempre passato il capodanno a teatro, una passione comune a entrambi: viaggiare al freddo notturno d'inverno ci affatica, le nostre conoscenze e amicizie qui sono scarse, in fondo questa soluzione ci accontenta... e gli anni passano.

E ricordando questa carrellata, mi sono venuti in mente alcuni capodanni particolari, per chi ha la pazienza di continuare e forse alla fine riderà un po'...

CAPODANNI SFIGATI

ASSALTO AL BUDINO

Ci eravamo sposati in ottobre e il 31 dicembre avevamo invitato i migliori amici nel nostro “nido d'amore” per una cena insieme, come dessert mio marito aveva promesso il favoloso budino al cacao: una ricetta della sua mamma, buonissimo e famosissimo tra gli amici perché lui non faceva altro che parlarne: era diventato un mito culinario nel nostro gruppo e tutti erano ansiosi di assaggiarlo.

Lui l'aveva già preparato varie volte, era quindi allenato e non c'erano problemi.

Però, al momento in cui dallo stampo capovolto sul piatto avrebbe dovuto staccarsi il budino... accadde un imprevisto: da sotto allo stampo cominciò a gocciolare cioccolato... il budino non era abbastanza solido e... giù a sformarsi e a colare da tutte le parti! Stupore generale, sbiancamento di mio marito, un OH!!! collettivo, ma senza perderci d'animo ognuno ha agguantato un cucchiaio e si è lanciato a raccogliere ( e a mangiare) quanto più budino possibile... assicurando però che anche in quel modo era squisito!

Abbiamo rifatto il budino altre volte, non è mai più successo un simile disastro, chissà perché quella sera... E' rimasto nella storia della famiglia come un punto di disonore per le capacità culinarie di mio marito!


MALEDETTA INFLUENZA

Era il capodanno del 1976, io avevo una pancia enorme, mio figlio sarebbe nato dopo poco più di un mese. Consapevoli che sarebbe stato l'ultimo capodanno di baldoria per chissà quanti anni, con la coppia di cui parlavo sopra dovevamo andare da altri amici a passare la notte in una casa di montagna: falò all'aperto, polentata, salsicce allo spiedo... un po' di avventura a cui partecipavo volentieri anche se incinta. Però a mio marito venne l'influenza proprio il 30, con la febbre a 40° nella notte del 31! Sì, sospirammo parecchio in quella notte, per quello che ci perdevamo... e non erano sospiri di passione...

 

LE MADONNINE

Abitavamo già a Firenze, mio marito si stava inserendo con entusiasmo nelle attività parrocchiali, i figli ormai grandi uscivano con amici, noi fummo invitati alla cena e brindisi da una famiglia nella cui casa ci ritrovammo con una decina di parrocchiani tra i più “devoti”, sposati, nubili o celibi già di una certa età. Ebbene, gli argomenti di conversazione di tutta la serata furono: pellegrinaggi, organizzazione delle liturgie, riordino dei paramenti sacri, pettegolezzi sui sacerdoti conosciuti, dislocazioni ottimali nelle stanze di quadri sacri e Madonnine di Lourdes e simili...

Io arrivai distrutta al brindisi di mezzanotte, pure mio marito era abbastanza stravolto e mi confessò in seguito che... sì... forse erano un po' eccessivi anche per i suoi gusti! Per fortuna non ci hanno più invitati, forse non eravamo abbastanza dotati per sostenere una conversazione così ispirata...


 
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