GRUPPO AKIRA

Presentato il libro di Barbara Baraldi


LA CASA DI AMELIAPassa da Noci il tour di Barbara Baraldi in PugliaL'Associazione culturale TEATRO DEL V.A.G.O. e l'Associazione Artistico Culturale GRUPPO AKIRA in modo del tutto inusuale e fuori dal comune hanno presentato l’ultimo lavoro dell’ autrice modenese Barbara Baraldi.Infatti il 26 giugno nella sala di Musica sita in via armonia è andata in scena una vera e propria opera teatrale con un Pippo Indellicati ,in grande forma, nel ruolo di uno pseudo conduttore che gioca a fare il detective per scoprire il colpevole che si cela tra le pagine de “LA CASA DI AMELIA”, che avvalendosi dall’enfasi letteraria dell’interprete Carmela Milano e delle atmosfere sapientemente create da Dante Spada , ha trasportato gli spettatori,tra i quali l’assessore Paola Annese e il neo consigliere provinciale Marino Gentile, in un viaggio spettrale nel buio della mente, dove i ricordi sono distorti dal filtro della paura, dell'angoscia, del senso di colpa.In seconda battuta il nostro Conduttore/detective con un’intervista altrettanto fuori dal comune ha fatto conoscere un po’ più da vicino ai presenti l’autrice Barbara Baraldi che dopo “La collezionista di sogni infranti” , ci propone il seguito con La casa di Amelia, sempre in "BabeleSuite", la collana diretta da Luigi Bernardi per l' editore Perdisa.La Baraldi, dopo aver navigato con la sua scrittura nel mondo della realtà virtuale, entra con questo racconto nei labirinti della mente di Amelia. Nella penombra del tramonto che si addensa nella casa della nonna a Trieste, il lettore ritrova Amelia sola, assediata dai ricordi del passato, costretta dai sensi di colpa in una prigione maniacale. E non si sa se le immagini cruente di Marina e Alex che le attraversano la mente, o le inquietanti telefonate vuote che la assillano siano i riflessi di un delitto da lei commesso o di una sua proiezione paranoica. Nemmeno la visita della mamma apprensiva e le insistenze della cugina riescono a farla uscire da quella torbida indolenza. Sembra inverarsi in lei ciò che è scritto nel Mercante di Venezia di William Shakespeare: "Possiamo chiudere col passato, ma il passato non chiude con noi". L' unica possibilità di fuoriuscita dalla greve e dolorosa inerzia è per Amelia affrontare i suoi fantasmi, prendere con sé lo zaino, salire sul primo treno per Ferrara e da Ferrara raggiungere nella Bassa "la casa degli orrori", forzare cioè quello spazio stretto e defatigante in cui Amelia si dibatte. Il racconto si apre e si chiude con un andamento di fiaba:"C' era una volta una principessa triste, prigioniera in un castello incantato"; "Il castello incantato che la teneva prigioniera bruciò tra i raggi del sole quel mattino...", con quella tonalità dominante che conferisce al racconto nei suoi momenti decisivi una certa lievità crudele.  Infatti La casa di Amelia è un noir psicologico in cui anche le figure più rassicuranti, come in certe fiabe nordiche, possono rivelarsi ambigue e sfuggenti. In questo racconto, in cui si assiste ad un continuo ondeggiamento fra la dimensione della realtà e quella delle ossessioni, il lettore si trova sospeso fra la narrazione in prima persona con cui affonda nella mente di Amelia e la narrazione in terza persona con cui ristabilisce la giusta distanza dalla protagonista; fra le parole che gettano un po' di luce e i silenzi ombrosi che sembrano adagiarsi fra gli spazi vuoti di una sintassi organizzata in sequenze minime. Gentile Giovanni