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LO SPECCHIO

Post n°1653 pubblicato il 30 Gennaio 2020 da atapo
 
Tag: teatro

NUOVO PUBBLICO

 


 

Al nostro gruppo teatrale “I ragazzi over 65” sono state richieste altre repliche dello spettacolo sulle trecciaiole e noi, stupiti e emozionati da questo straordinario successo, replichiamo…

Ci siamo appena esibiti in un ambiente nuovo per noi: una casa di riposo. Chi organizza eventi e animazioni in quella sede ci aveva visti e ha chiesto alla regista se andavamo a rallegrare un pomeriggio tra gli ospiti di quel soggiorno, che si trova in una delle zone collinari più esclusive della città, in una villa immersa nel verde del suo parco privato. Chi vive in quella struttura è autosufficiente, sta come in albergo, è libero di passare le giornate all'interno o di uscire, ha una quantità di servizi e assistenze che molti anziani non se li sognano nemmeno, dal parrucchiere al teatro, alla palestra e piscina…

Le rette non sono astronomiche come si potrebbe supporre, ma gli eletti che possono accedere sono coloro che hanno militato nelle confraternite delle Misericordie. E se qualcuno di noi attori già ci stava facendo un pensierino… lo abbiamo dovuto abbandonare subito.

Anche noi attori siamo anziani, ma il pubblico lo era molto più di noi! Qualcuno arrivava spingendo il suo panchetto deambulatore, qualcuno appoggiandosi al bastone, qualcuno ci è stato svelato che era vicino ai cento anni, ma tutti abbastanza arzilli hanno seguito con grande interesse il nostro spettacolo. Anche troppo silenziosi all'inizio, temevamo si fossero addormentati, ma poi i mormorii e gli applausi a certe scene già collaudate ci hanno rincuorato.

Alla fine i complimenti non finivano più: chi svelava che gli avevamo fatto ricordare episodi e persone della sua giovinezza, chi con le lacrime agli occhi diceva che era uno dei pomeriggi più belli che avesse passato lì.

La regista e noi contenti e commossi, figuriamoci!

Ma nello stesso tempo a noi “ragazzini” è venuta una certa malinconia da questo incontro con chi è così più “avanti” di noi, come se ci fossimo visti allo specchio del futuro fra dieci, venti e più anni… E ci pungevano certi pensieri, che probabilmente proprio anche attraverso l'impegno del teatro cerchiamo di non affrontare, di non soffermarci più di tanto nelle nostre giornate.

Quello “specchio” ci ha lasciato una leggera punta di tristezza.

 
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