RIDERS de CASADA

Incidenti: "per le due ruote un


Inaccettabile pedaggio di vite Umane"Nuova ricerca dell'European Transport Safety Council che dimostra come l'Italia sia il Paese più pericoloso d'Europa per viaggiare in moto o scooter!
Nuova tegola per i motociclisti e gli scooteristi italiani: gli incidenti stradali nei quali muoiono motociclisti sono in calo in gran parte d'Europa, ma non in Italia, dove negli ultimi anni sono cresciuti di quasi il 4%, contro un decremento tra i 27 dell'1,5%. E' questa la tesi dell'European Transport Safety Council (Etsc), un organismo indipendente che studia le cause e cerca risposte "all'inaccettabile e persistente pedaggio di vite umane pagato sulle strade". Il nome della ricerca è tutto un programma: "Motociclisti vulnerabili" e punta il dito sulla carenza normativa legata a mille fattori. Una ricerca, va detto, sulla quale sono sostanzialmente d'accordo sia l'ACEM, The Motorcycle Industry in Europe, che la FIM, Federazione Internazionale del Motociclismo. Secondo lo studio Etsc oltre il 70% degli incidenti è causato dal fatto che i conducenti di altri veicoli non hanno visto la moto, da qui l'importanza delle luci sempre accese sulle due ruote e dei sistemi che le tengono comunque accese durante la guida. "I risultati attesi - spiega la ricerca sono molto incoraggianti, se ci si basa sulla esperienza delle auto che in alcuni Paesi devono avere le luci sempre accese: sono calati del 15% gli incidenti con biciclette e del 10% quelli con i pedoni". "Le nuove norme per la sicurezza dei motociclisti - ha spiegato però Jacques Compagne, direttore dell'Acem, la federazione dei costruttori di due ruote europei - devono tenere in considerazione l'articolazione di questo mercato, che produce mezzi che vanno da meno di 50cc a oltre 1.300. E' un mercato molto diversificato al quale non sono applicabili uniformemente tutte le stesse norme. Gli standard di sicurezza devono essere adeguati alle diverse motorizzazioni". Per questo, ad esempio Compagne ha dei dubbi sulla proposta di Etsc dell'Abs obbligatorio, "pensiamo piuttosto a imporre i sistemi di frenata "più avanzati", ma non tutti i mezzi possono avere l'Abs, è anche una questione di costi". In tutti i casi, Abs o no, una cosa è certa: la gente non sa frenare se è vero che nei casi di emergenza i motociclisti "riescono ad usare in media solo il 56% della potenza frenante a disposizione del mezzo". E qui si torna al vecchio problema della preparazione alla guida. Non è un caso che l'Etsc proponga in primo luogo una migliore formazione per gli utenti delle strade. Fra le altre proposte anche l'abbigliamento da moto, da rendere obbligatorio fuori città. E quella di migliorare la manutenzione delle strade, in particolare delle curve, eliminare gli oggetti e gli ostacoli sui bordi delle strade, come i cartelloni pubblicitari. E se queste proposte sembrano eccessive, uno sguardo ai numeri degli incidenti dei motociclisti chiariscono ogni dubbio: sono il 20% del totale, ed anche se il trend è in calo il tributo di 6.200 morti registrati nel 2006 è straordinariamente alto, se si considera che rappresenta il 16% dei morti ma solo il 2% dei chilometri percorsi sulle strade. "La prima causa degli incidenti è l'errore umano - afferma la ricerca citando uno studio della Commissione europea -, il 37% delle volte per colpa del motociclista e per il 50% dei conduttori di altri veicoli. Il restante 13% è imputabile alle condizioni della strada, al maltempo o a incidenti meccanici". Come dicevamo oltre il 70% degli incidenti causati da guidatori di auto o camion è dovuto al fatto che i guidatori non hanno visto la moto, anche se, e questo è significativo, questa percentuale cala se il guidatore è anche un motociclista. Lo studio sottolinea poi l'importanza del casco "calzato nel 90% dei casi di incidente, ma che nel 9% delle fatalità schizza via al momento dell'urto, spesso perché non è ben legato". I numeri insomma parlano chiaro: le principali cause di incidenti sono causati da auto che non danno la precedenza alle moto (46%), o da auto che fanno svolte a sinistra (26%), conversioni a "U" (9%). In città è poi caratteristico un tipo di collisione, quella laterale: in Italia sono il 60% di quelle che accadono nelle aree urbane. In particolare i guidatori di scooter rischiano ferite alla testa, che avvengono nel 24% dei casi, contro il 20% registrato per i guidatori di moto. La maggior parte delle ferite è però alle gambe, il 70% in totale.  di VINCENZO BORGOMEO (28 maggio 2008)