Un blog creato da mauro8790 il 13/11/2004

United we stand!

**QUELLO CHE PER ORA HO CAPITO DI QUESTO VIAGGIO CHIAMATO VITA**Immagini, già immagini della mia fantasia troppo fervida a volte, troppo coinvolgente, da rendere le mie stesse righe, parte di un mio racconto, del mio mondo caotico e dei miei sogni, della mia realtà più interna … Chiedo comprensione a coloro che leggeranno queste mie righe .

 
 
 
 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 
 
 
 
 
 
 

LA PRUA DEL PENSIERO

immagineIl Capitano domandò una volta ai suoi marinai da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso in cui finiva la notte e cominciava il giorno. "Forse da quando si può distinguere con facilità una balena da un capodoglio?". "No", disse il Capitano. "Quando si distingue l’albero maestro dalle vele?". "No", ripeté il Capitano. "Ma quand'è, allora?", domandarono i marinai all’unisono. Il Capitano rispose: "E' quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella. Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore…...

"Che cos'è il tempo?Se non me lo chiedi lo so;ma se invece mi chiedi che cosa sia il tempo,non so rispondere" (Agostino)
 
 
 
 
 
 
 

BLU SEA

immagineimmagine 

Sogno sul Mare

Ultimo raggio di luce al tramonto
sul suo ondeggiare passa stanco un soffio di vento.
un bisogno che ritorna come le maree ciclicamente alla memoria
struggente l'urlo dell'anima che si raccomanda al mare.

Un'ultimo sguardo per cercarla
poi la vedo tremolare con le onde

sento dentro me stesso il suo cuore palpitare

l'ultimo raggio di sole poi la notte

ed'inizio a sognare.

(Mauro L.)

 
 
 
 
 
 
 

 

 

Anima di pirata

Post n°725 pubblicato il 17 Gennaio 2008 da mauro8790
 

Nella vasca piena presero conoscenza della leggerezza, dimenandosi tra i flutti d’acqua trasparente che sgorgava copiosa. Persero il senso delle frequenze, mentre i pensieri si dissolvevano, emergevano di nuovo e si ritiravano come la marea, portandosi via tutte le tensioni.
Attraverso il respiro le menti calmarono l’energia dell’aria, facendola scorrere attraverso il corpo fino a farla uscire dai pori invaghiti della pelle.
La mente e il cuore deliberatamente uniti e sedotti da una beata visione.
Si mossero sott’acqua percependo la curva breve del seno con il palmo della mano, con il dito fecero dei piccoli movimenti circolari attorno ai seni, mentre con l’altra scivolavano giù lungo lo stomaco, verso il basso ventre .
Con l’altra mano cedevano all’arrendevolezza, preparandosi alla fusione risolutiva.
Le loro lingue avide solcavano ogni anfratto, sfiorandosi la pelle liscia e salata come un’ostrica.
Il desiderio di mangiarsi gonfiava come un turbine sotto le viscere, mordere la carne tenera e navigata che conservava l’odore forte degli scogli sul Mare.
Fissarono le immagini finché il piacere fulgido del lavato celacanto non esplose incontrollabile.
Abbandonandosi a quel cosmo nascente, fluttuarono in quel riverbero tremante.
I circuiti erano allentati ed ogni singola molecola stava danzando nel loro corpo...>> continua>>>

 
 
 

Azzurra ha scelto il Mare.

Post n°724 pubblicato il 15 Gennaio 2008 da mauro8790
 

Sospettava l’idea di un lungo viaggio, un evento nuziale: la congiunzione del maschio con la femmina.
Eccitata e rinvigorita, sentiva bruciare dentro di sé una sfera di fuoco, che le causava uno strano senso di potere. Aveva la sensazione che i muscoli la stessero abbandonando e il respiro correva dall’alto, attraverso il suo basso ventre.
Nell’acqua sentiva sommergersi da effusioni di pura felicità a realizzare una magnifica sensazione di apertura. Fissava il fondale, seguendo la scia dei lustrini argentei che si staccavano dal vestito, sentendosi sempre più veloce ad eccellere nell’odore delle gocce salate.
Il tempo sembrava dilatarsi, rallentare poi estendersi, fino all’immortalità.
Una moto ondulatorio di desiderio la sommerse e la pressione aumentò di colpo, mentre il cuore perdeva i battiti. Inspirava con lentezza focalizzando l’onda inquieta che le cresceva dentro come un’anguilla attorcigliata, come lo squalo dal respiro infuocato.
Ogni pulsazione presente diventava sempre più forte e saliva dal punto mediano delle gambe, fino ad investire il centro del ventre e le mani si spostavano pian piano sulla pelle, avida, fluorescente. Continuava così, a farsi strada nell’Oceano, aprendosi uno spazio sottile come una lama di falce vergine, per raggiungerlo.

…Il sonar era inceppato e lui non si muoveva, come un eremita che vive dentro e fuori del tempo, eretto e fissato sull’albero maestro della nave, sbilanciato dall’immensità del vento.
Le sue labbra erano blu come le vene delle tempie, che pulsavano impazzite. Con uno scatto, gettò la bottiglietta di liquore in terra, calcandola con la punta del tacco dello stivale e incastrandone mille frammenti, sulla piattaforma.
Poi si lanciò, in Mare….>> segue>>

 
 
 

Lei sapeva che quell'uomo era un Pirata

Post n°723 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da mauro8790
 

Lei sapeva che quell’uomo era un pirata.
Raccontavano di un tipo orgoglioso, che nei rari rapporti con gli altri usava la grinta come una spada e che pretendeva totale ubbidienza e abnegazione. Insomma, non un uomo facile, da prendere sotto gamba.
Lei non aveva paura.
Si era imbarcata a bordo della pista proprio con quel vestito: il tubino di satin azzurro cosparso da minuscole pagliuzze d’argento, simili a squamette lucide, a coprire le spalle e scivolare morbide sull’incavo del seno.

…Lui stava piantato contro una parete, dritto come il fodero di una sciabola.
Portava i capelli lunghi color dell’ebano raccolti in una folta coda, che cadeva a pendolo dietro la schiena. Il collo massiccio era segnato da un tatuaggio che sembrava il rivolo di un torrente in cascata, le lunghe dita sorreggevano una bottiglietta di liquore.
Gli occhi immobili, plagiati, le lanciavano una lunga serie d’accezioni.

Lei non aveva mai fatto all’amore con un uomo, né gli importava fino a quella notte. Aveva sentito dire che il Desiderio della Carne cadeva addosso così, all’improvviso, come una mano che stringe e non ti vuol lasciare; come una zattera naufraga in mezzo alla tempesta, che non vuole approdare.
L’ha guardato un’ultima volta, a lungo, poi si è tolta l’abito per immergersi… continua >>>

 
 
 

Lacrime amare

Post n°722 pubblicato il 07 Gennaio 2008 da mauro8790
 

Mi piace guardarti quando dormi.
Piccoli quadrati di luce sulla tua pelle chiara.
Devo andare.
Mi muovo lentamente ascoltando il respiro ritmato.
Sogni ancora?
Profumo di caffè.
Nella semioscurità ti cerco.
Adesso l'angolo di luce dalla cucina mi rivela le tue braccia intrecciate dietro la testa.
La tazzina odorosa vicino al libro serrato.
Come il tuo sguardo.
Mi chino per cercare la tua fronte.
Trovo le tue labbra calde: sanno di sonno, sanno di sogno, sanno d'amore consumato e di odio prolungato.

Ti alzi, puntuale.
Come sempre.
Pensi che dorma ancora e ti muovi piano: non ti preoccupare, ho nascosto il sogno sotto il cuscino.
Apri la porta.
Una striscia di luce, le tue gambe nude.
Rumore di acqua.
Chiudo gli occhi e mi giro sulla pancia cercando il caldo del tuo corpo assente.
Profumo di caffè che avanza.
Ogni passo verso di me è un passo lontano.
Quanto durerà stavolta?
Quante volte dovrò desiderarti attraverso lacrime amare?

 
 
 

Misteriosa principessa dai capelli neri

Post n°721 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da mauro8790
 

Quella che segue è la storia delle mie ultime ore di vita. Ora sono sicuro di poter dire che la mia vita, la mia vera vita è iniziata solo alle 17.00 di ieri, per poi finire alle prime ore di stamattina, il resto? beh… una lunga fase d’attesa.
Come già detto inizia tutto ieri, quando uscito dall’ufficio mi dirigo al bar, dove da circa due anni mi fermo per bere un bicchierino prima di tornare a casa. Seduto al tavolino pensavo a quanto la mia vita fosse insipida, monotona, ero uno dei tanti anonimi impiegatucci in giacca e cravatta che affollano il mondo, pensavo che non era stato sempre così, prima del divorzio ero qualcuno… forse.
Ero immerso in questi pensieri di sconfitta, quando entra nel bar una donna dai capelli neri, m’incuriosisce subito, la osservo, studio i suoi movimenti e la sua figura, i capelli le cadevano numerosi sulle esili spalle, il collo affusolato ma teso era segno di qualche insofferenza, gli occhi scuri, come la più buia notte senza stelle viaggiavano senza tregua nel locale studiando tutti i clienti, e le mani, così delicate, con dita piuttosto lunghe e che muoveva in continuazione, un altro sintomo di agitazione. Provavo uno strano sentimento, quasi disagio, nel vedere una così bella donna in uno stato di tale agitazione, ero curioso, volevo sapere cosa stesse passando e magari aiutarla in qualche modo ma prima che mi potessi avvicinare al suo tavolo dall’altro lato del bar, mi accorsi che non c’era più, sparita all’improvviso così come si era mostrata, ritornato a sedere cominciai a fantasticare su quella donna, poteva essere una spia scoperta dai nemici? oppure un’omicida in fuga? Immerso in questi pensieri persi la cognizione del tempo non accorgendomi che erano passate più di due ore dal mio arrivo in quel bar.
Era tardi, molto tardi, a dire la verità non avevo nessun appuntamento e a casa non c’era nessuno ad aspettarmi, ma ero un tipo abitudinario e quelle due ore passate a sognare non rientravano assolutamente nelle abitudini di un piccolo impiegato che certo non si poteva definire un sognatore.
Fuori pioveva e mi avviai di corsa alla macchina, quando all’improvviso una mano mi blocca, mi giro e scopro che quella mano apparteneva alla misteriosa donna dai capelli neri; rimasi di sasso, immobile mentre la pioggia continuava a cadere sempre più violentemente, non riuscivo a fare niente, come se la sorpresa di quell’incontro mi avesse privato delle mie capacità razionali, e quando mi chiese, con una voce tremolante, di accompagnarla a casa il sangue mi si gelò nelle vene; non so il perché mi succedeva questo e non sono neanche tanto sicuro di averle detto di si, comunque sia salimmo in macchina e partimmo.
Era così iniziata la mia unica e ultima avventura, non ero più un semplice impiegato ma ero diventato, nel momento in cui lei salì in macchina, il protagonista del mio film, l’eroe di me stesso.
L’accompagnai fin sotto casa e mi accorsi che abitava nel mio stesso quartiere, che scherzi fa il destino! Durante quei minuti, trascorsi insieme in auto, mi parve di capire che la sua agitazione era non solo aumentata ma quasi raddoppiata, si accese due sigarette in pochi minuti, continuava a borbottare qualcosa, devo ammettere che il suo atteggiamento mi turbò non poco, tanto che ero quasi felice che scendesse dalla mia auto.
Mi ringraziò dicendomi che ero stato molto gentile, e quelle furono le uniche parole che mi rivolse in quella strana situazione; così una volta accertatomi che fosse entrata, mi diressi immediatamente verso casa, la mia tranquilla casa fuori dal mondo e dai suoi affanni.
E’ incredibile come un piccolo cambiamento, insignificante a prima vista, possa scombinarti la vita, o addirittura determinarne la fine. Arrivato a casa mi misi subito a suonare la mia vecchia chitarra, non ero molto bravo ma era un ottimo metodo per scaricare la tensione; i miei pensieri, accompagnati dal dolce suono della chitarra, andarono alla donna dai capelli neri, ero rimasto affascinato dai suoi scuri occhi, dalle sue pallide e delicate mani, e dal suo frenetico modo di fare; ma che cosa stava passando?perché quella tensione? nonostante lo stato di agitazione in cui mi trovavo, a causa dello strano incontro che avevo fatto, mi addormentai.
Ma il mio sonno non era destinato a durare a lungo, infatti fui svegliato dal suono del campanello, aprì la porta e, sorpresa delle sorprese era lei, la mia ossessione, la misteriosa donna dai capelli neri, ma un altro particolare questa volta mi colpì il suo volto grondava sangue, numerose ferite le circondavano gli zigomi, era sicuramente stata picchiata. La feci subito accomodare e presi delle garze e un po’ di disinfettante per pulire quelle ferite. Non parlammo molto quella sera, lei piangeva e io, beh… non avevo bisogno di chiederle cosa fosse accaduto, perché glielo leggevo negli occhi, si era scontrata con il male e aveva perso. Aveva fame, così le preparai uno spuntino, che lei parve gradire, e dopo qualche minuto di silenzio mi chiese se poteva rimanere da me per la notte, la cosa mi lasciò di stucco ma ero diventato l’eroe del mio film e non potevo certo lasciare la mia principessa in balìa di qualche malvagio orco, così le preparai il letto. Non mi ringraziò ma dai suoi occhi traspariva quella gioia, che è sempre motore delle più nobili azioni, e quell’agitazione che pervadeva ogni suo movimento era sparita; io mi sistemai sul divano, avevo sonno ma non riuscivo a dormire, ero troppo eccitato, mi sentivo come un principe che salva la sua dolce principessa dalle grinfie di un malvagio orco. Mi sorpresi quando la vidi avvicinarsi nella penombra, leggera come un fantasma, mi si accostò e mi sussurro nell’orecchio una parola di uso quotidiano ma che se usata con il suo giusto valore, può essere la parola più bella di tutte, mi disse:-grazie- mi baciò sulla guancia e ritornò in camera.
Quella fu l’ultima volta che la vidi, e non provo alcun rancore se penso che sono morto a causa sua, anzi sono sicuro che rifarei tutto quello che ho fatto, senza cambiare una virgola, lei mi ha fatto rinascere e lei ha causato la mia morte, giusto no?
Si era fatta ormai mattina, così mi preparai il più silenziosamente possibile, e dopo averle lasciato un messaggio, nel quale dicevo che poteva rimanere quanto voleva, indossai la giacca e uscii per l’ultima volta di casa.
Giù, nell’atrio del palazzo, mi aspettava un uomo armato, penso il marito o il fidanzato della donna dai capelli neri, probabilmente aveva trascorso la notte per strada, era molto agitato, mi puntò la pistola contro, io impaurito feci cadere le valigetta e lo pregai di ragionQuella che segue è la storia delle mie ultime ore di vita. Ora sono sicuro di poter dire che la mia vita, la mia vera vita è iniziata solo alle 17.00 di ieri, per poi finire alle prime ore di stamattina, il resto? beh… una lunga fase d’attesa.
Come già detto inizia tutto ieri, quando uscito dall’ufficio mi dirigo al bar, dove da circa due anni mi fermo per bere un bicchierino prima di tornare a casa. Seduto al tavolino pensavo a quanto la mia vita fosse insipida, monotona, ero uno dei tanti anonimi impiegatucci in giacca e cravatta che affollano il mondo, pensavo che non era stato sempre così, prima del divorzio ero qualcuno… forse.
Ero immerso in questi pensieri di sconfitta, quando entra nel bar una donna dai capelli neri, m’incuriosisce subito, la osservo, studio i suoi movimenti e la sua figura, i capelli le cadevano numerosi sulle esili spalle, il collo affusolato ma teso era segno di qualche insofferenza, gli occhi scuri, come la più buia notte senza stelle viaggiavano senza tregua nel locale studiando tutti i clienti, e le mani, così delicate, con dita piuttosto lunghe e che muoveva in continuazione, un altro sintomo di agitazione. Provavo uno strano sentimento, quasi disagio, nel vedere una così bella donna in uno stato di tale agitazione, ero curioso, volevo sapere cosa stesse passando e magari aiutarla in qualche modo ma prima che mi potessi avvicinare al suo tavolo dall’altro lato del bar, mi accorsi che non c’era più, sparita all’improvviso così come si era mostrata, ritornato a sedere cominciai a fantasticare su quella donna, poteva essere una spia scoperta dai nemici? oppure un’omicida in fuga? Immerso in questi pensieri persi la cognizione del tempo non accorgendomi che erano passate più di due ore dal mio arrivo in quel bar.
Era tardi, molto tardi, a dire la verità non avevo nessun appuntamento e a casa non c’era nessuno ad aspettarmi, ma ero un tipo abitudinario e quelle due ore passate a sognare non rientravano assolutamente nelle abitudini di un piccolo impiegato che certo non si poteva definire un sognatore.
Fuori pioveva e mi avviai di corsa alla macchina, quando all’improvviso una mano mi blocca, mi giro e scopro che quella mano apparteneva alla misteriosa donna dai capelli neri; rimasi di sasso, immobile mentre la pioggia continuava a cadere sempre più violentemente, non riuscivo a fare niente, come se la sorpresa di quell’incontro mi avesse privato delle mie capacità razionali, e quando mi chiese, con una voce tremolante, di accompagnarla a casa il sangue mi si gelò nelle vene; non so il perché mi succedeva questo e non sono neanche tanto sicuro di averle detto di si, comunque sia salimmo in macchina e partimmo.
Era così iniziata la mia unica e ultima avventura, non ero più un semplice impiegato ma ero diventato, nel momento in cui lei salì in macchina, il protagonista del mio film, l’eroe di me stesso.
L’accompagnai fin sotto casa e mi accorsi che abitava nel mio stesso quartiere, che scherzi fa il destino! Durante quei minuti, trascorsi insieme in auto, mi parve di capire che la sua agitazione era non solo aumentata ma quasi raddoppiata, si accese due sigarette in pochi minuti, continuava a borbottare qualcosa, devo ammettere che il suo atteggiamento mi turbò non poco, tanto che ero quasi felice che scendesse dalla mia auto.
Mi ringraziò dicendomi che ero stato molto gentile, e quelle furono le uniche parole che mi rivolse in quella strana situazione; così una volta accertatomi che fosse entrata, mi diressi immediatamente verso casa, la mia tranquilla casa fuori dal mondo e dai suoi affanni.
E’ incredibile come un piccolo cambiamento, insignificante a prima vista, possa scombinarti la vita, o addirittura determinarne la fine. Arrivato a casa mi misi subito a suonare la mia vecchia chitarra, non ero molto bravo ma era un ottimo metodo per scaricare la tensione; i miei pensieri, accompagnati dal dolce suono della chitarra, andarono alla donna dai capelli neri, ero rimasto affascinato dai suoi scuri occhi, dalle sue pallide e delicate mani, e dal suo frenetico modo di fare; ma che cosa stava passando?perché quella tensione? nonostante lo stato di agitazione in cui mi trovavo, a causa dello strano incontro che avevo fatto, mi addormentai.
Ma il mio sonno non era destinato a durare a lungo, infatti fui svegliato dal suono del campanello, aprì la porta e, sorpresa delle sorprese era lei, la mia ossessione, la misteriosa donna dai capelli neri, ma un altro particolare questa volta mi colpì il suo volto grondava sangue, numerose ferite le circondavano gli zigomi, era sicuramente stata picchiata. La feci subito accomodare e presi delle garze e un po’ di disinfettante per pulire quelle ferite. Non parlammo molto quella sera, lei piangeva e io, beh… non avevo bisogno di chiederle cosa fosse accaduto, perché glielo leggevo negli occhi, si era scontrata con il male e aveva perso. Aveva fame, così le preparai uno spuntino, che lei parve gradire, e dopo qualche minuto di silenzio mi chiese se poteva rimanere da me per la notte, la cosa mi lasciò di stucco ma ero diventato l’eroe del mio film e non potevo certo lasciare la mia principessa in balìa di qualche malvagio orco, così le preparai il letto. Non mi ringraziò ma dai suoi occhi traspariva quella gioia, che è sempre motore delle più nobili azioni, e quell’agitazione che pervadeva ogni suo movimento era sparita; io mi sistemai sul divano, avevo sonno ma non riuscivo a dormire, ero troppo eccitato, mi sentivo come un principe che salva la sua dolce principessa dalle grinfie di un malvagio orco. Mi sorpresi quando la vidi avvicinarsi nella penombra, leggera come un fantasma, mi si accostò e mi sussurro nell’orecchio una parola di uso quotidiano ma che se usata con il suo giusto valore, può essere la parola più bella di tutte, mi disse:-grazie- mi baciò sulla guancia e ritornò in camera.
Quella fu l’ultima volta che la vidi, e non provo alcun rancore se penso che sono morto a causa sua, anzi sono sicuro che rifarei tutto quello che ho fatto, senza cambiare una virgola, lei mi ha fatto rinascere e lei ha causato la mia morte, giusto no?
Si era fatta ormai mattina, così mi preparai il più silenziosamente possibile, e dopo averle lasciato un messaggio, nel quale dicevo che poteva rimanere quanto voleva, indossai la giacca e uscii per l’ultima volta di casa.
Giù, nell’atrio del palazzo, mi aspettava un uomo armato, penso il marito o il fidanzato della donna dai capelli neri, probabilmente aveva trascorso la notte per strada, era molto agitato, mi puntò la pistola contro, io impaurito feci cadere le valigetta e lo pregai di ragionare, ricordo che cominciai a piangere, ricordo la pioggia che batteva violentemente sul portone, come triste colonna sonora delle mia fine, ricordo il suono degli spari, caddi a terra e l’ultima cosa che ricordo di aver pensato, era che non conoscevo il nome della principessa per la quale ero morto.are, ricordo che cominciai a piangere, ricordo la pioggia che batteva violentemente sul portone, come triste colonna sonora delle mia fine, ricordo il suono degli spari, caddi a terra e l’ultima cosa che ricordo di aver pensato, era che non conoscevo il nome della principessa per la quale ero morto.

 
 
 

Final count down

Post n°720 pubblicato il 29 Dicembre 2007 da mauro8790
 

Come tutte le storie anche questa e' giunta al suo epilogo, per alcuni sara' una storia da ricordare per altri assolutamente da dimenticare, una cosa e' certa non tornera' mai piu'! in Africa e in molti paesi poveri non si permettono il lusso di neppure di sperare..perche' la speranza e' di sopravvivere al giorno che stanno vivendo..

Per quel che mi riguarda questo 2007 non e' stato negativo ma neppure esaltante e come per un compagno di viaggio dopo 365 giorni forse sentiro' un po' di nostalgia ma adesso sono felice di salutarlo...Addio 2007 e benvenuto 2008 ho molte aspettative e spero che per alcune di esse ci sara' lieto fine questo e' l'augurio che mi faccio e che faccio a tutti voi che leggerete queste righe..che il 2008 porti la cosa di cui tutti noi abbiamo bisogno la felicita'..

 
 
 

SOLO PER OGGI

Post n°719 pubblicato il 24 Dicembre 2007 da mauro8790
 


Solo per oggi crederò fermamente,
nonostante le apparenze contrarie,
che la Provvidenza di Dio si occupi di me
come se nessun altro esistesse al mondo.

Solo per oggi avrò cura del mio aspetto;
non alzerò la voce, sarò cortese nei modi,
non criticherò nessuno,
non pretenderò di migliorare nessuno se non me stesso.

Solo per oggi compirò una buone azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi dedicherò dieci minuti
a qualche buone lettura ricordando che,
come il cibo è necessario al corpo,
così la buona lettura alla vita dell’anima.

Solo per oggi non avrò timori.
Non avrò paura di godere
Ciò che è bello e di credere alla bontà.

Solo per oggi mi farò un programma:
forse non lo seguirò a puntino ma lo farò
e mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione.

Posso ben fare per dodici ore ciò che mi sgomenterei 
Se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.

(Papa Giovannixxiii)

dedicato a tutti coloro che sono passati da questo blog a leggere..a voi tutti vanno i miei migliori e sinceri auguri che sia un Natale sereno pieno d'amore e che l'anno nuovo sia da ricordare per essere stato il miglior anno trascorso da tutti noi.. un'abbraccio!!

Mauro L.

 
 
 

Messaggio di tenerezza

Post n°718 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da mauro8790

Questa notte ho sognato che camminavo sulla sabbia accompagnato dal Signore,

e sullo schermo della notte rivedevo tutti i giorni della mia vita.

Per ogni giorno della vita passata,

apparivano sulla sabbia due orme: una mia e una del Signore.

Ma in alcuni tratti vedevo una sola orma

che coincideva con i giorni più difficili:

i giorni di maggior angustia, di maggior paura e di maggior dolore.

Allora ho detto: "Signore,

Tu avevi promesso che saresti stato con me, sempre,

e io ho accettato di vivere con te.

Allora perché mi hai lasciato solo

proprio nei momenti più difficili?".

E lui mi ha risposto: "Figlio mio,

tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai:

i giorni in cui hai visto solo un'orma sulla sabbia,

sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".

 
 
 

Hatem il buono

Post n°717 pubblicato il 18 Dicembre 2007 da mauro8790

C'era una volta un signore molto ricco che aveva un figlio.
Questo figlio si chiamava Hatem ed era molto buono con i poveri: li aiutava in ogni modo, dava loro cibo e vestiti e avrebbe dato perfino la vita se fosse stato necessario.

Il re di quella terra sentì parlare di quest'uomo così buono e divenne geloso della sua popolarità. Ordinò alle sue guardie di bruciare la casa di Hatem e di appendere un cartello nella strada:
«Chi mi porterà Hatem vivo o morto riceverà una ricompensa di 25.000 ducati d'oro».
Gli amici di Hatem lo avvertirono e gli dissero di abbandonare subito la città. Così travestito da mendicante si rifugiò nella foresta. Camminò per miglia e miglia finché trovò una caverna dove poté riposarsi.
Si era appena seduto su un tronco e stava riflettendo sulla sua sventura, quando sentì un povero tagliaboschi che, appoggiato ad un albero lì vicino, diceva: «Se trovassi Hatem tutti i miei problemi sarebbero risolti».
Hatem ebbe pietà del vecchio e gli disse: «Eccomi, sono Hatem. Portami dal re e riceverai la ricompensa promessa».
Il vecchio rimase stupito, ma non seguì il consiglio di Hatem perché non voleva che egli morisse.
All'improvviso si sentì un fruscio tra i cespugli e, prima che Hatem potesse capire di cosa si trattasse, quattro guardie del re lo avevano bloccato.
Ogni guardia desiderava per sé l'intera ricompensa e cominciarono a discutere. Ognuna di loro sosteneva di avere trovato Hatem per prima. Alla fine lo portarono al Palazzo reale dove il re in persona lo interrogò.
Hatem disse che l'unica persona che meritava veramente la ricompensa era il povero tagliaboschi, il primo che lo aveva trovato. Il re fu colpito dall'onestà di Hatem e scese dal trono per abbracciarlo.
Hatem divenne ministro del re e il vecchio tagliaboschi ebbe i ducati che gli spettavano.

Donare con amore

La gioia dì una festa è veramente piena solo quando la si condivide.
Il racconto di Hatem ci vuole ancora una volta far riflettere su quello che Gesù ha detto: «C'è più gioia nel donare che nel ricevere».

Hatem sarebbe stato capace di dare la sua vita per far felice un povero. La nostra gioia sta, sovente, in un dono più piccolo, ma altrettanto importante. A volte basta solo un sorriso.

P.s. prometto saro'buono..almeno per Natale ^__^M.L.

 
 
 

La notte di natale  (canzoncina)

Post n°716 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da mauro8790

La notte di Natale è nato un bel bambino 
bello, biondo e tutto ricciolino.
Maria lavava, 
Giuseppe stendeva 
suo figlio piangeva pel freddo che aveva. 
Sta' zitto, mio figlio, 
ché adesso ti piglio, 
pane non ho ma latte ti do. 
La neve sui monti cadeva dal cielo, 
Maria col suo velo copriva Gesù,
Maria col suo velo copriva Gesù.

 
 
 

Post N° 715

Post n°715 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da mauro8790

PREGHIERA

In principio
con Te c'era la tenerezza.
Con lei Tu hai fatto
la volta del cielo:
hai fissato in alto
Sirio e Alfa del Centauro
e il cammino delle stelle.
Con essa Tu hai
fondato i continenti:
hai dato vita agli uccelli
tra le fronde,
all'odore della terra
dopo la pioggia,
al percorso dei delfini
tra le onde dell'oceano.
Con essa Tu hai creato
l'uomo e la donna:
la bellezza dei loro corpi
e l'amore che li culla
come un fiume di fuoco.

 
 
 

Post N° 714

Post n°714 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da mauro8790

... E l'angelo volò sotto le stelle,
e vide tre pastori in una corte,
presso il fuoco, ravvolti in una pelle.
L'angelo del Signore gridò forte:
- è nato!
I pastori si misero in cammino
coi  montoni, le pecore, gli agnelli,
e per la prima volta Dio Bambino
apparve: a dei pastori poverelli.

 
 
 

Post N° 713

Post n°713 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da mauro8790
 
Tag: Poesia

L' ULTIMO BALLO DI NATALE

Leggero

il passo,leggera

 l’ aria di festa,E i tuoi occhi,

specchio dei miei, brillano come addobbi

di Natale,parlavano per te.Fa’ che non sia alba, fa’

che si fermi ora,sotto stelle rubate all’ infinito,in questa

festa magica, e in questo tempo che nega ogni speranza.

Come un’ eco lontana, solo nel cuore vivranno quest note 

 al mio risveglio e non vorranno aprirsi gli occhi,bagnati di

rugiada,feriti da un addio

che nessuno

 si merita in

notti come

 queste qua’..

(Mauro L.)

 
 
 

La nebbia della solitudine

Post n°712 pubblicato il 30 Novembre 2007 da mauro8790

quando la nebbia della solitudine spegne il coraggio di respirare e l' ombra di una montagna spoglia e minacciosa nasconde la strada ad un vecchio sorriso. Prendi le mie mani e forte stringile di caldi e inamovibili ricordi come un tempo in cui sentivo le tue mani senza bisogno di sfiorarle nemmeno..(Mauro L.)

 
 
 

Gli abbracci mai dati

Post n°711 pubblicato il 28 Novembre 2007 da mauro8790
 

Gli abbracci mai dati son quelli

che hanno più voce dentro di noi.

Sono insolenti,

insistono a tormentare la nostra anima

 e quando credi che il pensiero di essi sia assopito,

riemergono quasi per caso,

 come uno scoglio riemerge con la bassa marea.

Pesano di più e hanno più voce

proprio perché non dati fisicamente

ma cento, mille volte avvenuti dentro noi stessi.

Forse proprio quelli, son gli abbracci più teneri.

Inesistenti ma fortemente desiderati.

Correrà ancora il tempo e forse placherà in parte

il tormento di questo non-ricordo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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E'una bella prigione il mondo!
(shakespeare)




 
 
 
 
 
 
 

TI VOGLIO COSI'

immagine"Il male e'poter dimenticare"

segni di fuoco,
ferite sulla dignità,
ricerca della serenita’nella memoria,
dopo anni, dopo la pietà,
ecco l'oblio che allevia la speranza vana,
Un segno impresso sul braccio ricordo di un tempo felice
orrore, nausea,passione,Amore.
 
non si può corrodere l'animo in eterno !
 bisogna ricordare..
il male è poter dimenticare !

(Mauro L.)

Baciami,
mordimi,
incendiami,
che io vengo alla terra
solo per il naufragio dei miei occhi di maschio
nell'acqua infinita dei tuoi occhi di femmina!


(Pablo Neruda)

quando qualcuno mi chiede cosa significhi amare,abbasso gli occhi per paura di ricordare(jim morrison)

 
 
 
 
 

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