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COMPLEANNO

Post n°1312 pubblicato il 19 Febbraio 2016 da atapo
 
Tag: memoria

I  PRIMI  40


Quaranta anni fa, a Bologna, oggi era giovedì, in una mattina soleggiata ma fredda la neve caduta nei giorni precedenti si ammucchiava ai lati delle strade ed io con la valigetta e la pancia enorme entravo di buon'ora in ospedale. Il bebè (a quel tempo il sesso era una sorpresa alla nascita) avrebbe dovuto già nascere il 14 (che data romantica...), ma ancora non si era deciso. Invece si era deciso il mio ginecologo: dopo cinque giorni era ora di fare un'induzione del parto, magari il giorno successivo dopo le visite e le analisi di protocollo.

Ma verso le tre del pomeriggio, quando (come scoprii successivamente) il sole quell'anno entrava nella costellazione dei Pesci, l'ospite della mia pancia ritenne che era giunto il momento di farsi vedere e tutto cominciò... Non ho ricordi particolarmente terribili delle ore successive, era più che altro un' emozione enorme che mi aveva invaso per questa avventura che stavamo vivendo insieme, che visualizzavo come un percorso dentro ad una galleria di cui, molto in fondo, vedevo l'uscita luminosa.

Mio figlio Marco nacque alle 22,45: c'era un medico molto tranquillo, l'ostetrica era una mia amica che stava terminando il corso di specializzazione nello stesso ospedale quindi aveva tutte le carte in regola per esserci e per merito suo anche mio marito era presente, cosa che non sempre era concessa a quei tempi.

Marco era biondo, incredibilmente biondo, nessuno se lo aspettava da due genitori di capelli scuri ed era così diverso dalle mie fantasie nei mesi dell' attesa. Era anche molto bello già alla nascita e... parecchio grosso: 3,800 Kg! L'ostetrica disse che per fortuna si era messo nell'unica posizione possibile per poter uscire senza complicazioni.

Poi in camera restammo soli io e lui: io ero come incantata, lui non dormiva, ma zitto zitto si guardava in giro, mi guardava... Io ero emozionatissima, non riuscivo a smettere di guardarlo e lo rivedo ancora adesso nella penombra con gli occhi spalancati e il ciuffo biondo ritto in testa... mi pareva un sogno che finalmente lui fosse lì, così reale, così bello...

Ero diventata mamma ed oggi sono già passati quaranta anni. Un numero tondo, come tutti i numeri tondi spingono di più ai bilanci, alle riflessioni. Che bilanci e riflessioni fai oggi, figlio mio? Non li racconti di certo a me, altri ti stanno più vicini a cui puoi confidarti, però mi piacerebbe saperlo, sapere se sei felice, se sei soddisfatto per i traguardi che hai raggiunto: moglie, figlio, lavoro, casa nuova... Avrai i tuoi rimpianti, come tutti, il tuo carattere un po' perfezionista, a volte così simile a tuo padre, temo che ti possa rendere difficile un po' di leggerezza nelle situazioni della vita, forse lo capirai nella prossima decina d'anni...

Mi dispiace che non abitiamo più vicini, vorrei essere più presente nella tua vita anche oggi, senza essere invadente beninteso, e so che anche tu lo vorresti: dicono che andiamo d'accordo, che c'è un buon rapporto tra noi.

Ma sono contenta perchè mi pare che i tuoi quarant'anni tutto sommato non ti siano troppo difficili... Ripenso ai miei quarant'anni, che furono in salita perchè avevo appena preso la decisione di fare di tutto per concludere finalmente l'università e si aggiunse un peso gravoso ad una quotidianità già pesante di lavoro, marito e figli adolescenti...però raggiunsi una consapevolezza nuova delle mie energie e possibilità.

Intanto, figlio mio, i tuoi quarant'anni hanno ancora due giorni sospesi, perchè ti festeggeremo tutti insieme al pranzo di domenica, per il quale, dopo qualche anno di interruzione, è stato deciso dagli altri familiari che a sorpresa ti preparerò di nuovo la storica “torta di Marco”!

Ecco, ho rintracciato la foto di quella che avrebbe dovuto essere l'ultima, qualche anno fa... quella di domenica dovrà essere ancora più bella!








 

 
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