Musica ed emozioni

nel silenzio di un emozione


Se cercassi il silenzio, lo farei nei miei angoli, nei tuoi occhi e in quelle emozioni che delle parole non ne hanno bisogno, in quei tratti della notte dove è impercettibile ogni rumore e il buio si fa volo, lo cercherei nell’alba che riflessa nei tuoi occhi fermi anche i battiti del tempo, lo cercherei dentro di me, in quel respiro lungo e lento che mi prendo dalla tua bocca, nell’intrecciarti le dita, nell’entrarti negli occhi. Lo troverei dentro di te, che sai raccontarmi l’anima con le venature dell’inchiostro, che sai lasciare la carezza di un’orma nei miei pensieri, che sai essere e stare, in quel dentro che hai riempito con i tuoi tratti soltanto. Ed è lì che il silenzio si fa pieno nei tratti lenti e densi del sentire come vapore s’infila nelle fessure, rimane, in quel dentro che io so... sta lì, fra il cercarsi e il prendersi sta in equilibrio, sul filo della pelle, diventa quel volersi che tu sai... è sulle labbra il suo morire dolce, e nel sottovoce che si prende il respiro. Quel volersi sta nell’anima, molto più che nelle mani che stringono i fianchi. Ti saprei raccontare con gli occhi, di tutti quei suoni impigliati nei tasti di un pianoforte, ti saprei dire con le mani di quelle notti solitarie che non muovono né foglie né nuvole, saprei stare così, dentro al silenzio in silenzio, riempiendo di te ogni mio angolo ed ogni piega, ho dato un bordo ai miei colori frugando con le mani dentro ai tuoi pastelli scuri, ho disegnato notti da attraversare e da dividere, notti di emozioni da tenere per mano. Di me ti sei presa le dita, e l’arco delle sopracciglia, e così mi fermo nel mio cercare parole dentro la tua bocca e l’arcobaleno negli occhi, ti sei preso lo schiudersi dei fianchi e dell’anima in un volo che, senza nessun rumore... prende vita dai sensi. E lì che li cerco in quei fremiti silenziosi in quel grande letto, rimbombava come un’intera stanza vuota, lei camminava le sue notti per non sentire quel respiro che andava e tornava senza fermarsi mai da nessuna parte. Eri stata brava, eri riuscita a sconfiggere la paura del buio cospargendo il soffitto di stelle, era quella la sua compagnia, le guardava in quel poco di notte che aveva la parvenza del sonno e la speranza di un sogno. Riusciva ad addormentarsi soltanto abbracciandosi, tenendosi le spalle con le mani e appoggiando le braccia sul seno, anche quella una scusa alla solitudine. Aspettava. Aspettava che qualcosa le riempisse la notte, aspettava di poter togliere le braccia dalle spalle, aspettava che quel respiro, si fermasse da qualche parte... e c’è un silenzio che stordisce i pensieri che li fanno andare e tornare come il respiro lento, fra ventre e gola, dove c’è un punto preciso dove ti vorrei sentire, che tu di me sei respiro e  3anima, sei vento e pelle, sei aria, sei un fremito dentro. E nel fremito di un silenzio mi hai rapito l’anima, ho sentito sulla pelle l’emozione di uno sguardo, di te mi è sceso addosso a quel brivido increspato fra vertebre e stomaco, mi sei entrata in ogni fessura, fra sangue e pelle, mi hai riempito senza lasciare nessuno spazio nei miei e nei tuoi occhi, ti ho respirato e quella scheggia di cielo l’ho rubata, come il cuore che ha scandito i secondi con il mio. Ho trovato dentro di te un angolo di cielo, dove c’è un’anima che mi abbraccia, che mi conti i battiti sulla punta delle dita, un posto dove chiudere gli occhi, dove sentire una carezza, un ritaglio di tempo e di vita in cui correre, giocare, ridere sognare e farti l’amore, in cui sciogliere parole lente dentro un respiro fra labbra e ciglia. Mi hai tenuto stretto, mi hai attraversato, ti sei infranta dentro di me e in quel rumore mi sono perso, per un istante o forse lo vorrei per sempre. E tu sai come sono, è così che mi spoglio dei rumori e m’infilo fra le tue dita, tu che di me conosci l’inizio e la fine, sai cogliermi e tenermi. Sai che su di te mi riverso e divento liquido, esco dagli argini, invento parole che scorrono sul tuo sentire, così lontano dall'essere e dal volere. Dolce il mio passo, lieve il mio tocco, brucia il mio respiro sulla tua bocca, percorro ogni tua sfumatura, dal mento all’inguine con la punta della lingua che solo il dolce può sentire, lascio la mia voglia sulla tua pelle senza mai scenderti dagli occhi, senza mai perdere il riflesso dei tuoi, io che in quegli occhi mi perdo e ritrovo chi sono. Sono quell’angolo fra il mio e il tuo sentire, sono il diavolo e l’acquasanta, sono angelo e diavolo, il tutto e il niente, sono lo schiaffo del dolore e la carezza dell’amore, sono lo sguardo irriverente, la ferita che più brucia, sono occhi, mani, ventre, sono la lingua nella tua bocca e il paradiso fra le tue cosce, sono il partire e il tornare, sono un volo libero e la sua gabbia, sono l’arco della passione e il lume della ragione, sono sorrisi e carezze, sono la spina nel fianco, sono gli orgasmi che riempiono una notte e il bacio del mattino, sono acqua e aria, il peccato e la redenzione, sono un grido. Sono l’incanto della voglia di averti, le dita nei capelli e i tuoi umori dentro hai miei, posami il tuo sguardo a separarmi le ciglia, sono la dolcezza che esplode in passione, scendimi piano sul cuore e nell’anima, mordimi le labbra e il sussurrio delle parole, apriti la strada dentro di me, inventami, fammi morire in quel respiro che ingoia parole, lasciami venire nello stesso tuo momento, in quell’istante che cola a goccia sui battiti del cuore, non lasciare che  4passi la notte senza aver baciato ogni angolo del mio sentire, non lasciare mai che passi un’altra notte e che mi percorra così forte nelle vene il desiderio di averti. Fa che sia il silenzio dell'aria che come gocce, che lasciano la scia sui vetri della pioggia, così come scendono le mie parole, fluide fra le dita, che nascono dallo stesso punto in cui le senti tu, così, come lenti tratti di matita nel fruscio del sottovoce, come quello che hai sussurrato dell’amore, come quel ti amo che ha riempito ogni centimetro d’aria intorno a me. L’ho sentito fino a sfondarmi il cuore, oltrepassarlo, bruciarlo, così l’ho pensato, sentito e fermato, come raccontare i colori di un dipinto, come l’essenza del vero e del buono, così com’è, vivo e puro, pieno e forte, intenso, l’amore che quando ti prende lo fa di ogni tratto di pelle, di ogni angolo dell’anima, si prende lo stomaco e il respiro, si prende il sorriso, s’infila in ogni pensiero. Emozione, incanto, parole sfiorate sulle labbra schiuse, come sentire le anime una dentro all’altra. Sentirle ovunque, nel rumore di ogni passo, in ogni immagine rapita dagli occhi, in ogni gesto, dalla tenerezza al peccato, amore che vive e muore nello stesso punto, dentro di noi, dentro l’attesa, in quel bisogno acceso una dell’altro, in quel tratto d’ali così vicino al cielo... del tuo suono ho i pensieri pieni, l’anima pure, trabocca... del mio essere, del tuo sentire, dell’aria che manca, del volersi, del cercarsi, del viversi. Mi tremi nell’anima, sulla pelle, ti muovi dentro come grano al vento, come quel sussurro che hai lasciato mille volte nella mia bocca... sei un battito in equilibrio sul mio respiro. Di me, che sei forse anche l’unico respiro che rimane, fosse l’ultimo istante di un sorriso, fosse anche solo quel movimento delle braccia che si chiudono e stringono, che tremano. Sei la fonte della vita, come un mondo da riempire, come ogni sorso dal calice della vita, come l’incondizionato amore che sta sopra ogni altra cosa, come quel passo che quando si muove si porta dietro l’eternità di un battito. Nel silenzio fermo dell’aria, guardo questa stanza e quell’angolo di mare all’orizzonte, ci ho sciolto gli occhi e l’anima, ubriaco del tuo pensiero, che come lui, così lontano dagli occhi mi sembrava e invece, così vicino e nel silenzio continuo a starti dentro il corpo e l’amina.