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Messaggi del 17/11/2020

NEL GIARDINO

Post n°1716 pubblicato il 17 Novembre 2020 da atapo
 

 

CICAS

 


 

Circa quattro anni fa, quando finalmente nella nuova casa il giardino lasciò quell’aspetto di giungla causato da anni di abbandono, andammo da un piccolo vivaio nel pistoiese, scoperto su facebook, a comperare le nandine, le nostre prime piante.

Nell’occasione, tra le chiacchiere con le quali noi inesperti cercavamo di apprendere qualche rudimento di coltivazione per diventare giardinieri, il discorso cadde sulle CICAS, una pianta che a me piace molto. Il vivaista ne aveva due molto grandi davanti alla casa, ci diceva che non erano piante difficili da trattare e, al momento di pagare i nostri acquisti, ci propose di arrotondare il conto: con cinque euro in più ci avrebbe dato tre piccole cicas.

Non avevo assolutamente idea se fosse davvero un affare, le cicas offerte erano veramente mini, tre o quattro piccole foglie sbilenche che spuntavano direttamente dalla terra dei vasetti, non si vedevano i tronchi. Io, completamente ignorante in materia, accettai e convinsi mio marito che era molto perplesso: la presi come una sfida, sarebbero sopravvissute? Sarebbero cresciute?

A quel tempo mio marito si impegnava ancora con buona volontà nel giardino, poi scoprì che lavorare attorno alla terra è faticoso, che le piante hanno esigenze da esseri viventi che non aspettano la sua pigrizia e pian piano ora fa solo lo stretto indispensabile e spesso anche in ritardo, del tipo coprire le piante DOPO la prima gelata, nonostante il meteo avverta già qualche giorno prima come si evolve il tempo.

Ma torniamo alle baby-cicas. I vasetti erano talmente piccoli che io dissi: - Credo sia meglio spostarle in vasi un po’ più grandi, sperando che crescano meglio.-

Qualche giorno dopo mio marito mi avvertì: - Ho rinvasato le cicas.-

Uscii a vedere: le aveva sistemate tutte e tre insieme in uno stesso vaso abbastanza grande.

Io non ero per niente soddisfatta: se fossero cresciute secondo me presto si sarebbero ostacolate a vicenda, ne avrebbero sofferto, probabilmente avremmo dovuto cambiare presto il vaso. Lui naturalmente si risentì: aveva fatto meno fatica e così non ci sarebbe stata necessità di rinvasare per molti anni.

- Vedremo.- Tagliai corto per non finire a litigare, magari aveva ragione lui… tanto nessuno dei due è competente.

Come è andata?

Nei primi anni non crescevano molto e, ciò che mi preoccupava di più, spesso le foglie più vecchie si seccavano se ne uscivano delle nuove. Io le ho sempre amate molto, mi fermo spesso da loro a salutarle quando annaffio, mi parlano di caldo, di mare, di sud…

Avevo provato a dire al marito che forse era meglio separarle, ma non ne voleva sapere.

Da circa un anno invece due sono “sbocciate”, con diverse foglie nuove belle, lunghe e lucide, nessuna foglia persa; la terza invece cresce poco poco e resta al di sotto delle altre due che ormai hanno le foglie che si intrecciano in alto. Da questa primavera sono tornata alla carica: - Vanno separate! Si danno noia! Perchè dobbiamo rischiare che muoiano così appiccicate?-

Lui faceva orecchie da mercante. La settimana scorsa al mercato ho parlato con un fioraio che vende anche cicas (però le mie sono più belle, ma non gliel’ho detto): mi ha spiegato quanto grande va il vaso in relazione alla pianta, che ogni due-tre anni va aumentato, che per rinvasare il periodo buono sarebbe finito tra una decina di giorni, dopo bisognerà aspettare a primavera.

Sono tornata alla carica col marito, i giorni passavano, ma nulla. E dire che nel giardino ci sarebbero vari lavori autunnali in attesa del freddo.

Ero uscita io un pomeriggio di sole a potare quasi tutte le siepi e a tagliare le foglie secche agli iris; quando sono rientrata in casa gli ho detto: - Ora resta solo da potare lamponi e lavanda e da rinvasare le cicas.-

Speravo di smuoverlo, ma nulla ancora! I giorni passavano, il periodo fra poco finisce, far arrivare a primavera quelle povere piante così non mi andava proprio. Allora oggi pomeriggio mi sono attrezzata e sono andata io a fare l’operazione. Avevo già adocchiato i tre vasi giusti, due più grandi e uno meno per la piccoletta, non sono esperta, ma ho già sistemato altre piante che mi hanno regalato e finora nessuna è morta, avrei cercato di fare del mio meglio…

Ecco che subito LUI si è fiondato fuori, ha cominciato a criticare le manovre che stavo facendo, non ripulivo la terra abbastanza, rompevo le radici (erano tutte aggrovigliate le tre piante ormai!), ecc ecc…

Così ha preso in mano la situazione, praticamente il lavoro di fatica l’ha fatto lui ed io ero l’aiutante, meglio, mi sono stancata meno; come suo solito, col tono di “lo so io come si deve fare, tu chissà cosa combineresti”.

Vabbè, è il suo stile quando lavora con altri… ci sono abituata e cerco di sopportarne il fastidio: stavolta mi premeva di più che il lavoro arrivasse a termine, finalmente!

Ho sistemato i tre vasi abbastanza vicini uno dall’altro: abituate a stare insieme, non vorrei che si sentissero troppo sole. E ora aspetto, spero che lo spazio le aiuti a crescere meglio, anche la piccolina.

Le guardo, mi sembrano davvero belle, pare che respirino meglio, le foglie sono ben disposte tutte intorno al centro.

Hanno una crescita lenta, dicono, chissà come le lascerò in eredità ai nipoti...

 

 
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